Ugo Foscolo

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Testo

Foscolo, Niccolò Ugo

Fóscolo, Niccolò Ùgo - (Zante 1778-Turnham Green, Londra
1827) Poeta, tragediografo e critico letterario, nacque a Zacinto,
nelle isole Ionie, da madre greca e padre veneziano. Abbandonò
la sua terra natia per trasferirsi a Venezia, dove ebbe inizio la sua
evoluzione letteraria e politica, che lo vide aderire alle idee
libertarie e repubblicane d'oltralpe: i principi della rivoluzione
francese si diffondevano in tutta Europa. Del 1797 sono la
tragedia Tieste, dedicata ad Alfieri, e l'Ode a Bonaparte
liberatore. All'indomani del trattato di Campoformio (1797), con
il quale Napoleone cedeva la città all'Austria, disperato e deluso,
il poeta fu costretto ad abbandonare Venezia e a peregrinare per
diverse città, tra cui Milano e Firenze. Di nuovo in armi, combatté
contro gli austro-russi e fu a Genova durante l'assedio. Gli furono
affidati vari incarichi in Lombardia e in Francia, come ufficiale
dell'esercito; pubblicava intanto le due odi A Luigia Pallavicini
caduta di cavallo (1799) e All'amica risanata (1803). Del
1802 sono Le ultime lettere di Jacopo Ortis, romanzo
autobiografico, mentre il capolavoro Dei sepolcri è del 1806.
Insegnò elequenza all'università di Pavia, ove pronunciò la celebre
prolusione Dell'origine e dell'uffizio della letteratura. Dopo la
caduta del regno italico, preferì seguire la strada che lo condusse
all'esilio, malgrado le insistenti offerte fattegli dagli austriaci; andò
in Svizzera e poi in Inghilterra dove si dedicò principalmente alla
critica letteraria. Le sue ceneri furono trasportate nella chiesa di
Santa Croce in Firenze nel 1871. Di temperamento romantico,
nelle sue opere trasformò il tumulto interiore in una sorta di
armonia classica, manifestando originalità interpretativa e finezza
di giudizio, che ne fecero uno dei maggiori critici dell'Ottocento.
Le sue opere più importanti sono: i sonetti A Zacinto, Alla musa,
In morte del fratello Giovanni e Alla sera; le odi A Luigia
Pallavicini caduta da cavallo, All'amica risanata, il carme Dei
sepolcri, il poema Le Grazie e il romanzo autobiografico Ultime
lettere a Jacopo Ortis.

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