India

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Categoria:Geografia

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RICERCA D’ESAME -GEOGRAFIA-
UNIONE INDIANA (INDIA)
Superficie(kmq): 3 287 590
Suolo agricolo (%) 55
Boschi (%) 21
Abitanti 935 744 000
Densità (ab./kmq) 285
Capitale Nuova Delhi
(7 207 000 ab.; 9 900 000 ab. l’agglomerato)
Governo repubblica federale
Lingua hindi, inglese
Religione induista, musulmana, cristiana, sikh
Moneta rupia
Popolazione attiva 347 900 000
Speranza di vita (anni) 60
L’India è uno dei Paesi più vasti del mondo. La sua particolarità consiste nel contrasto tra fra una tradizione religiosa assai radicata, che regola gran parte della vita sociale, ed una crescita tecnologica ed economica che ha sottratto l’India alla condizione di Paese sottosviluppato.
La storia in breve
Nel 1500 l’India fu colonizzata dagli europei. Inglesi (1600), Olandesi (1602) e Francesi (1664) diedero vita alle Compagnie commerciali delle Indie Orientali in forte concorrenza tra loro. La crescente rivalità commerciale alla fine portò Inglesi e Francesi allo scontro armato: prevalsero i primi, grazie all’aiuto ricevuto dall’imperatore indiano.
Una serie di rivolte portò nel 1858 alla stesura di una nuova legislazione che aboliva la Compagnia delle Indie e assegnava alla corona britannica la sovranità sull’India.
In seguito nacquero i primi movimenti autonomisti, tra i quali emerse il Partito del Congresso Nazionale Indiano. Il suo leader più rappresentativo Mohandas Gandhi, detto Mahatma (“Grande Anima”), divenne presto il simbolo dell’Indipendenza Indiana, che fu raggiunta nel 1947.
Il territorio
L’India confina a nord con l’Afghanistan, il Tibet, il Nepal e il Bhutan; a est con il Myanmar (già Birmania) e il Bangladesh, a ovest con il Pakistan. Per il resto i suoi confini corrispondono alle linee di costa, bagnate a est, dove lo stretto di Palk e il golfo di Mannar la separano dallo Sri Lanka, dal golfo del Bengala e dall'oceano Indiano; a ovest dal mar Arabico.
L'India può essere fisicamente suddivisa in quattro principali regioni: l'Himalaya, le pianure fluviali settentrionali, l'altopiano del Deccan e i Ghati orientali e occidentali.
Il sistema montuoso dell'Himalaya si estende per circa 2400 km lungo i confini settentrionali e orientali del subcontinente indiano, separandolo dal resto dell'Asia. È il più elevato e il più giovane sistema montuoso del mondo, e uno dei più attivi, dato che gli assestamenti orogenetici (terremoti) non sembrano ancora cessati. All'interno dei confini indiani la catena himalayana raggiunge le massime altitudini nel Kanchenjunga (8603 m), terza cima del mondo dopo l'Everest e il K2, nel Nanga Parbat (8126 m), Nanda Devi (7817 m) e Kamet (7756 m).
A sud, parallelamente all'Himalaya, è situata la regione delle pianure fluviali, una vasta fascia di basseterre; si tratta della più estesa pianura alluvionale della Terra, formata dalle deposizioni dei fiumi Indo, Gange e Brahmaputra. Grazie all'abbondante presenza di acque e di ricchi suoli è oggi la zona più fertile e densamente popolata dell'India, che sviluppò qui le sue prime civiltà.
La zona centroccidentale delle pianure indiane è nota come pianura gangetica in quanto attraversata dal fiume Gange e dai suoi poderosi affluenti, che discendono dai versanti meridionali della catena himalayana. Gli stati nordorientali di Assam e Arunachal Pradesh sono bagnati dal fiume Brahmaputra e dai suoi tributari, le cui sorgenti si trovano nei rilievi settentrionali dell'Himalaya; il Brahmaputra entra poi nel Bangladesh a nord del gruppo montuoso del Khasi Jaintia. Il fiume Indo nasce nel Tibet, scorre a ovest attraverso lo stato di Jammu e Kashmir ed entra in Pakistan, dove è compresa la maggior parte del suo corso.
Lungo il confine sudoccidentale con il Pakistan le pianure coltivate lasciano il posto a una fascia arida, il Gran Deserto Indiano, o deserto del Thar.
Il peso sociale dell’induismo: un paese tante caste
L’India è uno dei pochi Paesi in via di sviluppo. Tuttavia il peso della tradizione rimane molto forte. L’esempio più evidente è dato dal permanere di un sistema sociale diviso in caste (classi sociali chiuse), neanche Gandhi, pur combattendole, riuscì a eliminarle.
La preminenza quasi assoluta in campo religiosa dell’Induismo (professato dall’80% della popolazione). Tale religione suddivide gli individui in strati sociali e caste.
Gli strati, che sono quattro, si distinguono in base al lavoro. Al vertice si trovano i sacerdoti (brahmani) e gli uomini di cultura; seguono i re e i guerrieri, poi i contadini e gli artigiani e, infine, i servi. Al di fuori del sistema si trovano i paria (gli intoccabili), considerati reietti e quindi rifiutati da tutti.
All'interno degli stessi strati sono poi presenti diverse caste, che condizionano le prospettive sociali ed economiche di chi vi appartiene: i membri di caste diverse non possono sposarsi tra loro e, pur modificando la propria professione (quando e se possibile), essi rimangono sempre relegati alla propria casta originaria.
L’emarginazione sociale della donna
La donna è considerata un essere sociale inferiore, soggetta alle figure maschili: il padre, il marito e perfino i figli. In alcuni casi, ancor oggi, non si riesce ad impedire che la moglie venga bruciata viva sulla pira del defunto marito! Ciò dimostra la difficoltà estrema a sradicare una cultura millenaria e permette di comprendere certe contraddizioni della realtà indiana.
Gli animali sacri
La religione induista ritiene che nell’animale abbia trovato la reincarnazione un’anima; per questo ai praticanti è vietato macellare bovini e mangiare carne. Esistono anche motivi di carattere igienico, in quanto è difficile conservare cibi facilmente deteriorabili in ambienti caldi dove la diffusione di un comune elettrodomestico (frigorifero) rimane ancora un lusso.
D’altra parte gli animali sono più utili da vivi. La capre e le pecore producono latte e danno lana; la vacche oltre che produrre latte e burro sono utilizzate per i lavori agricoli.
Quando muoiono, esse vengono scuoiate dai paria e la carcassa rimane preda degli avvoltoi, la cui presenza diventa insostituibile in un Paese dove è pressoché assente la nettezza urbana.
Le città principali
Madras
Madras, capitale dello stato del Tamil Nadu, porto principale sulla baia del Bengala, sorse nel XVII secolo come emporio commerciale inglese, sviluppandosi poi come centro urbano.
La popolazione indiana si concentra soprattutto lungo la pianura del Gange, dove sorgono alcune tra le più grandi città dell’India (Varanasi, Agra, Nuova Delhi, Calcutta) o lungo la costa (Madra e Mumbai).
La città antiche in passato svolgevano un ruolo più antico che economico. Erano, infatti, la sede del potere dei diversi principi, dei quali spesso conservano i palazzi, o i centri religiosi con templi prestigiosi.
Varanosi, con oltre 1500 templi, è la città santa degli Induisti, che vi accorrono per purificarsi nelle acque del Gange.
Nuova Delhi, capitale dell’antico impero Moghul e oggi dell’Unione Indiana, unisce i caratteri della città tradizionale a quelli moderni dei nuovi quartieri di stile europeo.
Calcutta e Mumbai, città le cui conurbazioni raggiungono i 15 milioni di abitanti, Madras (3 840 000 ab.) sono città portuali con attività commerciale-amministrativa, ma anche sedi di industrie tradizionali (tessili, alimentali) e moderne (chimiche e siderurgiche)
La carenza di servizi favorisce la diffusione di epidemie, come nel caso della peste scoppiata nel 1994 a Sutar.
Palazzo dei Venti, Jaipur
Il cosiddetto Palazzo dei Venti (Hawa Mahal), nella città di Jaipur, situata nell'India nordoccidentale, fu fatto costruire dal maragià del Rajputana, nella seconda metà del XVIII secolo, come residenza per le sue mogli.
L’agricoltura
Per evitare le frequenti carestie che nel passato portavano alla sottoalimentazione ed alla diffusione di epidemie, negli ultimi anni sono state intraprese ingenti opere di regimazione dei corsi d’acqua (dighe) e irrigazione (canali). Si sono inoltre introdotte nuove varietà di cereali ad alta resa, così da ovviare alle carenze alimentari della popolazione (anche se persistono forti disparità tra luogo e luogo e tra le caste).
L’India è uno dei principali produttori di riso.
Poco sviluppato, invece, è l’allevamento, per motivi religiosi.

Il Paese delle spezie e del tè
Accanto alle piante da frutto, (come l’albero del pane, il mango, la papaia ed altre), in India si ritrovano piante da legno pregiato, come l’ebano, il mogano, il legno di rosa, il sandalo, il teak e la casuarina.
Altre piante hanno rappresentato un elemento importante per l’economia, come l’hevea (una palma), il cocco, la noce moscata, la cannella, il pepe ed infine il tè, di cui il Paese è il più grosso esportatore mondiale.
Grandi prospettive di sviluppo
Le prospettive economiche sono per l’Unione Indiana di grande sviluppo.
Da qualche, infatti, è in atto una profonda riforma economica.
Nel campo industriale, la presenza di notevoli risorse minerarie (di rilievo il manganese e la bauxite) consente alla imprese di coprire tutti i comparti produttivi.
L’India recentemente ha investito ingenti capitali nella ricerca di avanzata essa possiede già la tecnologia nucleare.
Tratto da: “Georeporter Obiettivo Paesi Extraeuropei” e “Encarta 99”

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