Manzoni Alessandro

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ALESSANDRO MANZONI

LA VITA
Alessandro Manzoni nasce a Milano nel 1785 dal Conte Pietro e da Giulia Beccaria, figlia del grande Cesare Beccarla; il padre ha cinquant’anni e la madre meno della metà.il matrimonio è stato combinato dalla famiglia della giovane e Giulia vi si adatta mal volentieri, anche perché legata affettivamente al minore dei tre fratelli Verri, dall’unione col quale si dice sia nato lo stesso Alessandro.
Per Giulia la vita coniugale si rivela difficile, così i due coniugi decidono consensualmente di separarsi, così la giovane può andare a convivere a Parigi col suo nuovo compagno: Carlo Imbonati. La madre si interessa poco del figlio così Alessandro viene messo in collegio. Prima presso i padri Somaschi di Merate. A questa età comincia a maturare il suo anticonformismo, manifestato in parte già all’età di nove anni nello sfogo dei versi. Appare qui evidente che i suoi maestri sono qui Alfieri per la forma e Parini per il vigore dei versi. Dal 1796 al 1798 i padri Somaschi trasferiscono, temendo l’invasione francese, il loro collegio in svizzera. Nel 1799 Alessandro passa presso i padri Barnabiti, ma ci rimane poco e a quindici anni va ad abitare col padre.
Intorno ai 18 anni compone i Sermoni, operette di intonazione satirico-moraleggiante, che vengono subito apprezzati da Vincenzo Monti.
Nel 1805 la madre lo invita a stabilirsi con lei e Carlo Imbonati a Parigi per qualche tempo. Alessandro non esita ad accettare, felice di poter vivere qualche tempo nella capitala della vita culturale europea. Al sua arrivo trova la madre disperata per la morte di Carlo Imbonati che aveva molto: sicuramente è dovuto a questo stato d’animo il rinato a more che la madre trova verso il figlio. Anche Alessandro guarda Carlo Imbonati con profonda stima e gli dedica “In morte di Carlo Imbonati”. Questi versi vogliono essere tutt’altro che un esteriore omaggio alla figura dell’illuminista, e si concludono anzi con i celebri versi in cui l’anziano illuminista sembra consegnare il testimone in nome di una poetica civile al suo ideale allievo.
A Parigi Alessandro frequenta i migliori salotti intellettuali, e influenzato dalle idee degli “Ideologi” che partecipavano ai dibattiti nei salotti, compone”Urania”. Successivamente rimase molto scontento di questa opera perchè aveva capito che usando i valori formali non poteva raggiungere la perfezione.
I cinque anni di soggiorno parigino vengono interrotti per un viaggio che madre e figlio decidono di fare in Italia nel 1807. Giulia Beccaria desidera che il figlio si sposi e per questo gli fa conoscere Enrichetta Blondel, figlia di un banchiere di Ginevra. I due si innamorano e nel 1808 decidono di sposarsi secondo il rito calvinista in accordo con le fedi dei due. Il matrimonio è sicuramente una tappa importante per la conversione del poeta che trova il suo culmine nel 1810 quando il rito del matrimonio viene ripetuto, secondo il rito cattolico. La conversione ha un ruolo decisivo per l’opera di Manzoni poiché coincide col ritrovamento di una poetica coerente, che rompe completamente i ponti col neoclassicismo.
A Milano il poeta decide di comporre una seri di Inni Sacri, che avrebbero dovuto essere dodici come le maggiori festività cristiane, ma che rimasero solo cinque. Intanto la famiglia aumenta e la salute nervosa dello scrittore va peggiorando; non partecipa direttamente all’attività del “Conciliatore”, ma si limita a seguirne con simpatia l’attività.
Frutto delle discussioni sulla poetica romantica è la tragedia “Il Conte di Carmagnola”, del 1816 ultimata nel 1819 a causa di un’interruzione per scrivere, sotto l’invito del padre spirituale della famiglia, un trattatello in risposta a Sismondo de Sismondi, prete calvinista, “Osservazioni sulla morale cattolica” con l’intento di contestare l’assunto centrale dell’opera di Sismondi ovvero che la causa principale del decadimento dell’Italia fosse l’avvento del cattolicesimo.
Stanno intanto preparandosi i moti risorgimentali, e nell’attesa che possano compiersi felicemente Manzoni compone i versi di “Marzo 1821”. Il 24 aprile, pochi giorni dopo il fallimento dei moti mette mano al suo capolavoro, mentre procede anche nella stesura della sua seconda tragedia, “L’Adelchi”. La notizia della morte di Napoleone all’isola di Sant’Elena ispira immediatamente al poeta la stesura dell’ode “Il Cinque Maggio”. Come si vede il 1821 è dunque un anno magico per Manzoni che mette mano o realizza tutte le sue opere più importanti.
La prima stesura del suo romanzo esce nel 1823 col titolo di “Fermo e Lucia”, ma l’autore scontento lo rivede a fondo e lo fa riuscire in nuova veste nel 1827 col titolo di “I Promessi Sposi”. Bisognerà attendere il 1840 per avere una stesura definitiva del romanzo, dopo la “risciacquatura in Arno” della lingua del romanzo.
Nel 1833 muore la moglie dello scrittore; ed è ancora la madre che gli consigli di sposarsi. Gli trova una vedova, Teresa Borri Stampa. I due risposano nel 1837 e quattro anni dopo muore Giulia Beccaria. Nel 1860 viene riconosciuto senatore a vita dal Re Vittorio Emanuele II.
La morte avviene nel 1873, seguita da solenni funerali celebrati in Duomo, accompagnati dal Requiem che Verdi aveva composto per l’occasione.

INNI SACRI E ODI CIVILI
Fin dalle opere giovanili “Il trionfo delle libertà” Manzoni dimostra di concepire la letteratura come impegno civile.
La storia della poesia manzoniana inizia con gli “Inni Sacri”, che dal punto di vista formale sono sicuramente i meno riusciti dei versi neoclassici, ma al contempo i più veri, tanto da costituire una novità per il panorama letterario italiano. In ordine di composizione sono: “La Resurrezione” (1812), “Il Nome di Maria” (1813), “Il Natale” (1813), “La Passione” (1815), e “La Pentecoste” (1817-1821). Non si tratta di un tradizionale omaggio trionfalistico al cattolicesimo, ma l’interesse principale del poeta è quello di analizzare l’evento di queste feste religiose dal punto di vista del significato che questo evento ha per la vita dell’uomo. Per questo si tratta di una “lirica oggettiva”

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