Periodo Cesariano

Materie:Riassunto
Categoria:Latino

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Testo

IL PERIODO CESARIANO
L’ultimo periodo della repubblica è datato 78 (morte di Silla) 44 (morte di Cesare), questo non perché i due uomini fossero i più importanti della loro epoca ma perché entrambi si legano allo sviluppo di due grandi esperimenti politici:
- Silla → dittatura
- Cesare → principato
Infatti, Ottaviano Augusto guarderà proprio alle loro esperienze per la propria politica.
E’ data questa periodizzazione perché vogliamo privilegiare Roma e lo sviluppo delle lettere latine. Inoltre, Cicerone, che è la figura dominante di questo periodo, inizia la sua attività pubblica sotto Silla e la finisce poco tempo dopo l’assassinio di Cesare; inoltre la morte violenta di Cicerone, nel 43, appare più importante persino di quella di Cesare. Nel periodo 78-44 si sviluppa la poesia neoterica che sarà portata avanti con Catullo e il circolo dei poetae novi, ma perderà vigore durante le guerre civili.
In questo momento della storia vediamo, soprattutto con Cicerone, crescere sempre più l’importanza dell’oratoria giudiziaria e politica, linguistica e della biografia. Mai finora ci fu una così varia crescita letteraria, rimase da parte solo il teatro; in quanto alla storiografia dobbiamo nominare Sallustio.
In questo periodo gli autori si impegnano nel campo filosofico-politico. Gli autori latini pretendono un posto paritario a quello dei greci e autonomia. Ci si interroga sulla religione e su quali siano le migliori azioni per la vita dello stato.

CICERONE
Vita e opere
- Nasce nel 106 a.C. da una famiglia agiata e compie ottimi studi di retorica e filosofia.
- 89: presta servizio militare nella guerra sociale
- 81: inizia la sua carriera da avvocato
- 79-77: viaggio in Grecia e Asia per studiare a fondo retorica e filosofia
- 75: questore in Sicilia
- 69: edile
- 66: pretore
- 63: console
- 58: esilio
- 57: richiamato a Roma
- 56-51: difficile collaborazione con i triunviri
- 51: governatore in Cilicia
- 44: dopo la morte di Cesare torna alla vita politica
- 43: viene assassinato
Opere:
- Pro Sexto Roscio Amerino
- Verrinae
- Catilinariae
- Pro Archia Poeta
- Pro Caelio
- De Re Publica
Tradizione e innovazione nella cultura romana
Cicerone è il personaggio più conosciuto di quest’epoca proprio al grande numero di opere che ha scritto, ma anche il suo epistolario è molto importante. Cicerone è protagonista e testimone del tramonto della repubblica e cerca di trovare una soluzione nel vano tentativo di salvare l’inevitabile.
Cicerone è stato un grandissimo avvocato grazie alla sua notevole arte oratoria poiché riusciva a manipolare attraverso i propri discorsi le persone che lo stavano ascoltando, utilizzando questo metodo anche nella vita politica.
Il fine delle sue opere filosofiche è lo stesso che ispira alcune delle se orazioni: voleva dare una solida base ideale, etica, politica a una classe dominante che non doveva divenire chiusa mentalmente, questi, infatti, dovevano unire il mos maiorum, anche se assorbivano elementi greci, e l’humanitas, cioè l’attitudine di un uomo nell’uso dell’otium per dedicarsi alla cultura (ma non come perdita di tempo).
Il lavoro di Cicerone si può vedere come la difficile impresa di modernizzare la cultura mantenendo i valori tradizionali.
L’egemonia della parola: carriera politica e pratica oratoria
L’attività di Cicerone s’intreccia con le vicende politiche degli ultimi cinquant’anni della repubblica.
PRO ROSCIO AMERINO:
Alcuni potenti sostenitori di Silla uccisero il padre di Amerino e accusarono quest’ultimo di parricidio in modo di liberarsi anche da questo. Difendere Amerino fu molto difficile per Cicerone poiché doveva accusare persone molto vicine al padrone di Roma, Silla. Così utilizzò il metodo della “Ruffineria”, infatti copriva Silla di molte lodi. In questa orazione troviamo un Cicerone che deve ancora maturare e scrive in ASIANESIMO, cioè utilizzando discorsi molto articolati e patos esagerato. Finito questo incaricò se ne andrà da Roma per paura delle ripercussioni e quando tornerà avrà maturato moltissimo il suo stile.
VERRINAE:
Tornato a Roma nel 75 ricopre la questura in Sicilia. Nel 70 lo incaricano di accusare Verre per aver sfruttato la provincia. Cicerone raccolse prove in pochissimo tempo poiché il difensore di Verre era Ortensio Oratolo, che era uno dei consoli disegnati, quindi sarebbe stato un rischio attendere. Fece in tempo a portare solo due orazioni perché Verre scappò e fu condannato in contumacia. Lo stile delle Verrianae è già maturo e Verre è descritto come un governatore orientale, che al momento era visto di mal occhio.
PRO LEGE MANILIA:
Nel 66, quando è pretore, parla in favore del progetto di Manilio di dare poteri straordinari a Pompeo, questo per l’urgenza di affrontare la minaccia costituita da Mitridate.
In una di queste orazioni, si avvicina tantissimo al pensiero dei POPULARES, per corrompere le masse cittadine con elargizioni e prevaricare sull’autorità del senato (in seguito la ripudierà).
CATILINARIAE:
Nel 63 diventa console e durante il suo consolato scopre la congiura di Catilina grazie all’amante di uno dei congiurati. Catilina era un nobile impoverito che aveva cercato per due volte riandare al consolato ma era stato sempre battuto, così assieme ad un gruppo di nobili impoveriti e il loro intento era di uccidere Cicerone. Il giorno dopo averlo saputo (8 NOVEMBRE 63), anche se non aveva trovato abbastanza prove, decide di accusare Catilina in senato davanti a tutti e lo invita ad andarsene; Catilina lascia Roma e raggiunge il proprio esercito ma viene contrastato da quello romano, così si fa uccidere in campo. Cicerone condanna i congiurati senza un regolare processo e in seguito sarà accusato per questo e nel 58 viene mandato in esilio.
PROSOPOPEA: personificazione dello stato.
PRO ARCHIA POETAE:
Archia è un poeta che viene accusato di aver usurpato la cittadinanza romana; Cicerone difende le arti e vince così chiede al poeta di scrivere un poema su di lui ma questo non accetta.

FILOLOGIA, BIOGRAFIA E ANTIQUARIA

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