Lettere a Lucilio (Seneca), Libro VI, lettera 3

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Testo

LETTERA III
LA VILLA DI VAZIA. LA DISTANZA NON TIENE LONTANI GLI AMICI
Quando scendo da una gita in lettiga mi sento non meno stanco che se avessi camminato tutto il tempo che invece sono stato seduto. Farsi portare a lungo и fatica e forse anche maggiore, perchй и contro natura, la quale ci ha dato i piedi per camminare come ci ha dato gli occhi per vedere. Le mollezze ci infiacchiscono, ed allora non siamo in grado di fare quello che prima non abbiamo voluto fare. Tuttavia mi era necessario scuotere un po' il corpo, sia per espellere quel po' di catarro che si era fermato nella gola, sia per alleggerire il respiro che non so per quale ragione si era fatto un po' troppo pesante; ed ho avuto l'impressione che questo movimento mi abbia giovato. Perciт ho continuato a farmi portare piщ a lungo cedendo al dolce invito di quella spiaggia che s'insinua fra Cuma e la villa di Servilio Vazia e si dilunga come una stretta via chiusa fra il mare da una parte e il lago dall'altra. La spiaggia era rassodata da una tempesta recente: la frase puт sembrare strana, ma tu sai che i flutti quando si fanno frequenti e impetuosi, tengono compatta la spiaggia, mentre il buon tempo asciutto troppo prolungato la dissolve mandando via dalla sabbia quel po' di umido che la teneva unita.
Secondo la mia abitudine ho cominciato subito a guardare intorno per vedere se mai trovassi cosa che potesse giovarmi, ed ho fermato gli occhi sulla villa che una volta era stata di Vazia. In quella villa era invecchiato un ricco uomo pretorio, noto soltanto per il suo ozio, e solo per questo reputato felice. Ogni volta che avveniva a un tale di cadere in rovina per amicizia di Asinio Gallo oppure prima per l'odio e in seguito anche per amore di quel Seiano che era ugualmente pericoloso offendere o amare, tutti subito esclamavano: "O Vazia, tu solo sai vivere. i Ma egli sapeva stare nascosto e non vivere: c'и infatti una grande differenza fra una vita tranquilla e una vita ignava. Ogni volta che mi accadeva di passare avanti alla villa, quando Vazia era ancora vivo, io non mancavo mai di ripetere: "Qui giace Vazia. " Ma la filosofia, caro Lucilio, и cosa tanto sacra e venerabile che una sua falsificazione che le somigli piace ugualmente. Infatti l'uomo che vive appartato nell'ozio, viene ritenuto dal volgo uomo che sappia vivere per sй sereno e contento, mentre a nessun altro che al saggio tale bene puт essere concesso. Solo il saggio sa ciт che piщ importa, cioи vivere veramente per sй. Chi fugge gli uomini e la societа umana e se ne vive relegato per il fallimento delle sue brame o perchй non riesce a sostenere la vista delle altrui maggiori fortune, chi si tiene nascosto per paura come un animale timido ed inerte, questi non vive per sй ma vive, cosa turpidissima, per il ventre, per il sonno, per ogni libidine. Non vive ancora veramente per sй chi non vive per altri. Tuttavia bisogna ammettere che il perseverare costante in un proposito rappresenta pur sempre un valore, tanto che anche la pertinacia nell'ozio acquista un certo prestigio. Nulla di sicuro posso dirti della villa; ne conosco solo la facciata e quella parte esteriore visibile anche ai passanti. Vi sono due grotte artificiali che sono veramente un magnifico lavoro, ampie come qualsiasi bell'atrio: l'una non riceve mai sole, e l'altra invece lo riceve fino a sera. Un corso d'acqua derivato dal mare e dal lago Acherusio divide a mezzo a guisa di canale un bosco di platani, e benchй continuamente si vada vuotando basta per nutrire dei pesci. Ma quando il mare si presta tranquillo alla pesca, il lago viene lasciato in pace: quando invece le tempeste marine mettono i pescatori in ozio, si ricorre senz'altro all'artifizio del lago. La villa poi presenta questa grande comoditа che ha Baia subito dopo il muro di cinta: cosм puт fartene godere i piaceri senza fartene sentire gl'inconvenienti. E le riconosco poi anche un altro valore, che puт essere abitata tutto l'anno. Infatti и esposta al vento Favonio, in modo che se lo prende per sй e lo toglie a Baia. Non si и mostrato certo uno sciocco Vazia scegliendo questo luogo per andarci a vivere il suo ozio infecondo e ormai senile.
Ma il posto non importa poi molto per la tranquillitа. E' l'animo che riesce a renderci gradite tutte le cose. Ho veduto uomini profondamente melanconici in ville allegre ed amene ed ho veduto in posti solitari uomini che parevano pieni di attivitа. Perciт non c'и ragione che tu abbia a credere di non aver ben composta la tua vita, perchй non stai in Campania. Ma del resto perchй non ci stai? Manda qui i tuoi pensieri. Si puт benissimo conversare cogli amici lontani ogni volta che vuoi e a lungo quanto vuoi: di questo piacere che и grandissimo godiamo proprio mentre siamo lontani. La presenza degli amici affievolisce il nostro sentimento e siccome ora discorriamo, ora passeggiamo e ora stiamo a sedere sempre insieme, quando poi ci si separa non pensiamo ad essi che abbiamo veduto poco prima. E dobbiamo sopportare con rassegnato animo la lontananza anche perchй, pur quando viviamo insieme, passiamo gran parte del tempo lontani. Considera la separazione delle notti, poi le diverse occupazioni di ciascuno, gli studi in cui ciascuno si isola, le gite suburbane, e vedrai che non и poi molto ciт che la partenza dell'amico ci toglie. Noi dobbiamo possedere l'animo dell'amico che non и mai lontano, e vede ogni giorno chi vuole. Pertanto tu studia, cena, passeggia pure con me; perт noi rendiamo angusta la nostra vita se poniamo un limite chiuso al nostro pensiero.
Io ti vedo, caro Lucilio, e piщ che mai ti ascolto. Mi sento tanto vicino che quando comincio a scriverti resto un momento in dubbio se stia per scriverti una lettera o un bigliettino. Addio.

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