Lettere a Lucilio (Seneca), Libro VI, Lettera 4

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Testo

LETTERA IV

IL SILENZIO NON TURBA, ANZI FAVORISCE GLI STUDI: INVECE LE

PASSIONI TURBANO GLI STUDI E ANZITUTTO LA QUIETE DELL'ANIMO

Io affermo, pronto a pagare colla vita, che il silenzio non и affatto necessario, come si dice, per chi sa starsene appartato nei suoi studi. Ecco, risuonano intorno a me da ogni parte varie grida, giacchй io abito proprio sopra lo stabilimento balneare. Tu immagina tutte le specie di voci piщ ingrate che possano ferire gli orecchi e destar quasi un senso di odiosa repulsa. Immagina ad esempio quando i piщ robusti si esercitano agitando le mani cariche di piombo, si affaticano o fingono di affaticarsi, ed io odo i gemiti con cui emettono il fiato trattenuto ed i sibili del loro respiro affannato: quando capita qualcuno piщ fiacco che si contenta di una comune unzione con massaggio, allora odo soltanto il picchiettare della mano sulle spalle con diverso suono secondo che vi arriva tutta aperta o un poco concava. Se poi sopraggiunge il giocatore di palle e comincia a numerare i colpi, allora addio, non c'и piщ altro da fare. Spesso poi vien fuori l'attaccabrighe, un ladro colto in flagrante, ed anche quello al quale piace ascoltare la sua voce durante il bagno, ed aggiungi infine quelli che si gettano nella vasca col gran rumore dell'acqua sbattuta. Oltre a questi, i quali hanno le voci per quanto ingrate almeno normali, immagina anche un depilatore che per farsi notare emette una voce languida e stridula e non sta un momento zitto a meno che strappando i peli alle ascelle non faccia gridare un altro in vece sua: e infine le diverse voci dei venditori di bibite, il salsicciaio e il pasticciere e tutti i commessi di taverna che vendono ciascuno la sua merce con una sua speciale inflessione della voce.
"Uomo di ferro ", tu mi dirai, "se non sordo, tu che mantieni ferma la mente fra tanti clamori diversi e discordi, mentre il nostro Crisippo si sente quasi venuto meno per quel continuo salutare ". Io perт non curo questo rumore piщ di quello che и prodotto dallo scorrere o dal cadere dell'acqua, sebbene senta dire di persone che hanno avuto bisogno di trasferirsi in altra cittа per questa sola ragione che non potevano sopportare il fragore del Nilo. A me pare che le voci distraggano di piщ che lo strepito: quelle infatti attirano l'attenzione, mentre questo riempie e percuote solo le orecchie. Io sento, senza distrarmi per nulla, molte cose che mi strepitano intorno, i carri che passano in corsa, l'inquilino fabbro, il falegname vicino, e quest'altro che presso la Meta Sudante prova trombette e flauti, e non canta ma grida: mi riesce meno molesto un rumore continuo che interrotto. Perт mi sono ormai tanto abituato a tutte queste cose che potrei udire tranquillamente persino il maestro della ciurma che con voce addirittura lacerante dа il ritmo ai rematori: riesco a questo perchй so costringere l'animo a stare raccolto in se stesso e a non lasciarsi distrarre alle cose esterne. Non importa che tutto strepiti di fuori, purchй non vi sia strepito dentro, non lottino fra loro la cupidigia e il timore, non siano in dissidio l'avarizia e l'amore del lusso, tormentandosi a vicenda. Come puт dare gioia il silenzio fuori di noi, se fremono all'interno le passioni? "Tutte le cose erano raccolte nella placida quiete della notte. "Falso: non vi и placida quiete se non quella che и composta dalla ragione: la notte dа e non toglie molestie, soltanto cambia le inquietudini. I sogni dei dormenti sono tanto torbidi quanto le loro giornate: la vera tranquillitа и quella nella quale si esprime la buona coscienza. Guarda quello a cui si cerca in ogni modo di conciliare il sonno nel silenzio di un vasto palazzo: lа folla dei servi tace perchй anche il piщ tenue suono non giunga alle sue orecchie, e quelli che si avvicinano alla sua stanza camminano in punta di piedi: egli si volta da una parte e dall'altra cercando fra gli affanni di prendere un po' di leggero sonno, e si lagna di aver udito ciт che non ha udito affatto. Quale pensi che debba essere la causa di tutto questo? Egli porta lo strepito dentro di sй nell'intimitа dell'animo. Egli deve mettere in pace l'animo e disciplinarne gl'impulsi, altrimenti non avrai mai ragione di crederlo tranquillo, se anche il corpo giace in perfetto riposo. Talora anche nel riposo siamo presi da inquietudine, e allora tutte le volte che l'ozio insofferente di se stesso ci dа fastidio dobbiamo muoverci e occuparci spiegando qualche bella attivitа. I grandi capitani, quando vedono che i soldati cominciano a non obbedire piщ con perfetta disciplina, li mettono a posto con qualche fatica e li occupano in qualche spedizione lontana. Chi и tenuto stretto in qualche occupazione non ha tempo di abbandonarsi alla licenza: nulla и cosм certo come questo, che i mali dell'ozio sono dispersi dal lavoro. Spesso noi abbiamo e diamo agli altri l'impressione di esserci ritirati a vita privata per disgusto e quasi con un senso di pentimento dagli affari politici e dai posti che sono stati causa di malanni e di pene: tuttavia nel chiuso di quell'ombra dove ci ha gettato il timore e la stanchezza, qualche volta torna a travagliarci l'ambizione. Essa infatti и venuta meno non perchй veramente stroncata ma perchй stanca cd imbronciata colla realtа che non sempre accondiscende alle sue domande. Lo stesso dico dell'amore dello sfarzo, che quando crediamo di essercene liberati e abbiamo fatto professione di frugalitа, ecco che di nuovo torna a tentarci e nella nostra vita di temperanza ci richiede ancora quei piaceri lasciati un po' da parte ma non definitivamente condannati e ce li richiede anzi con tanto maggior forza in quanto agisce di nascosto. Tutti i vizi infatti all'aperto sono piщ leggeri, come le malattie che, quando erompono piщ violente fuori dal segreto, vanno verso la guarigione. E sappi che l'avarizia l'ambizione e tutte le altre malattie dell'anima umana sono estremamente gravi e perniciose proprio quando si fermano con un simulato aspetto di sanitа. E allora sembra che siamo tranquilli e invece non siamo tranquilli affatto. Se noi abbiamo l'anima veramente pura, se abbiamo suonato a raccolta e disprezzato i vani allettamenti come si diceva avanti, allora nessuna cosa ci farа deviare, nй voce d'uomini, nй canto di uccelli varrа ad interrompere i nostri buoni pensieri, ormai solidi e sicuri. Spirito leggero e ancora non capace di un raccoglimento interiore и quello che si leva rispondendo ad ogni chiamata, ad ogni rumore casuale. Esso ha ancora in se stesso qualche inquietudine e qualche apprensione che lo tiene in continua ansia sospettosa, come dice il nostro Virgilio: "ed io che poco innanzi impavido gli strali affrontava dei Greci e le addensate falangi, or tremo ad ogni soffio, balzo ad ogni suono, trepidando: tanta pel compagno e pel peso ansia mi affanna." Il primo sapiente и il pio Enea che nй il fischiare dei dardi nй le armi incrociate di fitte schiere, nй il fragore di una cittа in rovina riescono a spaventare: l'altro invece и un inesperto sempre in timore per le cose sue, spaventato ad ogni scricchiolio, che si abbatte ad una voce in cui abbia l'impressione di sentire un fremito ostile. I piщ lievi movimenti lo scoraggiano: il peso che egli porta lo rende pauroso. Tu guarda pure chiunque fra cotesti fortunati che sempre traggono molto con sй e hanno sempre molto da portare, tu lo vedrai sempre "per il compagno e per il peso in ansia grande." Sappi dunque che tu avrai veramente formato la tua persona quando sarai giunto a questo, clic nessun clamore piщ ti toccherа, nessuna voce, sia di lusinga sia di minaccia, sia di vano strepito, potrа piщ strapparti a te stesso. " E che dunque? Non conviene di piщ essere libero una buona volta da questi chiassi?" Lo confesso, sм. Pertanto lascerт questo luogo. Ho voluto fare un'esperienza ed esercitarmi. Ma и proprio necessario che io mi tormenti piщ a lungo quando Ulisse ha trovato un cosм facile rimedio per i compagni anche contro le Sirene? Addio.

Esempio



  


  1. vultaggio rosa

    sto cercando l'amalisi del periodo di un brano della lettera a lucilio 59

  2. vultaggio rosa

    analisi del periodo di "iam docebo quemadmodum etc.."