La Russia nell'immediato primo dopoguerra

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Testo

Situazione della Russia dopo la 1° guerra mondiale

Ci fù la rivoluzione di febbraio che scacciò lo zar, salirono al potere due forze: i liberali con a capo il principe L'vov e gli operai e i soldati. La gestione dello stato fù molto difficile. Quando tornò Lienin dall'esilio questa portò i bolshevichi, che fino ad allora avevano accettato il governo, ad intervenire. Questi contrasti interni portarono ad una nuova rivoluzione (di ottobre) capitanata dai bolschevichi.
Le prime cose che vennero variate furono: la nazionalizzazione delle banche, il decreto sulla terra, ecc.
Ben presto la gente si ribello a questa dittatura e nacquero delle insurrezioni. Quest'ultime terminarono quando fù firmata la pace di Briest-Litovsk accettando le condizioni imposte dalla Germania. La Russia perse molto del suo territorio e molti beni economici.
Il pericolo che correva il partito bolschevico (comunista) era che ex esercito dello zar, avendo molto potere, potesse sconvolgere ancora di più l'assai critica condizione russa. Nacque una nuova rivoluzione che portò alla nascita dell'URSS.

Condizione economica dell'Unione sovietica

Dal punto di vista economico l'unione sovietica dopo la fine della guerra era critica. Questo indusse Lienin a iniziare una nuova politica economica (NEP). Venne liberalizzato il commercio, i contadini vennero lasciati liberi di vendere le proprie eccedenze e anche di assumere manodopera. La Nep dette sostanzialmente risultati soddisfacenti. Uno dei problemi era dato dal fatto che la poca industrializzazione del paese portava molti svantaggi sul piano economico. La morte di Lienin portò altri scompigli che Stallin (suo successore) cercò di risolvere, industrializzando forzatamente la Russia. Stalin fede un programma economico iniziando il primo piano quinquennale. Mai in nessun paese del mondo si vide un così rapida industrializzazione. Per quanto riguarda l'agricoltura Stalin cercò di riunire i piccoli appezzamenti di terreno in grandi appezzamenti, scatenando l'ira dei Kulaki i quali vennero sterminati. Stalin era contro la teoria della rivoluzione permanente di Trockij in quanto, secondo lui, l'Unione sovietica avrebbe dovuto intensificare il proprio slancio rivoluzionario in modo da industrializzare in modo più veloce il paese.

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