Demostene

Materie:Appunti
Categoria:Greco

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Testo

DEMOSTENE

Demostene è ritenuto dalla tradizione il massimo oratore greco, tenace nella sua speranza di un rinnovamento che possa riportare Atene alla gloria di un tempo. Chiuso nella sua cecità politica, anacronistico assertore del municipalismo, propugnatore della polis.

Il corpus delle opere comprende una sessantina di orazioni tra cui molte spurie. Logoi demegorikoi

LA VITA E GLI STUDI
Nacque ad Atene nel 384 a.C. di famiglia agiata.
Morto suo padre quando aveva solo otto ani, viene affidato a due tutori, i cugini Afobo e Demofonte, e Terippide, i quali amministrarono disonestamente il piccolo patrimonio della famiglia.
Uscito di tutela Demostene intentò un processo conto i tutori per cercare di recuperare almeno in parte i suoi beni. Preparò per questa occasione una serie di discorsi tra il 363 e il 361: tre Contro Afobo e due Contro Onetore.
Nonostante la vittoria ottenuta al processo sicuramente non recuperò i suoi beni visto che dovette dedicarsi alla professione di logografo. Gli scritti più importanti, frutto di questo lavoro sono: Contro Callicle, Contro Conone, Per Formine. Quest’ultima è molto importante non solo per la carica oratoria dimostrata da Demostene, ma perché contiene dati di carattere economico che ci informano sulla situazione di Atene.
Accurata la sua formazione culturale → segue le lezioni di Platone, ama Tucidide.
Le prime orazioni che segnano il suo ingresso nella vita politica sono: Contro Andozione, Contro Timocrate, Contro Leptine che risalgono al periodo dei processi che si celebrarono alla conclusione della guerra sociale (357-355).

LE OPERE
Contro Timocrate → diretta contro una legge a favore dei pubblici debitori che non avrebbero dovuto essere tratti in arresto
Contro Andozione → diretta contro la proposta di Adozione di assegnare corone ai membri del consiglio uscente
Contro Leptine → presenta come querelante un certo Ctesippo che si schiera contro la proposta di Leptine di abolire ogni esenzione fiscale.

In ambito di politica estera rientrano le orazioni: Sulle Simmorie, Per i Megalopolitani e Per la libertà dei Rodii.
Sulle Simmorie (354) → bisogna prepararsi per accogliere il nemico (I persiani) alle porte e per fare questo è necessario rivedere il sistema fiscale e suddividere i cittadini in gruppi di 60 (simmorie) con il compito di provvedere all’allestimento della flotta.
Per i Megalopolitani (352) → Demostene avanza la necessità di sostenere, mediante un’alleanza la resistenza dei peloponnesiaci alla minaccia di Saprta
Sulla libertà dei Rodii (352) → ritiene che Atene debba portare aiuto ai democratici cacciati da Rodi. In entrambe le proposte l’assemblea preferì le idee di Eubulo.
Contro Aristocrate (352) → importante fonte informativa sulle vicende della tracia nel IV sec. E consente di avere notizie sulla legislazione attica relativa l’omicidio.

Demostene comprese il rischio e la minaccia che Filippo costituiva per Atene ed individuò in lui un nemico da battere con forza e senza esitazione così mentre Isocrate vedeva in Filippo un possibile artefice del panellenismo da lui tanto agognato, Demostene a partire dal 351 fu un instancabile sostenitore del partito antimacedone.
Prima Filippica (351) → un appello agli ateniesi affinché si squotano dalla loro inerzia e riconoscano il grave pericolo che rappresenta Filippo. Propone delle contromisure strategiche, ma come al solito viene preferita la linea pacifista proposta da Eubulo.
Le tre Olintiche → Filippo si dirige verso la città di Olinto e Demostene cerca di esortare i suoi concittadini a portare aiuto alla città assediata. (Propone di usare il Theorikon). Purtroppo la spedizione si muove troppo tardi
Sulla pace → rivela chiaramente come Filippo intendesse la pace, ovvero come una tregua per potersi organizzare in vista della lotta contro il macedone.
Seconda Filippica (344) → attacca duramente la politica filomacedone della sua città.
Terza Filippica (341) → l’orazione si incentra su un unico tema dominante: la sopravvivenza di Atene. Le amara parole dell’oratore ripercorrono la storia passata contro l’apatia del presente che egli condanna.
Quarta Filippica → dello stesso periodo considerata spuria dalla critica.
L’ intensa attività politica di Demostene trova un pubblico riconoscimento nell’onore che gli ateniesi gli tributarono due volte, nel 340 e nel 339, ovvero nella corona aurea.
Per la corona → nel 336 Ctesifonte propone di assegnare ancora a Demostene la corona aurea. Si oppone naturalmente Eschine sostenendo che un magistrato non poteva essere premiato quando ancora era in carica.

Nel 324 Demostene deve scappare dalla città in seguito allo scandalo di Arpalo, e si suicidò in esilio con una fiala di veleno che teneva nella sua penna. Era l’autunno del 322.

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