Naturalismo

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Testo

Filosofia
Il naturalismo

1- L’interesse per la natura
La rinascita dell’uomo è la rinascita dell’uomo nel mondo. Il tema dell’uomo come natura media esprime appunto la consapevolezza con cui l’uomo si riconosce essenzialmente inserito nel mondo e la sua decisione di servirsi della propria posizione privilegiata, simile a quella di Dio, per fare del mondo stesso il suo regno. L’indagine naturale comincia ad apparire come uno strumento indispensabile per la realizzazione dei fini umani nel mondo. Si possono distinguere in essa due aspetti o fasi: la magia e la filosofia della natura. La magia rinascimentale è caratterizzata da due presupposti: l’universale animazione della natura; la possibilità che questo offre all’uomo di penetrare di colpo nei più riposti recessi della natura e di riuscire a dominarne le forze con lusinghe e incantesimi. La magia va in cerca di formule o procedimenti miracolosi che servano di chiave per i più riposti misteri naturali. La filosofia naturale abbandona quest’ultimo presupposto. La natura è pur sempre considerata come una totalità vivente, ma si considera retta da propri principi; e la scoperta di questi principi diventa il compito della filosofia.
2- Magia e scienze occulte
Il mondo rinascimentale delle scienze occulte è rappresentato da una fitta serie di “maghi”. Cornelio Agrippa, nella sua opera fondamentale Filosofia occulta, ammette tre mondi: il mondo degli elementi; il mondo celeste e il mondo intelligibile. Questi tre mondi sono collegati fra loro in modo tale che la virtù del mondo superiore fluisce sino agli ultimi gradi del mondo inferiore, disperdendo via via i suoi raggi; e dal loro canto gli esseri inferiori giungono per il tramite degli esseri superiori sino al mondo supremo. L’uomo è situato nel punto centrale dei tre mondi e raccoglie in sé, come microcosmo, tutto ciò che è disseminato nelle cose. Nasce così la magia, che è la scienza più alta e compiuta. La scienza e l’arte del mago si rivolgono a tutti e tre i mondi: magia naturale; magia celeste e magia religiosa o cerimoniale. Una delle più famose figure di maghi fu Teofrasto Paracelso. Teofrasto è un mago; ma alcune esigenze da lui accennate ne fanno un anticipatore del metodo scientifico. L’uomo è stato creato per riconoscere le azioni miracolose di Dio e per operarne di simili: il suo compito è perciò la ricerca. Ma la ricerca deve connettere insieme l’esperienza e la scienza per giungere a una conoscenza vera e sicura. Il principio che deve guidare questa ricerca è la corrispondenza tra il macrocosmo e il microcosmo. Se vogliamo conoscere l’uomo (microcosmo) dobbiamo rivolgerci al mondo (macrocosmo).
3- Telesio:
a- I principi generali della natura
Vicina alla magia per i suoi presupposti, e spesso intrecciata con essa, è la filosofia della natura del Rinascimento, che conta i nomi di Telesio, di Bruno e di Campanella. Telesio nacque a Cosenza nel 1509. Nel 1565 a Napoli pubblicò i primi due libri dell’opera La natura secondo i propri principi e tre anni prima della morte l’opera in nove libri. Morì a Cosenza nel 1588. Telesio considera la natura come un mondo a sé, che si regge su principi propri e può essere spiegato solo in base a questi principi. Riconosce la natura nella sua nuda oggettività e la considera autonoma. L’uomo, per conoscere la natura, non deve fare altro che far parlare, per così dire, la natura stessa, affidandosi ai sensi che gliela rivelano. Telesio ritiene che la natura debba essere spiegata mediante le due forze principali che agiscono in essa: caldo (risiede nel sole, dilata le cose e le rende leggere e adatte al movimento) e freddo (risiede nella terra, condensa le cose, le rende pesanti e quindi immobili). Il caldo e il freddo, come forze incorporee, hanno bisogno di una massa corporea che è il terzo principio naturale. Affinché il caldo e il freddo possano lottare fra loro, è necessario che ciascuno di essi possa percepire le proprie impressioni e l’azione del principio opposto. Telesio ritiene che soltanto il sole e la terra siano elementi originari. La sua fisica si mantiene sul piano qualitativo. Solo un’analisi quantitativa può rendere gli uomini “non solo sapienti, ma potenti”, cioè può dare ad essi il controllo delle forze naturali. Dio è il garante dell’ordine e dell’autonomia della natura. Telesio ha affermato l’oggettività e l’autonomia del mondo naturale in modo tale che ha aperto la strada all’indagine scientifica.
b- La dottrina dell’uomo
L’anima umana non è che un prodotto naturale, ed è lo spirito prodotto dal seme. Ogni sensazione è prodotta da un contatto tra l’anima e le cose esterne; ma la sensazione non si riduce a tale contatto, perché è la percezione che si ha di esso. La vita morale dell’uomo si riduce a principi naturali. Il bene supremo è la conservazione dello spirito vitale nel mondo. Rientra nell’ordine del mondo che ogni essere tenda alla sua conservazione. Si prova piacere per tutto ciò che aiuta a conservarsi e si prova dolore per tutto ciò che tende a distruggere o danneggiare. Telesio ha ridotto a principi puramente naturali l’intera vita intellettuale e morale dell’uomo. Un elemento solo gli appare irriducibile alla natura: la vita religiosa, in quanto è aspirazione a un bene che non è conosciuto dai sensi e si rivolge a un mondo diverso da quello sensibile. Il soggetto della vita religiosa deve essere dunque un’anima divina. Quest’anima divina non condiziona la vita intellettuale e morale dell’uomo; condiziona però la libertà che gli è propria.
4- Giordano Bruno:
a- Personalità e opere
Giordano Bruno ritorna in parte al neoplatonismo e alla magia. Nacque nel 1548. A 15 anni entrò nel chiostro domenicano di Napoli. A Parigi (1582) pubblicò la sua commedia Il Candelaio e il suo primo scritto filosofico, Le ombre delle idee. Qui ebbe i suoi primi successi come maestro dell’arte lulliana della memoria. Il 23 maggio 1592 veniva arrestato dall’Inquisizione di Venezia. Nel 1593 Bruno fu trasferito all’Inquisizione di Roma. Rimase in carcere sette anni. Ai ripetuti inviti di ritrattare le sue dottrine, oppose un rifiuto e il 17 febbraio 1600 veniva arso vivo in Campo dei Fiori a Roma, senza essersi riconciliato col crocefisso.
b- L’amore per la vita e la religione della natura
Tutti gli scritti di Bruno presentano una nota fondamentale comune: l’amore della vita nella sua potenza dionisiaca, nella sua infinita espansione. Dall’amore della vita nasce il suo interesse per la natura, che non sfociò in lui in un pacato naturalismo, ma si esaltò in un impeto lirico e religioso che trovò spesso espressione nella forma poetica. Bruno considerò e volle la natura tutta viva, e nell’intendere quest’universale animazione pose il termine più alto del suo filosofare.
c- La natura e l’infinito
Bruno parla di Dio in duplice modo: come “mens super omnia”( mente al di sopra di tutto) e come “mens insita omnibus”(mente presente in tutte le cose). Per il primo aspetto, Dio è fuori del cosmo e della portata delle capacità razionali dell’uomo. In quanto sostanza trascendente, Dio è oggetto di fede e di Lui ci parla solo la Rivelazione. Per il secondo aspetto, Dio è invece principio immanente del cosmo e risulta accessibile alla ragione umana. In quanto mente nelle cose, Dio è anima del cosmo, che opera tramite l’intelletto universale. L’attività dell’intelletto opera come forza seminale intrinseca alla materia. Dio è causa e principio dell’essere: causa in quanto energia produttrice del cosmo, principio perché elemento costitutivo delle cose. Si noti come la materia per Bruno non sia pura potenza o assoluta passività e come la materia non sia qualcosa di separato dalla forma, ma costituisca un tutt’uno globale con essa. Nell’universo vi è coincidenza degli opposti, in quanto in esso coincidono il massimo e il minimo, il centro e la circonferenza. Riassumendo:

d- L’etica “eroica”
La natura nella sua infinità è il movente, il tema e lo scopo ultimo della speculazione bruniana . Il simbolo di ciò è il mito di Atteone. Atteone giunge a contemplare Diana nuda e viene trasformato in cervo, diventando preda anziché cacciatore, è la metafora dell’anima umana che, andando in cerca della natura e giunta finalmente a vederla, diventa essa stessa natura. Per Bruno, il grado più alto della speculazione filosofica è la visione magica dell’unità della natura e della sua vita inesauribile. “L’eroico furore” è la traduzione naturalistica del concetto platonico di amore, in quanto mostra come l’uomo, “arso d’amore”, vada in cerca dell’infinito, che solo può appagare le sue brame.
5- Campanella:
a- Vita e scritti
Campanella nacque a Stilo, in Calabria, nel 1568. entrò nell’ordine domenicano; ma subì ben presto in varie parti d’Italia processi e condanne per accuse di eresie. Ritornato a Stilo, ordì contro il governo spagnolo una congiura. Nel 1599 venne scoperta e Campanella fu portato a Napoli. Per sfuggire alla condanna capitale si finse pazzo sostenendo la sua finzione anche sotto la tortura più grave. Rimase in carcere 27 anni. Nel 1626 fu liberato e fu portato a Roma; ma qualche anno dopo fuggi a Parigi dove morì il 21 maggio 1639.
b- Fisica, magia e conoscenza
Il pensiero di Campanella parte dalla fisica e dalla magia per giungere ad una metafisica teologica che egli assume a basa di un rinnovamento politico e religioso dell’umanità. Egli insiste sull’universale animazione delle cose, che era il presupposto della magia. Se anche gli animali e gli uomini sono formati dal caldo e dal freddo e dalla massa corporea, è necessario che anche il caldo, il freddo e la massa corporea siano dotati di sensibilità perché ciò che è nell’effetto deve esserci nella causa. L’anima del mondo determina il consenso che le cose hanno fra loro perché le dirige tutte ad un unico fine. Come Telesio, Campanella ritiene che tutta la conoscenza si riduce alla sensibilità. La vera sapienza è quella fondata sui sensi.
c- L’autocoscienza e la metafisica
Campanella inizia la sua Metafisica riproducendo il movimento di pensiero di S. Agostino. Anche lo scettico, che sa di non sapere nulla, presuppone che vi è un sapere originario, di cui non si può dubitare. Questo sapere originario è la conoscenza innata che l’anima ha di sé stessa. La conoscenza innata o originaria di sé è la condizione di ogni altra conoscenza. Nell’anima, come in tutti gli esseri della natura, essa è oscurata dalla conoscenza acquisita che è prodotta dalle cose esterne. Nel 1637 Cartesio pubblicava il Discorso sul metodo nel quale riconosceva il principio dell’autocoscienza come la condizione e il fondamento di ogni sapere scientifico. Ma alla teoria dell’autocoscienza di Campanella mancano i tratti che costituiscono la vitalità e la portata del trinci pio cartesiano. L’autocoscienza di Campanella è sensibilità ed è propria di tutti gli esseri della natura. L’autocoscienza rivela i principi fondamentali della realtà naturale. Noi siamo consapevoli che l’essenza di tutte le cose è costituita da tre primalità: il potere(potentia), il sapere(sapientia) e l’amore(amor). Ogni cosa è dotata dalla conoscenza di sé e dalla conoscenza delle altre cose in quanto è provvista di sensibilità. Vi sono quindi tre primalità del non essere: impotenza, insipienza e odio. Attraverso le tre primalità Dio crea il mondo e lo governa. Dalla potenza deriva la necessità, dalla sapienza il fato e dall’amore l’armonia. Riassumendo:

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