Bernini

Materie:Riassunto
Categoria:Storia Dell'arte
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Testo

Gian Lorenzo Bernini (Na, 1598 – Rm, 1680).
Architetto, scultore, pittore, scenografo, costumista, commediografo→unione di tutte le arti. Grande personalità. Maggior rappresentante della teatralità del Barocco (arte della chiesa cattolica). Esprime il trionfalismo della Controriforma→carriera senza arresti, artista dei papi succeduti sul trono pontificio.
Nasce a Napoli da Pietro Bernini (Fi,1562 – Rm,1629). Suo collaboratore forma quella abilità manuale (virtuosistica), ke resterà una sua costante. Innocenzo X Pamphili gli preferisce Borromini→ periodo di sfortuna e amarezza.
Autoritratto, 1622, olio su tela, cm 39x31, Rm, Galleria Borghese.
David, 1623, marmo, alt. m 1.90, Rm, Galleria Borghese. Raggiunge la sua prima maturità. David (rinascimento)→uomo-eroe, dominatore delle forze avverse cn la ragione→meditativo, immobile, cosciente della propria virus. B. lo coglie nell’attimo in cui sta x scagliare il sasso cn la fionda→rotazione delle gambe divaricate e curvarsi del busto, vivezza della testa, okki intensi e fronte corrugata. Istantaneità, azione ancora in svolgimento. Tensione→energia, quasi dramma.
Apollo e Dafne, 1622 – 24, marmo, alt. m 2,43, Rm, Galleria Borghese. Moto nello spazio e rapidità. Azione rappresentata si stempera in un elegante atteggiamento ballettistico. La violenza e il dramma scompaiono nell’armonico disporsi delle 2 figure secondo una linea obliqua. Esempio della nuova mentalità seicentesca→penetrazione nello spazio, forma aperta, musicalità, interpretazione del tema: metamorfosi improvvisa di Dafne in albero di alloro→meraviglia dello spettatore (scopo dell’arte).
Ritratto di Scipione Borghese, 1632, marmo, alt. cm78, Rm, Galleria Borghese. Personaggio da ritrarre nn in posa statica(rigidità, senza spontaneità), ma si muoveva e parlava→personalità dalla molteplicità dei gesti, un momento intermedio ke li rappresenti tutti. Cardinale era un suo protettore e committente. Tuttavia necessità di rendere il significato della carica rivestita da un principe della chiesa.
Ritratto di Costanza Bonarelli, marmo, alt. cm70, Fi, Museo Nazionale del Bargello. + vivo e immediato (trascurata naturalezza dei capelli, acuta penetrazione degli okki, movimento della camicia aperta). Rappresentata nella sua personalità di giovane donna ke vive la vita giornaliera a contatto cn gli altri. Fieramente innamorato→dimestikezza cn lei gli permetteva di capirne le caratteristike psicologiche e di riassumerle.
Baldacchino di San Pietro. 1624 – 33, bronzo cn dorature, legno, marmo, alt. m 28,5, Rm, Basilica di San Pietro. 26enne viene commissionato da papa Urbano VIII Barberini, riprendendo l’uso del ciborio delle antiche basiliche cristiane (tabernacolo sostenuto da quattro colonne, posto sopra l’altare maggiore, scopo di indicare la tomba del martire). Compito difficoltosissimo→relazionarsi cn la cupola di Michelangelo (concezione rinascimentale spazio unitario) senza tradire la propria personalità (concezione barocca decentramento forze, movimento verso l’esterno). Elemento apparentemente mobile. Colonne tortili→moto dilatatorio orizzontale verso i 4 pilastri ke sostengono la cupola. In alto B. sostituisce a un architrave dei pendoni e alla cupola delle grandi volute angolari congiunte sotto il globo centrale cn la croce. Alleggerimento della composizione → forme architettoniche e scelta cromatica (il bronzo cupo lo profila contro la luce diminuendone l’ingombro).
Monumento funebre a Urbano VIII, 1642 – 47, marmo e bronzo, Rm, Basilica di san Pietro. Schema ke deriva da modelli precedenti (tombe medicee in San Lorenzo di Michelangelo). Ma le 2 figure allegoriche (Carità e Giustizia) sn in piedi e nn recumbenti sul sarcofago. Posizione inclinata verso il centro→spinta convergente in alto, dove il moto ascensionale si conclude nella maestosa figura del pontefice. Concezione dinamica→varietà cromatica del bronzo. Monumento fastoso→baroccori cupi (verde scuro e bronzeo) riportano al tema funebre.
L’estasi di Santa Teresa, 1644 – 51, Rm, Santa Maria della Vittoria, Cappella Corsaro. Abilità tecnica nella composizione e nel trattamento del marmo. 2 critiche fondamentali→la spettacolarità teatrale al limite dell’esteriorità e ambiguità nell’abbandona della Santa in un’estasi d’amore + terreno. Inserisce le figure in una rientranza sopraelevata cm un palcoscenico. Tutta la realtà è vista cm rappresentazione: finzione e realtà, realtà e finzione si scambiano continuamente. L’amore divino può essere rappresentato solo cn gli atteggiamenti del corpo reale. Teresa→caduta in deliquio, vesti scomposte, palpebre abbassate, bocca dischiusa, palpitante d’amore, mentre un angelo sta x scagliare una freccia in direzione del suo cuore. Luce proveniente da una finestrella ovale posta nella cupoletta della nicchia→panneggi fortemente chiaroscurati. Raggi dorati avvolgono le figure cn il loro caldo fulgore.
Fontana dei Quattro Fiumi, 1647 – 51, Rm, Piazza Navona. Rivoluziona la forma tradizionale 500. Costituita da un obelisco antico sostenuto da una scogliera naturale, aperta in basso da una grotta sulla quale siedono quattro colossali figure simboleggianti i fiumi dei 4 continenti allora noti: Danubio(Europa), Nilo (Africa), Gange (Asia), Rio de la Plata (America). Libera invenzione della roccia, lasciata grezza e trattata dinamicamente in contrasto cn la staticità dell’obelisco definito dalle linee geometricamente. Opera realizzata assieme agli allievi. Genealità della composizione d’insieme.

Cattedra di San Pietro, 1656 – 66, marmo, bronzo, stucco dorato, Rm, Basilica di San Pietro. E’ un seggio ligneo ke servì all’apostolo Pietro per la sua missione di primo successore di Cristo e vescovo di Roma→+ venerate reliquie tramandate dall’antichità. La riveste cn un maestoso trono sostenuto da 4 enormi statue di Dottori della chiesa, affiancato da angeli, mentre sopra entra una luce da una finestra con lo S.S. al centro di una raggera dorata→caratteristiche barocche (teatralità e meraviglia dello spettatore) portate all’estremo. Apparizione divina→presenza di san Pietro tramite tra cielo e terra. Luce reale si trasforma in ultraterrena. Collocazione studiata in relazione prospettica cn il Baldacchino.
Colonnato di Piazza San Pietro, 1657 – 65, Roma.
Opera + importante del Bernini. Soluzione del problema di equilibrio compositivo→colonnato a pianta ellittica cn l’asse maggiore disposto in senso trasversale e congiunto alla facciata mediante 2 corpi rettilinei divergenti (contrastano la convergenza ottica, evitando un ulteriore allontanamento dovuto alla prospettiva), in modo da costituire 2 piazzali attigui ( ovale e trapezoidale) →abbraccio della chiesa a tutta la cristianità, distanza giusta x apprezzare la cupola di Michelangelo. Distruzione delle 2 vie Borghi Vecchio e Nuovo→punto di vista centrale, immiserendone l’imponenza.
E’ un’architettura solenne e dinamica→maestà delle possenti colonne tuscaniche, classicamente ordinate in 4 file parallele, visione obliqua (ingressi laterali), senso dilatatorio trasversale (forma ellittica), mutamento dei rapporti prospettici (scene in un dramma teatrale). Nn visione unitaria, immobile e ideale, ma visione multiple e successive in relazione all’itinerario.
Sant’Andrea al Quirinale, 1658 – 61, Roma.
Riprende la forma ellittica di S.Pietro ke esprime dinamismo e tensione (Barocco) al contrario del cerchio, perfezione e l’idea (rinascimento). Asse maggiore in senso trasversale e accentua la tensione mediante la sporgenza del cornicione. Altare ravvicinato lungo l’asse minore, si presenta entro una nicchia affiancata da colonne e sormontata da un cornicione curvo, entrambi aggettanti→attenzione dello spettatore (palcoscenico). Luce proveniente da fonti nascoste. Lo spazio si espande tutt’intorno, concluso organicamente in alto dalla cupola. Anke l’esterno è dominato dalla linea curva e dal contrasto dei movimenti. Massiccia struttura rettilinea della fronte in contrasto cn lo sguincio dei contropilastri e il pronao.
Francesco Castelli (Bissone, Canton ticino, 1599 – Roma, 1667). Detto il Borromini (dal nome della madre). Grande antagonista di Bernini→diversa concezione artistica. Introverso, scontroso, umbratile. La verità è la ricerca dubbiosa ke parte dall’intimità di ognuno di noi. Linguaggio sommesso, spazi limitati, materiali poveri (mattoni, intonaco) ke nobilita cn l’intelligenza della forma. Artista degli ordini monastici, chiusi e rigorosi, e la sua carriera è piena di amarezza e delusioni→suicidio x una crisi di sconforto (Mona). Semplice scalpellino→pratica nel plasmare la materia. Prima a Milano (1608 – 14), poi a Roma, in San Pietro sotto Carlo Moderno e poi sotto il Bernini→rottura x divergenze artistiche.
San Carlo alle Quattro Fontane, Roma.
Lavoro x l’Ordine dei trinitari Scalzi all’inizio (Convento cn il Chiostro e Chiesa) e alla fine (facciata) della sua carriera. Tutto è piccolo anzi minimo. Le proporzioni sono ridotte x lo spazio disponibile ma attraverso esse esprime l’intimità di un pensiero concepibile a pochi.
Convento di San Carlo alle Quattro Fontane, Chiostro, 1634 – 37, Roma. Ha forme ‘500→porticato cn colonne tuscaniche, collegate cn architravi dalla doppia cornice sporgente, alternati ad archi, al piano inferiore; un loggiato + leggero al piano superiore. Solennità solo apparente→gli angoli sono tagliati da corpi obliqui (spazio premuto a forza), alternanza intercolumni ampi e stretti, luce verticale diminuisce d’intensità fino alla penombra del portico→dubbio, silenzio della riflessione.
Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane, 1638 – 41, Roma. Pianta ellittica. Asse maggiore longitudinale→senso di compressione. Moto continuo (linea curva convessa e concava, rientranze e sporgenze delle colonne, architrave)→dinamica inquieta. Cupola→ovale fortemente schiacciate (effetto prospettico dei cassettoni convergenti a ventaglio e dei lacunari progressivamente + piccoli, chiaroscuro)→moto ansioso.
Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane, facciata, 1664 – 67, Roma. E’ un capolavoro ed è la sintesi dell’arte borrominiana. Posizione obbligata→adatta,posta al fianco di un angolo smussato sul quadrivio delle 4 fontane. Se ne stacca (anke dagli edifici) cn decisione (colore del materiale, colonne, sporgenza cornici). Punto di vista dello spettaore esalta gli aggetti e ne percepisce il moto. Tensione nervose→profilatura tagliente delle superfici ondulate e incidenza sempre variata della luce (nicchie, statue, ornamenti). Culmina cn un ovale inclinato.
Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, 1642 – 1660, Roma.
Opera + interessante x ricchezza inventiva ed evasione dalle norme costruttive consuetudinarie. Pianta→2 triangoli equilateri, sovrapposti ed invertiti, angoli tagliati da linee curve alternatamene concave(dilatazione, spinta centrifuga) e convesse(compressione, forza centripeta)→assenza di riposo, inquietudine. Esterno→avvicendamento di concavità e convessità, forma triangolare. Sorge su uno dei lati minori del Palazzo della Sapienza (andamento rettilineo dei pilastri e curvilineo delle arcate→forma solenne). Goticismo x la spinta verticale e x l’altezza della guglia (assenza di chiarezza razionale ed estremo tecnicismo)→estensibile a tutto il barocco, l’architettura esprime la volontà del potere assoluto.
San Giovanni in Laterano, 1646 – 49, lungh. m130, Roma. Decide di rivestire le antiche strutture cn le nuove→acceca 5 intercolumni, alternandoli alle arcate e divide le superfici con paraste ad ordine unico→ritmo e fuga prospettica verso l’abside rallentate, calma solenne allo spazio (ampiezza navata maggiore luce serena e diffusa)→equilibrio interiore(successo della carriera)→nn piccola chiesa, ma domus ecclesiae.

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