Ibsen alloggiò presso l'Albergo Europa (Villa Pisani).
Ibsen era un abitudinario, regolava la sua giornata su un ritmo costante e inalterato. Si levava al primo chiarore dell'alba, e al mattino, lo si vedeva immancabilmente passegiare solitario e pensoso per i sentieri della campagna. Al ritorno si sedeva sulla terrazza dell'albergo. Quì gli veniva
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I contadini seminano i campi quasi con dolore, perché pensano che questo grano è talmente poco per poter sopravvivere e prevedono che l’anno successivo avranno un raccolto ancora più scarso, non riescono ad intravedere una via d’uscita alla loro miseria, e sono consapevoli che la carestia si prolungherà nel tempo e non sono fiduciosi in un futuro migl
Don Abbondio all’inizio sembrava convinto di fuggire, ma subito si trova bloccato dal contrasto fra il pensiero e l’azione, infatti sono sopraggiunti dei timori immaginari. (diceva “come fare?” “dove andare?”). I monti non erano sicuri, perché si sapeva che “i lanzichenecchi” (soldati mercenari- il loro nome significa fanti della milizia territoriale)
Ma egli riesce a rimanere calmo e carca di fargli cambiare idea. Don Rodrigo afferma che la situazione si risolverebbe se Lucia accettasse di mettersi sotto la sua protezione. A questo punto Fra Cristoforo perde la pazienza e intimorisce il signorotto parlandogli della giustizia divina, alla quale tutti si dovranno sottoporre una volta conclusa la vita
La riviera formata dal deposito di tre grandi torrenti, respinge verso il lago appoggiato da due monti vicini in fila, uno chiamato San Martino, l’altro invece con un termine lombardo chiamato “Resegone”, dalle sue molte cime in fila, in verità lo fanno somigliare ad una grossa sega: tanto che, non c’è una persona che nel vederlo per la prima volta, pur
II. Nella seconda strofa non c’è nessuna risposta riguardo agli interrogativi precedenti e segue una descrizione allegorica della vita umana. Essa è paragonata al viaggio insidioso di un “vecchierello” malato, esposto alle intemperie della natura e la sua destinazione coincide con “l’abisso orrido”, cioè la morte.
III. In questa strofa il pastore r
non deve chiedersi ogni cosa, ma deve ammettere i suoi limiti ed accettare la Volontà superire con umiltà e fede
→fede più importante della ragione!!).
I NEGLIGENTI SCOMUNICATI:I poeti arrivano ad un punto in cui la montagna è veramente inaccessibile
(iperbole→purgatori arduo per pagare i peccati).Intanto giunge da sinistra un gruppo di anim
impallidiscono per lo sgomento. Una di esse si avvicina: è il musico Casella,amico del poeta a cui spiega,dopo che
questi ha tentato invano di abbracciarlo(come Enea nell’Eneide tentò invano di abbracciare 3volte il padre), che
gli espianti si raccolgono sulla foce del Tevere da dove vengono mbarcati dall’angelo. Su richiesta dell’amico
C
Canto II°
L’ANGELO NOCCHIERO (vv.1-51) =>Qnd il sole è all’orizzonte d Gerusalemme tramonta sulla terra e sorge nel purgatorio(Gerusalemme&Purgatorio sn agli antipodi):Domenica d Pasqua1300:resurrezione:s è compiuto il sacrificio d Cristo.Il narratore è onnisciente:punto d vista d Dante pellegrino.Eco d Caronte,ma qst anime hanno la certezza di esse