La paghetta ai minorenni

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LA PAGHETTA AI MINORENNI: UN PROBLEMA URGENTE NEL BILANCIO FAMILIARE

Ultimamente si è spesso discusso sul problema della cosiddetta”paghetta”dei genitori nei confronti dei figli.
Il problema che si pone non è soltanto “dare o non dare” la paghetta, ma i genitori si chiedono anche che cifra sia giusto concedere ai figli e con che frequenza( una volta alla settimana o una volta al mese?). Bisogna far notare che non sempre i giovani la pretendono: infatti alcuni ragazzi preferiscono chiedere di volta in volta ai genitori del denaro per le proprie spese, per i propri divertimenti, eccetera..
Credo però che la paghetta possa avere un valore educativo, in quanto può essere vista come un modo per responsabilizzare i ragazzi sull’utilizzo del denaro: quando si ha una certa cifra da spendere per una settimana – o per un mese – e bisogna farla durare, si può giustamente imparare ad essere parsimoniosi ed equilibrati nelle proprie spese.
Le spese a cui mi riferisco, però, sono quelle più esigue, facilmente gestibili da un ragazzo. Crescendo, si possono far rientrare nella paghetta anche le spese più elevate, facendo comprendere quelle relative, per esempio, all’abbigliamento,….
Per quanto riguarda la frequenza con cui concedere la paghetta, sta al genitore decidere, possibilmente insieme al proprio figlio. Una scadenza mensile è forse più difficile da gestire, perché comunque il lasso di tempo non è poco e bisogna imparare a saper “dosare” bene le proprie spese. La paghetta settimanale è forse quella più diffusa, appunto perché, probabilmente, più semplice da amministrare.
La cifra da concedere dipende da vari fattori, primo fra tutti l’età del figlio a cui viene data la paghetta. Da essa dipendono poi una serie di cause che influiscono sulla cifra da accordarsi: il tipo di divertimenti di un diciassettenne sono ben diversi dai divertimenti di un tredicenne; di conseguenza, anche la somma da concedersi dovrà essere ben diversa.
Spesso la paghetta viene data in seguito a meriti scolastici, o a servizi prestati in casa, ma credo che questa giustificazione alla paghetta possa diventare un’arma a doppio taglio: non perché si è preso un brutto voto significa che per una settimana debba essere negata ogni spesa! D’altro canto, un buon voto od un servizio prestato in casa possono essere utilizzati per legittimare un’extra, un aumento ad una cifra fissa e costante. Questo “di più” può essere un incentivo allo studio e alla buona volontà: se ci si vede premiati, si è portati a perseverare nel proprio impegno.
Dunque la paghetta non deve essere intesa solo come un altro mezzo per accontentare , ancora una volta, la generazione dei giovani di oggi, ma deve essere vista come uno strumento per sensibilizzare sul valore del denaro e per responsabilizzare i ragazzi, cosa che potrà essere loro utile in futuro.

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