La nuova frontiera

Materie:Appunti
Categoria:Informatica
Download:106
Data:05.06.2001
Numero di pagine:3
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
nuova-frontiera_1.zip (Dimensione: 3.98 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_la-nuova-frontiera.doc     22.5 Kb


Testo

La nuova frontiera
Furio Colombo nel suo "Confucio nel computer" rileva una sorta di misticismo nell'attuale approccio al mondo delle reti. "..., quando "navighiamo" nella rete troviamo - e questa è un po' la spiegazione della parola "Confucio" che c'è nel titolo - una traccia di misticismo laico, di religiosità secca, nel senso che la nuova passione per l'elettronica...fa pensare a qualcosa di religioso, che però non ha niente di solidale, niente che porti a legami con altri. Al contrario è una marea di solitudine." E qui si rileva l'analogia con la predicazione di Confucio: responsabilità, isolamento e ognuno per sé stesso. Una visione della Rete in contrasto con l'analisi dell'intelligenza collettiva esaminata nel paragrafo precedente. Un'analisi più portata all'isolamento del singolo navigatore, che alla costruzione di un Sapere collettivo. Il cyberspazio infatti sta perdendo la connotazione di luogo d'incontro, di luogo per lo sviluppo degli affari e sta, d'altro canto, sviluppando sempre più la sua vocazione al divertimento, all'evasione. Potrebbe diventare quindi una nuova droga e non essere vissuto razionalmente come uno strumento di navigazione dalle enormi opportunità. Qui si inserisce anche il discorso sulla definizione del "contenuto": la Rete contribuirà sicuramente a far circolare più rapidamente la "merce informazione", il problema diventa a questo punto la definizione del contenuto del materiale informativo, la Società se vorrà sfruttare appieno le potenzialità del computer dovrà prima darsi degli scopi, dei modelli di comportamento economici e politici. È sbagliato invece vedere nell'elaboratore elettronico il taumaturgo in grado di risolvere i problemi del mondo.
Se grazie alla Rete siamo più informati ed in grado di comunicare istantaneamente, ci troviamo posti di fronte anche a due rischi molto gravi. Il primo, è di essere oltre ad informati, anche istantaneamente persuasi: "Entrare in rete è qualcosa che facciamo da soli, lo facciamo con la nostra mente, abbandonando il corpo, creando uno sdoppiamento che non ha precedenti nella tecnologia. Siamo in una condizione di suggestionabilità estrema." (Op. cit.) Il secondo rischio è il formarsi di una democrazia plebiscitaria diretta conseguenza dell'utilizzo del cyberspazio come unico strumento d'espressione delle singole volontà. Perdiamo così la tanto declamata democraticità della rete telematica per cadere in forme camuffate di dittatura. Il cyberspazio non viene più visto come un "covo" di rivoluzionari, William Gibson nei suoi romanzi cyberpunk anticipa le storie di chi convinto di essere rivoluzionario in realtà diviene "suddito", vittima dell'estrema forza di persuasione della Rete anche quando vissuta come occasione di ribellione. Assieme alla possibilità di far viaggiare le nostre menti nel mondo della conoscenza, la comunicazione mediata al computer, porterà ad un tipo d'interazione assolutamente nuovo tra mente e macchina causa di future conseguenze (positive o negative) ancora tutte da verificare. La riflessione di Colombo si conclude lasciando in sospeso molte questioni etiche riguardo alle reti telematiche, anche se fra apocalittici ed integrati lo studioso confida di preferire in ogni caso i secondi.
Mi è sembrato interessante mettere a confronto la posizione ottimista e tendente alla "collettivizzazione del Sapere" di Levy, con la visione "individualista" di Colombo, per dimostrare come il futuro prospettato dagli studiosi per la Rete, sia ancora lontano dall'aver trovato una sistematizzazione di studio definitiva. Qui forse travalichiamo la consueta dicotomia tra "apocalittici" ed "integrati", tra ottimisti e pessimisti. Il dibattito sembra ancora fermo su quali siano i parametri veramente rilevanti per lo studio del fenomeno. Tra le due teorie appena considerate, lo sforzo compiuto da Lévy ci sembra comunque più vicino al modello ipertestuale, per sua stessa natura lontano da qualsiasi modo di operare isolato e aperto invece ad una collaborazione (e crescita) continua. In ogni caso le due posizioni riflettono le molteplici posizioni attorno allo studio della Rete, rimangono in sospeso tra un'impostazione atomistica e la visione collettiva.

Esempio