Temi preparativi per la seconda prova in zootecnia

Materie:Altro
Categoria:Zootecnia
Download:1167
Data:08.08.2005
Numero di pagine:13
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
temi-preparativi-seconda-prova-zootecnia_1.zip (Dimensione: 44.39 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_temi-preparativi-per-la-seconda-prova-in-zootecnia.doc     136 Kb


Testo

Il miglioramento genetico dei bovini da latte ha raggiunto in molti paesi, risultati rilevanti con prestazioni produttiva elevate. Il candidato descriva i criteri con i quali si procede all’attività di miglioramento esponendo le modalità con cui si potrebbe operare su una razza allevata in zona temperata asciutta nella quale la media della produzione, per animali tenuti con sistema tallivo, oscilla intorno ai 32 q di latte annui con il 3% di sostanza grassa.

L’Azienda che andremo a studiare è situata a Murci in località “La Colomba” nel Comune di Scansano a 700 mt dal livello del mare, nei pressi della Strada Statale n° 323, che consente l’accesso ad esse e il trasporto del bestiame. L’Azienda è confinante a nord con la proprietà cerealicola di appartenenza al signor Bianchi, a est con l’appezzamento di prato polifita di proprietà del signor Rossi, a ovest con il bosco gestito dalla comunità montana e a sud con la centrale operativa dell’ENEL.
L’Azienda è collegata alla strada statale da una strada sterrata che divide la superficie agricola utilizzabile in due parti distinte ed ha una estensione totale di 280 ha.
La superficie aziendale è ripartita come segue: 35 ha sono adibiti alla casa colonica, alla stalla per le bovine da latte, alla stalla per i torelli all’ingrasso, alla stalla per i vitelli in svezzamento, al fienile, alla rimessa macchine e attrezzi, alla rimessa scorte, alla concimaia o vasca per le deiezioni e al fabbricato destinato al silos; 50 ha sono adibiti all’area di pascolo di cui 3 ha occupati da 19 punti per abbeverare il bestiame con acqua derivante da sorgenti naturali più un punto che è stato incanalato per portare acqua all’interno delle stalle; 3 ha a paddock esterno nei pressi della stalla, 15 ha a boschivo, adibiti anch’essi al pascolo durante il periodo estivo, 17 ha adibiti a seminativo di grano per fabbisogno alimentare umano i cui derivati contribuiscono alla costituzione delle lettiere presenti nella stalla per i vitelli in svezzamento; 60 ha per mais da insilato e i restanti 100 ha sono utilizzati per la produzione di colture foraggere. Il terreno è un terreno prevalentemente collinare, è ben drenato e di medio impasto. Le colture foreggere principali sono costituite da 40 ha di erba medica, 35 ha di fieno di trifoglio e 25 ha di orzo che vengono in parte somministrati sottoforma di foraggio fresco, e sottoforma di foraggio secco.
Inoltre nell’alimentazione dei bovini, vengono incrementati mangimi e foraggi acquistati. La stalla per le bovine è a stabulazione libera in modo che l’animale possa muoversi liberamente all’interno o all’esterno della stalla non avendo uno spazio definito a disposizione, risulta infatti il sistema di allevamento che più si avvicina alle condizioni naturali di vita dell’animale, garantendo la possibilità di estrinsecare al meglio le potenzialità produttive del bovino.
Inoltre questo tipo di stabulazione migliora le condizioni di salute delle bovine, l’igiene della mammella e le operazioni di mungitura.
La stalla assume stabulazione all’aperto dove la zona di riposo è a lettiera permanente ed è sufficiente un edificio chiuso su tre lati e aperto sul lato rivolto al paddock.
La stabulazione su lettiera apporta la possibilità di avere letame in azienda utilizzabile dal punto di vista agronomico per le culture presenti, ma la lettiera permanente comporta notevole consumo di paglia, alla quale dovrà contribuire quella acquistata.
Nell’azienda sono allevati 200 capi di razza Frisona italiana che devono essere sottoposti a miglioramento genetico poiché si desidera ottenere contemporaneamente una maggiore produzione di latte e un elevato contenuto in grasso.
La razza si presenta di buona mole, con una costituzione forte, una corretta conformazione e un forte potere digestivo-respiratorio, ha una spiccata attitudine ad elevate produzioni di latte e un buon titolo di grassi.
Questa razza dovrebbe avere un contenuto in grassi non inferiore al 3,2% e una produzione media che si deve aggirare intorno ai 34 q a lattazione.
I 200 capi si suddividono in 100 bovine da latte che hanno già partorito almeno una volta, 10 manze, 35 torelli da ingrasso, 5 tori riproduttori e 50 vitelli da svezzare che in parte potranno essere utilizzati come animali per la quota di rimonta.
Per attuare il miglioramento occorre innanzitutto stimare il valore riproduttivo dei tori presenti nell’allevamento.
Operiamo quindi, suddividendo le bovine, assieme alle manze, in due gruppi distinti in modo da formare un gruppo con le bovine che hanno una produzione media di latte di 32 q e un gruppo che hanno una minore produzione.
Le prime bovine suddette le suddivido nuovamente in due gruppi, destinando un gruppo all’accoppiamento con tori positivi al test delle progenie e un gruppo a incroci interlineari con principale selezione funzionale.
Nel primo gruppo è possibile utilizzare anche il seme dei tori, praticando l’inseminazione strumentale.
Sia con i tori che con il seme del toro prescelto, si raggiungono gli obbiettivi predisposti, anche se la fecondazione artificiale risulta più vantaggiosa nel criterio sanitario ma più svantaggiosa dal punto di vista economico, poiché le bovine si presentano in numero abbastanza cospicuo, quindi ricorro all’accoppiamento con tori cercando di mantenere igienici, il più possibile, i locali.
Nel secondo gruppo attuo un’altra tecnica poiché con i tori positivi al test delle progenie, la produzione varia al variare delle condizioni ambientali.
In esso ( 1° gruppo) applico l’incrocio interlineare dove il miglioramento è riscontrabile poiché vengono incrociati all’interno della stessa razza individui con “scarse produzioni” con individui di linea diversa che permettono di selezionare individui migliori.
Inoltre nello stesso gruppo metterò in atto la tecnica dell’ embryo transfer preparando tali bovine con trattamenti ormonali in modo da dare origine a superovulazioni.
Gli embrioni che preleverò li impianterò nelle bovine riceventi che avevano un produzione media inferiore ai 32 q, in modo da ottenere ugualmente un miglioramento all’interno di tutto l’allevamento.
Le bovine riceventi verranno trattate con prostaglandine in modo da favorire e facilitare l’attecchimento dell’embrione nel corno uterino, se nel periodo in cui avverrà il prelievo, queste non sono prossime al periodo estrale.
Tuttavia per aumentare la percentuale in sostanza grassa posso somministrare alle bovine l’orzo o il fieno presente in azienda in modo che l’animale produca latte con il 3,4 % di contenuto in grassi.

Il candidato, dopo aver illustrato le caratteristiche morfologiche-produttive di una razza bovina da latte, descriva le connotazioni più significative della specifica produzione, analizzando gli aspetti della curva annuale della lattazione e della sua evoluzione nel corso degli anni. Esamini poi possibili modalità per ottenere aumenti qualitativi e quantitativi delle produzioni lattee, riferendosi ad ambienti con elevata predisposizione per detta attività.

L’allevamento presente in azienda è composto da capi di razza Bruna che devono migliorare le caratteristiche produttive sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.
La razza si presenta di buona mole, con una costituzione forte, una corretta conformazione scheletrica soprattutto la regione dorso – lombare e con una mammella armonica nella forma.
Ha un forte potere digestivo-respiratorio e risulta precoce per sviluppo e produttività, inoltre è una razza sufficientemente longeva e feconda con attitudine da latte ad alto titolo di grasso e proteine, ma è anche in grado di fornire discrete produzioni da carne.
Morfologicamente si riscontra un mantello di colore marrone che tende dal chiaro allo scuro in modo uniforme, la testa è espressiva con occhi vivaci e profilo superiore rettilineo, linea dorsale rettilinea e arti appiombo.
E’ una razza che ha una complessione con funzionalità maggiore cioè risulta con funzionalità ipertiroidea, ipersurrenale, ipergenitale e iperossidativa.
Mediamente nel pieno della produzione lattifera, cioè tra la quarta e la sesta lattazione, produce dai 29 q ai 37 q con una percentuale minima di contenuto in grasso pari al 3,4 %, anche se non sono molto rare produzioni di 70-80 q.
Il latte risulta così composto: per l’88% di acqua, per il 4,7% di lattosio, per il 3,4% di grassi, per il 3,3% di sostanze azotate e per lo 0,75% di ceneri.
Il latte prodotto sarà destinato in parte allo svezzamento dei vitelli e in parte verrà venduto all’industria casearia.
Analizzando una curva di lattazione possiamo notare un indice di persistenza in funzione dei caratteri paratipici, il quale è influenzato da una fecondazione che fa decrescere la produzione fino al periodo di asciutta.

Tra 30gg e 60gg = 40 gg di massima lattazione che sono l’indice di persistenza.

Per migliorare però la quantità di latte occorre analizzare l’evoluzione delle lattazioni nel corso degli anni, in modo da mettere in pratica eventuali accorgimenti senza dover ricorrere per forza a miglioramenti genetici.
Normalmente una bovina appartenente a tale razza ha le seguenti produzioni:

1°- tra 2200 e 2600 kg
2°- tra 2500 e 3100 kg
3°- tra 2700 e 3400 kg
4°- tra 2900 e 3700 kg
5°- tra 2900 e 3700 kg
6°- tra 2900 e 3700 kg
7°- tra 2700 e 3400 kg
8°- tra 2500 e 3100 kg
9°- tra 2200 e 2600 kg

Per aumentare la produzione all’interno dell’allevamento, posso perfezionare o migliorare le strutture dove avviene la mungitura, aumentandone l’igiene o, soprattutto per quanto riguarda il contenuto in grasso, posso somministrare più orzo in sostituzione dei mangimi.
Inoltre grazie al tipo di stabulazione adottata posso far pascolare le bovine all’aperto, in modo che il calcio e la vitamina D si fissino influenzando le produzioni di latte.
Se con questi accorgimenti la produzione non aumenta, allora devo attuare un miglioramento genetico.
Questa azienda è situata a Castagno d’Andrea in località “Castellina” nel comune di San Godendo in provincia di Firenze, a 850 mt sul livello del mare nei pressi della strada statale tosco-romagnola che passa nel centro della località comunale.
L’azienda è confinante a sud con il parco faunistico casentinese, a ovest con l’azienda di appartenenza al signor Larini, a nord con la proprietà comunale “San Martino” dove sorge il cimitero, a nord-est con il paese Serignana e a est con l’agriturismo e horses trekking “Le Casine” del signor Ferrini.
L’azienda è accessibile attraverso la strada sterrata “Falterona” che consente il trasporto del bestiame ed è collegata alla strada statale, il percorso sterrato divide la superficie agricola utilizzabile in due parti distinte che assume una estensione totale di 300 ha.
La superficie aziendale è ripartita come segue: 36 ha sono adibiti alla casa colonica, alla stalla per le bovine da latte, alla stalla per i vitelli in svezzamento, alla stalla per i torelli all’ingrasso, alla vasca per le deiezioni, al fienile, al magazzino scorte, alla rimessa macchine e attrezzi e al fabbricato destinato al silos; 5 ha sono adibiti a paddock esterno nei pressi della stalla; 66 ha sono destinati all’area di pascolo di cui 5 ha occupati da 37 punti per abbeverare il bestiame con acqua derivante dalla sorgente naturale della piana “Le cento fonti”, più un punto che è stato incanalato per portare acqua nelle stalle; 18 ha adibiti a seminativo per fabbisogno alimentare umano, i cui scarti contribuiscono alla costituzione delle lettiere nella stalla dei vitelli in svezzamento, 60 ha per mais da insilato e i restanti 115 ha sono usufruiti per la produzione di colture foraggere.
Il terreno è per la maggior parte collinare, ben drenato e di medio impasto, anche se 10 ha dell’area di pascolo è montano con la presenza di conifere tipiche del luogo.
Le colture principali sono costituite da 50 ha di erba medica, 35 ha di fieno di trifoglio bolognino e 30 ha di orzo, le cui produzioni possono essere somministrate sottoforma di foraggio fresco. Nel caso le unità foraggere non soddisfino il bisogno animale si può incrementare l’alimentazione bovina con l’aggiunta di mangimi o altri foraggi acquistati. La stalla è a stabulazione libera, di modo che l’animale non avendo uno spazio ben definito si muove liberamente all’interno o all’esterno della stalla, avvicinando così le condizioni di vita dell’animale il più possibile a quelle naturali, garantendo però la capacità di esternare nel miglior modo possibile le potenzialità produttive del bovino. La stalla assume una stabulazione libera del tipo all’aperto dove la zona di riposo è a lettiera permanente e l’edificio è rappresentato da una struttura chiusa su tre lati e aperta sul lato che è rivolto al paddock esterno. La lettiera assicura un apporto giornaliero di letame usufruibile per le colture prodotte, ma necessita di una notevole quantità di paglia che va incrementata con l’acquisto. Il locale della sala mungitura è piastrellato in modo da garantire il massimo igiene ed è caratterizzato dalla disposizione fissa degli animali poiché questi vengono convogliati in poste generalmente disposte simmetricamente rispetto alla fossa di mungitura. Le poste sono a spina di pesce cioè non suddivise tra di loro, ma garantiscono una mungitura pari al numero di animali introdotti, inoltre la mungitura viene effettuata con sistemi meccanici con distacco automatico. L’allevamento è composto da 210 capi che si suddividono in 115 bovine da latte, 30 torelli da ingrasso, 50 vitelli da svezzare, 6 tori riproduttori e 9 manze. I vitelli saranno in parte destinati al commercio delle carni e in parte potranno essere utilizzati per le quote di rimonta. Innanzitutto devo stimare il valore riproduttivo e morfologico dei tori presi in esame. Poi dopo aver selezionato quelli più produttivi, suddividerò le 124 bovine in due gruppi distinti individuando quelle con una maggior produzione. Su queste bovine attuerò l’accoppiamento con tori positivi al progeny test e/o incroci interlineari, che risultano di migliore economicità rispetto all’acquisto di un seme migliorato poiché l’allevamento risulta cospicuo e la fecondazione artificiale assumerebbe un costo troppo elevato, somma che consentirebbe di mantenere in vita un toro. Inoltre, le stesse bovine le sottoporrò a trattamenti ormonali in modo da originare una superovulazione, mettendo in atto l’embryo transfer. Gli embrioni che otterrò verranno espiantati dalla bovina donatrice, che è stata fecondata dal toro miglioratore, ed impiantati nelle bovine riceventi che avevano una produzione scarsa; queste verranno trattate con prostaglandine in modo da favorire l’attecchimento dell’embrione, se nel momento in cui avviene il prelievo dalla donatrice non sono in estro, altrimenti saranno inseminate immediatamente. In questo modo effettuo un miglioramento all’interno di tutto l’allevamento, ma per ottenere un risultato ancora più prestigioso è bene associare a tali metodi riproduttivi anche una corretta alimentazione che influisca sia sulla produzione quantitativa che sulla qualità, ma non solo, perché l’alimentazione influisce anche sulle condizioni di salute del bovino, il quale nel pieno delle proprie potenzialità fisiche produce di più.

Il conduttore di un’azienda estesa per 70 ha, sita in zona pedecollinare, irrigua per il 40 % della superficie intende ridurre l’apporto esterno di mangime per il bestiame da latte che alleva, costituito da animali di buona genealogia. Ha deciso che dovrà integrare con una quantità massima del 15 % le razioni ottenute con i prodotti aziendali, acquistando mais da granella e farina di soia o girasole. Il candidato descriva un possibile ordinamento culturale e determini la quantità di bestiame allevabile indicando il tipo prescelto di allevamento. Definisca quindi la quantità di alimenti necessaria partendo dalla produzione aziendale integrato con gli acquisti per una razione media relativa a pesi vivi di 5,5-6 q con produzioni lattee di buon livello e ne determini il valore nutritivo.

L’Azienda in questione ha un ordinamento cerealicolo-zootecnico ed è situata in località “Casetta” a Braccagli nel comune di Grosseto a 500 mt dal livello del mare, nei pressi della strada vicinale provinciale “Le Cerlette”, la quale consente l’accesso ad essa mediante una strada secondaria che costeggia il margine della proprietà.
Inoltre la strada vicinale garantisce il trasporto del bestiame.
L’Azienda confina a nord con la proprietà zootecnica-cerealicola di appartenenza al signor Salvatore, a est con l’appezzamento di prato polifita di proprietà del signor Rossi, a ovest con una proprietà comunale lasciata incolta e a sud con l’Azienda zootecnica con allevamento di Frisone di proprietà del signor Borgia.
L’Azienda ha un’estensione di 70 ha, di cui 28 ha irrigui coltivati ad erbaio di avena.
La restante superficie è suddivisa in 30 ha di fieno di erba medica, 9 ha di erbaio di mais da granella e 3 ha sono adibiti alla casa colonica, alla stalla per le bovine da latte, alla rimessa scorte, al fienile, alla rimessa macchine e attrezzi, alla vasca per le deiezioni, all’area di pascolo ed al paddock esterno.
La stalla è a stabulazione libera in modo da garantire lo spostamento dell’animale all’interno e all’esterno della stalla senza dover essere costretto ad uno spazio limitato, inoltre, poiché la stalla è confinante con il paddock l’animale può scegliere l’ambiente che più si avvicina alle proprie condizioni di vita naturali, in modo da migliorare le proprie condizioni fisiche (fissaggio della vit. D nelle ossa) e la produzione.
L’allevamento è di razza Frisona italiana, si presenta di buona mole con una forte costituzione, una corretta conformazione scheletrica e un forte potere digestivo-respiratorio, inoltre ha una produzione media di 30-34 q a lattazione con un contenuto in grassi del 3,4 %.
Morfologicamente ha mantello pezzato nero con qualche eccezione pezzato rosso utilizzato per rinsanguare soggetti di Pezzata Rossa, ha una complessione ipertiroidea, testa magra con occhi vivaci, cavità toracica profonda, linea dorsale rettilinea e una mammella ben sviluppata e armonica nella forma.
Adesso per poter esplicare al meglio un ordinamento culturale per il mantenimento ed il calcolo dell’intero allevamento mi sembra doveroso calcolare la razione di mantenimento prendendo in considerazione una bovina di 6 q certi e la razione di produzione con 32 q di latte e un contenuto in grasso di 3,4 %.

R.M. 6 q * 0.7 u.f. = 4.2 u.f.
6 q * 60 gr P.d. = 360 gr P.d.

R.Pr. 0.34 * 32 q = 10.88 u.f.
60 * 32 q = 1920 gr P.d.
_____________________
15.08 u.f.
2280 gr P.d. Razione giornaliera

s.s. = 12/18 Kg

Per coprire la razione giornaliera, calcolo la quantità da somministrare usufruendo le colture presenti in azienda.

• Fieno di erba medica
s.s. = 90.5% P.d.= 14.3 n° U.F.= 0.59

• Erbaio di avena
s.s. = 23.2% P.d.= 6.0 n° U.F.= 0.61

• Mais da granella (erbaio)
s.s. = 19.9% P.d.= 4.5 n° U.F.= 0.80

1ª Prova:

Kg 4 di fieno di erba medica
4 x 0.905 = 3.62 s.s.
3.62 x 14.3 = 51.76 gr P.d.
3.62 x 0.59 = 2.14 U.F.

Kg 25 di erbaio di avena
25 x 0.232 = 5.8 s.s.
5.8 x 6.0 = 34.8 gr P.d.
5.8 x 0.61 = 3.54 U.F.

Kg 20 di erbaio di mais da granella
20 x 0.199 = 3.98 s.s.
3.98 x 4.50 = 17.91 gr P.d.
3.98 x 0.80 = 3.184 U.F.
________________________
Totale 13.40 s.s.
104.47 gr P.d.
8.864 U.F.

Conviene somministrare tali quantità perché copre totalmente la razione di mantenimento e almeno tre unità foraggere della razione di produzione.
Calcolo la quantità di mangime in base a ciò che mi rimane della razione giornaliera.
s.s. : 15 – 13.40 = 1.60
P.d. : 2280 – 104.47 = 2175.53
U.F. : 15.08 – 8.864 = 6.216
A questo punto posso incrementare la razione foraggera con 6 Kg di mangime; tra i mangimi proposti preferisco somministrare 6 Kg di farina di soia anche se non esplico completamente la quantità in proteina digeribile.

Kg 6 di Farina di soia
6 x 0.900 = 5.4 s.s.
5.4 x 42.2 = 227.88 gr P.d.
5.4 x 1.05 = 5.67 U.F.

Calcolata la quantità di somministrazione non mi rimane altro che calcolare il fieno normale per determinare la quantità dei bovini presenti in azienda.

superficie
Pr/ha
Pr totale
Reimpiego
coefficiente
F.N.
Erbaio di Avena
Ha 28.00.00
20 q.li
560 q.li
560 q.li
0.5
280
Fieno di Erba Medica
Ha 30.00.00
90 q.li
2700 q.li
2700 q.li
1.2
3240
Erbaio Mais da granella
Ha 09.00.00
200 q.
1800 q.li
1800 q.li
0.5
900
Totale

4420
4420 : 11.5 = q.li 384.35

384.35 : 6 q.li = 64 bovine

Alla luce di ciò possiamo notare che l’allevamento è composta da 64 bovine e possiamo accingerci a calcolare la quantità di foraggio fresco e di mangime giornaliero necessario per sfamare e soddisfare le produzioni dell’intero allevamento.
Kg di farina di soia 6 x 64 = 384 Kg
Kg di fieno di erba medica 4 x 64 = 256 Kg
Kg di erbaio di avena 25 x 64 = 1600 Kg
Kg di erbaio di mais 20 x 64 = 1280 Kg
Ottenendo questi risultati è possibile determinare la quantità necessaria per il mantenimento e la produzione in un anno:
384 * 356 = 136704.00
256 * 356 = 91136
1600 * 356 = 569600
1280 * 356 = 455680

Esempio