Giustizia e filosofia

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Testo

Cos'è la Giustizia?

Molti vorrebbero rispondere a questa domanda, ma quella risposta non potrà mai essere sufficientemente completa, per chi ancora si chiede se essa esista; e se esiste, dove essa sia. Il concetto di giusto ci fa pensare subito alla matematica. Ma la storia dell’umanità non è una prova di matematica, e forse anche una fortuna. Infatti la matematica è tutto un susseguirsi di passaggi e se solo uno di questi è sbagliato è sbagliato anche tutto il resto. Non trovando nelle cose umane quell’esattezza che vorremmo potremmo pensare che il mondo sia solo legato al caos. La giustizia appare così come una legge che governa l’essere, e dunque come una sorta di ordine stabilito no dall’uomo ma da Dio stesso. La giustizia consiste nel non trasgredire alcuna delle leggi dello stato di cui uno sia cittadino. La giustizia è confermarsi al bene assoluto.
Giustizia: termine che è stato oggetto di diverse definizioni in base a diversi presupposti etici o ideologici. Può essere quindi la conformità a una norma (ordine), o l’equità, l’eguaglianza ecc.
• Nel pensiero mitico e nella poesia greca la giustizia si configura come ordine che presiede non solo allo svolgimento dei rapporti umani, ma all’intero corso del cosmo, dove ogni cosa assolve il proprio compito e la propria funzione. Opposta alla giustizia è la “hybris”, la tracotanza che spinge gli uomini e le cose a turbare e ribaltare l’ordine del cosmo. Secondo Trasimaco, la giustizia “non consiste in altro se non in ciò che giova al più forte”. Platone la interdiene come la virtù per eccellenza a cui tutte le virtù particolari devono adeguarsi. Lo stato Platonico prevede tre classi a cui corrispondono tre virtù particolari della sapienza, della fortezza e della temperanza. Per Aristotele la giustizia non è una virtù specifica ma un criterio per individuare le virtù: queste consistono infatti nel “ giusto mezzo” tra un eccesso e un difetto. Alla giustizia come virtù specifica Aristotele dedica “l’etica nicomachea” distinguendo la giustizia commutativa e la giustizia distributiva. Nel diritto Romano la giustizia è definita secondo il principio distributivo che consiste nel dare a ciascuno il suo.
• Il cristianesimo fa della giustizia una delle virtù cardinali. Per Hobbes non esiste alcuna nozione di giustizia nello stato di natura, ove l’unico diritto è quello della sopravvivenza. Nel 900 la nozione di giustizia si definisce in base al rapporto che essa contrae con altre nozioni. Il neocontrattualismo di Rawls elabora una concezione della giustizia come equità
La Giustizia secondo molti dovrebbe essere rappresentata da una bilancia, per indicare due estremi: accusa ed imputato.
I due estremi sono sostenuti da una forza sovrana e neutrale, la quale deve sorreggere entrambi i lati equamente. Questi dovranno essere valutati, ascoltati e giudicati parimente, con stessi diritti e stessi doveri: due parti perfettamente uguali.
A seconda che una delle due parti fornisca prove a sua discolpa, o viceversa, a scapito dell'altra parte, colui che sorregge i due lati, a poco a poco li abbandonerà, in modo tale che assumano ciascuna una propria posizione.
Di certo non dovrebbe essere rappresentata come in questo riquadro, quasi che come la Dea Bendata, la Giustizia non ci vedesse.
La Giustizia deve invece vedere, osservare, controllare... Deve essere vigile ed attenta che i due lembi della bilancia siano perfettamente in equilibrio, e non lasciare al caso il loro disequilibrio, ma ad una corretta valutazione. Guai invece se fosse Ella stessa a rendere le due parti ineguali, chiudendo gli occhi di fronte alle Ingiustizie!
Altre volte essa è simile ad una guerriera che imbraccia la sua spada: dovrebbe forse simboleggiare la sicurezza di un sentimento materno. Giusta con tutti i suoi figli, colpevoli od innocenti, e più protettiva e comprensiva verso coloro che più sbagliano. Punitiva e severa con coloro che perseverano nell'errore.

Esiste anche un'altra rappresentazione della Giustizia: quella Divina.

Essa è per coloro che credono, ma non solo. Molte persone leggendo la Bibbia, il Corano, o qualsiasi altro Libro religioso, ne hanno trovato conforto.
In essa vi si rifugia chi abbisogno di comprensione, di perdono e commiserazione. Oltre che di speranza.

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