I Savoia

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Testo

I Savoia
Savoia (famiglia) famiglia dinastica le cui origini si fanno risalire a Umberto I Biancamano (morto ca. 1048), signore del piccolo feudo di Moriana in Borgogna, che riuscì a fondare il primo nucleo dello Stato sabaudo. Questo, nell’XI sec., comprendeva, oltre alla Savoia, le contee di Sermarens, Belley, Aosta, Torino, Alba, Ventimiglia, lo Sciablese, parte del Viennese, cui si aggiunsero Rivalta (1197) e Pinerolo (1231).
Durante il governo di Amedeo IV, in seguito alla sua concessione di parte del Piemonte al fratello Tommaso II, si creò una divisione perpetuatasi per circa due secoli, e risoltasi con la riunificazione dei domini sotto Amedeo VIII. Durante il governo di quest’ultimo, che assunse per concessione dell’imperatore Sigismondo il titolo di duca (1416), lo Stato sabaudo raggiunse la massima estensione, con l’acquisto di Vercelli (1427) e di Friburgo (1451). La struttura feudale dello Stato non resse però al primo urto con la nuova realtà europea degli Stati nazionali e alla contesa franco-spagnola; dopo la perdita del Vaud (1536), nello stesso anno Francesco I invase i domini sabaudi d’Oltralpe.

Carlo Emanuele I

Riottenuti con la pace di Cateau-Cambrésis (1559) i suoi domini, Emanuele Filiberto, portata la capitale da Chambéry a Torino, unificò la struttura dello Stato concentrando in sé tutti i poteri e annullando le autonomie locali. Approfittando delle guerre di religione in Francia, Carlo Emanuele I occupò il marchesato di Saluzzo.
Alla morte (1612) di Francesco Gonzaga, Carlo Emanuele I rivendicò per la figlia di questi, sua nipote Maria, il Monferrato. Ciò provocò l’intervento degli Spagnoli ed aprì una serie di ostilità conclusesi col trattato di Cherasco (1631), che sanciva l’occupazione francese di Pinerolo e impegnava lo Stato sabaudo ad aiutare militarmente la Francia, condizioni ribadite dal trattato di Rivoli (1635).

Vittorio Amedeo II
In balia di Francia e Spagna, la situazione interna divenne caotica per la guerra civile scoppiata fra ’madamisti’ filofrancesi, e ’cardinalisti’ filo-spagnoli. Il trattato di Münster (1648) vide lo Stato sabaudo sempre sotto la pesante tutela della Francia da cui Vittorio Amedeo II riuscirà abilmente a liberarsi prendendo parte alla Lega di Augusta (pace di Ryswick, 1697). Vittorio Amedeo II, volubile alleato del Re Sole (1702), si accostò all’Austria mirando a ottenere il Milanese; invaso il Piemonte dai Francesi, i Sabaudi e le truppe del principe Eugenio inflissero loro una memorabile sconfitta (1706).
Il trattato di Utrecht (1713) concesse ai Savoia la Sicilia e il titolo regio; fallito il tentativo di scambiare la Sicilia con il Milanese, Vittorio Amedeo II fu costretto dalla Quadruplice Alleanza ad accettare in cambio la Sardegna, ottenendo il titolo regio. Avvicinatosi alla Francia, il Regno sardo ottenne (pace di Vienna, 1738) Novara e Tortona. L’invasione delle armate repubblicane francesi (1796) ridusse, dopo alterne vicende, il Regno di Sardegna alla sola isola, poiché i possessi di terraferma furono annessi alla Francia (1801), escluso il Novarese, unito alla Cisalpina.
Con la Restaurazione (1815), Vittorio Emanuele I ripristinò lo statu quo anteriore alle riforme napoleoniche, deludendo le speranze dei liberali, ma fu poi costretto ad abdicare dai moti liberali (1821) a favore di Carlo Felice.

Vittorio Emanuele II

Gli succedette Carlo Alberto che, salito al trono nel 1831, riconfermò la struttura autoritaria dello Stato assoluto, pur concedendo alcune riforme. Nel 1848, spinto dai moti liberali, concesse uno Statuto e dichiarò guerra all’Austria, dando inizio a quella che sarà considerata la I guerra d’indipendenza italiana. Dopo l’abdicazione di Carlo Alberto, Vittorio Emanuele II comprese la nuova situazione storica e accettò la nuova posizione di monarca costituzionale, affidando poi le sorti dello Stato all’abile guida di Cavour. Con lui, nel 1861, i Savoia divennero re d’Italia.

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