L'arte preistorica

Materie:Tesina
Categoria:Storia Dell'arte
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Testo

Storia dell’arte
Anno 1° preistoria

Le prime forme di rappresentazione artistica, risalgono al paleolitico superiore; l’arte era
inizialmente per l’uomo una necessità riscontrata nelle rappresentazioni a scopo
propiziatorio, mediante le quali credevano di poter intervenire direttamente sulla
realtà,modificando così a proprio piacimento gli eventi della natura.
Tra le prime rappresentazioni artistiche, assume un ruolo di notevole rilievo, la scultura,
accompagnata dalla pittura e dai graffiti rupestri.
Le sculture delle quali è rimasta traccia, risalgono in generale al paleolitico superiore; si
presentano in pietra, in osso, in avorio o steatite, un minerale di consistenza gessosa e
facilmente lavorabile.
Le rappresentazioni, sono tipicamente di figure femminili, caratterizzate dall’esagerata
accentuazione dei propri attributi anatomici, i particolari invece, come mani, piedi e volto,
sono quasi inesistenti.
Tali statuette, non superano le dimensioni di dieci, venticinque centimetri e sono state
battezzate dagli archeologi con il some di veneri.

Esse rappresentano la fertilità e il loro evidente significato magico - propiziatorio, ne
chiarisce e ne motiva le deformità; molti archeologi sostengono che queste statuette
siamo semplici offerte agli dèi, altri che si regalassero agli sposi come augurio di fertilità, o
che si piantassero anche nei campi come auspicio di abbondanza.
Tuttavia, quasi tutti concordano che esse rappresentino la dea della fertilità, chiamata
anche Dea Madre; si ipotizza quindi che il loro utilizzo sia di tipo talismanico al fine di
progettare e di assicurare la sopravvivenza e la prosperità dei popoli cacciatori,
propiziando non solo la fertilità umana, ma anche quella degli animali e delle piante, dalle
quali dipendeva l’alimentazione di queste popolazioni.
Al fine di propiziarsi la caccia, l’uomo primitivo, esegue i primi dipinti e graffiti, all’interno
o nelle immediate vicinanze delle caverne da lui abitate.
Essenzialmente si tratta di rappresentazioni di animali da caccia e più raramente anche di
cacciatori, guerrieri, stregoni e figure femminili stilizzate.
Le tecniche di esecuzione sono varie, dal graffito mediante pietre acuminate, alla vera e
propria pittura, realizzata con tinte a base di terre pestate e mescolate insieme a tinture
vegetali e grassi animali.
Mediante l’artificio magico del disegno, si tenta di sottrarre il tutti all’incertezza del caso.
Nel periodo mesolitico, l’arte figurativa preistorica, tende a schematizzarsi, perdendo
progressivamente ogni riferimento con la realtà riconoscibile.
Al periodo 8000-4000 a.C., risalgono le prime raffigurazioni geometriche, cioè di pura
invenzione e non più basate su forme riconducibili ad animale, uomini o esseri viventi.
Artisticamente parlando, anche l’architettura ricopre un ruolo fondamentale nell’età
preistorica.
L’architettura, con la quale è intesta la costruzione di monumenti ed edifici, è accennata
dalla suddivisione in spazi ad uso differenziato della caverna; le prime tracce di
architettura preistorica, risalgono al mesolitico (6000 a C.), quando l’uomo inizia a
mantenere uno stile di vita sedentario.
Inizialmente, le case sono costituite da caverne artificiali, ricoperte con materiali naturali,
da lui facilmente reperibili.
Nelle regioni più calde, si ricorre alle cosiddette camere ipogèe, cioè veri e propri pozzi
accessibili, mediante rudimentali scale di legno, in fondo alle quali la temperatura è
nettamente inferiore rispetto a quella esterna.
Sempre in epoca mesolitica, compaiono le prime capanne, inizialmente coniche, come
quelle degli indiani d’Americo.
A seconda delle zone, delle caratteristiche annientali e del grado evolutivo delle
popolazioni,si hanno in seguito anche strutture più complesse fino ad arrivare in epoca
neolitica, alla palafitte.
Altre costruzioni di notevole importanza, sono i nuraghi, costruzioni megalitiche, di forma
tronco-conica, aventi, a seconda delle dimensioni e della disposizione, varie funzioni
ancora oggi indecifrate.
Consistono in una serie di monoliti, cioè mastodontici blocchi di pietra grossolanamente
sagomati, in modo da assumere una forma aguzza e slanciata.

Un altro punto fondamentale che si riscontra nella preistoria, è la geometria, utilizzata
soprattutto dai Sumeri, inizialmente impiegata per misurare i campi, per comprendere
l’astronomia, fino all’idraulica, mediante il cui impiego fu costruita una complessa rete di
canali per l’irrigazione artificiale dei campi.
Importante nell’antichità, indubbiamente anche la scrittura; sul finire del IV millennio a.C.,
l’uomo impara ad elaborare un insieme coordinato di simboli, mediante i quali riesce ad
esprimersi e a comunicare agli altri il proprio pensiero.
Le prime forme di scrittura, si sono sviluppate in Egitto e Mesopotamia; sono di tipo
ideografico, cioè basate sulla corrispondenza tra determinati simboli convenzionali e gli
oggetti e le azioni a cui tali simboli fanno riferimento.
Quando i simboli sono di tipo figurativo, cioè assomigliano anche solo schematicamente
all’oggetto che vogliono rappresentare, prendono il nome di geroglifici;quando invece
hanno forma solo geometrica, allora si parla di scrittura cuneiforme.
Tra tutte le forme artistiche, l’arte egizia, costituisce uno dei fenomeni più singolari e
irripetibili di tutta la storia dell’uomo.
I più antichi esempio di architettura egizia, sono le cosiddette mastaba, tombe
monumentali, risalenti al periodo protodinastico.

Esse, usate inizialmente per la sepoltura dei faraoni e dei loro famigliari furono riservate
soprattutto ai dignitari di corte, visir, nobili, scribi e sacerdoti.
Riunite solitamente in necropoli, dette anche città dei defunti, collocate ad occidente degli
abitati, nella direzione dell’Amènt; il regno dei morti, posto simbolicamente la dove
tramonta il sole.
La mastaba è composta essenzialmente in due parti: la prima sotterranea, è costituita da
un sepolcro scavato in fondo ad un pozzo che a volte può essere anche assai profondo e
articolato in più livelli.
In esso viene calato il sarcofago del defunto, mentre in alcune alte sale sotterranee
contigue, vengono deposti gli oggetti di cui egli potrà servirsi nella vita ultraterrena.
La seconda parte della mastra, quella in superficie, ha la funzione di chiudere per l’eternità
il pozzo di accesso al sepolcro e di indicare la presenza in modo monumentale.
Questa parte esterna della mastaba, è costruita in un primo tempo in mattoni crudi e
successivamente, in più duratura pietra calcarea; coperta da un tetto piano, assume la
forma di un massiccio tronco piramidale.
Nel corso del regno antico, le mastabe, cominciano ad essere utilizzate per i dignitari di
rango inferiore, mentre per il faraone e i suo familiari cominciano a costruire le prime
piramidi.
Inizialmente le piramidi, non sono altro che grandiose sovrapposizioni di più mastabe una
sull’altra; la più antica è la celebre piramide a gradoni del faraone Zòser., costruita a
Saqqàrà intorno al XXVII secolo a.C.

L'architetto che progettò l'insieme fu Imhotep, cancelliere di Zoser; l'architettura in pietra
non ha precedenti: Imhotep, con originale invenzione, ha trasposto nella pietra i caratteri
delle primitive costruzioni in mattone crudo, legno e canne, materiali deperibili in breve
tempo.
Il complesso, dominato dalla piramide “a gradoni", è racchiuso entro un possente muro di
cinta articolato ad aggetti e rientranze.
Un unico accesso immette in un corridoio a colonne che si apre su un ampio cortile
destinato alla corsa rituale del re durante la festa del giubileo; ai riti giubilari era dedicato
anche un più piccolo cortile laterale, fiancheggiato da cappelle per gli dei dell'Alto e Basso
Egitto.
Il vero e proprio carattere sepolcrale è dato però da altri elementi: la piramide, in primo
luogo, con il tempio funerario annesso sul lato nord; il serdah (cioè il vano destinato a
contenere la statua del defunto) con l'effigie di Zoser; i ricchi appartamenti sotterranei
della piramide, che hanno restituito un magnifico corredo di vasi in pietra dura e alabastro,
testimoni della perizia raggiunta dagli artigiani nella lavorazione di questi materiali, come
mostrano pure le decorazioni a stuoia delle pareti, rivestite di pannelli in piastrelle
invetriate azzurre; infine la Tomba Sud, forse il secondo sepolcro, che continuerebbe la
tradizione arcaica di costruire una doppia tomba reale, una per il Basso Egitto a Saqqara e
una per l'Alto Egitto ad Abido: l'una vera sepoltura, l'altra cenotafio.
La Piramide di Zoser raggiunge la forma scalare attraverso vari stadi di progettazione: la
mastaba originaria, poi ampliata e innalzata, infine diventata base per le ulteriori
sovrapposizioni, non era più sufficiente a esprimere le nuove concezioni religiose (in cui
prevale il culto solare di eliopoli), che la scala elevata verso il cielo riesce invece a evocare,
e quelle politiche; inoltre, motivo molto più concreto, essa non si distingueva più dalle
circostanti sepolture private, che tendevano anch'esse a una maggiore monumentalità.
Per quanto riguarda le decorazioni all’interno delle piramidi, c’è da specificare, che Per gli
antichi Egizi dipingere significa campire (riempire di colore) il contorno di una figura
disegnata su una superficie liscia, pietra levigata o intonaco di limo;
(il limo è una fanghiglia finissima di colore bruno-nerastro depositata dai grandi fiumi
mediorientali nel corso dei loro ciclici straripamenti).La tecnica del rilievo consiste
nell’incidere una figura su un supporto di pietra levigata. Se l’incisione è eseguita
asportando completamente lo sfondo e lasciando in risalto solo il soggetto e le scene
principali si ha il bassorilievo.Se viene scolpito solo il contorno delle figure e queste
mantengono quindi la stessa sporgenza dello sfondo, abbiamo il rilievo inciso (impiegato
a partire dal Regno Medio 2040-1778 a.C.)Inizialmente nell’arte egizia, pittura, scultura e
rilievo sono quasi sempre compresenti (ogni scultura e incisione sono sempre vivacemente
colorate).
Durante il Regno Nuovo, invece, la pittura si rende via via più autonoma, fino a diventare
una forma espressiva del tutto indipendente.La tecnica pittorica egizia consiste nella
miscelazione di pigmenti ottenuti dalla macinazione di varie terre colorate con un
agglutinante (collante) a base di acqua, lattice di gomma e albume d’uovo.
Il colore così ottenuto ha una consistenza semiliquida e viene disteso grazie a dei pennelli
ricavati dalle fibre di palma.
Questo tipo di pittura si definisce a tempera (temperare = mescolare) e potendosi
sciogliere con l’acqua, va necessariamente usata solo su delle superfici perfettamente
asciutte e al riparo da eventuali piogge.

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