Pop Art

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte
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Conosciuto come un movimento artistico essenzialmente anglo-americano, la pop art sorge in Gran Bretagna negli anni '50 al termine della Seconda Guerra Mondiale.
La pop art ha indirizzato il suo interesse verso la cultura popolare basata sulle immagini della vita urbana quotidiana e dei mass media (fumetti, pubblicità, oggetti industriali). Sono fantasia e sofisticatezza che caratterizzano gli artisti inglesi, dagli scultori come E.Paolozzi ai pittori come J. Tilson. La pop art americana si afferma all'inizio degli anni '60 con una tecnica fredda e impersonale. Questa tecnica prendeva spunto dalla neutralità degli oggetti di consumo quotidiano enfatizzati nelle dimensioni o nella colorazione. Si ingigantiva il banale trasformando in sculture popolari tubetti di dentifricio e mollette per panni. Oppure si realizzavano in materiale morbido interruttori della luce e macchine da scrivere. Altri come Andy Warhol ( 1928/87) dipingevano personaggi famosi quali Elvis Preasly o Marlyn Monroe facendo riferimento alla società contemporanea. La meccanicità della ripetizione poteva anzi desemantizzare un immagine di per sé drammatica:è il caso dei simboli di morti o di lotta sociale che molti pittori raffiguravano come Orange Disaster(1963) e Race Riot (1964).

Con l'avvento della società di massa, favorito dal boom economico e dalle nuove risorse tecnologiche, si accese un dibattito anche attorno ai "prodotti" in campo culturale. Nella seconda metà del novecento ed in particolare negli anni '50 e '60, artisti inglesi e statunitensi, iniziarono ad usare oggetti di consumo nelle loro opere sia riproducendoli attraverso accesi colori acrilici o addirittura inserendoli nell'opera stessa. In Inghilterra la nascita del movimento viene associata ad una mostra che si tenne nel 1956, mentre negli Stati Uniti il primo artista a fare sua questa tendenza fu Robert Rauschenberg, creatore di assemblaggi con stratificazioni di colori, cartoline, fotografie ed oggetti domestici.
Attraverso l'uso di immagini che riflettevano la pochezza e la volgarità della moderna cultura di massa, la Pop Art si proponeva di sviluppare e suggerire una percezione critica della realtà più acuta e incisiva di quella offerta dall'arte del passato.
Grazie all'operato del gallerista Leo Castelli conobbe il massimo successo negli anni '60 con artisti come Jasper Johns, con i sui dipinti delle bandiere americane, e Roy Lichtenstein, con il suo stile ispirato ai fumetti.
Del movimento faceva parte anche Andy Warhol, pittore e cineasta, che con le sue tecniche di riproduzione in serie mirava ad un prodotto ripetibile e di largo consumo; integrato tanto nello star system quanto nell'underground, egli rappresentò al meglio la figura dell'artista pop in grado di interessare unitamente critica colta e pubblico giovanile, riuscendo a ridicolizzare il mondo dei consumi pur sapendo far consumare se stesso.

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