Materie: | Appunti |
Categoria: | Biologia |
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Data: | 12.04.2001 |
Numero di pagine: | 2 |
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COLEOTTERI
Nei Coleotteri l’apparato boccale è masticatore; delle quattro ali le due anteriori, coriacee, non servono al volo (elitre); la metamorfosi è completa.
Appartengono a questo ordine i Carabi, frequenti nei nostri giardini e riconoscibili dal corpo snello, dai movimenti rapidi e dalle mandibole potenti, perché tra gli insetti essi rappresentano i felini e infatti, nelle ore notturne menano strage di altri esapodi e di bruchi, di larve di maggiolino, di lumache. Ma il Carabo dei cereali o Zabro è dannoso, perché rode il frumento.
I Necrofori, di color giallo-nero, sono sempre solleciti ad accorrere presso i piccoli cadaveri di uccelli, topi, talpe, lucertole, ecc. e premurosamente li seppelliscono, deponendovi dentro le uova. I Dermesti , lunghi circa un centimetro e ispidi allo stadio larvale, arrecano danni gravissimi alle pellicce, ai lardi, ai prosciutti, ecc.
Alla fine d’aprile o ai primi di maggio poco o tanto numerosi appaiono i Maggiolini di colorito generale nero, ma con testa, antenne, zampe, ed elitre bruno-rossicce, i quali, rodendo gemme, foglie, fiori, producono danni gravissimi. In qualità straordinaria compaiono ogni tre o cinque anni, secondo il clima: il Maggiolino depone le uova nel terreno, e da esse nascono larve vermiformi voracissime, le quali fanno distruzione di radici per tre o quattro anni, poiché tanto dura la metamorfosi. Affini sono Cetonie, d’un bel colore verde dorato. Dannosissima alla patata ed ad altre solanacee coltivate la Dorifora di recente importazione. I Cervi volanti hanno le maggiori dimensioni tra tutti i Coleotteri nostrani. I Tochi dei fagioli e dei piselli, la Calandra del grano, possono distruggere grandi provviste di cereali e anche il piccolo Bostrico tipografo talvolta riesce nocivo, potendo le sue larve devastare estese foreste di pini. Note a tutti: i Cerambici dalle lunghe antenne, i quali nello stadio larvale, tarlano i tronchi degli alberi e le Coccinelle o Gallinelle della Madonna, le quali si nutrono dei pidocchi delle piante.