Interazioni geniche e alleliche

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Testo

MUTAZIONI
Il botanico olandese De Vries rese noti i risultati dei suoi studi: A volte appariva un carattere che non era presente in nessuno dei 2 genitori, né in alcun antenato di quella particolare pianta. De Vries ipotizzò che tali caratteri comparissero in seguito a improvvisi cambiamenti avvenuti nei geni. Egli chiamò tali bruschi cambiamenti ereditari MUTAZIONI e gli organismi con tali mutazioni furono detti MUTANTI,
Grazie alle mutazioni nelle popolazioni naturali c’è un’ ampia varietà. In un ambiente complesso una particolare variazione potrebbe dare un lieve vantaggio ad un individuo o a suoi discendenti.
INTERAZIONI ALLELICHE
Il fenomeno in cui il fenotipo dell’eterozigote è intermedio tra quelli due omozigoti, è detto DOMINANZA INCOMPLETA.
In altri casi gli alleli possono agire da CODOMINANTI con eterozigoti che esprimono contemporaneamente entrambi i fenotipi omozigoti. Un es. è il sangue umano di tipo AB in cui i globuli rossi mostrano le caratteristiche relative sia al tipo A sia al tipo B.
- Ogni organismo diploide può avere soltanto due alleli per ogni gene ma in una popolazione di organismi possiamo trovare più di due forme di un gene: ALLELI MULTIPLI, che derivano da mutazioni dello stesso gene. Negli esseri umani i 4 principali gruppi sanguigni (A, B, AB, 0) sono determinati da un gene che ha tre alleli (A, B, 0). Gli alleli A e B sono codominanti, 0 è recessivo.

INTERAZIONI GENICHE
Quando un carattere è influenzato da due o più geni differenti, può apparire un fenotipo del tutto nuovo.
In altri casi l’interazione genica non produce alcun nuovo fenotipo, ma un gene può interferire con un altro mascherandone gli effetti: EPISTASI.
- Alcuni caratteri (forma, peso, colore) sono il risultato complessivo degli effetti combinati di molti geni: EREDITA’ POLIGENICA.
- Un carattere che risente dell’azione di più geni, presenta una gradazione di lievi differenze: VARIAZIONE CONTINUA
Un singolo gene può avere effetti multipli sul fenotipo di un organismo: PLEIOTROPIA.
GENI E AMBIENTE
L’espressione di un gene è sempre il risultato della sua interazione con l’ambiente ma è influenzata anche da fattori che dipendono dall’ambiente interno (temperatura, il pH, le concentrazioni ioniche)
DETERMINAZIONE DEL SESSO
In alcuni gruppi di animali (uccelli) i due cromosomi sessuali del maschio sono strutturalmente uguali: CROMOSOMI Z. Il maschio sarà ZZ. I cromosomi sessuali delle femmine sono costituiti da un crom. Z e da uno W. La donna è ZW.
Nei mammiferi è la femmina ad avere i due cromosomi sessuali uguali (XX): Quelli del maschio sono costituiti da un crom.X e da uno Y (XY). Nei maschi XY, quando si formano per meiosi i gameti, metà degli spermatozoi hanno un crom.X e metà Y, mentre tutti i gameti prodotti dalla femmina, hanno il crom. X
GRUPPI DI ASSOCIAZIONE
Gli alleli di due geni differenti segregheranno sempre indipendentemente se i geni sono posti su coppie differenti di crom. omologhi. Se invece gli alleli dei due geni si trovano sulla stessa coppia di omologhi, la segregazione degli alleli di un gene non potrà essere indipendente dalla segregazione degli alleli dell’altro gene. Se gli alleli di due geni differenti sono sullo stesso crom., durante la meiosi dovrebbero essere trasmessi entrambi allo stesso gamete. I geni che tendono a rimanere insieme perché sono sulla stessa coppia di cromosomi omologhi, si dicono appartenenti allo stesso gruppo di associazione.

Esempio