Materie: | Riassunto |
Categoria: | Italiano |
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Data: | 23.02.2007 |
Numero di pagine: | 3 |
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Testo
COMMENTO CAP. IV PROMESSI SPOSI
In questo capitolo l’autore ci descrive il cammino di Fra Cristoforo che sta recandosi da Lucia ed Agnese, perché chiamato da loro. Si appresta al viaggio alquanto preoccupato, perché teme che possa essere accaduto qualcosa di grave alle due care persone.
Attraversando la campagna il suo animo si rattrista sempre di più vedendo molta povera gente scarna e macilenta a causa della grande carestia.
I contadini seminano i campi quasi con dolore, perché pensano che questo grano è talmente poco per poter sopravvivere e prevedono che l’anno successivo avranno un raccolto ancora più scarso, non riescono ad intravedere una via d’uscita alla loro miseria, e sono consapevoli che la carestia si prolungherà nel tempo e non sono fiduciosi in un futuro migliore.
Fra Cristoforo vede una ragazzetta macilenta, la quale cerca di rubare dell’erba alla scarna mucca che pascola.
Dopo la straziante descrizione di questa dolorosa scena, l’autore si sofferma a raccontare la vita di Fra Cristoforo.
In gioventù era stato un forte cavaliere, aveva fatto buoni studi, perché suo padre desiderava che si inserisse nella vita aristocratica della sua città. I nobili della città però non gli perdonavano di essere di umili origini e nonostante fosse ricco, non lo accettavano volentieri alle loro feste.
Ludovico (questo era il suo nome) che era di animo onesto e desiderava la giustizia per tutti, si mise a difendere le persone che ricevevano soprusi da questi nobili.
Purtroppo dovette circondarsi anche lui di “bravacci” per poter far trionfare qualche volta la giustizia.
Nei momenti di grande sconforto, sentiva il desiderio di abbandonare la vita mondana per farsi frate.
Un giorno percorreva una strada della sua città insieme a due bravi ed al più fedele e caro servitore Cristoforo, Ludovico venne alle mani per una questione di cavalleria con un arrogante signore.
In questa vicenda possiamo notare come il Manzoni ci presenti Ludovico: un uomo incapace di sopportare ed inghiottire umiliazioni in ogni momento.
Infatti non cedette all’intimidazione dell’arrogante signorotto di lasciargli il passo.
Dalla disputa sulle regole della cavalleria si passò al duello ed il suo fedele servitore nel tentativo di salvargli la vita, rimase trafitto dalla spada del prepotente signorotto.
Ludovico che prima aveva solo in animo di difendersi, ma non di uccidere, vendicò immediatamente il proprio servitore, uccidendo a sua volta il signorotto.
Per mettersi in salvo si rifugiò in un convento di cappuccini dove mise in atto la sua vecchia aspirazione di farsi frate.
A trent’anni indossò il saio e secondo l’uso, lasciò il suo nome per assumerne un altro che gli rammentasse ciò che aveva da espiare e si chiamo Fra Cristoforo.
La sua personalità viene rappresentata molto bene dal Manzoni nell’ultima parte quando descrive la scena del perdono.
E’ una scena che rappresenta la stampa seicentesca più ammirabile del romanzo.
Non solo per il rimescolarsi di “gran cappe” “ di alte penne” “di durlindane” è Seicento, ma anche le parole e le positure delineano questo periodo storico.
I veri personaggi in azione sono il frate e la folla.
Il fratello dell’ucciso è solo uno strumento di quella folla. Infatti il colloquio tra Cristoforo ed il gentiluomo il Manzoni mette in evidenza come il signore agisca premuto dai sentimenti della collettività, mentre il frate nei suoi atteggiamenti e nel suoi discorsi sia spontaneo.
Fra Cristoforo non è entusiasta del trattamento così cerimonioso, ma il suo animo mira ad un’altra prospettiva, ricevere il perdono dal fratello dell’ucciso.
Questo perdono infine lo riceve ed il suo simbolo, cioè il pane lo conserverà per tutta la sua vita, per ricordarsi dell’omicidio commesso, che dovrà espiare per tutta la vita.
Riassunto Padre Cristoforo e don Rodrigo
analisi del quinto capitolo de " i promessi sposi"