il codice da vinci e l'ultima cena

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte
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Testo

1. E' vero che l'ultima cena nasconde un assassino?
Forse no.


Il cenacolo è visibile a Milano, in S.Maria delle grazie. L'ultimo restauro lo ha reso molto più chiaro e "spoglio" di prima. Tanto che per una sua visione complessiva è più utile una riproduzione stampata.

Dan Brown lo cita nel suo romanzo "Il codice da Vinci" come prova del fatto che Leonardo ci vuole mandare un messaggio segreto. L'apostolo alla destra di Cristo ha delle sembianze femminili e nel romanzo viene
descritto come Maria Maddalena.
1.1 In 13 a tavola


1.2 Ma quante mani ci sono?

In questa elaborazione sono state evidenziate solo le mani presenti nell'affresco.

Dan Brown come molti altri prima di lui cita la leggenda sull'errato numero di mani. Un attenta osservazione le riporta tutte ai legittimi proprietari.
1.3 Tredici coperti, grazie!

In questa elaborazione sono evidenziate le singole coppie di mani ed un numero che identifica i singoli 13 personaggi:
1 Bartolomeo, 2 Giacomo Minore, 3 Andrea, 4 Giuda, 5 Pietro, 6 Giovanni,
7 Gesù, 8 Giacomo Maggiore, 9 Tommaso, 10 Filippo, 11 Matteo, 12 Giuda Taddeo e 13 Simone Zelota.

Dove è il mistero? Non dicevano che c'erano più mani dei personaggi? Basta osservare e contare. Ci sono tutte, o quasi. Ne manca solo una (n 9), la seconda di Tommaso, forse nascosta dietro il corpo. Proprio questa però e nella posizione con indice alzato, classica simbologia di Leonardo (esoterica?) o semplicemente "se non ci mette il dito non ci crede"?
1.4 Pietro e Giovanni?

Nella selezione sono presenti due apostoli che sembrano riferisi l'uno all'altro. Nell'interpretazione classica è Pietro che parla con Giovanni, appoggia la mano sulla sua spalla e lo rassicura.

Dan Brown insinua che sia evidente un atteggiamento del tipo "Stai buona se no ti ammazzo" con tanto di coltello e mano sulla gola. E se invece volesse dire "Scusa puoi passarmi quel pezzo di pane laggiù", il coltello nella mano è più che naturale in una tavola imbandita.
1.5 Ti ammazzo o ti rassicuro?

Pietro appoggia una mano sulla spalla di Giovanni per rassicurarlo, lontano dall'altra parte ha in mano un coltello, più che naturale in una tavola imbandita.

Dan Brown suggerisce un atteggiamento minaccioso, i volti però non sono nervosi e nè sembrano spaventati. Anzi sembrano entrambi rilassati.
1.6 Gli studi preparatori


Leonardo studio Ultima Cena - Venezia Galleria dell'accademia.
Elaborazione e composizione digitale di disegni separati.
Numerosi sono gli studi preparatori al dipinto del cenacolo realizzati da Leonardo. In questi non c'è traccia di misteriose e "pericolose" allegorie o simbologie ipotizzate dal romanzo di Brown.

Lo studio dei manoscritti Vinciani è affascinante e rende ancora più grande e misteriosa la figura di Leonardo, il romanzo in questione ha il pregio di movimentare l'interesse di persone che per la prima volta si avvicinano a Leonardo che non devono però essere tratte in inganno. I manoscritti sono a disposizione di chi voglia seriamente approfondire e studiare i veri misteri del genio.
Appunti artistici su "Il Codice Da Vinci"
Testo di Diego Cuoghi (http://www.diegocuoghi.com)
Nel romanzo "Il codice da Vinci" l'autore Dan Brown parla a lungo dell'affresco dell'Ultima Cena di Leonardo da Vinci. La scena dipinta è quella descritta così nel vangelo di Giovanni:
Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Dì, chi è colui a cui si riferisce?». Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose allora Gesù: «E' colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone.
Dan Brown afferma che Leonardo avrebbe dipinto un misterioso coltello che però nessuno dei presenti tiene in mano. In effetti c'è una strana mano che impugna un coltello e ad una prima occhiata sembra davvero che nessuno possa tenerlo in quel modo innaturale:

E' difficile non rimanere stupiti da questo particolare, che appare a tutti gli effetti misterioso; per "risolvere" il mistero è sufficiente analizzare i disegni preparatori che Leonardo fece prima di realizzare l'Ultima Cena. In uno schizzo si vede chiaramente a chi appartiene quella mano: è quella di Pietro.

Leonardo rappresenta infatti Pietro che sembra scuotere Giovanni con un tocco della mano, e Giovanni si volta verso di lui per ascoltare cosa ha da chiedergli. Non si tratta quindi del gesto di tagliare il collo alla Maddalena, come dice Brown. L'apostolo ha una posa strana: tiene infatti la mano girata dietro la schiena, appoggiata sull'anca, ma è chiaramente sua la mano che impugna il coltello. E' sufficiente confrontare questo dipinto con le tante altre versioni dipinte da altri famosi artisti rinascimentali: in quasi tutte le "Ultima Cena" dell'epoca Pietro ha in mano il coltello, a ricordare il fatto che con quell'arma avrebbe poi tagliato l'orecchio al servo del Sommo Sacerdote.
Il romanzo sostiene ancora che la persona alla destra di Gesù sarebbe la Maddalena, ma non dice dove sia finito l'apostolo Giovanni, quello che nel Vangelo attribuito proprio a lui si definisce "l'apostolo che Egli amava"! Un'ipotesi più verosimile è che, data la possibile omosessualità di Leonardo, l'artista l'abbia rappresentato in modo effeminato, come poi farà in seguito con l'altro Giovanni, il Battista:

A proposito della "Vergine delle Rocce", nel romanzo si dice che venne commissionato a Leonardo dalle monache della Confraternita dell'Immacolata Concezione, e in diverse occasioni l'autore cita le monache, dicendo perfino che furono "inorridite" quando videro il dipinto sull'altare, considerandolo eretico. Si trattava invece di una confraternita laica maschile, ma questo non sarebbe un errore gravissimo, se non ce ne fossero anche molti altri: non è vero nemmeno che il soggetto richiesto fosse la scena con la Madonna, Gesù, Giovanni e l'angelo Uriel. Il contratto specificava invece per il dipinto centrale (l'incarico era per un trittico le cui parti laterali furono realizzate da Ambrogio De Predis) una Madonna con Bambino con un gruppo di Angeli e due Profeti. Leonardo cambiò però il soggetto, eliminando le figure dei profeti e lasciando gli angeli a De Predis. Proprio per questo motivo, l'inadempienza contrattuale, la Confraternita rifiutò il dipinto, considerando l'opera "incompiuta". La diatriba tra Leonardo e la Confraternita si trascinò per quasi 15 anni (ci sono moltissimi documenti che lo provano) durante i quali l'opera rimase però esposta nella Cappella dell'Immacolata. I confratelli volevano pagare il dipinto molto meno del prezzo stabilito nel contratto (addirittura meno della metà), ma Leonardo insisteva per avere tutto il compenso pattuito. La contesa viene chiusa nel 1506 da una sentenza secondo la quale l'opera viene dichiarata ufficialmente "incompiuta" e Leonardo è tenuto a portarla a termine entro due anni. A questo punto effettivamente non si sa bene cosa sia successo, perché la pala che viene venduta dopo la soppressione della Confraternita nel 1785 è quella che oggi è conservata alla National Gallery a Londra, non la versione del Louvre che ha fatto tanto parlare gli scrittori di mistero.

Molte ipotesi su quale delle due sia stata dipinta per prima sono state fatte da diversi critici d'arte. Secondo la più accreditata la prima versione sarebbe stata ritirata da Leonardo, che durante la lunga disputa legale aveva avuto diverse offerte d'acquisto, e sarebbe quella finita in Francia. L'artista ne avrebbe poi realizzata una seconda versione, sempre senza i Profeti, ma con i due bambini più riconoscibili e con i più classici attributi della iconografia tradizionale, come le aureole e il bastone con la croce del piccolo Giovanni, che mancavano nella prima versione.
Si può certo romanzare sulla ambiguità della versione del Louvre: chi è Gesù e chi è il Battista? Chi benedice chi? Un'altra ipotesi "eretica" che è stata fatta è che Leonardo avesse aderito alla setta dei Giovanniti, che consideravano Giovanni Battista il vero Messia, non Gesù. I Giovanniti sopravvivono in numero limitato ancor oggi, sono i cosiddetti Mandei.
Un'altra sfacciata deriva storico-artistica, tra le tante che costellano il libro di Brown, è quella secondo cui l'architettura della Temple Church di Londra, consacrata nel 1185, sarebbe "pagana da cima a fondo" perché "la chiesa è circolare. I templari hanno ignorato la tradizionale pianta a croce delle chiese cristiane e hanno costruito una chiesa perfettamente circolare per onorare il Sole [...] come se avessero ricostruito Stonehenge nel centro di Londra". C'è da chiedersi dove si sia informato sui Templari l'autore del giallo! Moltissime chiese templari, piccole, sobrie e spoglie, si ispiravano apertamente al Santo Sepolcro di Gerusalemme. Nel libro Monaci in armi dedicato all'architettura templare c'è proprio un capitolo sulle tante "rotonde" in cui si legge che "la rotonda ad ambulacro è forma ampiamente usata fin dall'alto medioevo per ricreare 'copie' del Santo Sepolcro". Tra gli esempi si possono fare il Santo Sepolcro di Pisa, quello di Bologna nel meraviglioso complesso di Santo Stefano, quello di Cambridge e il Temple di Londra, come era prima dei bombardamenti dell'ultima guerra.
Dan Brown aggiunge poi che "l'aggiunta rettangolare che sporgeva a destra era un pugno nell'occhio, anche se non toglieva nulla alla forma pagana della struttura principale". Invece il coro orientale a tre navate è stato eretto nel 1240, quindi è di poco successivo alla fondazione, e sostituì un precedente coro più semplice annesso all'edificio rotondo. Anche in altre cappelle templari rotonde si vedono sul lato orientale questi ambienti rettangolari, che quindi non sono "pugni negli occhi" o aggiunte spurie.

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