La pena di morte

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Testo

ANTITESI
• Deterrenza: condannare a morte un trasgressore dissuaderebbe altre persone dal commettere lo stesso reato anche col rischio di uno sbaglio
CONFUTAZIONE
1. Nel caso, per esempio, del reato di omicidio, sarebbe difficile affermare vengano commessi dai colpevoli dopo averne calcolato le conseguenze poiché avvengono in momenti di particolare ira oppure sotto l'effetto di droghe o di alcool oppure ancora in momenti di panico
2. Chi progetta un crimine in maniera calcolata può scegliere di procedere, nonostante la consapevolezza del rischio che corre, nel convincimento che non sarà scoperto. La maggioranza dei criminologi sostiene da tempo che il modo migliore per scoraggiare questo tipo di comportamento criminale non è quello di accrescere la severità della punizione, ma di aumentare le probabilità di scoprire il delitto e di condannare il colpevole.
3. Nella lotta al terrorismo, le esecuzioni possono, anziché porre un freno, provocarne l'inasprimento.
a.
(Il professor Ezzat A. Fattah), docente di criminologia all'Università Simon Fraser in Canada, Le punizioni consuete, compresa la pena di morte, non provocano alcun timore nei terroristi i quali sono motivati ideologicamente e votati al sacrificio per amore della loro causa. Inoltre il terrorista affronta quotidianamente rischi letali e tende a non essere intimorito dalla prospettiva della morte immediata. Com'è pensabile allora che egli possa essere scoraggiato dal rischio di essere condannato alla pena capitale?
b. Le esecuzioni portate a termine per crimini di natura politica hanno l'effetto di pubblicizzare gli atti terroristici, suscitando l'interesse dell'opinione pubblica e offrendo ai gruppi terroristici l'opportunità di rendere note le proprie posizioni politiche; si rischia anche di creare dei "martiri" la cui memoria dev'essere onorata
c. Inoltre le esecuzioni vengono usate come giustificazioni di ulteriori atti di violenza compiuti per ritorsione: i gruppi armati possono sostenere la legittimità delle proprie azioni dicendo di volersi servire anch'essi della stessa pena di morte che i governi sostengono di aver diritto di applicare nei loro confronti.

4. Addirittura è possibile che la pena di morte abbia effetti contrari a quelli voluti. Chi sa di rischiare la morte per il reato che sta commettendo può essere, in certi casi, incoraggiato ad uccidere i testimoni del suo crimine o chiunque altro possa identificarlo e farlo incriminare.
5. I molti studi effettuati sull'argomento hanno quindi dimostrato come sia impossibile affermare con chiarezza che la pena di morte abbia un potere deterrente es. Nel 1988 il Comitato per la Prevenzione del Crimine delle Nazioni Unite ha condotto uno studio relativo ai dati esistenti in ordine al rapporto fra pena di morte e tasso degli omicidi, concludendo che lo studio non poteva offrire sostegno scientifico alla tesi che le esecuzioni capitali producono effetti maggiori del carcere a vita ed era improbabile che una prova del genere potesse essere presto disponibile.
d. Sono oltre venti gli stati (molti dei quali asiatici) che prevedono la pena di morte quale strumento per combattere il traffico di droga Tuttavia non sono emerse prove di alcun genere che possano attestare che un declino nel traffico di droga possa essere attribuito alla minaccia o all'applicazione della pena capitale.
• In Iran, in Malaysia e molti altri stati, nonostante le esecuzioni per reati aventi attinenza con la droga siano state numerosissime (più di 1000 solo in Iran) le autorità hanno in più occasioni riconosciuto pubblicamente l'inefficacia del ricorso alle esecuzioni capitali
ANTITESI
• Funzione neutralizzante o eliminatoria. Essi fanno riferimento al potere neutralizzante assoluto e permanente della pena di morte, poiché essa assicura che un individuo giustiziato per omicidio, non compierà ulteriori delitti.
CONFUTAZIONE
6. Ma a questo punto viene legittimo chiedersi il motivo per cui non si preferisca la detenzione: senza dubbio risulta un mezzo efficace per neutralizzare la pericolosità di assassini o altri delinquenti violenti e impedirgli di reiterare il fatto ma credo coloro che presentano il maggior rischio di recidiva sono gli omicidi mentalmente infermi; tuttavia questi assassini sono per definizione esclusi dalla possibile applicazione della pena di morte. E sicuramente se l'imprigionamento è un mezzo efficace per neutralizzare gli assassini infermi di mente, credo sia altrettanto valido per neutralizzare i "normali

ARG PRO TESI
1. La pena di morte è un arma troppo potente in mano a governi sbagliati che possono, infatti, sfruttarli per eliminare personaggi politicamente o religiosamente scomodi, alterando persino il concetto di gravità di certi atti.
2. Non incentiva la ricerca di nuovi sistemi per la prevenzione al crimine e Lo stato si mostra così efficiente e dispensato dal ricercare una soluzione che prevenga il crimine
3. L'importanza del diritto alla vita che è un principio fondamentale su cui si basa la nostra società.
4. Lo Stato, non deve mettersi sullo stesso piano di chi si macchia di l'omicidio. Fornendo a tutti un esempio di atrocità compiuto dalla legge stessa, mentre essa è stata creata proprio per la tutela dei diritti umani e quindi per quello della vita.
5. Non porta giustizia, non ripaga i parenti dell’ucciso, non lo riporta in.
Antitesi
• Esigenza di giustizia
• Compito fondamentale dello Stato sia difendere ad ogni costo i singoli individui e la comunità, che chi rispetta la legge ha diritto ad una tutela maggiore rispetto a chi la disattende,
• Chi commette reati deve pagare,
• Esistono colpe per cui nessuna pena, tranne la morte, costituisca la giusta punizione
• Retribuzione: male proporzionato alla gravità del fatto compiuto configurato come castigo morale
• Prevenzione difendere la società dalla pericolosità degli autori dei reati, cercando di impedire che soggetti socialmente pericolosi commettano altri reati.
Perché funzione deterrente
• Soddisfacendo il risentimento dei parenti, eliminerebbe la tentazione di vendette private
• L'eliminazione definitiva eviterebbe poi il ripetersi di altri reati da parte dello stesso che, potrebbe ritornare in libertà
• Piano economico molto meno gravoso di una lunga detenzione e dell'ergastolo,
• Il fatto che non si possa risarcire chi sia stato condannato ingiustamente non sarebbe una ragione sufficiente per sopprimerla: basterebbe applicarla solo nei casi in cui ci sia la matematica certezza della colpevolezza dell'imputato; tanto più che esiste ogni capo di stato può concedere la grazia in caso di dubbio.
MOTIVAZIONI CONTRO
6. Motivi morali: atrocità che non si esaurisce nel momento dell'esecuzione, ma consiste in anni di angoscia nell'attesa che essa venga eseguita
7. Nessun uomo ha il diritto di togliere la vita ad un altro uomo contravviene al principio secondo cui la pena non deve tendere alla vendetta o alla semplice punizione del colpevole, ma alla sua rieducazione e al suo recupero sul piano umano e sociale
8. I mezzi legali dilatano molto i tempi dei processi e ritardano il momento dell'esecuzione, per cui la persona a volte è molto cambiata
9. Nobel x la pace
10. Non svolge alcuna funzione deterrente in quanto è semplicistico credere che un criminale consulti il codice per scegliere il crimine da commettere
11. Come le recidive o la tendenza alla vendetta privata, vanno invece affrontati, in termini di educazione sociale, cioè aiutando e seguendo gli ex carcerati e facendo in generale una capillare opera di educazione alla legalità.
12. Possibilità di errori giudiziari,
a. Nel 2004, Ryan Matthews è diventato il 115° condannato a morte degli Usa ad essere rimesso in libertà perché innocente. Era stato condannato nel 1999 in Louisiana per un omicidio commesso quando aveva 17 anni. Nell’aprile del 2004 un giudice federale ha annullato la condanna poiché la pubblica accusa aveva nascosto alcune prove alla giuria e l’esame del Dna aveva stabilito l’estraneità di Matthews all’omicidio. Quello di Matthews e decine di altri casi analoghi negli Usa dimostrano che un sistema giudiziario infallibile, per quanto possa essere avanzato, non esiste.
13. Infine la pena di morte si dimostra uno strumento di discriminazione sociale, in quanto vengono giustiziati criminali che appartengono soprattutto alle classi sociali più deboli ed ai gruppi più marginali
IN ARABIA SAUDITA viene giudicati in base alla legge sacra; nel mese del Ramadan viene osservata una tradizionale moratoria delle esecuzioni. La pena di morte viene comminata per reati sessuali, di droga, sabotaggio, corruzione, stregoneria, masticazione di qat, produzione/distribuzione/assunzione di alcol. Le esecuzioni hanno normalmente luogo al termine di processi iniqui, nell'ambito dei quali mancano le più elementari garanzie. Le confessioni, anche se ottenute mediante tortura, sono accettate come prove valide dalle corti e possono addirittura costituire l'unica prova a fondamento della condanna a morte. I metodi usati sono la decapitazione con una spada affilata per gli uomini e il plotone di esecuzione per le donne; le donne sposate riconosciute colpevoli di adulterio possono anche essere lapidate.
Le esecuzioni accadono nei principali centri del Regno, di solito in occasione delle preghiere del venerdì pomeriggio, in una piazza davanti al palazzo del governatore provinciale; un medico è presente ed ha il compito di certificare il decesso del condannato.
LA SITUAZIONE IN CINA
La Cina è il paese dove si contano il maggior numero di condannati a morte, anche se mancano statistiche ufficiali in materia. Tra i circa 65 reati vi sono l'omicidio, il traffico di droga, alcuni reati economici, politici, d'opinione, il commercio di pornografia, l'uccisione di alcuni animali sacri.
Vengono spesso organizzate manifestazioni di massa per la lettura della sentenza di morte, e l'esecuzione viene compiuta subito dopo: i condannati vengono mostrati al pubblico con la testa reclinata, le mani legate dietro la schiena ed un cartello con il nome e l'indicazione dei crimini commessi legato al collo. Vi è una violazione dei diritti fondamentali: molti trascorrono il periodo che va dalla condanna a morte all'esecuzione ammanettati e coi ferri alle caviglie; inoltre vengono quasi sempre espiantati gli organi del condannato, ma senza chiedere il consenso alla famiglia.
ex-URSS
Tutte e 15 le repubbliche ex-sovietiche mantengono la pena capitale nei loro ordinamenti, sebbene l'applicazione vari: il numero dei reati capitali è stato ridotto in Bielorussia, Estonia, Lettonia, Lituania, Moldavia, Russia, Ucraina; l'Estonia la mantiene solo per reati commessi in tempo di guerra; nell'ottobre 1994 la pena di morte è stata abolita per le donne in Azerbaijan; in Ucraina tutte le informazioni relative sono coperte dal segreto di Stato.
In queste repubbliche la necessità di agire contro l'aumento della criminalità comune è la ragione principale addotta per il mantenimento della pena capitale.
IRAN
SINGAPORE
Vi è una nutrita serie di reati per i quali è prevista la pena capitale, soprattutto legati al traffico di droga: per essi la condanna a morte è applicata in maniera obbligatoria

Esempio



  


  1. SLABBRATONISSIMO

    STO CERCANDO UN TEMA SULLA PENA DI MORTE. PER LA FACOLTA DI MEDICINA DI STO GROSSO PENE. ATTORNO A PASSERA FRIVOLANTE PRESENTE NO?

  2. FATTI I CAZZI TUOI FACCIA DA SCROTO

    DEVO FARE UN TEMA DI ITALIANO PER DOMANI PER LA SCUOLA SUPERIORE DI STO CAZZO CHE TI SI INCULA CONTENTO?