La rivoluzione industriale

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Testo

RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
FONTI
Fonti grafiche, leggi, ecc.


DOVE E QUANDO
1760-1780 In Inghilterra


BASI MATERIALI
Abbondanza di carbone
TECNOLOGIA E
e ferro
SCIENZA



ECONOMIA
Libero scambio,

commercio triangolare,

rivoluzione agricola del

settecento


STRUTTURA SOCIALE
Introduzione di nuove

figure sociali: il capitalista

e il proprietario


POLITICA
Monarchia costituzionale


CULTURA E ARTE
Pensiero illuminista


STRUTTURE
Trasformazione e
URBANISTICHE
ampliamento in seguito

alla costruzione dei

borghi putridi e

all'inurbamento

LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

L’espressione “Rivoluzione Industriale” fu impiegata per la prima volta per designare l’oggetto specifico di un’indagine storiografica e un periodo ben determinato della storia della Gran Bretagna dallo studioso inglese Arnold Toynbee, nelle Lectures on the industrial revolution, pubblicate nel 1886. Se questa data appare in effetti piuttosto tardiva, va peraltro osservato che l’espressione in questione è entrata già da diversi decenni nel linguaggio di scrittori di economia e politica.
Ma cosa è la rivoluzione industriale?
L’espressione “rivoluzione” si era trasferita dal linguaggio dell’astronomia a quello della politica già nel XVII secolo, ma erano stati gli avvenimenti francesi del 1789-95 a rendere questa metafora di uso universale. E’ evidente che chi parlava di rivoluzione industriale voleva stabilire un confronto con la rivoluzione francese: in Francia erano state radicalmente trasformate le istituzione politiche e anche le strutture sociali; in Inghilterra, circa nello stesso periodo, la stessa sorte era toccata alle strutture economiche e produttive.
La rivoluzione industriale trasformò radicalmente ogni aspetto della vita: l’organizzazione della società, la forma dello Stato, le classi sociali, il lavoro quotidiano, la mentalità, la cultura.
La prima rivoluzione industriale nacque in Inghilterra grazie al concorso e all’interazione di vari fattori e non semplicemente con l’introduzione delle “macchine” nel processo produttivo.
Questi fattori, o indispensabili premesse, della rivoluzione industriale furono:
• La rivoluzione agricola
• La rivoluzione demografica
• La rivoluzione dei trasporti
• Le innovazioni apportate alle macchine
• Le invenzioni di nuove macchine
• Lo “spirito del tempo”.
In questo contesto si ebbe poi il decollo della rivoluzione industriale vera e propria nei settori tessile e carbo-siderurgico.

LA RIVOLUZIONE DEI TRASPORTI

La rivoluzione dei trasporti e lo sviluppo delle vie di comunicazione (strade, ecc) sono legate all’espansione commerciale inglese. Il commercio inglese conobbe a sua volta una rivoluzione: sul finire del Seicento divenne “triangolare”.
Aveva, cioè, tre vertici (l’Inghilterra, l’Africa e l’America) che consentivano alle navi inglesi di navigare sempre a pieno carico (prodotti inglesi per l’Africa, schiavi africani per l’America e cotone americano per l’Inghilterra), con altissimi profitti per commercianti e armatori.

CAUSE
CONSEGUENZE
Il capitale accumulato con il commercio stimolò la crescita del Sistema bancario a Londra e del mercato interno, che per svilupparsi aveva bisogno però di strade, che in Inghilterra mancavano o erano in pessime condizioni.
A ciò provvide l'iniziativa privata, con la costruzione di strade, ma soprattutto di canali.
Le infrastrutture realizzate dall'iniziativa privata (strade e fitta rete di canali) furono indispensabili per il decollo della rivoluzione industriale; come la presenza di un sistema bancario maturo.




LE INVENZIONI

Le innovazioni apportate a macchine già esistenti e le invenzioni di nuove permisero un ulteriore sviluppo di un sistema industriale già avviato.
Innovazioni e invenzioni furono, all’inizio della rivoluzione industriale, la geniale soluzione ad opera di spesso ignoti inventori di problemi legati a “strozzature” nel ciclo produttivo. Ad esempio, nell’industria tessile (la prima a decollare in Inghilterra), alla cronica scarsità di filato da tessere si supplì con innovazioni ai filatoi. Il progresso scientifico non ebbe rapporti diretti con la prima rivoluzione industriale.

CONSEGUENZE
Le innovazioni tecniche permisero un aumento della produzione a costi economici minori.
L'introduzione di macchine costose (macchine a vapore) nel ciclo produttivo avvenne solo
nella seconda fase della rivoluzione industriale (1783 circa).

LO “SPIRITO DEL TEMPO”

Il modo di pensare e le idealità dell’epoca ebbero a loro volta una funzione importantissima nell’affermazione del modo di produrre industriale. La fede nel progresso, l’interesse di vasti settori di opinione pubblica per la scienza e per la tecnica (secolo della tecnica fu definito il Settecento) favorirono le trasformazioni economiche e sociali in atto (i gentiluomini inglesi si appassionavano agli studi di agronomia per aumentare la produzione. Ben presto sarebbero passati dalla teoria alla pratica).

IL DECOLLO: L’INDUSTRIA TESSILE E CARBO-SIDERURGICA

Fu l’insieme di tutti questi fattori e la loro interazione a rendere possibile, in Inghilterra (e solo in Inghilterra inizialmente, perché solo in Inghilterra erano presenti) la rivoluzione industriale. Decollo è infatti termine economico che sta ad indicare “ il risultato di un insieme di condizioni tecniche, umane e sociali che riescono a superare le barriere e gli ostacoli che si oppongono alla sua crescita”. Il decollo è l’inizio della crescita.
In tutti i Paesi europei in cui è avvenuta la rivoluzione industriale questa prese le mosse dall’industria tessile e dall’industria carbo-siderurgica che compiranno per prime il salto dalla precedente e artigianale forma di organizzazione della produzione a quella industriale vera e propria sotto la pressione di un mercato interno ed estero in piena espansione. Questo tipo di mercato infatti richiedeva la produzione di massa di generi di grande consumo. E i metodi tradizionali non erano più in grado di soddisfare le richieste del mercato.

LE PRIME FABBRICHE

La rivoluzione industriale decretò il tramonto delle attività artigianali e del lavoro a domicilio nelle campagne. La necessità di concentrare ogni fase della produzione in un unico luogo segnò l’avvento della fabbrica.
Nuovi sistemi di produzione:
la fabbrica divenne il centro del sistema industriale, dove il lavoro subì una radicale trasformazione.
Infatti, negli opifici si ebbe la divisione del lavoro e la sua meccanizzazione:
per ottenere grandi quantità di merce, occorreva che fosse prodotta in serie e in tempi sempre più brevi, da qui la necessità che l’operaio si occupasse di una sola fase del ciclo lavorativo (a differenza del lavoro dell’artigiano, che trasforma interamente la materia in oggetto) e che il suo lavoro dipendesse dalla macchina. La macchina esercitava il suo dominio sull’operaio, che era costretto a regolare i suoi movimenti, senza soste, su di essa.
La condizione operaia:
gli operai subirono forme disumane di sfruttamento, insieme alla loro famiglie (anche le donne e i bambini erano costretti a lavorare in ambienti malsani, a ritmi massacranti e per misere paghe).
Il sistema industriale, incentrato sulla fabbrica, richiamava dalle campagne nelle città masse di lavoratori. Piccoli centri (come Manchester, in Inghilterra) si trasformarono in vere e proprie grandi “città-fabbrica”, abitate dalla nuova classe sociale nata con la rivoluzione industriale, il proletariato.

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