La Prima Guerra Mondiale: appunto di storia

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Testo

STORIA
Storia-La prima Guerra Mondiale
LA SITUAZIONE PREBELLICA
La prima guerra mondiale fu una guerra europea, nel senso che i fronti determinanti per l’esito della
guerra erano in Europa e i maggiori paesi belligeranti erano europei; le aree di conflitto extraeuropee furono coinvolte in quanto domini coloniali delle potenze europee.
Le cause del conflitto furono di natura politica, economica e ideologica.
Tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento, si crearono due alleanze contrapposte:
La triplice alleanza(formatasi nel 1882 come patto di carattere difensivo tra Germania, Austria e Italia), e successivamente, si creò la triplice intesa(stipulata nel 1907 tra Francia,Gran Bretagna e Russia).
La politica di espansione coloniale tedesca e il potenziamento dell’esercito e della marina, preoccupavano la Gran Bretagna e la Francia. Quando la Germania si legò all’Austria-Ungheria e all’Italia, Guglielmo II avviò la conquista di colonie in Africa e in Oriente.
Nel Mondo non vi erano più territori liberi, perciò ogni espansione contrastava con gli interessi di un'altra potenza. Per questa situazione si crearono le crisi del Marocco, su cui avevano ambizioni Germania e Francia. Il Marocco era l’unica regione africana rimasta indipendente anche se sotto il protettorato francese che nel 1905 ne conquistò alcune zone con lo scopo di proteggerne l’autonomia politica.
Nel 1911 la Germania inviò una cannoniera nel porto di Agadir per porre fine alle ingerenze francesi.
Una nuova conferenza internazionale confermò il protettorato francese sul Marocco e alla Germania fu concesso di occupare il Congo. Nel 1904 la Gran Bretagna e la Francia avevano firmato l’Entente cordiale, un’intesa militare per fronteggiare la minaccia tedesca nel mediterraneo e in Africa.
La Crescita delle spese militari divenne uno dei fattori trainanti delle economie delle principali potenze europee: le commesse governative per gli eserciti permisero di sostenere la produzione delle industrie meccaniche, tessili, e alimentari.
LO SCOPPIO DEL CONFLITTO
Il 28 giugno 1914 l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo (1863-1914) e la moglie, furono uccisi a Sarajevo, in Bosnia, da un estremista Serbo, Gavrilo Princip(membro di una società nazionalistica clandestina). Francesco Ferdinando voleva trasformare l’impero asburgico in una compagine di tipo federale, nella quale gli slavi avrebbero ottenuto autonomia amministrativa e pari dignità politica di austriaci e ungheresi. Questo contrastava con la volontà della Serbia di sottrarre all’Austria i territori balcanici.
L’assassinio fece precipitare una situazione internazionale carica di tensioni, spingendo le nazioni d’Europa ad entrare in conflitto. L’Austria mandò un ultimatum al governo serbo il 23 luglio 1914, ritenendolo informato dell’attentato. La Serbia respinse l’ultimatum e il 28 luglio 1914 l’Austria le dichiarò
guerra.
Russia e Francia si schierarono a fianco della Serbia e la Germania dichiaro guerra alla Russia il primo Agosto e alla Francia due giorni dopo. Il 4 agosto la Gran Bretagna entra in guerra a fianco degli alleati dell’Intesa. Solo l’Italia, per il momento se ne tenne fuori, dichiarandosi neutrale(2 Agosto).
IL PRIMO ANNO DI GUERRA(1914)
La guerra iniziò come guerra di movimento, visto che tutti i governi pensavano che si sarebbe trattato di un conflitto di breve durata.
Le operazioni militari furono condotte su tre fronti: L’Austria-Ungheria invase la Serbia; la Russia avanzò in Prussia orientale e in Galizia; La Germania attaccò la Francia tentando lo sfondamento del fronte francese invadendo il Belgio, neutrale, e avanzando verso Parigi da Nord.
Fra il 6 e il 12 settembre 1914 l’esercito francese riuscì a fermare l’avanzata tedesca sul fiume Marna. Il fronte occidentale correva per quasi ottocento chilometri, dalla Manica al confine con la Svizzera. Lungo questa linea si scontrarono gli anglo-francesi e i tedeschi per quattroanni, senza che si verificassero spostamenti significativi.
Sul fronte orientale i russi furono fermati nelle battaglie di Tannenberg e dei Laghi Masuri dalla Prussia.
Il 23 agosto il Giappone entrò in guerra a fianco dell’Intesa, aprendo un fronte anti-tedesco sul pacifico. Il 1 Novembre la Turchia si schierò con la triplice alleanza. Il conflitto aveva assunto dimensioni mondiali.
L’ITALIA DALLA NEUTRALITA’ ALL’ENTRATA IN GUERRA
Nel 1914 l’Italia non entrò in guerra a fianco della Germania e dell’Austria-Ungheria, sostenendo che la triplice alleanza aveva carattere difensivo, mentre l’Austria-Ungheria aveva aggredito la Serbia.
L’Italia aveva tre possibilità di fronte al conflitto:Restare neutrale; Rispettare la triplice alleanza e intervenire a fianco degli imperi centrali; cambiare campo e passare con l’intesa.
Gli interventisti erano in gran parte orientati in una guerra anti-austriaca ma dovevano fare i conti con la maggioranza parlamentare neutralista.
Il 26 aprile 1915 il governo scavalcò il parlamento firmando segretamente il patto di Londra, con cui l’Italia si impegnava ad entrare in guerra entro un mese a fianco dell’intesa.
Il patto prevedeva aiuti economici e concessioni territoriali per l’Italia; alla fine del conflitto l’Italia avrebbe ottenuto:
- il Trentino e il Tirolo meridionale fino al Brennero
- Trieste, l’Istria e la Dalmazia(eccetto Fiume)
- la base di Valona in Albania e il protettorato sul paese
- vantaggi, da definirsi a guerra conclusa, dallo smembramento dell’impero coloniale tedesco.
Fra aprile e maggio 1915 i gruppi nazionalisti più accesi organizzarono manifestazioni popolari a favore dell’intervento. Alcuni organi di stampa(Corriere della Sera) presero posizioni interventiste; nazionalisti come il poeta Gabriele D’Annunzio e l’ex socialista Benito Mussolini arringarono le folle contro la viltà dei pacifisti; Giolitti in particolare venne violentemente criticato e minacciato.
Vittorio Emanuele III respinse le richieste di dimissioni per Salandra (il presidente del consiglio) fatte dalla maggioranza liberale e gli affidò pieni poteri. Questa mossa convinse i liberali neutralisti a schierarsi a favore dell’intervento. Il 24 maggio 1915 l’Italia entra in guerra a fianco dell’intesa contro l’Austria.
LA GUERRA DI LOGORAMENTO(1915-1916)
Durante il 1915 il generale Luigi Cadorna, tentò di sfondare le linee austriache attaccando sull’Isonzo e sul Carso. Fu tutto inutile e si arrivò ad un’estenuante guerra di posizione e logoramento nel fango e nella neve delle trincee.
Tra il 1915 e il 1916 l’esercito italiano rispose ad un attacco austriaco riuscendo a conquistare Gorizia.
Il 26 agosto 1916 l’Italia dichiara guerra alla Germania secondo gli accordi del patto di Londra.
La Germania aveva annunciato una guerra sottomarina totale in risposta al blocco navale inglese. Questo significa che colpì ogni nave, fosse essa da guerra o mercantile,anche dei paesi neutrali che avevano contatti con i membri dell’intesa. Vennero colpite anche molte navi mercantili americane e l’affondamento del transatlantico “Lusitania” determinò un blocco economico americano nei confronti della triplice alleanza. Non avendo più contatti con il resto del mondo, la Germania si trovò in seria difficoltà.
Sul fronte occidentale, tra febbraio e dicembre 1916, si scatenò un’offensiva tedesca a Verdun; a questa rispose un offensiva anglo-francese della Somme. Fu la prima volta in cui vennero impiegati i carri armati. Ci furono quasi un milione di morti senza che aver ottenuto alcun risultato concreto.
Cresceva intanto la protesta operaia a causa delle condizioni di vita sempre più precarie.
LA SVOLTA DEL 1917
Il 1917 fu l’anno decisivo della guerra a causa di tre eventi:
1- Nel marzo 1917 lo Zar Nicola II di Russia abdicò in seguito all’insurrezione popolare di Pietroburgo. Dopo 8 mesi di governo provvisorio, salì al potere Lenin, realizzando il primo governo rivoluzionario di ispirazione marxista e concluse la pace separata dagli imperi centrali nel 1918(Lenin Credeva che fosse più importante concentrarsi sulla rivoluzione che su una guerra che non riguardava il comunismo). Con questa pace, la Russia Bolsevica, rinunciò ad una parte dei possedimenti in Europa orientale.
2- Il 6 aprile 1917 gli Stati Uniti entrarono in guerra contro la Germania. Gli USA avevano concesso ingenti finanziamenti ai paesi dell’intesa e se questi avessero perso la guerra, l’economia americana ne avrebbe subito il contraccolpo. Il presidente Wilson attribuì all’intervento un significato ideologico dichiarando l’entrata in guerra in difesa dei diritti di libertà, democrazia e autodeterminazione dei popoli.
3- Le linee italiane vennero sfondate dagli austro-tedeschi a Caporetto tra il 24 e il 27 ottobre 1917. Il 30 ottobre il governo Boselli fu sostituito da Vittorio Emanuele Orlando. Luigi Cadorna fu esonerato e il comando venne assegnato al generale Armando Diaz. L’esercito italiano bloccò l’avanzata austro-tedesca sul Monte Grappa e lungo il Piave.
LA FINE DEL CONFLITTO(1919): I TRATTATI DI PACE E IL NUOVO ASSETTO GEOPOLITICO EUROPEO
Da marzo a luglio 1918 i tedeschi scatenarono cinque offensive sul fronte occidentale che li portarono(come quattro anni prima) fino al fiume Marna, ma furono sconfitti dalla controffensiva anglo-francese supportata dall’esercito americano.
Il 14 agosto la Germania pose fine ad ogni iniziativa militare e il 3 ottobre chiese l’armistizio agli Stati Uniti.
La Bulgaria dichiarò resa in settembre e la Turchia in ottobre.
L’esercito austriaco si arrese dopo una massiccia controffensiva italiana sul Vittorio Veneto tra ottobre e i primi di novembre.
L’esercito tedesco si ammutinò e le proteste dilagarono fino a che il Kaiser abdicò e venne proclamata la repubblica il 9 novembre. L’11 novembre la Germania firmò l’armistizio.
Nel gennaio 1918 il presidente Wilson aveva concretizzati la sua idea di una guerra a difesa della libertà in un documento di 14 punti.
Tra i più importanti:
- La fine della vecchia prassi della diplomazia segreta;
- La libertà di navigazione e di commercio;
- La riduzione degli armamenti solo per la sicurezza interna di ogni stato;
- La necessità della creazione di un organismo sopranazionale, la società delle nazioni, con il compito di comporre pacificamente le controversie internazionali;
Il 18 gennaio 1919 si aprirono i lavori della conferenza di pace. Vi parteciparono 27 paesi alleati dell’intesa mentre gli sconfitti non vennero ammessi. I protagonisti furono i rappresentanti dei quattro principali paesi vincitori: Wilson per gli Stati Uniti, George per la Gran Bretagna, Clemenceau per la Francia e Vittorio Emanuele Orlando per l’Italia. Vennero firmati diversi trattati.
Il trattato di Versailles definì le condizioni di pace con la Germania, indicata come la principale responsabile del conflitto. Esso sanciva una punizione umiliante per la Germania, a cui si imponeva:
- la restituzione alla Francia delle regioni dell’Alsazia e della Lorena;
- la cessione alla repubblica polacca del corridoio di Danzica, per garantirle uno sbocco sul Mar Baltico
- la concessione alla repubblica Cecoslovacca della regione dei monti Sudeti
- la spartizione dell’impero coloniale tedesco tra i paesi vincitori
- la smilitarizzazione della Renania
- lo smantellamento dell’esercito e della flotta
- il pagamento di ingenti danni di guerra, sia in denaro sia in materiali.
I trattati di Saint-germain e di Trianon stabilirono le condizioni di pace per l’ex impero austro-ungarico: le etnie principali ottennero l’autogoverno e nacquero le repubbliche d’Austria, d’Ungheria e di Cecoslovacchia. Le popolazioni slave vennero riunite nel regno di Jugoslavia.
Il trattato di Neuilly regolamentò la situazione della Bulgaria a vantaggio di Grecia, Jugoslavia e Romania.
Il trattato di Sèvres(1920) determinò lo smembramento dell’ex impero ottomano. Il territorio della Turchia venne limitato alla sola penisola anatolica.
L’Italia ottenne meno di quanto era stato stabilito con il patto di Londra. Venne estromessa dalla spartizione delle colonie tedesche e non ottenne la Dalmazia a causa della creazione dello stato Jugoslavo. Le vennero concessi il Trentino, l’Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia con Trieste e l’Istria.
I nazionalisti affermavano che i risultati ottenuti durante la conferenza di pace non erano stati corrispondenti ai sacrifici economici e alle perdite umane subite in guerra.
UN BILANCIO CONCLUSIVO
La situazione delineata dai trattati di pace non era equilibrata ed emersero subito forti contrasti tra i paesi europei.
La Germania era gravata di riparazioni pesantissime che le rendevano impossibile la ripresa economica. I nuovi stati dell’Europa centrale erano popolati da minoranze etniche che pretendevano l’indipendenza. Incombeva sulle classi borghesi di tutta Europa il pericolo bolscevico: in Russia era in corso la guerra civile tra “rossi” e i controrivoluzionari “bianchi”. Uno dei motivi della creazione di molte unità statali nell’oriente europeo era il bisogno di erigere una barriera contro la Russia Comunista.
Una delle proposte di Wilson fu accolta: il 10 gennaio 1920 venne creata la Società delle Nazioni. Tuttavia essa nacque debole sia perché ne furono estromesse la Germania e la Russia,sia perché gli Stati Uniti non vi aderirono. Senza la nuova potenza mondiale americana, la società delle nazioni era preda dei vecchi equilibri europei: un equilibri fatto a pezzi dalla guerra e non ricomposto dalle paci. Anche la questione coloniale non fu risolta nel rispetto dei punti di Wilson, e la spartizione tra Francia e Gran Bretagna non tenne conto dell’identità dei popoli extraeuropei.

IL TRATTATO DI BREST – LITOVSK
L’uscita della Russia dal primo conflitto mondiale fu sancita dal trattato di Brest - Litovsk stipulato con la Germania. Questo trattato rese ancor più precaria la situazione politica ed economica russa; esso comportava infatti il riconoscimento dell’indipendenza, da parte dell’URSS, all’Ucraina, alla Polonia, alla Finlandia e ai tre Paesi baltici (Estonia, Lettonia, Lituania), mentre la regione armena di Kars - Ardahan veniva annessa alla Turchia.
Il territorio perso non era molto se confrontato con l’estensione di cui ancora godeva l’URSS , ma in quelle regioni erano concentrati il 73 % dei centri metallurgici e il 75% delle miniere di carbone, per non contare poi il 33% dell’industria manifatturiera, il 26% della rete ferroviaria, il 27% delle terre coltivabili e i circa 60.000.000 di abitanti.
Il trattato costringeva inoltre la Russia al pagamento di una elevata indennità di guerra (che poi non fu mai pagata a seguito della sconfitta della Germania nella prima guerra mondiale).
Alcuni dei territori persi (Ucraina, Bielorussia) sono stati poi riconquistati dall’URSS nel 1939, mentre Polonia e Finlandia saranno persi per sempre.
Il Trattato di Versailles
A seguito della Conferenza di Pace di Parigi del 1919, il Trattato di Versailles del giugno 1919 pose ufficialmente fine alla guerra. Tra i suoi 440 articoli, il trattato richiedeva alla Germania di accettare la responsabilità della guerra e di pagare pesanti sanzioni. Il trattato includeva anche una clausola per creare la Società delle Nazioni. Il Senato degli Stati Uniti non ratificò mai il trattato, nonostante la campagna del Presidente Wilson in suo favore. Gli Stati Uniti negoziarono una pace separata con la Germania, che venne finalizzata nell’agosto del 1921.
L’EMBARGO DELLA GERMANIA
A seguito della guerra, gli alleati mantennero un blocco navale contro la Germania. Si è stimato che il blocco causò la morte di circa 800.000 civili tedeschi a causa della malnutrizione, durante gli ultimi due anni di guerra. Il mantenimento dell'embargo, come venne descritto da Leckie in Delivered From Evil, avrebbe "tormentato i tedeschi...guidandoli con furia nelle armate del diavolo". Molti storici hanno argomentato che il trattamento della Germania, dopo la fine della guerra, fu una delle cause della seconda guerra mondiale, altri sostengono l'opposto. Tutti concordano che il trattamento fu o troppo duro o troppo morbido, non ci fu la giusta via di mezzo. Tra i primi critici di tale trattamento si trova il famoso economista Jhon Maynard Keynes, membro della delegazione inglese alla Conferenza di Parigi.
Churchill fece riferimento al blocco durante un discorso del 3 marzo 1919, alla Casa dei Comuni: "Stiamo mantenendo tutti i nostri mezzi di coercizione pienamente operativi...stiamo rafforzando il blocco con vigore...la Germania è prossima alla morte per fame. Le prove di cui dispongo...mostrano...Il grande pericolo del collasso dell'intera struttura sociale tedesca e della vita nazionale, sotto la pressione di fame e malnutrizione."
Il blocco non venne sollevato fino al giugno 1919, con la firma del Trattato di Versailles

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