Il mondo delle nevi e dei ghiacci

Materie:Appunti
Categoria:Geografia

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IL MONDO DELLE NEVI E DEI GHIACCI
Le stesse condizioni atmosferiche, per esempio quelle polari, possono verificarsi sia ad alte altitudini che ad alte latitudini. Un valido esempio è il monte Reynord situato sulle Montagne Rocciose nell’America settentrionale, che non si trovano vicino al polo, ma hanno il limite delle nevi perenni intorno ai 2100 metri. Da questa altezza in poi, salendo, non cresce più alcun tipo di vegetazione, di conseguenza non sono presenti erbivori perché non avrebbero di cosa cibarsi, e lo stesso vale per i carnivori. Dove si pensava non ci potesse essere vita, si sono scoperti enormi insediamenti di alghe tra gli strati di neve che, a volte, la colorano di rosso. Al di sotto del limite delle nevi perenni, tra i massi, sono state trovate intere colonie di coccinelle che azzerano le loro capacità vitali per affrontare l’inverno, cosicché possano scendere nelle valli d’estate. Allo stesso livello dello coccinelle sono state trovate altre forme di vita come strani ragni, insetti e scarafaggi, ma il più strano di tutti è il grillo bratta che, se viene solo sfiorato dal calore umano, muore. Molto più in basso, dove cominciano a crescere i fili d’erba, sono presenti delle pecore di montagna con le loro caratteristiche corna e gli arvicoli, scoiattoli adattatisi alla vita di altura. Un altro esempio di clima polare ad alta altitudine ma distante dal polo è il monte Baral nell’Hymalaya, qui vive l’irbis un leopardo delle nevi che si è adattato al freddo polare grazie ad uno strato sottocutaneo di grasso e ad una folta pelliccia. Questo felino in inverno preferisce restare a quote basse e in estate sale tra i 3500 e i 5500 metri di altezza per cacciare. Sul Kilimangiaro, in Kenia, ad elevate altitudini, due piante giganti, chiamate seneci e lobelie, riescono ad evitare il congelamento e l’evaporazione dei propri liquidi facendo ghiacciare uno strato d’acqua misto a peptina sulla corteccia. Si riparano dal freddo intrappolando l’aria fra le foglie grazie alla peluria presente su quest’ultime. Più in giù, dove cresce l’erba, si possono osservare delle marmotte polari, chiamate precarie, mentre mangiano e si lasciano avvicinare dall’uomo, perché non hanno nessun nemico naturale, oltre a qualche raro irbis, anche qui presente, che scende dalle montagne. In America meridionale, sulla Cordigliera delle Ande, vive il guanacho, un lama selvatico che si spinge fino a 4000 metri di altitudine oltre il limite delle nevi perenni presente a 3800 metri. Anche in Patagonia il guanacho è presente, solo che qui vive quasi sul livello del mare o proprio ad altitudine zero questo può accadere perché, essendo più vicino al polo, la Patagonia ha temperature sulla costa molto simili a quelle in altitudine della Cordigliera delle Ande, infatti in Patagonia i ghiacciai si spingono fino al mare. Se scendiamo latitudinalmente più a sud incontriamo delle isole, le Orcadi Australi che appartengono al grande continente sottostante: l’Antartide che, al contrario dell’Artide, sotto la neve ed il ghiaccio, si posa su una base di terra che lo rende a tutti gli effetti un continente. In Antartide vivono solo piccoli microrganismi come gli acari, che d’inverno rallentano o fermano i propri processi vitali, cosicché non solo nascono e crescono più lentamente, ma invecchiano e muoiono anche nello stesso modo. La parte marginale del continente antartico non ha sotto di sé una base di terra, ma è interamente costituita da acqua sottoforma di ghiaccio, questa zona viene chiamata banchisa e si scioglie quasi interamente d’inverno. Dalla banchisa si possono staccare enormi pezzi di ghiaccio chiamati iceberg. Dove il continente ha una base di terra sono presenti alcune zone in cui, oltre ad esserci temperature largamente sottozero, prevale un clima secco con forti venti e non nevica mai. In queste zone, d’estate, riescono a sopravvivere muschi, licheni e solo due tipi di piante primordiali. I ghiacciai antartici sono i più veloci al mondo: riescono a spostarsi di 100 metri l’anno, e in estate, quando si sciolgono generando fiumi, prende vita l’alga azzurra, una delle prime forme di vita terrestre. Nei dintorni della costa alcuni ricercatori hanno trovato delle foche ghiacciate, ma perfettamente intatte, ne hanno misurato l’età e sono arrivati alla conclusione che la natura le aveva ibernate: avevano 300 anni. Soprattutto in estate, le acque che circondano l’Antartide, sono popolate di foche, otarie, leoni ed elefanti marini, tutti si sono adattati alle condizioni precarie accumulando uno strato di grasso sottocutaneo e lasciando crescere una folta pelliccia. Le foche e le otarie si nutrono del krill presente in acqua, invece i leoni e gli elefanti marini si cibano delle stesse foche ed otarie. Nei leoni marini, in estate, il grasso perde le sue proprietà e l’animale necessita della muta. Gli elefanti marini sono denominati così perché sono i più lunghi (oltre 6 metri) e perché, al posto del naso, hanno una piccola proboscide. Sulla banchisa vive il simbolo dell’Antartide: il pinguino. Ne esistono varie specie tra le quali quello crestato e quello reale. Il pinguino crestato misura 60 cm, ha delle penne isolanti e del grasso sottopelle, ma vive anche in climi molto più caldi di quello antartico. I pinguini reali, invece, sono più grandi, così da raffreddarsi meno. Però il fatto di essere più grandi comporta dei lati negativi come la difficile procreazione. La femmina dopo aver deposto l’uovo, se ne va e lascia il maschio immobile sull’uovo per 60 giorni senza cibo, allo scadere dei quali l’uovo si schiude e la femmina ritorna per accudire il piccolo.

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