La radio

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Testo

Oggigiorno ci capita spesso di sentire la radio, chi durante lunghi viaggi in macchina, chi mentre lavora e chi vuole solo ascoltare un po’ di musica. Come tutti gli Italiani forse sanno, questo interessante strumento è stato inventato da un nostro connazionale, Guglielmo Marconi, nel 1895, che fu premiato con un Premio Nobel nel 1909. Agli inizi, come il governo italiano è solito fare, non sostenne la scoperta di Marconi che fu costretto a lasciare l’Italia per andare in Inghilterra nel 1896. Tornato in Italia fu finalmente riconosciuto come l’inventore della Radio. Pian piano la radio iniziò a prendere piede fino a che non trovò il suo massimo utilizzo ai tempi del Fascismo.
Proprio durante il fascismo la radio fu l’unico mezzo per la diffusione della propaganda del regime, che organizzava radiodiffusioni pubbliche nelle piazze dei discorsi del Duce, a beneficio di chi non aveva l'apparecchio in casa. Le trasmissioni radiofoniche erano trattate come la televisione oggi giorno ovvero tutte le trasmissioni erano rigidamente controllate da una commissione di ascolto, una commissione che stabiliva cosa doveva essere censurato e cosa no; venivano addirittura censurate le canzoni, cosa che presto succederà nei nostri tempi attuali se continueremo ad avere un governo del genere, che appena sente qualcosa che non gli aggrada prende e chiude programmi televisivi a ‘destra’ e a ‘sinistra’.
Sempre nel periodo di guerra, la Radio veniva anche usata dai partigiani, i quali per mettersi d’accordo su come agire e come buttare giù il regime si mandavano messaggi in codice attraverso le varie stazioni radio.
Aprire una stazione radio era molto semplice, bastava un amplificatore, anche da pochi watt, una frequenza libera (cioè non ancora occupata da un'altra radio), un'antenna, e soprattutto un gruppo di amici disposti a coprire le ventiquattrore della giornata, o perlomeno la maggior parte di esse, perché la prima differenza con la radio ufficiale era che la radio libera era sempre disponibile e sempre pronta a farti compagnia, e soprattutto, se la frequenza era lasciata libera anche per mezz'ora, veniva occupata da qualche altra radio.
Dopo la guerra la radio è ripartita come strumento di intrattenimento, anzi il principale mezzo di intrattenimento, assieme al cinema, almeno fino alla definitiva affermazione della televisione nei primi anni '60. Pian piano le radio libere aumentavano sempre di più e soprattutto negli anni ’70 i controlli diminuirono dando maggior libertà di trasmettere ciò che si voleva. La prima vera radio libera nacque in Inghilterra, trasmetteva solo in inglese ma veniva ascoltata dappertutto, di solito trasmetteva musica di tutti i tipi diventata così un linguaggio universale che riusciva ad abbattere le barriere linguistiche.
Già dagli anni '70 la radio in Italia era meno centrale di dieci anni prima, in quanto la televisione si stava velocemente diffondendo in tutte le case; sempre meno numerose erano quindi le famiglie che, come avveniva dieci anni prima, si riunivano alla sera attorno agli apparecchi radiofonici a sentire i "radiodrammi" (le telenovele per radio) o le trasmissioni di intrattenimento. La radio rimaneva però un mezzo di svago importante, in quanto la televisione all'epoca non trasmetteva tutto il giorno.
Ormai la radio era sempre meno ascoltata perché la televisione riusciva a catturare più persone con programmi sempre più strani, e come qualsiasi novità la televisione andrà sempre più espandendosi nel mondo.
Oggi giorno la radio è poco ascoltata a vantaggio della televisione che è invece molto seguita. La radio non è però più vista come una radio libera, una radio di informazione, ma solo come una radio commerciale, che trasmette pubblicità e pubblicizza brani e case discografiche solo per la dura legge del commercio dove tutti cercano il profitto a tutti i costi. Una cosa positiva della radio è che oramai non è più controllata né censurata ed è quindi libera di dire e mandare ciò che vuole, sempre nei limiti naturalmente, cosa che la televisione attualmente non è a causa della particolare situazione di governo che si è venuta a creare.
Io ascolto molta radio soprattutto perché a mio parere è meglio della televisione che ti cattura davanti a uno schermo e ti fonde il cervello, visto che le trasmissioni non sono delle migliori, invece la radio ti libera dai pensieri e ti rilassa senza ossessionarti, anche se molte radio sono uguali. Vale a dire che con la globalizzazione tutte le radio trasmettono sempre le stesse cose ed è molto difficile trovare radio tranquille che potrebbero avvicinarsi alle vecchie radio libere come il circuito di radio che trasmettono in collegamento unificato di cui fa parte anche una radio di Firenze.
Speriamo che la radio riesca a riprendere piede ma soprattutto a non diventare come la televisione che col tempo è diventata una televisione spazzatura.

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