Gli scrittori del periodo Rinascimentale

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Testo

TORQUATO TASSO
Nasce nel 1544
1560 inizia a comporre a Venezia un poema epico
1565 va al servizio del cardinale Alfonso II D’Este
Compone la Gerusalemme liberata rivista più volte x soddisfare i canoni della ortodossia (secondo i quali i testi non considerati ortodossi venivano messi al bando)
Fu internato a causa della sua instabilità mentale nel manicomio di Sant’Anna
Grande fama, avvertì molto il problema dei canoni dell’ortodossia attuati in seguito alla controriforma della chiesa cattolica, cambierà forma e titolo al suo poema
GERUSALEMME LIBERATA:
GENESI
Il poema viene svolta in più periodi e anche abbandonato a causa di mancanza di ispirazione.
Il nome originale era Gottifredo adattato poi a soddisfare i canoni del’ortodossia.
Dopo l’internamento ci fu un tentativo di divulgazione a cura di Malespini che pubblicò i primi 14 canti con il nome di Goffredo.
Tasso x rimediare decise di dare alle stampe l’intera opera sotto la cura di Bonnà con il titolo di Gerusalemme liberata (1584)
1584 ci fu un opera di censura a cura dello stesso autore e una successiva e fortunata ristampa.
L’ARGOMENTO, IL GENERE E L’ORGANIZZAZIONE
Tasso abbandona i temi cavallereschi e romanzeschi adottati dai precedenti e provenienti dal patrimonio delle leggende carolingie ma si abbandona ad una materia storica, la sola che possa fornire la verosimiglianza richiesta dai canoni del poema eroico.
La crociata consente anche di introdurre un meraviglioso che sia credibile e verosimile basato sul soprannaturale attinente alla religione cristiana.
La materia trattata dal Tasso non è quindi costituita da belle favole collocate in un tempo imprecisato che creano nel poema un senso di possibile continuità come nel Furioso bensì da una precisa realtà storica che tende ad una azione unica e non dispersiva (la liberazione del santo sepolcro) terminata la quale il racconto non ha più motivo di esistere.
Da queste scelte deriva al poema una fisionomia diversa dalle opere di Boiardo e Ariosto attinenti alla composizione romanzesca; Tasso si ispira ai poemi classici come l’Iliade o l’Eneide abbandonando il tono basso e popolare del Furioso puntando al sublime, nell’argomento come nello stile, lontano da ogni caduta verso il realistico quotidiano ed il comico.
LA VISIONE DELLA REALTA’
Distribuito in 20 canti e suddiviso in ottave, metro tipico della poesia epico-narrativa italiana.
Con il suo poema carico di intenti pedagogici, edificanti e morali, Tasso si presenta come il perfetto poeta cristiano, il cantore degli ideali della Controriforma che dominano la sua epoca.
LA LINGUA E LO STILE
Tasso applica i principi da lui enunciati nei Discorsi del poema eroico: nel tessuto poetico si ravvisa quindi costantemente una tensione verso il grande, il magnifico, il sublime. L’effetto è ottenuto innanzitutto con i calchi classici.
A livello della sintassi la magnificenza è ottenuta mediante periodi lunghi e complessi, ardite invenzioni che spezzano l’andamento usuale del discorso, pause all’interno del verso, utilizzo di figure retoriche.
L’aspirazione all’eroico e al magnifico è solo una delle componenti dell’ispirazione del Tasso nella quale compaiono perenni presenze di contrari.
MATTEO MARIA BOIARDO
Nobile signore feudale di famiglia vicina alla signoria estense.
Nato nel 1441, a 20 anni si trovò a reggere il feudo di Scandiano, presso Reggio Emilia
Nel ’76 si trasferì a Ferrara come compagno del duca Ercole, e negli anni successivi ebbe l’incarico di governatore prima a Modena poi a Reggio
Morì nel 1494 a Reggio
ORLANDO INNAMORATO:
LA MATERIA DEL POEMA
1476 Boiardo inizia l’Orlando
nel 1483 furono pubblicati i primi due libri comprendenti 60 canti. Mentre il terzo procedette a rilento e non fu terminato a causa della morte del poeta (accenni alla discesa di Carlo VIII)
il poema riprende la materia cavalleresca ed è destinato ad una èlite cortigiana come lo stesso poeta dichiara nel proemio.
La novità dell’Orlando sta nella caduta in preda all’amore del forte paladino Orlando, austero e saggio difensore della fede cristiana; stessa sorte tocca ad un eroe del circolo bretone.
Il Boiardo porta quindi a compimento la fusione di due cicli cavallereschi, il carolingio e l’arturiano, nel poema si intrecciano imprese e amori, a cui fa da sfondo il meraviglioso fiabesco (fattura bretone)
VALORI CAVALLERESCHI E UMANISTICI
Boiardo ritiene che i valori del mondo cavalleresco, sembrati destinati a scomparire, si conciliavano bene con l’ambiente della corte ferrarese appassionata di prodezze e forza fisica ma anche avida di amori.
Il poeta essendo profondo conoscitore della cultura umanistica comprende che la cavalleria si oramai svuotata della concezione medievale x fare spazio a quella rinascimentale rivedendo tutti gli attributi del cavaliere come la prodezza in chiave umanistica
(forza fisica, difesa signore → virtù uomo libero, attivo e energico capace di superare ogni ostacolo)
Il desiderio di acquisire questa virtù si manifesta come spiccato individualismo atto all’accrescimento della propria fama, xciò anche l’onore perde il suo significato medievale e diviene espressione umanistica della voglia di primeggiare.
Anche il motivo dell’amore è lontano da quella della corte, ora non è altro che la manifestazione di quel senso gioioso e attivo della vita che si rivela nella prodezza guerriera
LA STRUTTURA NARRATIVA E LO STILE
La trama del poema si costituisce attraverso un proliferare inesauribile di fatti, personaggi e situazioni.
La narrazione conserva tutta l’immediatezza del racconto fatto direttamente dinanzi ad un auditorio.
La lingue del Boiardo è lontana dalle rigide codificazioni classicistiche che saranno proprie della letteratura cinquecentesca. È una lingua ibrida. L’effetto è di una grande freschezza e immediatezza.
Lingua ibrida, imperfezioni e trasandatezze che la fluente onda narrativa porta con se sono la causa della scarsa fortuna avuta dal poema nell’epoca immediatamente successiva.
CARATTERI GENERALI
L’Ariosto recupera le tematiche ed i personaggi del poema del Boiardo ma vi è la diversificazione in come la stessa materia viene svolta ed esplicitata. All’adesione affettiva del Bioardo, Ariosto sostituisce il distacco di chi non si identifica più nei valori nei contenuti del messaggio cavalleresco, ma li trasferisce sul piano di una re-invenzione fantastica.
Il furioso poteva quindi apparire come la più alta incarnazione del mito umanistico-rinascimentale, in cui l’uomo realizza pienamente le proprie capacità, simboleggiando il trionfo della vita.
LUDOVICO ARIOSTO
Il poeta proveniva da una nobile famiglia. Nacque nel 1474 in Reggio Emilia.
Primi studi compiuti a Ferrara, x volere del padre frequentò corsi di diritto.
Lasciati gli studi poco graditi si dedicò ad approfondire la sua formazione letteraria ed umanistica, di cui fu frutto la sua produzione di liriche latine.
Ariosto si prodiga in direzione della poesia volgare x l’influenza di Bembo.
La morte del padre nel 1500 lo mise di fronte alle necessità della vita. Accettò cariche ufficiali da parte degli Estensi. Nel 1503 entra a servizio del cardinale Ippolito degli estensi
Ambascerie a Roma e passaggio al servizio di Alfonso (1517), governo della Garfagnana
1533 morte x complicazioni polmonari
ORLANDO FURIOSO:
LE FASI DELLA COMPOSIZIONE
1505 Ariosto compose un poema cavalleresco l’Orlando furioso continuazione dell’opera di Boiardo.
Una prima edizione, in 40 canti, fu terminata nel 1515
Una seconda uscì nel 1521
Una terza apparve nel 1532. la revisione fu in primo luogo linguistica adeguandosi ai canoni classicistici autorevolmente fissati dal Bembo. Le aggiunte di questa terza edizione determinano un clima diverso più cupo, permeato di pessimismo sulla Fortuna e l’azione umana e caratterizzato da tematiche negative in cui si colgono i riflessi della crisi dell’Italia tra il 1516 e il 1532.
LA MATERIA E IL PUBBLICO DEL POEMA
Ariosto riprende la materia cavalleresca e vi è la fusione tra la materia carolingia e quella arturiana.
Grande rilievo hanno sia il motivo amoroso sia quello fiabesco e meraviglioso, tipici della materia di Bretagna. Il poeta rende estreme le conseguenze di questa fusione rendendo l’Orlando addirittura pazzo d’amore.
Alla materia romanza si aggiungono poi infinite conoscenze della letteratura classica con le quali forme riveste la materia cavalleresca, identificandosi a pieno nello stereotipo di poeta del pieno Rinascimento con una grande formazione umanistica.
Il poema è pensato come forma di intrattenimento indirizzato ad un pubblico di persone colte. Esso presenta ancora i caratteri della trasmissione orale che in realtà sono solo convenzioni, allusioni ai modi della narrativa dei canterini di piazza.
Il Furioso è un’opera pensata interamente per la diffusione attraverso la stampa. Ciò significa che il pubblico non era più relativo semplicemente ad una corte ma comprendeva i pubblico nazionale, formato dall’insieme delle persone colte di tutti i centri della penisola.
L’Ariosto riprende l’espediente letterario di Boiardo, l’entralacement cioè la sospensione improvvisa della narrazione di un personaggio per passare a quella di un altro.
LA MATERIA CAVALLERESCA E L’IRONIA
Ariosto non crede più nell’attualizzazione del mondo cavalleresco anche xchè ai suoi empi la civiltà cortigiana era ormai in profonda crisi ed in irreversibile declino. Ecco xchè se la cavalleria ha perso col tempo i propri valori etico-religiosi questi non posso essere sopperiti da nuovi: la cavalleria è per Ariosto un mondo oramai remoto che può essere ripreso solo con nostalgia.
Il Furioso non è pure evasione fantastica, sogno smemorato, fuga dalla realtà. Il piacere di narrare storie romanzesche è solo il punto di partenza x una seria, approfondita riflessione etico-filosofica su tutta una serie di temi centrali della civiltà rinascimentale.
Le avventure cavalleresche non sono da considerarsi semplicemente come modo x introdurre riflessioni ma pur conservando il loro fascino offrono al poeta la possibilità di spaziare sulla sua riflessione etica. Dietro le avventure meravigliose si manifesta un lucido intento conoscitivo, un impegno intellettuale, agganciato alla realtà che rivela un atteggiamento critico nei confronti degli uomini e della società.
A causa della riflessione sul reale l’abbandono al piacere del meraviglioso romanzesco non può essere totale. Di qui nasce lo STRANIAMENTO che consiste in un improvviso mutamento nella prospettiva da cui è rappresentata la materia o dall’utilizzo della onniscienza.
IRONIA e ABBASSAMENTO (paragone col Don chisciotte di Cervantes)
Proprio utilizzando questi espedienti Ariosto trasforma la materia epica e cavalleresca in punto d’avvio della riflessione sulla natura del reale e sul comportamento degli uomini.
LA LINGUA E LA METRICA DEL FURIOSO
A creare nel poema l’immagine di un ordine armonico ed equilibrato al di la della molteplicità delle vicende concorrono anche la lingua e la metrica.
Il criterio linguistico nella revisione del poema e quello di Bembo. Possono comparire nel poema termini aulici e termini più comuni.
Ma nonostante questa composita varietà, non si avvertono mai stridori e urti tra i livelli diversi.
I vari elementi del Furioso sono amalgamati in un impasto che appare perfettamente fuso ed unitario, senza increspature.

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