Lettere a Lucilio (Seneca), libro III lettera IV

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Testo

LETTERA IV (25)

QUANDO C'И UN SENSO DI PUDORE DEI VIZI

SI PUТ SPERARE L'EMENDAMENTO

Per quanto riguarda i nostri due amici bisogna prendere vie diverse: i difetti dell'uno si debbono correggere, quelli dell'altro addirittura spezzare. Procederт con tutta la libertа: quello mostrerei di non amarlo se non lo attaccassi forte. Tu mi dirai: " ma come mai pensi di tenere sotto tutela un pupillo di quarant'anni? Considera l'etа di lui; la sua natura fatta ormai rigida e non piщ malleabile, non puт piщ essere riformata; solo le cose tenere e molli si possono variamente plasmare. " Non so se ci riuscirт, ma preferisco che mi manchi il successo piuttosto che la fedeltа al dovere. E potrai sperare di guarire anche gli ammalati cronici, se ti opporrai alla loro intemperanza, se li costringerai a fare e a soffrire contro voglia molte cose per curarsi. Neppure per l'altro ho molta fiducia: un po' di fiducia l'ho per questa ragione, che egli arrossisce ancora dei suoi peccati. Bisogna alimentare questo sentimento di pudore che fino a che resta nell'animo suo dа ragione di sperare bene. Con quest'uomo inveterato nel male io penso che sia necessario agire con molto riguardo, perchй non giunga a disperare di se stesso: e non c'и stato tempo migliore di questo per affrontarlo, mentre si trova ancora in un momento di quiete e si presenta simile a persona che abbia giа attuato in sй delle correzioni. Altri si sono lasciati trarre in inganno da questi intervalli di quiete e hanno dato loro soverchia importanza, ma io non mi lascio illudere. Io Capisco che quei suoi vizi sono come assopiti ma non sono venuti meno e mi aspetto che torneranno accresciuti dei loro frutti. Attenderт per qualche giorno e sperimenterт se sia possibile trarre qualche buon risultato.
In quanto a te, mostrati forte, come d'altronde stai facendo, e diminuisci il tuo bagaglio. Nulla di ciт che abbiamo ci и veramente necessario: ritorniamo dunque alla legge di natura. La ricchezza и a portata di mano: quello di cui abbiamo bisogno и gratuito o costa poco. La natura del nostro organismo non ci chiede che pane e acqua. Nessuno и povero di queste cose, e ognuno che sappia restringere i suoi desideri, puт contendere in felicitа collo stesso Giove, come dice Epicuro. Voglio inserire in questa lettera qualche suo detto. " In tutte le cose opera come se Epicuro ti stia a guardare. " Giova certamente imporsi un custode, e avere avanti agli occhi qualcuno che tu riguardi come presente al tuo intimo lavoro di meditazione. Certo и magnifico vivere come se tu abbia volti sopra dite gli occhi di un uomo virtuoso sempre presente: ma io mi accontento che tu operi in ogni cosa come se un uomo qualunque ti guardi: la solitudine consiglia sempre male. Quando avrai fatto tale progresso da giungere a sentire la reverenza dite stesso, allora potrai anche mandare via il pedagogo. Intanto, finchй non abbi fatto dite una persona colla quale non osi peccare, mettiti sotto la protezione d'uno di quegli autorevoli uomini, sia egli Catone o Scipione o Lelio o qualche altro, alla cui presenza anche uomini scapestrati cercano di sopprimere i loro vizi. Quando avrai fatto questo e comincerai ad avere qualche stima della tua persona, alla mia volta comincerт a permetterti quello che consiglia Epicuro: "Specialmente allora raccogliti in te stesso, quando sei Costretto a stare nella folla. " Bisogna che tu ti faccia diverso dai molti finchй tu giunga a poter ritirarti sicuramente in te stesso. Osserva le persone intorno: non vi и uno che non preferisca stare in compagnia di qualsiasi altro piuttosto che in compagnia di se stesso. " Specialmente allora raccogliti in te stesso quando sei costretto a stare nella folla"; se sai di essere uomo virtuoso, tranquillo e temperato. In caso diverso lascia te stesso e confonditi nella folla: chй nella solitudine ti avvicini troppo all'uomo cattivo. Addio.

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