Tema svolto sull'Illuminismo e i suoi caratteri

Materie:Tema
Categoria:Letteratura

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Testo

L’Illuminismo
Durante il Settecento, il territorio italiano è coinvolto in molti conflitti che travagliano l’Europa del tempo; ed è proprio l’Italia, che, raggiunto una tal frammentazione territoriale, diventa un banco di prova della distribuzione dei poteri tra gli Stati Europei. Gli unici due stati autonomi sono la Savoia e lo Stato Pontificio: il primo, divenuto un ragno nel 1713, è sostenuto dall’Inghilterra, la quale vede nel suo rafforzamento un ottimo ostacolo per l’espansione francese; il secondo, invece, attraversa ora un gran momento di crisi, conseguita da un isolamento e decadimento dell’influenza papale nella politica internazionale. Nella seconda metà del secolo, ci troviamo di fronte ad un periodo di pace e stabilità, che rende possibile una stagione di riforme, di cui i centri di maggior movimento riformatore sono Milano e Napoli. Le riforme attuate spaziano dall’istituzione di un nuovo catasto della proprietà fondiaria, sotto la guida di Pompeo Neri, in Lombardia; dalla limitazione dei privilegi ecclesiastici e feudali, sotto Tanucci, a Napoli; in Toscana, sotto Pietro Leopoldo, c’è l’adozione di una nuova legislazione di stampo fisiocratico e liberista e l’abolizione di molti privilegi ecclesiastici e nobiliari, grazie ad una stretta collaborazione tra gli intellettuali del tempo e il granduca; a Parma, grazie a Du Tillot, viene organizzata una corte neorinascimentale. Di stampo illuministico, attorno alla figura del filosofo de Condillac, esponente principale della corrente del sensismo (gli intellettuali illuminati italiani saranno infatti quasi tutti dei sensisti, e addirittura Giacomo Leopardi approderà al sensismo tramite il filosofo). Dal punto di vista sociale, ci troviamo di fronte ad un periodo di sviluppo e innovazione: c’è un notevole aumento demografico, causato dal progresso scientifico, che ha permesso un progresso nelle conoscenze mediche; un miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie; miglioramento delle capacità produttive in agricoltura; cessazione delle lunghe guerre. Promotrice di questo sviluppo tecnologico fu l’Inghilterra, dove vengono migliorate le tecniche di produzione ma anche dove vengono inventate le prime macchine agricole e industriali, che permisero un miglioramento del benessere dello Stato. E a questo periodo di riforme, sia dal punto di vista sociale, che dal punto di vista economico, viene assegnato il nome di Illuminismo: periodo in cui l’uomo finalmente riesce ad uscire dallo stato di minorità mentale, in cui ha il coraggio di usare la ragione, visto che gli è stata fornita, ed è giustificabile non usarla solamente nel caso in cui un individuo abbia problemi a carattere fisico (come viene detto dal filosofo Kant). C’è quindi una rivalutazione della ragione, patrimonio comune di tutti gli uomini; e, di contro, la lotta contro tutti i dogmi a livello politico e religioso, le tradizioni e le superstizioni, che sono da ostacolo al libero uso della ragione. Si attua quindi una sorta di laicismo, caratteristica dell’Illuminismo, in quanto gli intellettuali concepiscono l’indipendenza di ogni azione dalla religione, ma indicata esclusivamente dalla ragione. Con ciò non è escluso il fatto che gli intellettuali illuminati siano cattolici, anche se l’ateismo in questo periodo ha dei sostenitori. Le dottrine filosofiche dell’empirismo inglese, con Bacone, Locke e Hume, sono una premessa al movimento illuminista, le quali hanno trovato nell’esperienza l’insuperabile fondamento del pensiero umano; importante è anche il razionalismo cartesiano, che invitava ad analizzare la realtà secondo il metodo scientifico; la maggior opera di teoria politica elaborata dall’Illuminismo è invece l’Esprite des lois, di Montesquie, che ha un’intonazione antiassolutistica e si ispira al sistema costituzionale- parlamentare inglese nel delineare un progetto politico fondato sulla difesa delle libertà individuali e sulla divisione dei poteri in legislativo, giudiziario ed esecutivo. Altre caratteristiche dell’intellettuale illuminato sono l’ottimismo e il cosmopolitismo: ottimismo in quanto l’uomo, aiutato dalla ragione, sente di avere la possibilità di cambiare il mondo, di avere le possibilità illimitate di giungere ad una felicità mai finita; cosmopolitismo, in quanto ancora non c’è ancora quel principio di nazione che terrà legato l’intellettuale alla propria terra, che si svilupperà invece nel Romanticismo, e quindi l’intellettuale si sente cittadino del mondo, di far parte alla comunità dei letterati. E i primi intellettuali illuminati venivano definiti “philosophes” (amanti del sapere): antipatia per le costruzioni teoriche, distanza dagli assoluti e fiducia nella ragione: queste erano le caratteristiche comuni dell’Illuminismo. L’intellettuale poteva essere sia uomo sia donna, visto che la cultura illuministica veniva aperta anche a loro, le quali spesso organizzavano salotti dove discutere e aprire dibattiti, solitamente d’origine borghese; i loro interessi spaziano in più campi, dalla letteratura alla filosofia, dalla matematica alla fisica; o anche, come Diderot, il quale non è possibile inquadrarlo in un'unica specializzazione. L’intellettuale illuminato ha il compito di fare da tramite tra la nobiltà e il popolo, di diffondere questa cultura e di mettere a disposizione di un pubblico medio il sapere moderno: in questo processo di divulgazione della cultura non poteva non esserci una legislazione scolastica, mirante ad aumentare il numero delle sedi scolastiche, ad istituire l’obbligatorietà dell’istruzione elementare, ed a dislocare nei centri maggiori le scuole di ordine e grado superiore. Ed è la spinta a divulgare le nuove conoscenze a far nascere L’Encyclopedie, opera collettiva ideata da Diderot, dove vengono scritti e disegnati nelle tavole illustrate le nuove tecnologie, i nuovi saperi. Comincia a farsi strada nella società un’esigenza di cultura informativa, pragmatica, legata all’attualità: così cominciano a nascere nuovi giornali tesi a soddisfare il pubblico borghese, come la Gazzetta Veneta e l’Osservatore Veneto, giornali “enciclopedici” (termine coniato dopo l’uscita dell’Enciclopedia”), e come anche Il Caffè. Ideatore di questa rivista è Pietro Verri, insieme al fratello Alessandro, dove collabora anche Cesare Beccaria. Seguendo l’esempio dei modelli britannici, il Caffè è pieno di spontaneità e franchezza; in più di quelli, però, è permeato di una forte carica polemica e di un risentimento nei confronti della cultura conservatrice che domina la società lombarda. Di notevole interesse nel Caffè, è la polemica linguistica e letteraria condotta contro il Vocabolario della Crusca; infatti è necessario secondo loro uno svecchiamento della lingua, liberarsi dal classicismo e dal vincolismo linguistico, e aprire all’influenza del lessico e dei costumi stranieri. ANGLOMANIA.

Esempio



  


  1. lupetti deanna

    sto ncercando tema su cesare beccaria "dei delitti e delle pene" e i f.lli verri

  2. GIANNI

    UN TEMA SVOLTO SULL'ILLUMINISMO