Un imperatore ghiotto e goloso

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Testo

SVETONIO
“Un imperatore ghiotto e goloso”.

Romanorum imperator Aulus Vitellius circiter unum annum regnavit, imperium gerens multo dedecore, nefaria saevitia insatiabilique voracitate. Neroni simillimus, multos nobiles viro set senatores, qui insontes erant, ad necem suppliciumque destinavit. Eius nomen traditum est precipue ob crapulam: quadrifariam enim epulas dispertivit, in ientacula, prandia, cena set comissationes. Celeberrimae epulae paratae sunt ei a fratre, in quibus duo milia piscium ac septem milia avium apposita erant. Sed Vitellius ipse hanc quoque cenam exsuperavit: tradunt enim eum, inter conquisitissimas alias epulas, conviviis apposuisse amplissimam patinam, in qua scarorum iecora, phasianorum pavonumque cerebella, phoenicopterorum linguas et murenerum lactes paraverant.

L’imperatore dei Romani Aulo Vitellio regnò circa un anno, conducendo l’impero con molto disonore, con scellerata crudeltà e con insaziabile voracità. Similmente a Nerone, egli destinò molti uomini nobili e senatori, che erano innocenti, all’uccisione e al supplizio. Il suo nome fu tramandato soprattutto a causa dell’eccesso di cibo: infatti ripartì i cibi in quattro modi, in colazioni, pranzi, cene e banchetti con musiche e danze. Furono preparati celeberrimi banchetti per lui dal fratello, nei quali venivano serviti duemila pesci e settemila uccelli. Ma Vitellio superò lo stesso anche questa cena: infatti tramandano che egli, tra altri squisitissimi banchetti, servisse agli invitati un piatto, nel quale venivano preparati i fegati degli scari, i cervelli di faggiani e di pavoni, le lingue dei fenicotteri e le interiora delle murene.

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