se questo è un uomo: scheda libro

Materie:Scheda libro
Categoria:Letteratura

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Data:23.11.2005
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Testo

“Se questo è un uomo”

TITOLO: Se questo è un uomo.
AUTORE: Primo Levi.
EDITORE: Einaudi.
LUOGO E ANNO DI PUBBLICAZIONE: Stampato presso G. Canale e C., S.p.A., Borgaro (Torino). Prima ed. 1958.
GENERE LETTERARIO: storico - autobiografico.
BIOGRAFIA DELL’ AUTORE:
Primo Levi è nato nel 1919 a Torino, fu deportato ad Auschwitz durante la seconda guerra mondiale. Direttore di una fabbrica di resine e “chimico militant
e” come ama autodefinirsi, è diventato scrittore dopo l’incubo dei lager, non per il piacere della vendetta ma per riaffermare la possibilità di un uso ragionevole della vita di un uomo. I suoi libri, ferocemente commemorativi, sono tuttavia percorsi da un tenace amore per la vita, da un'ironia sottile, una sorta d’allegria per questa vita che si può finalmente ricominciare a vivere.
Nel 1947 ha pubblicato il suo primo libro, SE QUESTO E’ UN UOMO, in cui narra le vicende della sua deportazione in Germania e della permanenza nei vari campi di concentramento nazisti.
Il secondo libro LA TREGUA (1963), che costituisce la naturale continuazione del primo, è la storia del ritorno a casa, della lenta riconquista della civiltà.
Nel 1967 ha vinto il premio Bagutta con un volume di racconti fantastici, STORIE NATURALI, che mettono sotto accusa la società contemporanea, un tema ripreso nel 1971 con VIZIO DI FORMA.
Nel 1975 con il sistema periodico ritorna ai temi autobiografici, nel 1979 vince il Premio Strega con LA CHIAVE A STELLA, e nel 1982 pubblica SE NON ORA QUANDO?, il suo primo romanzo.

AMBIENTAZIONE E PERIODO:
Il libro è ambientato in un campo di sterminio, quello d’Auschwitz, che si trova in Polonia, nel periodo della seconda guerra mondiale, precisamente dal febbraio 1944 al 27 gennaio 1945.

TRAMA:
Tutti gli ebrei vengono radunati in un campo, da dove nel febbraio del 1944 vengono trasferiti nel campo di concentramento di Auschwitz.
Durante il viaggio in treno nel suo vagone erano in 45, ed erano molto stretti. All’arrivo ad Auschwitz vennero divisi uomini e donne.
Poi vengono divisi in blocchi, e portati in una stanza in cui vengono fatti spogliare. Vengono a sapere che devono lavorare, e che sono meno di niente. Tutti dovevano lavorare a parte i malati.
Lavoravano tutto il giorno per tutte le ore di luce.
A sera tarda gli viene assegnato il suo blocco il numero 30, e la sua cuccetta, dove c’è già Diena, che pur essendo molto stanco lo accoglie amichevolmente. Non riesce a dormire, e continua a porre domande, a cui però anche Diena non sa dare risposta. Ad un certo punto gli viene ordinato il silenzio, e lui dorme, ma non è un sonno profondo, è sempre pronto a contransi per difesa, si sente minacciato, e gli sembra di dormire su di una strada o su un ponte.
Ecco la sveglia, in pochi minuti bisognava vestirsi, ed andare verso il lavatoio. Questo, è un ambiente poco invitante, l’acqua non è potabile ed a un odore disgustoso. Dopo una sola settimana si era già stancato da lavarsi, perché lo riteneva inutile, date le condizioni dell’acqua e dell’ambiente in cui lavoravano. Un giorno nel lavatoio incontra il sergente Steinlauf, che si stava lavando, lui gli chiede perché si lavasse anche se era inutile, ma lui gli risponde che non lo faceva per regolamento, ma solo per una questione di dignità, per rimanere vivi.
Durante il lavoro, si fece male e va in Ka-Be (infermeria), dove viene curato, e passa venti giorni, a riflettere tra i continui controlli.
Dopo essere stato per venti giorni in Ka-Be viene messo in uscita, ma non ritorna nello stesso block e nello stesso Kommando, gli viene assegnato un block qualsiasi e un Kommando qualsiasi, gli vengono dati dei vestiti nuovi, che però deve adattare al suo corpo.
Per sua fortuna, il block a cui viene assegnato è il 45, lo stesso di Alberto il suo migliore amico, con cui vorrebbe dividere la cuccetta, ma non può, ed è obbligato a stare con uno sconosciuto, di cui conosce solamente la schiena, e i piedi.
Si spengono le luci, e si coricano, ma il suo vicino, gli volta subito le spalle e cade in un sonno profondo, occupando una gran parte della cuccetta, perciò lui tenta di farsi spazio facendo pressione un po’ con le ginocchia un po’ con i reni sul suo vicino, senza avere risultati. A questo punto non gli resta che dormire così impossibilitato a muoversi, ma, tuttavia per la stanchezza cade anche lui nel sonno, ma non è un sonno profondo, perché gli sembra di dormire su delle rotaie, e sente una locomotiva arrivare sente il suo fischio, era la locomotiva da cui avevano scaricato i vagoni durante la giornata, la sente sempre più vicina ma non arriva mai, ad un certo punto si sveglia ma senza aprire gli occhi, perché non vuole perdere il sonno. Sente di nuovo il fischio ma capisce che non veniva dalla locomotiva sognata, ma era vero era il fischio della Decauville, che veniva dal cantiere notturno.
Dopo poco fa subito un altro sogno, in cui vede sua sorella, alcuni suoi amici e altra gente, lui incomincia a raccontare varie cose sul campo ma ad un certo punto si accorge che nessuno lo sta ad ascoltare, e sua sorella si alza e se ne va’.
A questo punto si sveglia e si rende conto di aver già fatto questo sogno, a di averlo già raccontato ad Alberto, il quale aveva fatto lo stesso sogno come tutti gli altri.
Ogni due o tre ore si dovevano alzare per smaltire la grossa quantità di acqua che avevano in corpo a causa della zuppa, perciò il secchio andava svuotato anche una ventina di volte durante la notte, e questo toccava all’ultima persona che ne usufruiva.
La notte finisce al momento di aufstehen (alzarsi), che pochissimi attendevano dormendo. A questo punto si rifà la cuccetta ci s’infilano le scarpe e si riaprono le piaghe dei piedi, incomincia una nuova giornata.
La mattina al lavoro è fortunato perché si trova a lavorare con Resnyk, che è un gran lavoratore e lo aiuta molto nel portare i pesi.
Al mattino si svegliano aspettano senza fine che l’appello finisca per andare al lavoro, a ogni giorno guardano il cielo sperando che l’inverno sia finito, così avranno un nemico in meno. I greci ballano e cantano senza fine. Quando spunta il sole si accorgono che tutto intorno è verde, tranne il lager dove c’è solo cemento, ed edifici che si chiamano come loro, con dei numeri. Per la prima volta tutti si vedono alla luce del sole. Il primo nemico è passato l’inverno, ma hanno fame, alcuni pensano a quando mangiavano a casa loro con i loro amici, Primo pensa al piatto di pasta che aveva avanzato prima di venire in lager, e si pente di non averlo finito.
La vera sorpresa della giornata oltre alla fine dell’inverno, era una padella da cinquanta litri di zuppa che si dovevano dividere in quindici, facendo a torni, Templer però che era l’organizzatore di tutto aveva diritto a cinque litri.
Alla fine della giornata per la prima volta vanno a dormire in un certo senso sazi.
All’interno del lager, nacque un sistema di scambio, chiamato borsa, con cui si scambiavano innumerevoli oggetti, tra cui il mahorca (fumo), tramite la borsa, potevano guadagnarsi da mangiare, e dei servizi migliori.
Nel lager esisto due categorie di uomini i salvati e i sommersi, nella categoria dei sommersi ci sono tutti quelli che, essendo piccoli, vecchi, malati, o comunque non in grado di lavorare vengono eliminati.
Per la categoria dei salvati si possono inserire quattro persone, Schepschel, Alfred, Elias e Henri.
Schepschel, che vive in lager da quattro anni, è riuscito a trovare un modo per sopravvivere, rubando o cantando, riesce a racimolare pane, che o scambia con scarpe e roba varia o mangia.
Alfred, era perfettamente disciplinato, non si lamentava mai, si lavava ogni quindici giorni, ed aveva molti privilegi, ma tutto questo lo aveva guadagnato pagando con il pane della sua razione, ma grazie alla sua perfetta disciplina quando fu cambiato il kommando lui lo diventò, e fu nominato anche capo del kommando chimico.
Elias era un nano, ma aveva un fisico perfetto con molti muscoli, grazie alla sua forza poteva fare il lavoro molto più velocemente e poteva farne molto di più degli altri, facendo una buona impressione sui capi. Un'altra cosa che lo ha fatto diventare “salvato” era la sua abilità di rubare, si perché nel lager era l’unico modo per sopravvivere.
Henri, per lui erano solo tre i modi per sopravvivere in lager: l’organizzazione, la pietà, e il furto.
Lui barattava di tutto, con cibo, in questo modo aveva di che sfamarsi per giorni, ma aveva anche scoperto che con la pietà, qualsiasi persona si commuove e gli ricambia con del cibo.
Grazie a queste sue due doti poche volte era costretto ad utilizzare la via del furto, che però sapeva applicare perfettamente.
Fu fondato il Kommando 98 di chimica, perciò i tedeschi dovettero fare dei test per decidere chi doveva farne parte, Primo non ebbe problemi quando fu chiamato dato che ha una laurea in chimica.
Mentre raschiavano in lamiera, arrivò il Pikolo del Kommando, che disse a Primo di andare con lui perché era diventato il suo vice. Il suo nuovo lavoro consisteva nel portare dei sacchi molto pesanti da un posto all’altro, però con il vantaggio che un giro era sempre senza peso.Pikolo conosceva una strada più lunga per compiere il giro, così potevano percorrere circa un’ora senza dover portare il peso e poterono parlare, ad un certo punto arrivò una vedetta che si fermò e disse che era stato in Italia e voleva imparare l’italiano, allora Primo cercò di insegnarlielo recitando il canto di Ulisse, ma non riusciva a ricordalo bene, comunque la vedetta che si chiamava Rudi riusciva a capirlo ed a tradurlo, ma l’ora di tempo era quasi passata, e la giornata quasi finita, perciò continuarono il giro fino alla fine dove li attendeva la zuppa.
Ci furono dei bombardamenti, e perciò i tedeschi vedendoli come una rivincita daparte degli schiavi, diventarono molto più crudeli nei loro confronti, facendoli anche lavorare inutilmente.
È’ ritornato l’inverno, e tutti penano perché essendo stati in lager anche l’inverno scorso sanno cosa significa, sanno che vuol dire che almeno sette di loro moriranno, sanno che dovranno dare pane per procurarsi dei guanti, sanno che per curare le ferite dovranno passare anche l’intera giornata fuori dalla porta al freddo nella neve.
L’inverno però vuol dire anche selezione, perché c’è un affollamento nelle baracche. Per la selezione tutti si preparano e si fanno controllare da gli altri, tutte le parti del corpo, ma nessuno al il coraggio di condannare qualcuno.
E’ domenica, ed è arrivato il giorno della selezione, il lavoro finiva prima perché bisognava andare in infermeria a fare il controllo e poi tutti chiusi in baracca per non sfuggire al verdetto e per non vedere chi andava in camera gas.
Quando arriva il Blockaltester bisogna andare tutti nudi in una camera piccolissima, dove si esce uno per volta si consegna la scheda al Blockaltester e si rientra dalla porta del dormitorio, in questo arco di tempo il Blockaltester decide se dobbiamo vivere o morire.
Sono in pieno inverno, quando il capo kommando comunica i tre prescelti per lavorare nel laboratorio di chimica, e sono 169 509 Brackier, 175 633 Kandel, 174 571 Levi.
Vengono subito portati nel laboratorio dove vengono assegnati i loro posti di lavoro. La temperatura del laboratorio è di 24°, e c’è la possibilità di rubare senza essere scoperti, perciò due problemi sono risolti: l’inverno e la fame. I tre si sentono molto fortunati a lavorare in laboratorio perché devono stare seduti tutto il tempo, e hanno una matita ed un foglio dove segnare gli appunti.
Nel laboratorio ci sono anche altre tre donne, e si sentono molto imbarazzati perché erano mesi che non ne vedevano una, e perché sanno di essere puzzolenti e sporchi, e con un fisico rovinato.
Natale è vicino.
Un giorno uno schiavo viene ucciso in pubblico, e prima di morire urla “compagni io sono l’ultimo” dopo di che furono ridotti al nulla.
I russi stanno per arrivare, e per questo tutti i sani devono evacuare il campo, per una marcia di circa 20 Km. Ma Primo era ancora in Ka-Be e perciò non potè partire, e quando il 18 gennaio 1945 tutti partirono, per dove non si sa, per primo iniziano dieci giorni fuori dal mondo e dal tempo.
Quando il campo fu completamente vuoto, rimasero solo alcune SS, di vedetta, ma verso le undici della sera iniziarono in bombardamenti, e il campo fu completamente distrutto. Rimase solo la Ka-Be con i malati dentro.
Decisero di procurarsi una stufa e del cibo, cosi andarono in giro per il campo e trovarono una stufa delle patate e altre cose varie. Con queste poche cose potevano sopravvivere nella Ka-Be.
Durante la giornata si aggirarono ancora per il campo e trovarono delle rape ancora patate e una batteria per autocarro ancora carica, così che la sera avevano la camera illuminata.
Passati questi dieci giorni, arrivarono finalmente i russi che li salvarono.
Ora Primo vive nella sua casa di Torino
ANALISI DEI PERSONAGGI:
Primo Levi:
Autore e protagonista del racconto, da come si descrive non deve essere troppo robusto, e non molto alto. E’ molto pensieroso nel lager, ma non si da mai per vinto, pensa sempre che presto tutto finirà, anche se durante l’inverno aveva quasi perso le speranze.

Alberto:
Primo lo descrive come il suo migliore amico che ritrova quando dopo esssere stato in Ka-Be, gli viene asseniato un nuovo kommando. Non viene descritto molto nei particolari fisici, ma si presume che sia un po’ più robusto di lui, perché a volte lo aiutava con i sacchi più pesanti.

Non ci sono altri personaggi importanti, dato che sono tutti descritti in un capitolo ma poi non più ripresi.

TEMATICHE PRINCIPALI:

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e i visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

La tematica più rilevante in questo racconto, è lo sterminio degli ebrei, e la loro condizione fisica e mentale nel lager di Auschwitz.
Questa tematica è espressa anche nella poesia “se questo è un uomo”, che ho elencato prima e che lo stesso Primo Levi ha scritto. Nella prima parte di questa poesia, Primo Levi dice a tutti quelli che ora vivono tranquilli di meditare su quello che è successo, e descrive in poche parole la condizione dell’uomo e della donna nel lager. Nella seconda parte manda un messaggio a tutti, quasi obbligandoli a non dimenticare tutto ciò che è successo, ed è anche per questo motivo che ha scritto questo libro. Un altro motivo per cui è stato scritto il libro, è il bisogno che nasce in un uomo quando sta nel lager, di rendere gli altri partecipi di ciò che gli sta successo.
Fisicamente un uomo nel lager è poco più che uno straccio, ed è trattato come esso. Per i tedeschi i prigionieri venivano addirittura dopo qualsiasi altra cosa, tanto che venivano trattati in un modo che non si può ritenere umano. Anche i prigionieri dopo questi trattamenti è molto difficile trovare in loro qualche cosa di umano, infatti il titolo del libro “se questo è un uomo”, sta proprio a significare questo. Anche io dopo aver letto questo libro sono di questa opinione, perché non riesco a concepire come alcuni possano essere sopravvissuti, a tutto questo, senza essersi suicidati prima.
Questi sopravissuti poi, come Primo Levi sono rimasti molto segnati da quello che gli è successo, e come lui ricordano perfettamente tutto, perché non è un ricordo che appartiene ad una persona umana, perché anche i sentimenti in lager sono diversi da quelli di una persona umana.
La mente di un uomo in lager viene piano piano modificata, da tutte le umiliazioni che vengono subite, dalla mancanza di qualcuno caro a cui appoggiarsi in momenti di tristezza o dolore, dalla mancanza di rapporti con una donna per molti mesi o anni. A causa di questo cambiamento che avviene nella mente di un uomo, i sui comportamenti e le sue espressioni non sono più come noi possiamo immaginare, ma sono come solo in un lager possono essere. I tedeschi fecero questi lager anche con lo scopo di rovinare proprio la dignità e l’essere uomo di una persona, prima di eliminarla.
I prigionieri, si lavavano, si facevano la barba, anche se era inutile, proprio per cercare di non cambiare, e quindi di rimanere uomini.

RIFLESSIONI E CONSIDERAZIONI PERSONALI:
Penso che il libro abbia avuto su di me, l’effetto, che Primo Levi scrivendolo voleva trasmettere, cioè quello di rimanere colpiti da tutto quello che è descritto, e di non commettere lo stesso errore che è stato commesso. Penso che anche mettendoci tutto l’impegno possibile quando lo si legge, non si riuscirà mai a comprendere perfettamente come si sentivano in quel posto, perché secondo me è come se fosse un altro mondo, completamento diverso da quello normale dove viviamo, e molto più atroce, un mondo in cui per nome si ha un numero stampato sul braccio.
Penso che i tedeschi pur provando tutto l’odio possibile per le altre popolazioni, non si siano resi conto completamente della condizione in cui erano i prigionieri, perché se no secondo me non sarebbero stati uomini.

STILE DELL’AUTORE:
L’autore Primo Levi, descrive molti suoi pensieri personali, anche se la struttura del libro a molti difetti dato che ha incominciato a scriverlo già nel lager. I capitoli del libro non sono stati scritti in successione logica, ma per ordine d’urgenza.
In oltre ogni fatto che racconta è realmente accaduto.
Glossario dei termini
SS: abbreviazione di Schutz-Staffel, e cioè "squadre di protezione", istituite nel 1929 come guardie del corpo di Hitler. Fra le loro incombenze erano anche la ricerca e la cattura degli ebrei e dei nemici del nazismo, oltre all'amministrazione dei campi di concentramento.
Milizia: è la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, organizzazione sorta con lo squadrismo fascista e legalmente riconosciuta nel 1923. Sciolta nel luglio del 1943, venne ricostituita dopo l’8 settembre.
"Giustizia e Libertà": movimento fondato nel 1930 da Carlo e Nello Rosselli, propugnava la resistenza al fascismo e una democrazia socialista. Primo Levi aderì a una banda partigiana affiliata a tale movimento.
Lager: il termine in tedesco ha diversi significati: giaciglio, deposito, accampamento. Da quest’ultimo è derivata la sua accezione più nota, di "campo di concentramento", Konzentrations-Lager, spesso abbreviato in KL o KZ, e di "campo di lavoro", Arbeitslager, o anche di "campo di annientamento", Vernichtungslager .
Buna: oltre che del campo e della fabbrica, Buna è il nome della stessa gomma sintetica che vi veniva prodotta. Deriva dalle sillabe iniziali di due suoi ingredienti, il Butadiene e il Sodio (Natrium, in tedesco).
Häftling: prigioniero, detenuto, plurale Häftlinge. Primo Levi non usa mai il termine "deportato".
Ghetto: quartiere in cui, in molte città d’Europa, erano obbligati a risiedere gli ebrei, dal 1300 circa fino all’emancipazione del secolo XIX . I tedeschi, a partire dal 1940 ricostituirono dei ghetti nelle principali città dell’Europa orientale.
Camino: la ciminiera dei forni crematori di Birkenau.
Block: baracca, plurale Blocks.
Tagesraum: stanza di soggiorno, uno dei locali in cui è diviso ogni block (l’altro è il dormitorio).
Triangolo verde: cucito sulla giacca dei criminali .
Triangolo rosso: cucito sulla giacca dei politici.
Stella: distingue i prigionieri ebrei, è rossa e gialla.
Kapos: capi squadra dei Kommandos.
Reichsdeutsche: cittadini tedeschi (ariani, politici, o criminali).
Kommandos: squadre di lavoro, ciascuna comandata da un Kapo.
Arbeitsdienst: ufficio del lavoro.
Arbeit macht frei: "il lavoro rende liberi". E’ la cinica scritta all’ingresso del Lager, cinica perché si promette la "libertà" attraverso il lavoro, invece si attua lo "sterminio" attraverso il lavoro.
Prominenz: aristocrazia, ossia gli internati che ricoprono cariche, detti prominenti.
Krätzeblock : baracca n. 24, riservata agli scabbiosi . Primo Levi vi viene ricoverato due volte .
Ka-Be: abbreviazione Krankenbau, l’infermeria, che è anche mercato di scarpe, cucchiai e principale cliente e ricettatore dei furti in Buna.
Schonungsblock: è la scritta sul Block n. 23 e significa "Baracca di riposo".
Artztvormelder: così è designato chi si appresta a ricevere visita medica. Primo Levi lo apprende quando è ricoverato in infermeria per la ferita al piede.
Wstawac, Aufstehen: "Alzarsi" rispettivamente in polacco e in tedesco; è la parola che rompe l’esile "carezza del sonno".
Thorà: legge mosaica (i primi cinque libri dell’Antico testamento).
Talmud: enciclopedia di studi e commenti alla dottrina giuridica ebraica.
"Zwei linke Hände": "due mani sinistre", appellativo dato dai tedeschi agli ebrei italiani (contrassegnati dal numero centosettantaquattromila) per sottolineare la loro incapacità a lavorare ed arrangiarsi nel campo, in quanto "tutti avvocati, tutti dottori".
Fressen: il mangiare delle bestie, in tedesco, contrapposto a essen il mangiare degli uomini. Il vocabolo fressen è il più appropriato ai prigionieri, osserva con amaro sarcasmo Primo Levi, è quello comunemente usato anche da loro .
Feierabend: fine del lavoro, segnalato da una sirena.
Wäschetauschen: cambio della biancheria.
Organizzare: procurarsi illegalmente qualcosa. Templer è un organizzatore come Henri e, in generale, tutti i "salvati".
Borsa: nell’angolo nord-est del Lager, c’è la Borsa del Lager dove ferve lo scambio di pane, zuppa, camicie. Mercanti di professione sono i greci di Salonicco. Circolano anche rape, patate, tabacco di scarto Mahorca, i buoni-premio della Buna. Il tabacco è dato spesso in cambio di pane, così come le camicie.
E-Lager: è parte del lager destinata ai lavoratori civili, detti Häftlinge, dove E sta per Erziehung, educazione.
Blockältester: capo baracca.
Salvati: sono quegli Häftlinge che riescono a diventare "Organisator, Kombinator, Prominent" cioè ad arrangiarsi e specializzarsi, procurandosi illegalmente cibo e oggetti sia scambiandoli sia ottenendoli in virtù di certi mestieri che devono svolgere o di cariche che riescono ad assumere. Primo Levi fa alcuni esempi di salvati dal Kommando chimico, nel cap. I sommersi e i salvati , per illustrare come molte siano le vie della salvazione.
Sommersi: (o Muselmänner, mussulmani) sono i deboli, gli inetti, i votati alla selezione. Essi e seguono tutti gli ordini, mangiano solo la loro razione di cibo e seguono il pendio verso il "fondo". Non hanno storia, non vivono più di tre mesi e Primo Levi ne fa il simbolo del male del nostro tempo.
Mussulmano: equivalente di "sommerso" nel gergo del Lager.
Pogrom: termine russo che significa "saccheggio" e designa le azioni popolari violente ai danni delle minoranze ebraiche nella Russia zarista.
Sionista: il movimento sionista, fondato da Theodor Herzl nel 1896, si proponeva di promuovere l’emigrazione in Palestina delle minoranze ebraiche perseguitate e la costruzione di uno Stato ebraico. Otterrà nel 1948 la nascita dello Stato di Israele.
Kazett: anzi propriamente Ka-Zet, è voce composta dalla pronuncia in tedesco delle due lettere KZ, iniziali di Konzentrations-Zentrum, cioè campo di concentramento: è il neutro singolare con i quali i civili definiscono gli Häftlinge perché sono indistinguibili (tutti abbietti, ladri, malfidi, fangosi, cenciosi, affamati), in un misto di commiserazione e disprezzo . Li giudicano degni della loro abiezione e confondono l’effetto con la causa.
Selezione: Selekcjiä in polacco. Se ne comincia a parlare giorni prima e avviene durante una domenica lavorativa, preannuncuiata dal suono della campana che impone il Blocksperre, cioè la clausura in baracche senza che nessuno vi si sottragga e perché , quando i selezionati partono per il gas, nessuno li veda partire. Una SS sceglie se collocare se a destra o a sinistra (e non si sa quale delle due parti sia la più negativa; lo si scopre a selezione avvenuta) la scheda di ciascuno esaminandolo nella breve frazione di tempo in cui, nudo, correndo, varca la porta del Tagesraum e rientra nel Block da quella del dormitorio.
Fenilbeta: prodotto chimico usato nell’ industria della gomma, molto tossico, che i componenti del Kommando chimico devono spostare più volte dal magazzino in altri posti e poi di nuovo nei magazzino, in sacchi pesanti sessanta chili.
Menaschka: una specie di secchio per contenere la zuppa.
Wehrmacht: nome ufficiale dell’ esercito del Terzo Reich.

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