Il trattato

Materie:Riassunto
Categoria:Italiano

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Testo

Il Trattato
Le origini: prose teoriche e di riflessione nell’età umanistica

Alle origini dello sviluppo del trattato nel Rinascimento, sta il favore che incontrarono le prose teoriche e riflessive presso gli umanisti. I generi letterari che rispondono a questa esigenza sono molti(quasi tutti in latino), ma hanno tutti lo stesso scopo: porre le basi per un nuovo modello di umanità.
• L’epistola è coltivata da molti sui modelli di Cicerone e Petrarca;
• L’orazione ha l’esempio migliore nel De hominis dignitate di Pico della Mirandola in cui si pongono le basi per una prospettiva laica;
• Il dialogo ha un enorme successo, sulle orme di Cicerone e Platone. Esso è infatti un’indagine che nasce dal confronto delle opinioni.
• Con I Libri della famiglia, L. B. Alberti muove un primo passo verso la trattatistica cinquecentesca. I loro temi centrali sono l’educazione e l’amicizia, cioè la formazione del buon cittadino.
• Si avvicinarono alla storiografia, oltre a Lorenzo Valla, Bruni e Bracciolini. In questo periodo è abbandonato lo schema annalistico e si privilegia la celebrazione del principe;
• Il trattato vero e proprio è coltivato da Lorenzo Valla che ha un’impostazione tendente al filosofico e da Giannozio Manetti più umanista.
Il trattato nella civiltà rinascimentale

Nel cinquecento la trattatistica ha un ruolo quasi fondamentale: deve porre le basi di una nuova cultura basata su modelli e norme precisi. Il trattato, gia affermatosi nel quattrocento nella forma del dialogo, ha appunto il compito di codificare tali modelli.
Il trattato era il genere del discorso filosofico e scientifico, che si serviva per lo più del latino come lingua dei dotti europei, ma anche del volgare quando verteva sulla politica, sull’amore o sulla bellezza e poteva aspirare quindi ad un pubblico più ampio.

Vanno ricordate le ragioni storico-sociali che contribuirono a rafforzare il valore del trattato nel 500. In questo periodo si ha una forte tendenza alla “Demunicipalizzazione”, si cerca cioè, nelle corti, di abbandonare i vecchi e generare nuovi modelli stabili di cultura e di comportamento. In questo processo il ceto intellettuale si compatta e cerca la propria indentità a prescindere dalla corte di appartenenza.

Il trattato offre essenzialmente tre modelli: modelli do comportamento, modelli artistici e letterari e modelli linguistici.
1. I modelli di comportamento possono riguardare la vita politica (es. Il Principe di Macchiavelli), la vita cortigiana (es. il Cortegiano di Castiglione), l’amore (es. gli Asolani di Bembo), l’educazione ad esempio il Galateo di Della Casa che offre una serie di precetti di buona educazione. Talora i modelli di comportamento possono riguardare anche gli aspetti più bassi della vita come i Ragionamenti che insegnano come una donna possa fare la prostituta o la ruffiana.
2. I modelli artistici e letterari danno forma alle varie arti stabilendo i canoni di gusto e di poetica classicistici.
3. I modelli linguistici tendono a codificare un lessico e una grammatica fondati sui classici del 300: Petrarca per la poesia , Boccaccio per la prosa.

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