la città rivoluzionaria

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Testo

ISTITUTO TECNICO PER IL TURISMO
"G. LEOPARDI"
La città rivoluzionaria
di Giaquinto Alessia
anno 2004-2005
Indice
1 La Rivoluzione francese
1.1 I Sanculotti

2 La Libertà che guida il popolo
3 La città di Parigi
3.1 La Parigi moderna
3.2 La Parigi oggi
3.2.1 I suoi monumenti
3.3.2 La riva sinistra
3.3.3 La riva destra

4 Le novità architettoniche di fine XIX sec
4.1 La Tour Eiffel
4.2 Le pont Alexandre
4.3 Les grands magasins
4.4 La garre d’Orsay
4.5 Le Halles
4.6 Bercy
4.7 Le quartiere de la Défence
4.8 L’Arche de la Défence
4.9 La bibliothéque de France
4.10 L’institute de Monde Arabe
4.11 L’opéra Bastille
4.12 La Villette

5 Aspetto morfologico di Parigi
5.1 Ile-de-la cité et Ile st-Louis
5.2 Marais
5.3 Tuileries Prefazione
5.4 St-Germain-des-Prés
5.5 Quartiere Latino
5.6 Jardins des Plantes
5.7 Luxembourg
5.8 Montparnasse
5.9 Invalides et Tour Eiffel
5.10 Chaillot
5.11 Champs-Élysées
5.12 Opéra
5.13 Montmartre

6 Tour di Parigi (in italiano)
7 Tour di Parigi (in inglese)
8 Versailles
8.1 La Storia
8.2 Il Palazzo
8.3 La grande prospettiva
8.4 Le vie e i boschetti

9 Luigi XIV
9.1 La guerra di successione spagnola
9.2 Le condizioni di pace

10 Sanssouci
10.1 Il parco

Bibliografia
Prefazione
Perché Parigi la "città rivoluzionaria"?
Ho voluto approfondire questa città non solo perché ho potuto visitarla e viverci per un intero mese, ma anche perché da romantica quale sono non potevo restarle indifferente. Inizialmente, prima di partire lo scorso agosto, mi ero fatta un’idea di Parigi come di una città famosa per essere la più romantica d’Europa, ma mi sono resa conto che non è tutto qui, ci sono tantissimi altri motivi per visitarla. Questa città è conosciuta in tutto il mondo per la bellezza ed il fascino che esprime a chiunque la vada a visitare.
L’architettura, gli eleganti spazi verdi, la Senna che scorre da tempo immemorabile, l’animazione dei caffè e la joie de vivre degli abitanti, tutto ciò contribuisce a farne una città bella, divertente e ricca di monumenti, in cui è piacevole vivere, lavorare e studiare.
Naturalmente chi è stato a Parigi nel passato si è subito accorto di essere arrivato in un luogo straordinario e non ha esitato a dichiararlo. In realtà, per quanto riguarda questa, città i superlativi applicabili a una metropoli a livello mondiale sono già tutti ampiamente esauriti. Notre-Dame, la Tour Eiffel, l’avenue des Champs-Élysées, la Senna…all’alba, al tramonto, di notte, con il sole o con la pioggia…sono stati dipinti, cantati e descritti infinite volte. Ciò che molti pittori, cantanti e scrittori non sono riusciti a cogliere, tuttavia, è l’incanto delle passeggiate lungo gli ombrosi viali della città che da imponenti edifici pubblici e straordinari musei conducono a parchi, giardini ed esplanade.
Non si può definire Parigi una città graziosa, con circa 10,9 milioni di abitanti, la grande area metropolitana ospita oltre il 18% dell’intera popolazione francese.
È quella che i pianificatori chiamano una città ipertrofica, l’enorme "testa" del "corpo" di una nazione-stato; Marsiglia, la seconda città per grandezza, ha dimensioni che raggiungono a stento un decimo di quelle di Parigi. Come capitale della Francia è il centro amministrativo, commerciale e culturale del paese. I francesi dicono: “Quando Parigi starnutisce tutta la Francia si prende il raffreddore”. In realtà qualsiasi cosa importante della repubblica incomincia, finisce o ha luogo a Parigi.
Fra tutte le altre città del mondo Parigi è quella che ha forse il maggior numero di monumenti e punti di riferimento famosi; di conseguenza chi vi si reca per la prima volta spesso arriva con delle idee precostituite: panorami grandiosi, caffè frequentati da intellettuali impegnati in discussioni su argomenti importanti, scene romantiche lungo la Senna, locali con spettacoli sexy, abitanti un po’ scontrosi che non sanno o non vogliono parlare nessuna lingua se non la loro, ma che vi imbroglieranno con facilità.
A conferma di quanto già sopra descritto posso cercare di far capire con le mie idee per quale motivo ho scelto di approfondire una città come Parigi.
Parlando con tante persone ho capito che dicendo solo "La città rivoluzionaria" si poteva pensare a diverse città del mondo.
E allora perché proprio Parigi come città rivoluzionaria? Perché Parigi è stata l’unica città ad esser stata segnata direttamente nella storia dalla Rivoluzione.
Infatti in questa città è possibile vedere il cambiamento tramite un elemento comune che è la Bastiglia, edificio simbolo della Parigi rivoluzionaria, in quanto durante la guerra è stato usato come prigione. Nel luglio 1789 è stato completamente distrutto dal popolo parigino.
Oggi l’edificio è stato ricostruito dove una volta sorgeva la prigione. L’Opéra Bastiglia si trova in uno dei quartieri di maggiore attrazione turistica.
La modernità sobria di questa architettura, le forme geometriche, i suoi materiali come vetro, marmo o granito non danno umanità al suo aspetto estetico. È stato realizzato da un architetto canadese che voleva creare un’opera a vocazione di popolo, precisamente è un’opera aperta a tutti e non ad una cerchia ristretta di persone. Un altro simbolo di questa città dal punto di vista artistico lo possiamo trovare nel dipinto "La libertà che guida il popolo". Dal punto di vista architettonico, in occasione dell’Esposizione Universale, sono stati costruiti altri monumenti ed edifici come la Tour Eiffel, il Louvre con la sua piramide, e la Parigi moderna.
Attraverso un tour organizzato per un gruppo di turisti londinesi è possibile in una settimana visitare le bellezze artistiche e non di questa romantica città. Ma non si può lasciarla senza una visita accurata alla reggia di Versailles ed ai suoi splendidi giardini in stile inglese.
Essendo stata, durante uno dei miei viaggi, anche a Berlino ed avendo visitato il castello Sanssouci, ho pensato di far riferimento ad entrambi mettendoli in relazione.
Spero d’aver creato suspence e voglia di visitare questa splendida città, non solo dal punto di vista architettonico, ma anche dal punto di vista umano.
LA RIVOLUZIONE FRANCESE E I SANCULOTTI
Durante un periodo di straordinarie trasformazioni nella storia dell’Europa, dal 1770 al 1850, la Rivoluzione Francese rappresenta l’episodio centrale e decisivo, nonché il passaggio dall’epoca moderna a quella contemporanea.
Le guerre del XVIII secolo avevano messo in ginocchio le finanze degli stati europei, tanto da costringere i re a imporre le tasse non solo al popolo e alla borghesia, ma anche al clero e alla nobiltà, che fino ad allora ne erano esenti.
Sotto la pressione dell’aristocrazia scoppiarono diversi tumulti, per cui re Luigi XVI e il ministro Loménie de Brienne convocarono per il Maggio 1789 gli Stati Generali, che non erano stati convocati nel 1614.
I lavori dell’Assemblea portarono al successo politico il Terzo Stato, il quale si proclamò Assemblea Nazionale; successivamente si trasformò in Assemblea Nazionale Costituente.
Il 14 Luglio 1789 il popolo di Parigi si sollevò e si impadronì della Bastiglia, simbolo dell’assolutismo della monarchia.
La presa della Bastiglia scatenò un’irrefrenabile esplosione rivoluzionaria. Alla rivoluzione del Terzo Stato nelle città, allo scopo di ottenere dei privilegi politici, sì unì impetuosa la rivolta cittadina nelle campagne contro i castelli, durante le quali vennero bruciate tutte le carte dei debiti ed i privilegi.
Sotto la spinta degli avvenimenti, l’Assemblea Nazionale soppresse, il giorno 4 Agosto, i privilegi dell’Antico Regime e il 26 dello stesso mese fu votata la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo.
La rivoluzione francese sancì l’uguaglianza dei cittadini e definì i diritti dell’uomo come intoccabili, in quanto diritti naturali e alienabili:
• Si è cittadini e non sudditi
• Ci sono gli stessi diritti per tutti
• I diritti sono sia come cittadini che, e soprattutto, come uomini.
Al rifiuto del Re di sanzionare il decreto, il popolo parigino marciò su Versailles prendendo posizione e fu protagonista in tutto, proponendo al Re e all’assemblea di trasferirsi a Parigi (in questo modo sarebbero stati più controllabili).
L’Assemblea scrisse una costituzione della Francia, che divenne una nazione di tipo monarchico e costituzionale; nacquero i club politici secondo le diverse tendenze politiche.
Al clero vennero confiscati i beni ed i club politici ne approfittarono per fondare le loro sedi all’interno dei monasteri.
I lavori della costituzione furono influenzati dal club degli amici dell’89, portavoce della grande borghesia.
La Costituente, ispiratasi a quella di Montesquieu sulla separazione dei poteri e a quella di Rousseau sulla sovranità popolare, sancì la divisione dei poteri affidando il potere legislativo all’Assemblea Legislativa, il potere giudiziario ai giudici e quello esecutivo al Re e ai ministri.
Il 12 luglio 1790 fu votata la Costituzione Civile del clero che sopprimeva gli ordini religiosi e introduceva il principio elettivo nella nomina dei parroci e dei vescovi.
Si faceva strada intanto il popolo minuto dei sanculotti che pensava di non aver tratto nessun vantaggio dalla rivoluzione. Un anno dopo il re Luigi XVI fuggì, ma venne quasi subito arrestato a Varennes: questo episodio rappresentò un colpo decisivo al prestigio della monarchia. Nello stesso anno l’Assemblea Costituente si sciolse per lasciare campo libero all’Assemblea Legislativa.
Le elezioni per l’Assemblea Legislativa portarono alla vittoria gli esponenti di sinistra, capeggiati dai girondini, che erano favorevoli ad un programma di decisa democrazia politica. I girondini, i cui capi venivano dal dipartimento della Gironda, erano moderati ed avrebbero accettato il Re nel caso in cui fosse sceso a patti con loro. Contraddicendo tuttavia il proclama di pace del 22 maggio 1970, i girondini dichiararono guerra all’Austria e alla Prussia, ma persero nel Marzo 1972 la Prussia entrò in Francia.
Nello stesso anno il popolo parigino invase le Tuilleries e massacrò le guardie svizzere: il Comune rivoluzionario sostituì la municipalità borghese.
I girondini concedettero nuove elezioni a suffragio universale per la Convenzione nazionale.
La vittoria a Valmy dell’esercito rivoluzionario servì per qualche tempo a placare la tensione che era culminata con la strage di molti prigionieri politici.
Il 21 settembre fu proclamata la repubblica.
Nel gennaio 1793, con l’esecuzione del Re Luigi XVI, nacque la minaccia della prima coalizione Europea; la rivolta vandeana e l’inflazione che arricchiva i borghesi alle spalle del popolo provocarono l’espulsione dalla Convenzione dei girondini ed assegnarono ai montagnardi.
Votata la costituzione dell’anno I della Repubblica, emerse un Comitato di salute pubblica dominato da Robespierre.
Le misure draconiane del Comitato salvarono la Repubblica; ogni tentativo di ribellione fu stroncato dal terrore, ogni sospetto controrivoluzionario venne ghigliottinato o mandato in carcere dal Tribunale rivoluzionario.
Agli inizi del 1794 i pericoli più gravi erano ormai scongiurati. Robespierre, che godeva di diritti dittatoriali, fece ghigliottinare i maggiori oppositori, fra i quali Hébert e Danton .
L’isolamento del Comitato e l’avversione verso i nuovi ricchi determinarono, il 27 luglio 1794, la caduta e la successiva esecuzione di Robespierre e dei suoi seguaci. I termidoriani abolirono tutte le leggi sociali e scatenarono il Terrore bianco.
Dopo l’approvazione della Costituzione dell’anno III, che aboliva il suffragio universale, un’insurrezione monarchica fu soffocata il 30 agosto 1795 dai cannoni di Napoleone e il potere esecutivo fu assegnato al Direttorio. Seguì un periodo di agitazione da parte di forze democratiche e monarchiche, che il Direttorio represse con l’aiuto dell’esercito.
Infine il colpo di stato compiuto da Napoleone il 9 novembre 1799 rovesciò il Direttorio e concluse la Rivoluzione Francese.
1.1 Il popolo della Rivoluzione: i sanculotti
Coloro che uscirono trionfanti dalla Rivoluzione furono gli appartenenti alla piccola e media borghesia, ovvero i sanculotti.
Il termine fu coniato durante la Rivoluzione per indicare quei cittadini che portavano i pantaloni lunghi invece delle culottes, i calzoni corti preferiti invece dall'aristocrazia. E fu proprio questa ultima, insieme alla pubblicistica ostile alla Rivoluzione, a coniare il termine, anche se con un forte senso dispregiativo.
Oltre al vestiario tipico, essi si distinguevano dagli altri movimenti popolari per l'ostentazione del berretto frigio rosso e per le armi che portano in permanenza: sciabola e picca.
Con il rafforzarsi della lotta, per i sanculotti divenne motivo di orgoglio appartenere a questa categoria in fermento, con la rivoluzione industriale in atto.
Questo movimento popolare doveva il proprio nome anche all'ex frate Chabot, ispiratosi al tipico vestiario indossato dagli appartenenti al movimento stesso.
Per quanto riguarda la provenienza sociale, i sanculotti non erano né poveri né indigenti, appartenevano a quelle categorie di artigiani e di commercianti, di produttori indipendenti, assai numerose nei faubourgs Saint-Antoine Saint-Marcel, ed erano sostenitori, entro certi limiti, della proprietà privata. Tra di loro c’era anche una modesta percentuale di salariati, ma in buone condizioni economiche.
Si possono quindi escludere da una parte i poveri e gli indigenti e dall'altra i grandi mercanti e i grandi capitalisti.
E’ stato calcolato che gli artigiani ed i commercianti aderenti al movimento potevano contare su un guadagno medio giornaliero di 5 lire, molto al di sopra del guadagno di un contadino o di un operaio (rispettivamente da mezza lira a una lira e mezza).
Secondo una stima, la loro variegata appartenenza sociale era così suddivisa:
15,4%= Piccoli Redditieri
2,0%= Piccoli industriali
12,0%= Liberi professionisti ed impiegati
40,6%= Artigiani
19,0%= Commercianti
11,0%= Operai specializzati e tecnici

I sanculotti erano legati alle idee dei montagnardi e partecipavano assiduamente alle decisioni delle sezioni parigine e a quelle dei vari comitati rivoluzionari, contribuendo in maniera decisiva al mantenimento del regime del Terrore.
Diventarono protagonisti nelle giornate rivoluzionarie del 1792, quando, essendo determinati e molto motivati, furono reclutati in massa nelle armate e s'imposero sulla scena fino alla primavera del 1795.
Dato che la maggior parte di loro rimase molto segnata dalla continua svalutazione degli assegnati, a suo tempo sottoscritti essi reclamarono la regolamentazione dell'economia e la decisione del maximum dei prezzi, richiedendo regole severe riguardo al controllo e all'approvvigionamento dei beni di prima necessità.
Trattandosi di un movimento tipicamente cittadino (e quasi esclusivamente parigino) godevano di una pessima fama presso le popolazioni della provincia, ancora a vocazione contadina.
Sostenitori della democrazia diretta, essi tolleravano a fatica il sistema rappresentativo e la concentrazione di potere nelle mani del governo rivoluzionario. Dopo la caduta di Robespierre tornarono a imporsi, ma dopo il fallimento delle giornate insurrezionali dell'Aprile e Maggio 1795 si disgregarono, anche se, pur essendo apparentemente scomparsi, nell'ombra rimasero attivi e ben presenti.
I rappresentanti di questa classe sociale, anche se in silenzio, uscirono trionfanti dalla rivoluzione.

La piccola e media borghesia iniziò il suo lungo cammino nell'intero Ottocento, per affacciarsi poi nel Novecento in Europa come in America a dominare non solo i mercati ma a condizionare anche la politica degli Stati, di un Continente, e alla fine del Novecento anche la Geopolitica con la globalizzazione in quasi tutti i settori economici, finanziari e produttivi.
“LA LIBERTÀ CHE GUIDA IL POPOLO”
Quest’opera può essere considerata come una concreta testimonianza, nonché simbolo della Rivoluzione Francese.
Con Carlo X, il 25 luglio 1830, a Parigi fu sospesa la libertà di stampa e furono sciolte le camere: questi furono i motivi scatenanti dell’insurrezione popolare.
Durante i combattimenti, Delacroix girava per la città come cronista e raccoglieva impressioni e appunti attesa di rappresentarli attraverso una tela. Capace di celebrare le "tre gloriose giornate" di Parigi, la tela fu intitolata "28 luglio 1830", poi ribattezzata "La libertà che guida il popolo". Benché più idealizzata di altre raffigurazioni delle giornate di luglio, l’immagine della rivoluzione parigina dipinta da Delacroix divenne l’icona politica della pittura moderna.
Il quadro raffigura un gruppo di insorti che avanza su una barricata, guidato dalla figura simbolica della Patria-Libertà. Si tratta di una popolana malamente vestita e, al tempo stesso, idealizzata nel suo scoprire il seno, che avanza decisa alla testa dei rivoltosi brandendo un fucile e la bandiera francese. Con un berretto grigio in testa, è inquadrata tra un bambino con pistole in entrambe le mani e un insorto (forse un autoritratto di Delacroix) con una carabina. Leggermente arretrato un operaio è riconoscibile dalla blusa azzurra, mentre altre figure in armi sono altrettanto identificabili per i loro capelli: un soldato della Guardia Nazionale, uno studente del Politecnico, un borghese, a rappresentanza di diverse classi sociali unite nella lotta. In ultimo piano la folla si dissolve in forme appena suggerite, confuse tra polvere e cielo, alle quali corrisponde, dalla parte opposta, uno scorcio di città, con in lontananza Notre-Dame.
Quando venne esposta al Salon, la tela sconcertò parte del pubblico, che accusava l’artista di aver rappresentato solo gli strati sociali più umili omettendo la gente "per bene", cioè la potente borghesia finanziaria che pure si vantava di essere stata artefice del rovesciamento di Carlo X. Delacroix venne in particolar modo rimproverato di aver scelto come figura-simbolo della Libertà un modello femminile plebeo.
Per la figura della Libertà, Delacroix si era ispirato a diverse fonti: essa sembra la trascrizione pittorica di La Curée, un’ode di Auguste Barbier, nella quale si parla «di una donna forte, dal seno poderoso, dalla voce rauca, dal fascino duro, dai fianchi sodi» che «si compiace delle grida del popolo». Il critico liberale Gustave Planche suppose invece che Delacroix si fosse ispirato ad una certa Charlotte D., umile operaia che, alla vista del cadavere del fratello, aveva afferrato un moschetto e colpito nove guardie prima di essere abbattuta. Il poeta Heine individua nella Libertà una strana mistura di Frine-famosa per la sua bellezza nell’Atene del IV sec a. C., di una pescivendola e della dea della Libertà, concludendo che non era quest’ultima che l’artista intendeva rappresentare, ma piuttosto «la forza selvaggia con cui il popolo rigetta un fardello insopportabile». Nella Libertà si ritrovano i lineamenti di altre eroine dipinte da Delacroix: in primo luogo la figura, a sua volta al tempo stesso reale e simbolica, della Grecia morente a Missolungi dipinta quattro anni prima. Per la raffigurazione dei cadaveri l’artista si ispira sia a quelli dipinti Gros in Napoleone sul campo di Eylan il 9 febbraio 1807 sia agli studi accademici di nudi tratti da modelli viventi o da gessi.
Il gruppo centrale è organizzato secondo uno schema a triangolo, del quale i cadaveri stesi al suolo costituiscono la base. I lati ascendenti sono definiti a sinistra dal fucile tenuto dall’insorto, prolungato nel braccio che brandisce la spada, poi dall’asta stessa della bandiera a formare una linea così continua; a destra, dalla gamba e dalla striscia bianca di cuoio del bambino, quindi dal suo braccio sinistro che impugna la pistola, poi da quello destro della Libertà, che sottolinea con l’angolo acuto formato dalla bandiera il vertice della costruzione piramidale.
Al tempo del nuovo governo di Luigi Filippo, egli acquistò il dipinto per tremila franchi ma lo fece opportunamente riporre nei depositi del Museo del Luxemburg. Qui venne esposto, ma per poche settimane, in occasione della Rivoluzione del 1848 e, con il permesso dell’imperatore, all’Esposizione universale di Parigi del 1855, per tornare subito dopo nell’oblio: solo nel 1874, dopo l’affermazione della Terza Repubblica, fu trasferito al Louvre in esposizione permanente.
L’immagine della Libertà, a lungo riprodotta sulla banconota francese da 100 Franchi, si è fissata nella coscienza collettiva della modernità come simbolo dei diritti umani. Nel 1944, dopo la Liberazione, apparve sui manifesti che celebravano la restituzione del paese al popolo francese; un anno dopo, il generale De Grulle coprì l’intera Francia di manifesti con la stessa immagine per spingere i cittadini a votare, mentre il socialista François Mitterand se ne servì per celebrare, nel 1981, la sua elezione a presidente della repubblica. Ma sarà anche l’immagine-simbolo dell’esercito repubblicano durante la guerra civile spagnola, del movimento studentesco francese nel 1968 e del movimento dei diritti delle donne.

LA VILLE DE PARIS
3.1 LE PARIS MODERNE
La PYRAMIDE du Louvre; à l’occasion du bicentenaire de la Révolution Française on a inauguré, dans la cour du Louvre, une Pyramide en verre, couvre de l’architecte chinois Ieoh Ming Pei. Elle permet l’accès au musée; dans le sous-sol tout est disposé pour l’accueil des visiteurs: des restaurants, une gare routière, un accès direct au métro, des salles d’expositions temporaires.
Le Centre Culturel GEORGES POMPIDOU, appelé aussi Centre Beaubourg, est un édifice très moderne construit en 1977. Renzo Piano, un architecte italien, a collaboré avec Richard Rogers au projet de cette construction. Il comprend une riche bibliothèque, un institut de recherches et de coordination acoustique et musicale et le Musée National d’Art Moderne. À cause de sa forme il ressemble plutôt à une grande usine.
En 1990 on a inauguré le théâtre OPERA-BASTILLE: c’est un théâtre lyrique qui, depuis sa naissance, a remporté un grand succès international. Il a été construit selon des conceptions très modernes et représente donc le théâtre du futur. L’ancien OPERA sera maintenant le théâtre où l’on jouera des opérettes.
C’est à l’ouest de Paris que s’est développé un quartier très moderne appelé la DEFENSE. C’est le quartier de l’avenir, des affaires et des bureaux importants. À l’occasion des célébrations du Bicentenaire de la Révolution Française, le Président de la République y a inauguré la grande ARCHE. Celle-ci complète la Voie Triomphale qui, partant des Tuileries, parcourt l’Avenue des Champs-Elysées, passe sous l’Arc de Triomphe de l’Etoile et semble ouvrir la Ville Lumière à son futur technologique.
Le Parc de la VILLETTE est un lieu de création et de loisirs, de surprises et de jeu. Dans ce grand parc on peut admirer surtout:
- Le Musée de Sciences et des Techniques, qui est le plus grand musée scientifique du monde avec quatre grands secteurs: de la Terre à l’Univers, l’Aventure de la Vie, la Matière et le Travail de l’Homme, Langages et Communication;
- La Géode, qui est une salle de cinéma sphérique, unique au monde; à l’intérieur, un écran occupe la moitié de la sphère; on y projette des “films à sensation“ et le spectateur a l’impression d’être dans le film.
3.2 PARIS AUJOURD’HUI
Paris est situé au centre d’une région qui s’appelle Ile-de-France et il s’allonge sur les deux rives de la Seine, qui le partage en deux grandes parties: la Rive Droite et la Rive Gauche.

LA RIVE DROITE représente de nos jours le quartier des affaires; on y trouve les grands hôtels, les maisons de haute couture, les rédactions des journaux, les banques et la plupart des bureaux.

LA RIVE GAUCHE, par contre, représente la vie artistique et intellectuelle de Paris; c’est là qu’on trouve les plus importantes librairies, les galeries d’art, les magasins d’antiquaires et… la Sorbonne!
3.2.1 SES MONUMENTS
L’ILE DE LA CITÉ ET SES ENVIRONS
L’Ile de la Cité est, avec l’Ile de Saint-Louis, une des îles formées par la Seine; c’est le coeur même de Paris, où l’on trouve les monuments les plus beaux de la Capitale.

Le PONT NEUF, qui porte très bien son âge et très mal son nom, c’est le plus vieux des 33 ponts parisiens (XVIe siècle).

NOTRE-DAME est la cathédrale de Paris; à l’intérieur de cette célèbre église gothique, commencée en 1163, il y a de magnifiques vitraux.

La SAINTE-CHAPELLE est la chapelle du Palais Royal; elle se trouve en effet dans la cour de celui qu’aujourd’hui on appelle Palais de Justice, mais qui autrefois était la résidence du Roi; elle est formée d’une chapelle inférieure et une chapelle supérieure; on peut y admirer de très beaux vitraux.
La CONCIERGERIE est une partie du Palais Royal; elle est ornée de trois tours rondes et d’une tour carrée, qui est dite de l’Horloge, parce que c’est là que fut construit la première horloge parisienne (elle fut bâtie en 1334); à l’intérieur de la Conciergerie, dans le sous-sol, il y a trois salons immenses: la Salle des Gardes, la Salles des Gens d’Armes et les cuisines du Roi Saint-Louis (on dit que on y préparait des repas pour 2000 ou 3000 personnes). Pendant la Révolution Française, la Conciergerie a été la prison d’Etat.

Dans les environs de l’Ile de la Cité, sur les quais de la Seine, il y a les bouquinistes: ce sont les vendeurs de “bouquins” (vieux livres d’occasion), des livres rares, d’aquarelles représentant Paris; ils sont debout, à côté de leurs boîtes posées sur le rebord du parapet des quais, grandes ouvertes pendant le jour et fermées par un cadénas la nuit.
3.2.2 LA RIVE DROITE
Le LOUVRE est un des plus beaux et des plus vastes musées du monde: ses collections comprennent plus de 200000 objets; là nous pouvons admirer des chefs-d’oeuvre comme la Victoire de Samotrace, la Vénus de Milo et la Joconde de Léonard de Vinci.

Les TUILERIES sont les jardins du Louvre.

La PLACE DE LA CONCORDE est une immense et belle place qui se trouve devant les Tuileries; au centre il y a un obélisque égyptien, rapporté par Napoléon; tout autour il y a huit statues qui symbolisent les plus importantes villes françaises; dans cette place on peut aussi trouver l’entrée pour la visite publique aux égouts de Paris.

Les CHAMPS-ELYSEES est la plus fameuse des avenues françaises; elle relie la place de la Concorde avec la place De Gaulle (autrefois Place de l’Etoile) et fait 2 km de long.

L’ARC DE TRIOMPHE, construit pour célébrer les victoires de Napoléon, s’élève au milieu de la place De Gaulle (autrefois Place de l’Etoile, ainsi appelée à cause de sa forme); il mesure 50 mètres de haut et 45 de large: ses proportions sont donc colossales; on peut y monter et de sa terrasse on peut admirer un admirable panorama: douze grandes avenues partent de la place pour former une sorte d’étoile; sous l’Arc de Triomphe repose le Soldat Inconnu.

MONTMARTRE, c’est un quartier très pittoresque qui se trouve sur une butte qui domine le paysage parisien; depuis le XIXe siècle ce quartier fut le refuge d’artistes célèbres comme Utrillo, Van Gogh, Modigliani, Toulouse-Lautrec, Picasso et beaucoup d’autres qui se rencontraient et travaillaient dans la petite Place du Tertre.

Le SACRE-COEUR est une basilique qui se trouve sur la colline de Montmartre et qu’on a commencé à bâtir en 1875; son clocher renferme la “Savojarde“, l’une des plus grandes cloches du monde.
3.3.3 LA RIVE GAUCHE
Le QUARTIER LATIN s’étend tout autour de la Sorbonne; c’est un centre ancien et pittoresque, point de rencontre des étudiants de tous les pays. Il doit son nom au fait qu’au XIIème siècle, à la Sorbonne, on enseignait en latin toutes les matières d’étude. Les principales rues qui traversent ce quartier sont le boulevard Saint-Michel et le boulevard Saint-Germain, avec leurs marchands de livres, leurs cafés-étudiants, leurs restaurants universitaires.

La SORBONNE est la plus grande, la plus ancienne et la plus célèbre université française; elle fut fondée par Robert de Sorbon en 1233.

Le PANTHÉON domine le Quartier Latin; c’était à l’origine une église élevée en l’honneur de la patronne de Paris, Sainte Geneviève, mais pendant la Révolution on décida de transformer l’église en temple destiné à la sépulture des grands hommes français.

L’HÔTEL des INVALIDES est un immense complexe de bâtiments construits par Louis XIV pour accueillir les vieux soldats invalides; aujourd’hui il y a le Musée de l’Armée et celui de l’Artillerie. Sous le Dôme des Invalides on peut voir le tombeau de Napoléon (mais son corps n’est pas là!).

La TOUR EIFFEL porte le nom de son constructeur, l’ingénieur Eiffel, qui fut le premier à utiliser l’acier dans la construction d’ouvrages d’art; construite à l’occasion de l’Exposition Universelle de 1889 (qui célébrait le centenaire de la Révolution Française), c’est le monument le plus caractéristique de Paris. Elle possède trois plates-forme, desservies par deux ascenseurs et par des escaliers de 1650 marches; sur chacune il y a des restaurants et des petits magasins dans lesquels on vend toute sorte de souvenirs; au sommet de la Tour Eiffel il y a les antennes de la télévision française et un phare puissant qui guide les avions qui s’approchent de la ville.

LE NOVITÀ ARCHITETTONICHE DI FINE XIX SEC.
Alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX, Parigi ha accolto numerose esposizioni universali. Per l’occasione sono stati costruiti numerosi monumenti, di cui alcuni, in seguito distrutti e altri mantenuti. Inoltre Parigi è cosparsa di testimonianze di gusto architettonico di un epoca, che privilegia novità materiali, come il ferro e il vetro.
4.1 La Tour Eiffel
È il monumento simbolo di Parigi e della Belle Époque. Progettato e realizzato per l’occasione dell’esposizione Universale del 1889, dall’ingegnere Gustave Eiffel, chiamata inizialmente la "dama di ferro". Oggi si dice essere la più alta torre del mondo, ma riceve ogni giorno centinaia di turisti, che visitano l’ufficio dell’ingegnere e salgono sui tre piani,a piedi o con l’ascensore, per godere di una splendida vista della città.
4.2 Le pont Alexandre III
Qualche anno dopo, per l’occasione dell’esposizione Universale dell’ 1900. È stato costruito e battezzato in onore dello zar Alessandro III, un ponte, con il quale la Francia aveva firmato un trattato d’alleanza. Questo ponte unisce L’esplanade des Invalides con gli Champs-Élysées. Con i lampadari in bronzo e le ricche decorazioni caratteristiche dell’Art Nouveau, è il ponte più suntuoso di Parigi.
4.3 Les grands magasins
Durante la seconda metà del XIX secolo sono apparsi i "grands magasins" parigini primi templi della nostra società di consumo. I grandi mercati hanno aperto le porte nel 1852, seguiti da Printemps nel 1865. Poi è stato il turno della Samaritane e della Galeries Lafayettes. Ingranditi e abbelliti sempre di più non hanno lasciato nessuna occasione alle piccole boutique di confezione, che non potevano reggere la concorrenza. Oggi ancora con le loro facciate maestose, le loro cupole in vetro, scale in ferro battuto in stile liberty i grandi magazzini risvegliano e attirano migliaia di clienti.
4.4 La Gare d’Orsay
Nello stesso anno per l’occasione dell’esposizione Universale, l’architetto Victor Laloux ha pensato di costruire una stazione per collegare Parigi con l’ ovest della Francia. Questa stazione immensa, in ferro e vetro avrà vita breve. Infatti nel 1939 non è più stata in grado d’accogliere i numerosi treni troppo lunghi. Dopo la guerra i prigionieri e i deportati nel ritorno in patria ci hanno trovato rifugio. In un tempo successivo è stata utilizzata come luogo per una compagnia teatrale,ma l’edificio sembrava pronto ad essere distrutto. Nel 1978 il presidente della repubblica Valery Giscard decide di trasformarla in museo e con l’aiuto dell’architetto italiano Aulenti è stato possibile ristrutturare l’interno. Il museo è stato inaugurato nel 1986 in presenza del presidente François Mitterand.
4.5 Les Halles
L’imperatore Napoleone III ha commissionato all’architetto Victor Baltard di costruire il mercato commerciale di Parigi. L’architetto immaginava 12 enormi padiglioni in ferro e vetro, che una volta finita la costruzione potessero costituire il "ventre di Parigi". Nel 1962 c’è stata l’apertura. Oggi il "Forum les Halles", è un insieme d poli ultra moderni raggruppati su quattro livelli sotterranei di magazzini, di sale conferenze e musei. È il punto di ritrovo di molti giovani; e dal Ventre di Parigi che era è diventato il Cuore di Parigi.
4.6 Bercy
Il palazzo sportivo di Paris-Bercy è stato inaugurato nel febbraio 1984 e da quella data ogni anno è luogo di eventi sportivi a rigore internazionale e vengono disputate le più importanti discipline sportive oltre che a molti concerti. A livello europeo Bercy non ha concorrenti. Il suo dinamismo e le sue strutture che dispone sono assolutamente eccezionali.
4.7 Le quartier de la Défense
Situato a nord-ovest di Parigi, rappresenta la parte moderna della città. A partire dal 1958 per diventare il quartiere degli uffici e degli affari, ha accolto numerosi palazzi, statue e fontane. Edifici con architetture audaci, come il palazzo del centro nazionale dell’industria e della tecnica e l’Arco della difesa.
4.8 L’ Arche de la Défense
È stato realizzato dall’architetto danese J.O. Spreckelsen, l’arco si trova quasi sull’asse dell’arco del Carosello e quello Trionfo. È luogo di importanti uffici, quali del ministro delle strutture e dei trasporti; è anche la sede della fondazione internazionale dei diritti dell’uomo. Con le sue facciate in vetro e marmo bianco di Carrara, l’Arco è il simbolo della modernità.
4.9 La bibliothèque de France
Quando il presidente Mitterand è stato rieletto nel 1988, ha deciso di realizzare la grande biblioteca. È stata inaugurata con il presidente Chirac nel 1996 e aperta poi quattro giorni dopo. Il complesso di forma rettangolare è costituito torri di 80m l’una di altezza e rappresentano 4 libri aperti. Queste 4 torri di 18 piani ognuna, sono luogo di uffici e negozi dove i libri sono conservati. La biblioteca possiede più di 10-12 milioni di volumi e tutto è orchestrato da un computer. Si possono trovare manoscritti, stampe, fotografie, cartine geografiche e medaglie. L’accesso alla biblioteca non è libero, bisogna pagare all’entrata e è permessa l’entrata solo alle persone di età maggiore di 18 anni.
4.10 L’institut du Monde Arabe
La realizzazione di questo edificio è nata dalla collaborazione della Francia con altri 19 stati che hanno assicurato i finanziamenti.
È stato realizzato nel 1987 per far conoscere meglio la civiltà araba e mussulmana. È stato costruito con materiali ultra moderni come: vetro, alluminio e cemento armato. L’ architetto che a fatto questo progetto è stato in grado di unire le due culture, occidentali e arabe come ad esempio la facciata sud, realizzata secondo la tradizione araba con forme geometriche e la tecnologia moderna. Il the alla menta servito nel salone del the è eccezionale. All’interno, il museo, la biblioteca, il centro di documentazioni e lo spazio delle immagini sono sempre aperte, per permettere ai turisti di conoscere meglio e apprezzare la civilizzazione e l’arte del mondo arabo.
4.11 L’ opéra Bastille
Quando si arriva alla piazza della Bastille non si pensa di vedere le vesti della vecchia prigione. Simbolo dell’assolutismo, è stato completamente distrutto dal popolo parigino in collera il 14 luglio 1789. L’Opéra Bastiglia è nato nel luogo dove un tempo c’era la prigione, in un quartiere di grande attrazione turistica, a come occasione il bicentenario della rivoluzione. La modernità, sobria di questa architettura, le forme geometriche, i suoi materiali come il vetro, il marmo o il granito non fanno umanità sul suo aspetto estetico. È stato realizzato da un architetto canadese, che voleva creare un opera a vocazione di popolo, cioè un opera aperta a tutti e non ad una cerchia stretta di persone. È tempio dell’arte lirica, comprende una sala grande, un anfiteatro e uno studio.
4.12 La Villette
Questo quartiere è situato a nord di Parigi e accoglie il macello della città. Dopo il 1969 la Villette è diventato un quartiere moderno e tranquillo, luogo di grandi parchi,ma anche punto di incontro di tanti giovani. Questo grazie ad essere la città della scienza, industria e musica.

La città della scienza e dell’industria
Inaugurata nel 1986 come come luogo di importanti musei. Situata su una superficie di 4 ettari, i turisti possono scoprire il mondo affascinante della scienza e della tecnica. C’è un esposizione permanente che da la possibilità d’ammirare le realizzazioni delle numerose riproduzioni della tecnica del nostro fine secolo. Si possono scoprire la storia della matematica, la deriva dei continenti e le cellule. Il grande interesse della Villette è tutto compreso in un museo interattivo, dove i turisti, grandi e piccoli, possono scoprire, toccare e far piccoli e sperimenti. Inoltre il planetario permette di scoprire il mondo delle stelle e dei pianeti.

La città della musica
Questo luogo è un tempio per la musica che grazie ai suoi muri insonorizzati permettono di fare concerti senza sentir nessun tipo di rumore. Questo edificio è talmente elegante da sembrare leggero come una nota musicale, è qui che si può trovare tutto il necessario per la formazione, creazione e diffusione musicale. È luogo del museo della musica e del conservatorio nazionale di musica e danza.

La Géode
È un enorme boccia d’acciaio. Contiene una sala riservata al cinema, per entrarci non si necessita di prenotazione. Possiede effetti tridimensionali che ti trasportano con l’immaginazione nell’immagine. È grande 1000m² e ha un campo di visione di 180°.

CENNI GEOGRAFICI E TURISTICI
Parigi, capitale della Francia, si estende su una superficie di 120km². È situata al centro dell’Ile de France, una regione abitata da circa un quinto della popolazione francese. Importante centro commerciale e culturale europeo, è anche il fulcro delle attività della Francia settentrionale. Parigi è il cuore pulsante del nord industriale ed è dotata di collegamenti stradali, ferroviari ed aerei per Londra, Bruxelles, Amsterdam e le città tedesche, raggiungibili in meno di un’ora di volo. L’Ile de France comprende l’ agglomerato urbano di Parigi e molti altri luoghi di estremo interesse come Chartres e Versailles. La città può essere suddivisa in 14 zone, compresi il centro e la vicina Montmartre.

5.1 ILE –DE–LA CITÈ ET ILE ST–LOUIS
La storia dell’Ile de la citè corrisponde alla storia dell’ intera Parigi. Questa isola sulla senna era solo un villaggio primitivo quando Giulio Cesare la conquistò, nel 53 a.C. I primi re ne fecero un centro del potere politico e nel medioevo accolse anche la sede del potere religioso e civile. Oggi quel potere non c’è più, ma Chiesa e legge animano ancora l’isola, con schiere di turisti che si recano a visitare l’imponente palazzo di giustizia e il grande capolavoro gotico rappresentato dalla cattedrale di Notre-Dame . L’agglomerato medioevale, fatto di piccole case e di stradine tortuose che caratterizzavano un tempo l’isola, è stato spazzato via dalle grandi arterie di traffico costruite nel XIX secolo. Tuttavia rimangono ancora delle piccole, deliziose oasi di tranquillità, tra cui il colorato mercato dei fiori e degli uccelli, il romantico Square du Vert–Galant e l’antica place Dauphine .
Il ponte St-Louis, sulla punta est dell’isola, collegava l’Ile de la Citè alla più piccola Ile St-Louis, un tempo terreno acquitrinoso, trasformato nel XVII secolo in un’ elegante zona residenziale. In tempi recenti qui hanno vissuto artisti affermati, medici, attori e ricchi ereditieri. Il suo aspetto più suggestivo e pittoresco è rappresentato dai viali alberati lungo il fiume.
5.2 MARAIS
Il Marais è una delle zone più affascinanti di Parigi. Luogo di residenza dell’aristocrazia nel XVII secolo, fu abbandonato alla furia del popolo durante la rivoluzione e lasciato cadere in rovina, prima d’essere recuperato negli anni ’60. Accurati restauri hanno restituito l’area alla città e alcuni dei più frequenti musei parigini hanno sede nei suoi palazzi più eleganti. Oggi le sue strade sono affollate e vivaci, con gallerie, ristoranti e boutique alla moda. Il quartiere ha conservato un buon numero di artigiani, fornai e piccoli caffè e ha mantenuto il miscuglio etnico che lo caratterizzava: vi si trovano ebrei, ex coloni algerini, asiatici e altri ancora. Il Marais è diventato anche il centro del mondo gay parigino.
5.3 TUILERIES
La zona della Tuileries si estende da un lato fino all’ampio ed armonioso slargo di Place de la Concorde e dall’ altro fino al complesso del Louvre. Questa era la zona dove vivevano i re, ed in essa si trova la statua del Re Sole (Luigi XIV), perché la sua statua campeggia nella Place de Victoires, progettata proprio per accogliere il suo monumento. Oggi invece l’ ammirazione va soprattutto ai re della moda. In Place Vendôme lo splendore regale è stato sostituito da quello delle pietre preziose di Cartier, Boucheron e Chaumet e dall’ eleganza degli uomini d’ affari arabi, tedeschi e giapponesi e delle signore chic che frequentano il Ritz. La zona è attraversata dalle due più eleganti strade commerciali di Parigi. Parallelamente al Jardin des Tuileries corre infatti la Rue de Rivoli, con i suoi portici, le costose boutique, le librerie e gli alberghi a 5 stelle. Dietro la Rue de Rivoli c’è la Rue St-Honorè, ove si trovano negozi di ogni tipo.
5.4 ST-GERMAIN-DES-PRĒS
La zona di St-Germain-des-Près, sulla riva sinistra, con le sue strade e i suoi caffè, è oggi ancora più frequentata e vivace di quando, negli anni Cinquanta, rappresentava il centro della vita intellettuale della città. Oggi vi si trovano invece i nuovi filosofi, i radicali dei moti studenteschi della fine degli anni Sessanta e vi sono rimaste le migliori case editrici, i cui dirigenti si intrattengono con gli scrittori e i loro agenti nei famosi caffè. Essi condividono la zona con la società più brillante, rappresentata da chi può permettersi di essere cliente di Yves St-Laurent o degli arredatori alla moda di Rue Jacob. Sul lato sud di Boulevard St-Germain si trovano strade tranquille e pittoresche ricche di buoni ristoranti: dalle parti dell’Odèon ci sono antichi caffè e moltissimi cinema.
5.5 QUARTIERE LATINO
Le librerie studentesche, i caffè, i cinema e i locali di musica jazz riempiono questo antico quartiere sorto lungo il fiume, tra la Senna e il Luxembourg. Vi abbondano scuole famose, come i prestigiosi lycèe Henri IV e Louis le Grand, dai quali proviene gran parte della futura èlite francese. Quando i leader dei movimenti studenteschi del ’68 scomparvero dalla scena, il Boulevard St Michel,prima teatro delle dimostrazioni studentesche, tornò a dedicarsi al commercio. Oggi ospita negozi economici e fast-food e il labirinto di stradine che si diramano dal boulevard è pieno di negozi folcloristici, boutique divertenti, teatri d’avanguardia e cinema. Gli ottocento anni di storia del Quartiere sono tuttavia difficili da cancellare. La Sorbona è rimasta tale e quale e nella parte orientale della zona vi sono stradine che risalgono al XIII secolo. C’è anche la Rue St-Jaques, la lunga strada romana che portava fuori città, la più antica di tutte le strade parigine.
5.6 JARDIN DES PLANTES
Il Jardin des Plantes è sempre stato uno dei quartieri più tranquilli di Parigi. È caratterizzato dalla presenza dell’orto botanico risalente al XVII secolo, dove i re dell’ancien règime coltivavano erbe officinali e dove oggi si trova il Musèe National d’Histoire Naturelle. I molti ospedali presenti nella zona, tra cui, il Pitiè Salpêtrière, il più grande di Parigi contribuiscono alla sua tranquillità. Lo scompiglio deriva, invece, dal pittoresco mercato che si svolge ogni giorno nella Rue Mouffetard e nelle strade circostanti si respira ancora un’ area medioevale.
5.7 LUXEMBOURG
Molti parigini sognano di abitare nelle vicinanze dei giardini del Luxembourg, una zona più tranquilla, più verde e in qualche modo più meditativa rispetto a quelle circostanti. Il Luxembourg è uno dei luoghi più attraenti di Parigi, il cui fascino risiede nei suoi antichi passaggi e nelle sue strade, nelle sue librerie e nei suoi imponenti ma intimi giardini. Sebbene scrittori dell’importanza di Paul Verlaine e André Gide non passeggiano più nei suoi boschetti, i sentieri, i prati di viali sono ancora pieni di fascino e attirano numerosi studenti. Nelle giornate calde gli anziani si incontrano all’ombra dei castagni per giocare a scacchi o al tradizionale gioco delle bocce. Nella zona ovest vi sono edifici pubblici e ufficiali, mentre a est gli edifici sono ombreggiati dagli alti castagni del Boulevard St-Michel.
5.8 MONTPARNASSE
Nei primi trent’anni del novecento Montparnasse è stato un fiorente centro storico e culturale. Moltissimi pittori, scultori, romanzieri e poeti già affermati o alle prime armi ne furono attratti. I suoi atelier, la convivialità e le famose vite bohèmienne furono un richiamo per gli artisti più brillanti, sia francesi che stranieri. Questo periodo di gloria terminò con la seconda guerra mondiale, molti atelier scomparvero e fu costruita la torre di Montparnasse, l’edificio più alto di Parigi, che annunciò la trasformazione in senso moderno del quartiere. La zona non ha tuttavia perso il suo fascino: i grandi caffè continuano a fare affari e ad attirare una folla vivace e internazionale, ma sono stati aperti anche piccoli caffè-teatro e nei fine settimana i cinema sono molto affollati.
5.9 INVALIDES E TOUR EIFFEL
Nella zona degli invalidi tutto ha dimensioni monumentali. L’area del Parc du Champs de Mars si estende dal vasto complesso settecentesco dell’ Ecole Militare all’angolo dell’ Avenue de la Motte Piquet, fino alla Tour Eiffel e alla Senna. I viali intorno alla torre sono fiancheggiati da edifici di lusso, (alcuni in stile Art Nouveau), da numerose ambasciate. La zona era molto di moda nel periodo tra le due guerre, quando vi abitava il famoso Sacha Guitry, ma anche nel settecento era stata scelta da molti ricchi cittadini che vi si erano trasferiti dal Marais e che vi avevano fatto costruire le aristocratiche residenze che ancora oggi si allineano lungo la Rue de Varennes e la Rue de Granelle.
5.10 CHAILLOT
Nel corso del XIX secolo il piccolo villaggio di Chaillot fu assorbito dalla città di Parigi e trasformato con i grandi interventi del Secondo Impero in una zona ricca di grandi viali, palazzi opulenti e affascinanti musei. Alcuni viali convergono su Place du Trocadèro, famosa per i suoi eleganti caffè da dove si prosegue poi per l’ Avenue du Prèsident Wilson, la strada di Parigi con la più alta concentrazione di musei. Molti dei sontuosi palazzi della zona sono sede di importanti società e di ambasciate, tra cui quella imponente del Vaticano. Altri palazzi sono famosi per essere stati un tempo abitati dall’ alta società. A ovest, invece, si trova la zona residenziale dell’haute bourgeoisie, uno dei quartieri più esclusivi e tranquilli di Parigi.
5.11 CHAMPS-ELYSÈES
Due grandi strade caratterizzano questa zona: l’Avenue des Champs-Elysèes e la Rue St-Honorè. La prima è il viale più famoso di Parigi, la sua lunghezza è spettacolare e i suoi ampi marciapiedi con caffè, cinema e negozi attraggono una folla di persone, che vengono qui per mangiare e fare acquisti. Il viale si conclude nel bel Rond Point des Champs-Elysèes, con alberi di castagno e marciapiedi contornati da aiuole fiorite. L’Avenue è il luogo delle grandi parate, ma anche lo scenario di uno stile di vita alla moda ed edonistico. È caratterizzato dal lusso e dal potere politico, da alberghi a 5 stelle, da ristoranti raffinati e da negozi eleganti che si allineano lungo le strade e i viali circostanti. Lungo la Rue St-Honorè si trovano l’imponente Palais de l’ Elysèe, le ricche residenze cittadine degli uomini d’affari e molte sedi di ambasciate e consolati.
5.12 OPÉRA
Il quartiere dell’Opéra è la zona dei banchieri e degli agenti di cambio, dei giornalisti, degli appassionati di teatro e dei turisti. Lo splendore del XIX secolo sopravvive nei Grands Boulevards disegnati da Haussmann, che sono i luoghi preferiti per le passeggiate da migliaia di parigini e turisti, attratti dalla profusione di negozi e di grandi magazzini, da quelli più esclusivi a meno eleganti. L’ antico fascino della zona è ancora tenuto in vita dai numerosi passages, deliziosi e stretti portici interni con il tetto in ferro e in vetro, pieni di negozi; in uno dei più eleganti passage la Galerie Vivienne, ha il suo negozio l’enfant terribile della moda, Jean Paul Gautier. Quelli che hanno conservato in modo più accentuato l’aspetto generale sono il Passage des Panoramas,Jouffroy e Verdeau, con negozi di macchine fotografiche e di fumetti. Nella zona vi sono due tra i migliori negozi di alimentari di Parigi, Fauchon e Hèdiard, famosi per le loro mostarde, conserve, spezie, pâtè e salse. La zona è famosa per la presenza della stampa, anche se Le Monde si è trasferito, ed è storicamente importante per il cinema e il teatro. Qui nel 1895 i fratelli Lumière proiettarono il primo spettacolo cinematografico al mondo, e il teatro dell’Opèra di Garnier mise in scena memorabili rappresentazioni.
5.13 MONTMARTRE
Montmartre e arte rappresentano un connubio indissolubile. Alla fine del XIX secolo la zona era la mecca di artisti, scrittori, poeti e appassionati d’arte; essi frequentavano i bordelli, i cabaret e i ritrovi di ogni genere che contribuivano a creare, agli occhi dei benpensanti, quella fama di luogo peccaminoso che circondava Montmartre. Da molto tempo, tuttavia, molti artisti e scrittori non vivono più qui e anche la vita notturna non ha più la stessa autenticità, ma la collina di Montmartre ha ancora il suo fascino e conserva intatta la sua atmosfera paesana. Una grande massa di turisti curiosi sale ogni giorno sulle Butte, affollando i pochi spazi aperti,soprattutto quelli dove si raccolgono i ritrattisti di strada e i venditori di souvenir, come la Place du Tertre . Nella zona, inoltre, vi sono ancora deliziose piazzette,stradine tortuose, terrazze, scalinate e infine la famosa vigna della Butte, i cui pochi grappoli vengono vendemmiati all’inizio dell’autunno in un’ atmosfera di festa. Da vari punti, specialmente dal monumentale Sacrè-Coeur, si gode un panorama spettacolare della città, la Butte è stata a lungo un luogo di divertimento e oggi la sua tradizione continua con i tanti emuli di Edith Piaf che ancora si esibiscono nei ristoranti.
TOUR DI PARIGI
Ho organizzato questo tour per un gruppo di turisti londinesi, amanti dell’arte, non troppo giovani ma nemmeno anziani, in quanto sarà un’intera full immertion di sei giorni.
1. Giorno: Ritrovo all’Hôtel de Ville per un visita della città in pullman con guida di lingua inglese. La visita completa durerà 3 ore. Nel pomeriggio i turisti potranno ammirare gli Champs-Élysées con le meravigliose vetrine e fare una passeggiata fino all’Arco di Trionfo. Rientro in albergo per la cena e visita serale alla Tour Eiffel.

2. Giorno: I turisti si recheranno alla visita della cattedrale di Notre-Dame, della Sorbonne e dell’Institute du Monde Arabe. Pranzo libero, ritrovo davanti all’Opéra Bastille. Visita dell’Opéra nel pomeriggio e proseguimento per la Place de Vosges e per il quartiere delle Marais. Dopo cena visita della città in pullman by night.

3. Giorno: In mattinata visita al museo del Louvre, e in pomeriggio il gruppo si recherà presso il museo Centre Pompidou; in serata è prevista una visita a Montmatre.

4. Giorno: Escursione di un’intera giornata alla Reggia di Versailles.

5. Giorno: In mattinata visita del quartiere della Villette e della Défense. Pranzo libero e visita nel pomeriggio alla biblioteca François Mitterand.

6. Giorno: Visita del Ponte Alexandre III, del Petit Palais e del Grand Palais, del Panthéon e dei giardini di Luxembourg, con pranzo nel parco. Pomeriggio libero; partenza in tarda serata con rientro a Londra.
PARIS TOUR
(in lingua inglese)
I have organized this tour for a target of people of medium age, art lovers, since it will be a 6 days full immersion in this romantique and elegant city.
1. Day: Meeting place in front of Hôtel de Ville and sightseeing tour by bus with an English-speaking guide. It will take about 3 hours. In the afternoon the tourists will visit the Champs-Élysées and take a walk through the shops till the Arc de Triomphe. After dinner, visit of the Tour Eiffel by night.
2. Day: Visit of the Notre-Dame Cathedral, the Université Sorbonne and the Institute of the "Monde Arabe". In the afternoon visit of the Opéra Bastille, Place de Vosges and the Marais quarter. After dinner visit of the city by night.
3. Day: Visit of the Louvre Museum in the morning and visit of the Centre Pompidou Museum in the afternoon. After dinner, visit of Montmartre.
4. Day: All day long escursion to Versailles.
5. Day: Visit in the morning of the Villette quarter and of the Défense quarter. In the afternoon visit of the François Mitterand library.
6. Day: Visit of the bridge Alexandre III, the Grand and Petit Palais, Panthéon and lunch in the Parc of Luxembourg. Free afternoon; departure in the evening and arrival in London.
LE PALAIS DE VERSAILLES
8.1 L’histoire
Le village de Versailles a été remarqué par Louis XIII pour la beauté de ses forêts: en 1624, en effet, il fait construire un pavillon de chasse.
En 1661, quand le Cardinal Mazzarin meurt, Louis XIV commence la construction de l’actuel Palais.
De 1682 à 1789 Versailles est le siège et le symbole de la monarchie française; la famille royale et la Cour s’établissent ici. Louis XV crée, de 1749 à 1753, une nouvelle ménagerie; en 1750 le Pavillon français; en 1761 le Petit Trianon; enfin, un jardin botanique qui est détruit par Marie Antoinette est remplacé par un jardin à l’anglaise avec le Hameau de la Reine. En 1770 Louis commence la restructuration des édifices montés sur les cours. Les difficultés empêchent Louis XVI de continuer les travaux. Le 6 octobre 1789 la famille royale doit laisser Versailles et se réfugier à Paris. En 1806, mais surtout après le mariage Marie Louise d’Autriche en 1810, Napoléon veut restructurer et remeubler le château, après la restructuration du Grand et du Petit Trianon. De 1814 à 1824 Louis XVIII reprend ces projets et, surtout, fait restructurer tous les appartements du Roi et de la Reine. Son frère Charles X ne continue pas la restauration et, après la révolution de 1830, Versailles est abandonné et détruit; mais Louis Philippe transforme le château en "musée consacré à toutes les gloires de la France". Une nouvelle vie commence puor Versailles.
8.2 Versailles
Avec ses trois châteaux, les jardins, le parc et les dépendances, Versailles est une propriété immense. Bien que Louis XIII y ait fait construire un pavillon de chasse entouré par un jardin, c’est le Roi Soleil le vrai créateur de Versailles. De 1682 à 1789 Versailles est le siège de la monarchie absolue et en devient le symbole: ce lieu réflète la conception du pouvoir de louis XIV. Ce site pas assez éloigné de Paris qui est toujours prêt à se révolter, sans en être cependant très loin, offrait la possibilité de s’étendre et répondait à l’envie du Roi de réunir autour de lui toute la Cour. Aucune résidence royal ne le permettait. Tout est organisé autour d’un axe qui traverse le centre de la demeure royale,dans le point où, en 1701, a été placée la chambre du Roi. Trois siècles après sa construction, la propriété, privée de ses terrains de chasse, est grandiose. Elle compte 800 hectares, 20 kilomètres de routes et d’enceinte de remparts, 200.000 arbres et plus, de nombreuses fleurs plantées chaque année, 35 kilomètres de canalisations, 11 hectares de toits, 2153 fenêtres, 700 salles, 67 escaliers. Versailles a conservé de l’époque originale, l’architecture de J. Hardouin-Mansart. Le temps a transformé surtout l’intérieur du château, tandis que le XVIII siècle a donné l’ élégance naturelle du Petit Trianon, construit par Gabriel d’après l’ordre de Louis XV et sous Louis XVI sur le bosquet des Bains d’Apollon dessinés par Hubert Robert, et sur le Hameau de la Reine lequel révèle la personnalité de Marie Antoinette.
8.3 La grande prospective
L’œuvre de Le Nôtre est caracterisée par l’ouverture et par l’ampleur. Avant lui, les jardins étaient clos et de dimensions modestes maintenant ils sont ouverts et donnent sur les paysages environnants. Le Nôtre augmente l’importance de l’axe central, autour duquel sont organisées toutes les autres parties du jardin. Le parcours axial, qui va d’un ensemble architectural à un ensemble naturel, commence aux bassins du Parterre par une simple allée. Il dépasse le dénivellement de l’escalier, tourne autour du Bassin de Latone; après une petite pente et une autre allée dans les parterres de Latone, il suit le long pré, il débouche sur le bassin d’Apollon et le grand espace, avant de se confondre avec le Grand Canal, long de 1650 mètres.
8.4 Les allées et les bosquets

En s’éloignant de l'allée centrale, on découvre les parties boisées, traversées par un réseau régulier d’allées. Les allées les plus longues et le plus larges, qui offrent de belles perspectives, se croisent à angle droit. Les autres, plus courtes et plus étroites, vont dans les bosquets (huit au nord et six au sud). Des grandes allées on ne voit que les murs de verdure. Sous Louis XIV ces murs, étaient des palissades et les frondes des arbres ne dépassaient pas les 15 mètres. Cet aspect répondait à la volonté du Roi et de son jardinier de créer une architecture végétale. En contraste avec la rigueur de l’extérieur, la fantaisie de ces murs verts surprend les visiteurs. Depuis le XVII siècle quelques bosquets peuvent être vus à travers les grilles, pendant les visites ou les festivités des "Grandes Eaux".

LUIGI XIV RE SOLE
Luigi XIV, nato a Saint-Germane-en-Laye il 5 settembre 1638, figlio di Luigi XIII e Anna d’Austria, assunse direttamente il governo nel 1661 alla morte di Mazzarino, ed iniziò il suo regno promettendo pace, prosperità e riscatti nei confronti della Spagna. La gloriosa politica di espansione, l’enfatizzazione del carattere sacrale del suo potere contribuirono a formare il mito del re Sole. Luigi XIV voleva togliere il potere politico al parlamento parigino e ai nobili francesi. Il parlamento operava in Francia dal 1239, e la sua principale prerogativa consisteva nel diritto di opposizione agli editti reali e all’assolutismo monarchico. Il re Sole non concordava affatto con le idee parlamentari ed per questo motivo il parlamento durante il suo regno perdette notevolmente potere e prestigio. Luigi XIV decise, poco dopo la sua incoronazione, di spostare la capitale, e di conseguenza la residenza reale, da Parigi a Versailles, dove si attorniò di nobili e di grandi artisti,pittori, scultori e musicisti. La reggia di Versailles era una cittadina ricca di botteghe, artigiani, immersi in uno splendido parco realizzato da Le Nôtre, un architetto nato a Parigi nel 1613 . Le Nôtre fu per trent’anni il supervisore dell’allestimento del parco della reggia del re Sole, e da un luogo scarso di risorse naturali e povero d’ afflussi d’acqua, riuscì a ricavarne boschetti, un teatro d’acqua, un labirinto e centinaia di opere d’arte ispirate al mito di Apollo, a cui lavoravano ogni giorno più di 38000 persone e 6000 cavalli, dove si svolgevano per le feste sfarzose che il re dava quasi ogni settimana . A corte, a disposizione del re vivevano moltissimi artisti, tra cui Jean Racine, poeta e drammaturgo, che studiò i classici alla scuola di Port-Royal, con il quale perse i contatti nel 1666 senza abbandonare la sua fede giansenista. Le sue tragedie, di argomento mitologico e di ispirazione biblica, sono tra le più alte espressioni del teatro del seicento, Racine in occasione del matrimonio con l’infanta Maria Teresa, come esordio letterario in un concorso letterario indetto dal re, scrisse: "La Ninfa della Senna, Alla regina" e con quest’opera vinse il primo premio e entrò nelle grazie di sua maestà.
Il primo problema che si pose Luigi XIV nel suo governo fu quello religioso, infatti egli voleva allontanare dalla sua patria tutti gli ugonotti. A questo proposito emanò il 18 ottobre 1685 l’editto di Fontainebleu con il quale revocò l’editto di Nantes e costrinse circa 300000 ugonotti all’espatrio nel Brandeburgo, in Olanda, in Inghilterra, in Svezia e in America settentrionale. Il 27 marzo 1708 il sovrano francese richiese al papa Clemente XI una bolla con la quale chiuse tutte le scuole ugonotte e distrusse il monastero di Port-Royal-des-Champs. La bolla, emessa in realtà nell’ ottobre 1707, è retrodatata al 27 marzo, poichè Luigi XIV non aveva accettato un primo documento che considerava troppo benevolo. Port-Royal, riformato alla Arnauld, era il luogo in cui i riuniva un gruppo di studiosi di dottrina morale, di logica e grammatica, che aderiva alle idee giansenistiche e viveva in stretto contatto con la religione; ne fecero parte, tra gli altri, St-Cyran, Arnauld, Nicole e Pascal. Centro di grande influenza sulla vita letteraria e religiosa, il monastero fu oggetto di persecuzioni sino alla sua completa e definitiva scomparsa. Luigi XIV attuò inoltre una forte politica espansionistica, sia grazie alle ricchezze della Francia, anche se venivano continuamente sperperate dal re, sia perché l’esercito riuscì a tenere in scacco le grandi potenze europee. L’esercito passò infattidalle 65000 unità del 1667 alle 400000 del 1705, ma crebbero però anche le spese belliche, poiché le truppe vennero equipaggiate con nuove armi, molto costose, le piazzeforti vennero potenziate e si sviluppò notevolmente anche la marina militare.
Le sue mire espansionistiche arrivarono fino alla Spagna con la Guerra di Secessione spagnola.

9.1 La guerra di secessione spagnola
Il 1˚ novembre 1700, Carlo II, ultimo Asburgo del ramo spagnolo, morì senza eredi diretti. Già due anni prima le maggiori potenze interessate avevano tentato di dirimere la questione della successione fra i vari pretendenti, indicando come futuro re di Spagna il figlio del principe elettore di Bavaria, Giuseppe Ferdinando, la cui nonna paterna era sorella del sovrano spagnolo, in questo modo si voleva scongiurare la possibilità che l’eredità andasse ad altri due discendenti indiretti di quella dinastia, Luigi XIV di Francia o l’imperatore Leopoldo I d’Asburgo, che succedendo al trono di Spagna avrebbero rischiato di alterare l’equilibrio europeo. Nell’ accordo, peraltro, erano previsti importanti compensi territoriali per i due monarchi, nel 1699 però la morte del giovanissimo principe bavarese porta le maggiori potenze a stipulare un nuovo trattato in favore del secondogenito dell’imperatore, Carlo d’Asburgo, al quale sarebbero state destinate la Spagna e le colonie d’America, mentre il delfino di Francia avrebbe dovuto ricevere Napoli, la Sicilia, il Ducato di Lorena e il Ducato di Milano. Questa vera e propria spartizione fu concordata senza la partecipazione di Carlo II, che, facendo proprie le idee del “partito” fautore dell’integrità spagnola, un mese prima di morire, nominò erede il duca d’Angiò, Filippo di Borbone, nipote di Luigi XIV, a condizione che rinunciasse per sé e per i suoi successori ai diritti sulla corona francese. Il re Sole decise di disattendere l’accordo precedentemente stipulato e di accettare per il nipote la successione. Alcune iniziative politiche e militari, prese immediatamente dopo, rivelavano la sua intenzione di interferire negli affari spagnoli: le truppe francesi furono inviate a Mantova e nei Paesi Bassi, Filippo d’Angiò si circondò di consiglieri francesi e concedesse a compagnie commerciali francesi privilegi e vantaggi negli scambi con le colonie americane. La Gran Bretagna e l’Olanda si alleano con l’imperatore Leopoldo I per impedire che sotto il re di Francia si crei una nuova “monarchia universale”. Diversi principi tedeschi entrarono a far parte della Grande alleanza, fra i quali l’elettore di Brandeburgo, premiato nel 1710 con titolo di re di Prussica. Il duca di Savoia, che in un primo tempo si era alleato alla Francia, passò nel 1703 nel campo avversario, ottenendo la promessa del Monferrato; lo stesso cambiamento di campo fu compiuto dal re del Portogallo, che con l’accordo Methuen-Alegrete sottoscrisse un trattato commerciale con la Gran Bretagna molto favorevole a questa potenza, a danno degli spagnoli e dei francesi. La guerra di successione spagnola mobilita eserciti più numerosi di ogni altro conflitto del secolo precedente: circa 600000 uomini furono impegnati sui fronti principali. Dopo alcuni successi iniziali della Francia, le operazioni condotte su diversi fronti volgono in favore della Grande alleanza che può contare sulle superiorità marittime anglo-olandesi e sulle risorse finanziarie di Londra e Amsterdam. Le grandi capacità militari di Eugenio di Savoia e di John Churchill duca di Marlborough risultano determinanti nell’importante vittoria conseguita dalle armate dell’alleanza a Blemheim, in Baviera, nell’agosto 1704. Nel frattempo, le truppe francesi invadono il Piemonte e assediano Torino: nel 1706 subiscono però una pesante sconfitta da parte dell’esercito di Eugenio di Savoia che prende possesso di Milano a nome dell’arciduca Carlo, proclamatosi a Barcellona l’anno prima, Carlo III di Spagna. Il duca di Marlborough avanza nel frattempo nelle Fiandre sconfiggendo i francesi a Ramillies, alla presa di Gibilterra(1704) fa seguito l’occupazione da parte della flotta inglese di Minorca a della Sardegna(1708), mentre un altro esercito imperiale occupa nel 1707 Napoli. Nel 1708 le truppe anglo-imperiali entrano nel territorio francese espugnando Lille e arrivando a minacciare Parigi.
9.2 Le condizioni della pace
Nell’inverno del 1709 un’eccezionale gelata distrugge i raccolti francesi e provoca una gravissima crisi demografica, economica e finanziaria. Luigi XIV chiede ufficiosamente la pace, le condizioni imposte dagli alleati sono così umilianti da costringerlo a chiedere al paese un ulteriore sforzo per continuare la guerra. Nel settembre 1709 il maresciallo Villers ferma l’avanzata degli alleati a Malplaquet; anche i tentativi di insediare Carlo III sul trono spagnolo falliscono perché Filippo V riesce a riunire la sua causa a quella dell’indipendenza nazionale. Nel 1710, intanto, cade a Londra il ministero whig, sostituito da un governo tory, più sensibile alle proteste dei proprietari terrieri contro il peso delle tasse per la guerra. Nel 1711 la prematura scomparsa del nuovo imperatore Giuseppe I, fratello di Carlo, apre il problema della successione agli stati ereditari austriaci e alla dignità imperiale e minaccia di sconvolgere, in caso di riconoscimento di Carlo anche come re di Spagna, l’equilibrio europeo. La grande alleanza si scioglie e i dissensi fra gli ex alleati portano a due trattati di pace separati: quello di Utrecht, concluso nel 1713 dalla Francia con la Gran Bretagna e l’Olanda e quello di Rastatt, l’anno dopo, con la monarchia austriaca. Il primo prevede la cessione di gran parte del Canada agli inglesi, che ottengono nel Mediterraneo Gibilterra e Minorca, oltre al riconoscimento dell’asiento, il contratto per la fornitura di schiavi africani nelle colonie spagnole; il secondo porta i Paesi Bassi ex spagnoli, nonché il duca di Milano e il regno di Napoli e di Sardegna sotto il dominio austriaco.
LUIGI XIV MUORE NEL 1715.
SCHLOSS SANSSOUCI
Das Schloss Sanssouci, die Sommerresidenz Friedrichs des Grossen, wurde von dem Freund und Architekten Georg Wenzeslaus von Knobelsdorf (1699 bis 1753) nach der Vorstellung des Königs erbaut.
Das Schloss ist ein kleines, ganz auf die privaten Bedürfnisse des Königs zugeschnittenes Haus. Wie die französischen «maison de plaisance» (Lustschlösschen) ist es eingeschossig, mit dem Garten durch hohe Fenstertüren verbunden, hat nur eine geringe Anzahl von Räumen und erhebt ganz im Sinne der Aufklärung keinen repräsentativen Anspruch.
Während der Ehrenhof einen zurückhaltenden, klassich ernsten Eindruck erweckt, zeigt sich die Gartenfront in heiterstem Rokoko. Die Fassade wird von üppigen Figuren des Bildhauers Fridrich Christian Glaume (1714 bis 1752) bevölkert, die als Begleiter des Weingottes Bacchus des Bezug zum Weinberg herstellen. Die Innenräume sind Höhepunkte der Raumkunstdes 18. Jahrhunderts. Die besondere Ausprägung des Rokoko unter dem Einfluss Friedrich des Grossen führte zu dem Begriff friderizianisches Rokoko. Der Name ist von dem französischen «rocaille», zu deutschen "Muschelwerk" abgeleitet.
Der von einer Kuppel überwölbte Marmorsaal im Zentrum des Schlosses wirkt durch die Verwendung des edlen Materials und die klassischen Säulen kühler und zurückhaltender als die übrigen Räumen der Königswohnung.
Hier hielt Friedrich der Grosse seine berühmt gewordenen Tafelrunden ab.
10.1 PARK SANSSOUCI
Im Jahr 1744 entscheid sich Friedrich der Grosse (1712-1786) einen Weinberg auf dem "Wüsten Berg" bei Potsdam anzulegen. Kurz darauf, am 14. April 1745, wurde dort der Grundstein für ein "Lusthaus" gelegt, das am 1. Mai 1747 eingeweiht wurde und an dessen Südfront der Name Sans Souci steht. Rheinsberg, das Friedrich 1744 seinem Bruder Heinrich geschenkt hatte, weil es als Sommersitz zu weit entfernt von Potsdam gewesen wäre, war in Potsdam neu entstanden. Dies war genau die Absicht von Friedrich . Der reizvolle Blick auf die Havellandshaft, in dessen nähe schon sein Vater Friedrich Wilhelm I, der Soldatenkönig, einen Küchengarten hatte, erinnerte ihn an die Landschaft um Rheinsberg mit ihren Wälder und Seen. Die Abgeschiedenheit und Stille waren mitbestimmend für die Wahl des Standortes für ein Sommerschloss. Im Verlauf der Regierungszeit Friedrich des Grossen gewann der Park allmählich Gestalt. Schloss, Terrassen und Gartenparterre bilden den geistigen Mittelpunkt der Anlage, welchem sich alles unterordnet. Die natürliche Ungebung ausnutzend, wurde der Park nach Osten und Westen erweitert. Dabei entwickelte sich eine etwa zwei kilometer lange Allee, an der sich Bauten, Zier-und Nutzgärten sowie waldartige Bereiche wie Perlen an einer Kette aneinanderreihen. Im Osten markiert das Obeliskportal der Beginn der allee, im Westen beendet das Neue Palais ihren Lauf. In Höhe der Bauten erweitert sie sich zu statuengeschmückten Rondellen, deren Bedeutung noch durch Fontänen gesteigert wird.
Bibliografia:
AAVV., City book Parigi, Mondadori Electa, Milano, 2004.
Bora – Fiaccadori – Neri – Nova, I luoghi dell’arte, Mondadori Electa, Milano, 2004.
Piero Adorno, L’arte italiana, G.d’Anna, Firenze, 1994.
AAVV., Weltkulturelbe Deutschland, Adac, München, 2000.
www.sanssouci-sightseeing.de/potsdam
Giardina-Sabbatucci-Vidotto, Uomini e storia, Laterza, Bari, 2000.
Roger Dauphin, L’histoire de Paris, Edition, Paris, 1963.
Régine Boutégège-Susanna Longo, Ā Paris, Cideb,Genova, 1999.
www.studenti.it
AAVV., Le Figaro, Paris, 1999.

www.Versailles.fr
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