I Sepolcri di Foscolo

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Testo

I Sepolcri
VERSI 1-50 I monumenti sepolcrali non possono alleviare la disperazione dell’uomo; tuttavia la sopravvivenza del ricordo degli uomini giusti sollecita all’emulazione delle virtù dei morti. Nei versi 1-22 domina il lucido materialismo illuminista che riflette l’ineluttabilità della morte e la mancanza di vita ultraterrena. Una brusca inversione di tendenza al verso 23 (ma perché..) induce una più serena meditazione (versi 23-50)sui valori spirituali dell’esistenza umana, conforme all’idealismo neoclassico e preromantico, di sopravvivere alla morte con le opere e i ricordi.

VERSI 51-90 La tomba e l’illusione che essa alimenta e testimonia possono vincere l’oblio indicato agli inizi come connaturato alla condizione umana, ma una legge inconcepibile (l’editto di Saint-Cloud, che impone le sepolture fuori dai centri abitati e con lapidi uguali). La cesura è proprio al verso 51 (pur nuova legge) che si sviluppa con tono polemico; le scelte lessicali non rendono giustizia quindi alla misera sorte delle spoglie di Parini, ma ricadono anche su tutta la società milanese e la sua degradazione morale. La forzatura di toni dei versi 75-86 è quindi da vedersi in quest’ottica di polemica.

VERSI 91-136 Anche questi versi sono formulati in un rapporto di opposizione: la legge di Saint-Cloud limita il culto delle tombe, che invece è tutt’uno con la storia dell’incivilimento, avendo funzione pubblica e privata. La protesta di Foscolo, iniziata nel blocco precedente, viene qui continuata non più su un piano personale, ma ancorando saldamente le proprie motivazioni sulla funzione civilizzatrice dei sepolcri che vengono analizzati dai tempi più antichi, con una particolare critica al medioevo. Vengono quindi presi in considerazione i riti medievali e quelli classico-pagani, in cui l’autore si riconosce pienamente. Interessante il verso 130 in cui una callida iunctura riprende il contrasto tra concezione materialistica e superamento materialistico ritrovati nei primi 50 versi del carme.

VERSI 137-149 Questo blocco si lega alla celebrazione dei cimiteri inglesi mediante un’opposizione in due tempi: tra società inglese e volgarità del bello italico regno e l’opposizione tra quest’ultimo e il poeta.

VERSI 151-212 Il ruolo positivo delle tombe e la polemica sulla decadenza della società italiana fanno da premesse logiche a questo blocco centrato sulla celebrazione dei numi tutelari della storia patria; bisogna ricollegarsi al passato glorioso per salvarsi dalla decadenza. Le tombe di Santa Croce sono testimonianza di questi fasti. Da una considerazione particolare e cioè dall’esaltazione delle glorie italiane e dello spirito che freme nei sepolcri di Santa Croce si passa all’universalizzazione dei grandi sentimenti umani, sempre vivi e perenni ovunque una pietra, o il ricordo tramandato dai poeti evochino gesti sublimi.

VERSI 213-234 Questo blocco è strumentale; inserisce in primo piano la personalità di Foscolo (“ai generosi/giusta di gloria dispensiera è morte” “e me che i tempi…me…chiamin le Muse”) e con la suggestiva immagine delle Pimplee comunica che tombe e culti trasmettono la memoria storica, ma quando vengono distrutte solo la poesia rende immortale il passato. La morte trionfa sull’uomo, la tomba sulla morte, il tempo sulla tomba, la poesia sul tempo.

VERSI 235-295 L’ultimo blocco esemplifica con la figura di Omero questo trionfo della poesia. La mitica classicità fornisce figure esemplari, ma Omero in particolare serve da scudo a Foscolo stesso per nascondere la situazione autobiografica (vedi anche Ulisse di A Zacinto).

POETI ESEMPLARI
Parini: viene sottolineata la parte satirica. Nessuna forzatura come nell’Ortis.
Dante: coglie solo un aspetto della Commedia, come risarcimento all’ira del poeta. Vedi stessa interpretazione del Monti.
Petrarca: la specificità della sua poesia rispetto alla lirica d’amore viene resa con l’immagine del velo.
Alfieri: doppio valore foscoliano; ha già praticato il colloquio con le tombe ed ora ci è finito dentro.
Omero: si nutre e nasce dal dialogo con le tombe troiane, profonda pietas e valore sfortunato di Ettore, eroe romantico come Ortis.

Esempio