Divina Commedia

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Categoria:Italiano

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Testo

Commedia la scelta da quanto si legge nella lettera di Dante a Cangrande della Scala risponde a 2 ragioni fondamentali: La 1° in quanto la storia inizia in maniera tragica ma si conclude in modo gioiosa con la visione di Dio. Il 2° in quanto D. secondo la sua teoria di stili intendeva per stile medio uno stile che si poteva elevare e abbassare (oscillare).
Divina perché è l’aggettivo che è stato aggiunto dopo la morte di D. da Boccaccia.
Tecnicamente parlando si tratta di un poema didattico-allegorico. DIDATTICO perché D. si prefigge di trasmettere un insegnamento di natura morale e religiosa, ALLEGORICO perché questo insegnamento viene espresso in forma allegorica, racconta una storia per dare un messaggio, dobbiamo andare al di là delle lettere.
Il poema racconta del viaggio di D. attraverso i 3 regni. Viene accompagnato da Virgilio lungo l’inferno e il purgatorio, da Beatrice per quasi tutto il paradiso, da S. Bernardo di Chiaravalle negli ultimi gradini del paradiso, il tutto per intercessione di Beatrice che avendo constatato la condizione peccaminosa di D. si rivolge alla Madonna.
Significato allegorico-spirituale vuole assumere un carattere universale perché dietro il viaggio simbolico di D. dal peccato alla salvezza si può cogliere un modello valido per tutti gli uomini. In termini più semplici vuole insegnare qual è il percorso per raggiungere la salvezza eterna (Virgilio è il simbolo della ragione umana, San Bernardo quello della contemplazione mistica).
Viaggio cominciato forse l’8 aprile 1300 e durato 7 giorni.
ARCHITETTURA
È sicuramente espressione della mentalità globale universale del Medioevo e caratteristica che si evidenzia anche nell’assiduo simbolismo numerico.
Il poema si articola in 3 cantiche. Ogni cantica è formata da 33 canti. Il 1°canto che porta il totale accento funge da introduzione a tutto il poema.
La lunghezza dei canti oscilla dai 120 ai 160 versi circa, cioè 14233 versi.
I versi sono endecasillabi, fra loro collegati secondo lo schema metrico che si chiama “terza rima” o “terzina dantesca”.la rima è quella alternata.
Dante si trova a scrivere questo poema quando la lingua italiana non era ancora del tutto formata. Si trovò spesso nella necessità pertanto di creare nuove parole, per questo si può considerare il padre della lingua italiana.
VARIETA’ DI STILE
È certo che quando morì nel 1321 stava ancora rivedendo gli ultimi 8 canti del paradiso tanto che si racconta che dopo la sua morte i figli non riuscivano a trovare gli ultimi canti e che lui gli sia comparso in sogno per indicare dove erano i canti.
D.immagina di aver compiuto il suo viaggio durante la settimana santa.
APPROFONDISCO
La commedia è scritta nella lingua volgare. D. compie un passo decisivo decidendo di non usare il latino che era stata la lingua tra i dotti. Lui voleva una lingua che fosse italiana, che potesse rispondere alle esigenze del presente e dei contemporanei e che avesse una nobiltà pari a quella latina. Fuse le forme della lingua volgare, quelle della letteratura dantesca e al patrimonio lessicale, sintattico e retorico del latino sia classico che medioevale.
La D.C. nasceva da lunghe meditazioni di D. sul suo tempo, sugli svolgimenti della storia politica e religiosa del passato e del presente, come pure sul proprio destino e sul proprio ruolo storico. Egli scrive il poema in volgare, italiano proprio perché il messaggio raggiungesse il più vasto pubblico.
Il suo messaggio è strutturato secondo i principi fondamentali della fede cristiana, i fondamenti della cultura classica.
VALORI PACIFICI e AMOROSI convivenza umana, la felicità di un’esistenza non attanagliata dall’ansia del successo, la sicurezza di una giustizia infallibile, la certezza di un’armonia.
Il poema rappresenta la condizione delle anime nell’oltretomba e la ragione della loro dannazione e salvezza, così come si rivelano a un visitatore e fatto oggetto di grazia straordinaria. Compie una missione profetica.
La commedia è costruita fondamentalmente come testo narrativo di tipo profetico-apocalittico. La commedia è un poema perché è una composizione molto ampia in versi e perché tratta una tematica elevata. D. è il protagonista sempre e ovunque presente, tranne nel PROLOGO IN CIELO (si intende il momento in cui Maria interviene per salvare D. chiedendo a Lucia di trovare il modo di farlo.
La costruzione stessa è ordinata secondo il simbolismo del numero 3 e del numero 1 e dei loro multipli, che è la traduzione numerica dell’idea dell’unità e della trinità di Dio.
In ogni tempo si è posto il problema se giudicare o meno la commedia un’opera unitariamente e integralmente poetica.
INTRODUZIONE ALL’INFERNO
D. raccoglie tutta la tradizione medioevale e la risistema secondo uno schema abbastanza organico. Si riflettono inoltre le conoscenze astronomiche della sua epoca.
Questo cilindro schiacciato viene diviso in 2 metà. Parte boreale i cui confini erano posti a est nel cosiddetto lontano oriente (Cina). Parte australe era convenzione che esistesse soltanto oceano. D. pone l’inferno nella parte boreale e più precisamente nei pressi di Gerusalemme dove Lucifero scacciato dal paradiso era precipitato provocando lo sprofondamento della terra inorridita. Lucifero quindi si trova al centro della terra. Questo significa che l’inferno ha una forma ad imbuto. Nell’emisfero delle acque in corrispondenza del baratro infernale, si viene a formare una montagna altissima, il monte del purgatorio.
Alla cima pone l’Eden < paradiso terrestre >.
INFERNO
D. adotta il criterio secondo cui man mano che si scende in basso aumenta la gravità del peccato e l’intensità della pena.
ANTINFERNO > IGNAVI
1 cerchio = limbo (coloro che muoiono senza battesimo)
2 = lussuriosi ( la ragione non riesce a controllare l’istinto sessuale)
3 = golosi (istinto materiale)
4 = avari e prodighi (istinto di spendere e accumulare)
5 = iracondi e accidiosi (sono soggetti ad ira) (sono depressi abbattuti)
6 = eretici (scelgono una religione non ortodossa)
7 = violenti contro il prossimo, se stessi, Dio e la natura
8 = male bolgie 10
9 = quattro zone ( caina, Antenora, Tolomea, giudecca)
1° CANTO
Dante ha 45 anni quando si ritrova in una selva oscura. Mentre cerca una via di uscita, giunge alle pendici di un colle illuminato dai raggi del sole: è il luogo della salvezza dove il poeta si avvia con il cuore pieno di speranza
Ha appena iniziato la salita quando 3 fiere (lonza, leone e lupa) impediscono il suo cammino a tal punto che persa la speranza il poeta è respinto nella valle della perdizione. All’improvviso scorge una figura che non sa subito dire se è di carne ed ossa o uno spirito. Ad essa chiede aiuto: è l’animo di Virgilio che prima gli rivela che Cristo interverrà per salvare gli uomini e che D. potrà salvarsi se compierà un altro cammino. Lui lo accompagna nell’inferno regno della perdizione e nel paradiso sotto la guida di Beatrice.
COMMENTO
La selva oscura rappresenta il peccato in cui D. è caduto, la diritta via è la strada verso la felicità terrena. Ricordiamo però che il momento di smarrimento non è soltanto vissuto da D., ma anche dall’umanità intera che brancola nel buio dato che le sue 2 guide, quella spirituale e quella temporale, cioè il papa e l’imperatore, sono venute meno alle loro funzioni.
Nel momento in cui scrive D. usa il presente, che è dunque il tempo della scrittura, usa invece l’imperfetto per indicare il tempo del viaggio ultraterreno.
Tale variazione è spia della duplice funzione di D.: D. poeta, che racconta le varie tappe del suo viaggio, e D. personaggio; che è il protagonista del viaggio.
Il poeta vuole evidenziare il fatto che è molto facile cadere nel peccato a causa del sonno della ragione, e molto spesso ciò avviene senza consapevolezza.
Lui crede di potersi salvare salendo sul colle illuminato dal sole.
Gli elementi del paesaggio hanno valore simbolico: la selva rappresenta il peccato, il colle la virtù, il sole la grazia divina, l’alto simboleggia la salvezza ed il basso la dannazione.
La vista del colle illuminato dal sole suscita in D. una sensazione di sollievo che si contrappone all’angoscia provata durante la notte, che simboleggia il momento della caduta dei valori religiosi. Il cuore è detto metaforicamente logo perché nella sua cavità vi è il sangue.
In questa prima similitudine, lo stato d’animo del naufrago. Il piede fermo è quello che rimane indietro nel momento in cui l’altro avanza, quindi è più basso. C’è chi dice con il piede fermo, il poeta indichi il sinistro che simboleggia la tendenza al peccato. Così D. nonostante si stia incamminando verso la salvezza, è ancora impedito dalle passioni terrene.
La prima fiera è la lonza, forse una lince che simboleggia la lussuria. La paura che la lonza incute nel poeta è tale che egli è tentato di tornare indietro. Il significato più profondo è che sono a confronto l’aggressività del peccato e la debolezza dell’uomo nell’evitarlo. Nota la figura retorica della PARANOMASIA (volte volto).
L’ora e la bella stagione fanno si che D. speri nella salvezza. È infatti l’alba dell’8 aprile e il sole sorge sotto il segno dell’ariete.
Ricordiamo che nel medioevo credevano che il mondo fosse stato creato quando il sole era nella costellazione dell’ariete; questa stagione quindi era ritenuta propizia.

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