L'integrazione europea e i suoi 50 anni

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Arzuffi Silvia
Classe: 5° B
Corso: Ragioneria indirizzo “Mercurio”
Anno Scolastico: 2006/2007

Scuola: I.S.S. F. Viganò
L’integrazione Europea e i suoi 50 anni
INDICE:
• STORIA: Il trattato di Roma del 1957 pag. 3
• DIRITTO: L’Unione Europea pag. 4

• INGLESE: Education in the European Union pag. 17
• ECONOMIA AZIENDALE: Il sistema Europeo di banche centrali pag. 18
e la Banca d’Italia
• BIBLIOGRAFIA e RINGRAZIAMENTI pag. 20

STORIA
IL TRATTATO DI ROMA
La costituzione delle CECA e la nascita dell’UE
In questo clima di terrore e contrasto vennero creati due organismi importanti per l’economia dell’Europa: la CECA e UE, che proprio nel marzo del 2007 ha festeggiato i suoi 50 anni di vita.
Nel 1951 Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi costituiscono una Comunità il cui obiettivo è introdurre la libera circolazione del carbone e dell'acciaio e garantire il libero accesso alle fonti di produzione. Inoltre, un'Alta Autorità comune vigila sul mercato, sul rispetto delle regole della concorrenza e sulla trasparenza dei prezzi.
Il 25 marzo del 1957 si costituisce con la firma del trattato di Roma la CEE il cui scopo principale era di creare un mercato comune europeo (MEC).
Lo scopo principale del MEC era:
- eliminare i dazi doganali fra gli stati membri;
- istituire una tariffa doganale esterna comune;
- permettere la libera circolazione di forza-lavoro e capitale fra i paesi membri;
- coordinare le politiche comuni nel settore dell’industria, dell’agricoltura e dei trasporti;
- intervenire in favore delle aree più depresse e dei settori in crisi;
- creare un Fondo Sociale Europeo;
- istituire la Banca Europea degli Investimenti.
Per raggiungere questi obiettivi il trattato pone alcune linee guida e definisce il quadro per l'attività legislativa delle istituzioni comunitarie, in particolare riguardo alla politica agricola comune (articoli 38-43), la politica dei trasporti (articoli 74-75) e una politica commerciale comune (articoli 110-113).
Il mercato comune basato su quattro libertà fondamentali: libera circolazione delle persone, dei servizi, delle merci e dei capitali, che avrebbe dovuto realizzarsi in un periodo di dodici anni, in tre fasi successive (articolo 8).
Gli organi principali della CEE sono:
- la Commissione : organo tecnico che ha il compito di proporre i piani di intervento e di disporne l’attuazione;
- il Consiglio dei ministri : organo a cui spettano le decisioni finali
- il Parlamento europeo : organo con funzioni consultive che dal ’79 viene eletto direttamente dai cittadini;
- la Corte di giustizia : organo incaricato di dirimere le controversie fra gli Stati.
DIRITTO
UNIONE EUROPEA
LA SICUREZZA
L’Europa del XXI secolo deve tuttavia affrontare un nuovo problema, quello della sicurezza.
L’UE deve provvedere alla sicurezza degli stati membri. I tragici eventi dell’11 settembre 2001 a New York e Washington mostrano quanto sia fragile l’esistenza umana di fronte al fanatismo e alla sete di vendetta.
Le istituzioni dell’UE hanno avuto un ruolo centrale nel processo di invenzione e attuazione di un sistema che ha regalato pace e prosperità a una regione così vasta come l’Europa. Ma l’Unione deve anche tutelare i suoi interessi militari e strategici, d’accordo con i suoi alleati fra cui la NATO.
Per lottare contro il terrorismo e la criminalità organizzata occorre cioè che le forze dell’ordine di tutti gli Stati membri tessano legami di intensa collaborazione. Fra le nuove sfide dell’Europa, la creazione di uno spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia in cui tutti i cittadini abbiano pari accesso alla giustizia e siano uguali di fronte alla legge.
LA SOLIDARIETA’ ECONOMICA E SOCIALE
L’Europa si è costruita in funzione di obiettivi politici ma trae dinamismo e successo dalle fondamenta economiche su cui poggia: il mercato unico, cui partecipano tutti gli stati membri, e la moneta unica, che ha corso legale in dodici degli attuali quindici membri.
Per garantire la crescita economica e far fronte alla concorrenza delle grandi economie mondiali, i paesi europei, devono restare uniti.
LE GRANDI TAPPE STORICHE
L’UE ha creato la moneta unica e un mercato unico dinamico affinché persone, merci e capitali possano circolare liberamente e grazie al progresso sociale e a una concorrenza leale fa in modo che tale mercato comune vada a vantaggio dei più.
Le fondamenta costituzionali di tale edificio sono:
• Il trattato di Parigi che istituisce la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) il 18 aprile 1951 ed entra in vigore il 23 luglio 1952 ed è scaduta il 23 luglio 2002.
• I trattati di Roma che istituiscono la Comunità europea (CEE) e la comunità europea dell’energia atomica (CEEA O Euratom) il 25 marzo 1957 ed entrò in vigore il 1° gennaio 1958.
I trattati istitutivi sono stati poi modificati:
• Dall’Atto unico europeo nel 1986 che entrò in vigore il 1° luglio 1987 per completare il mercato interno.
• Dal trattato sull’Unione Europea a Maastricht il 7 febbraio 1992 che entrò in vigore il 1° novembre 1993 e ha creato una struttura a tre “pilastri”.
Tasso inflazione 1,5 %
Deficit pubblico / PIL 3 %
Debito pubblico / PIL 60 %
Gli obiettivi essenziali sono invece cinque:
- rafforzare la legittimità democratica delle istituzioni;
- rendere più efficaci le istituzioni;
- instaurare un’unione economica e monetaria;
- sviluppare la dimensione sociale della comunità;
- istituire una politica estera e di sicurezza comune.
• Dal trattato di Amsterdam del 2 ottobre 1997 che entrò in vigore il 1° maggio 1999. Esso ha modificato la designazione degli articoli del trattato sull’Unione europea.
• Dal trattato di Nizza del 26 febbraio 2001 che entrò in vigore il 1° febbraio 2003. Esso si è occupato delle riforme istituzionali per garantire il buon funzionamento una volta effettuato l’allargamento a 25 membri.
Creando un mercato comune del carbone e dell’acciaio i sei paesi fondatori ( Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi) intesero anzitutto garantire la pace fra i vincitori e i vinti della seconda guerra mondiale, associandoli e inducendoli a cooperare in un quadro istituzionale comune improntato al principio dell’uguaglianza.
I sei Stati fondatori decisero allora di costruire una Comunità economica europea (CEE) introducendo un mercato comune per una vasta gamma di prodotti e servizi. I dazi doganali furono definitivamente aboliti il 1° luglio 1968. Con il Sistema monetario europeo (SME) introdotto nel 1979, i tassi di cambio si stabilizzano e gli Stati membri cominciano a attuare politiche di rigore, riuscendo così a mantenere legami di solidarietà reciproca e a disciplinare le loro economie. La Comunità decise di completare il mercato comune europeo entro il 1° gennaio 1993. Sancisce tale ambizioso obiettivo l’Atto unico europeo che viene firmato nel febbraio del 1986 ed entra in vigore il 1° luglio 1987.
Gli Stati membri aprono le trattative per elaborare un nuovo trattato che il Consiglio europeo adotterà a Maastricht nel dicembre 1991 che entrò in vigore il 1° novembre 1993 con cui la CEE diventa più semplicemente la “Comunità europea”. Un’unione di quindici membri che muove passi sinceri verso il suo più spettacolare obiettivo: introdurre un unico conio, l’euro, in sostituzione delle singole monete nazionali. Dal 1° gennaio 2002 le euromonete e le eurobanconote hanno libero corso nei paesi dell’area dell’euro.
L’ALLARGAMENTO
Sono quindi fissati tre criteri principali cui devono conformarsi i nuovi paesi prima dell’adesione:
• Criterio politico: avere raggiunto una stabilità istituzionale tale da garantire la democrazia, lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani nonché il rispetto e la tutela delle minoranze;
• Criterio economico: esistenza di un’economia di mercato funzionante e capacità di far fronte alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all’interno dell’ Unione;
• Terzo criterio ovvero la capacità di applicare l’acquis comunitario, assumendo gli obblighi connessi con l’adesione all’UE, tra cui il perseguimento dell’obiettivo dell’unione politica, economica e monetaria.
GLI ORGANI DELL’UNIONE
Questi leggi, insieme con le politiche dell’Unione, sono frutto delle decisioni assunte nell’ambito di un triangolo istituzionale che collega il Consiglio rappresentante gli Stati membri, il Parlamento rappresentante i cittadini e la Commissione, organo indipendente e garante degli interessi generali dell’Unione.
IL CONSIGLIO
Il Consiglio dell’Unione europea è l’istituzione decisionale principale dell’Unione. In origine “Consiglio dei ministri”, oggi più comunemente detto il “Consiglio”, è presieduto a turno da ciascuno Stato membro per un semestre, secondo un ordine prestabilito. Esso riunisce i ministri dei quindici paesi a seconda dei problemi all’ordine del giorno: affari esteri, agricoltura, industria, trasporti, ambiente…per un totale di nove composizioni distinte. Il Consiglio “Affari generali e relazioni estere” assolve le funzioni di pianificazione e coordinamento dei lavori.
Il Consiglio condivide con il Parlamento europeo il potere legislativo e il potere di bilancio. Esso conclude, a nome della Comunità, gli accordi internazionali preventivamente negoziati dalla Commissione.
Per le decisioni importanti come l’adesione di un nuovo stato il Consiglio deve deliberare all’unanimità.
Il voto degli stati membri è ponderato sulla base della loro popolazione e corretto a favore dei paesi meno popolati. Inoltre:
• La decisione dovrà essere approvata dalla maggioranza degli Stati membri (ovvero dai due terzi)
• Ciascuno Stato membro potrà esigere la conferma che i voti a favore rappresentino il
62 % della popolazione totale dell’UE.
IL CONSIGLIO EUROPEO
Il Consiglio europeo trae origine dalla consuetudine dei leader politici dei paesi dell’UE di riunirsi regolarmente. Iniziata nel 1974 e istituzionalizzata dall’Atto unico europeo nel 1987, tale prassi si rinnova in media quattro volte l’anno.
Il Consiglio europeo discute temi di attualità internazionale nell’intento primo di mettere a punto una politica estera e di sicurezza comune che rifletta l’azione unitaria della diplomazia europea.
IL PARLAMENTO
Il Parlamento Europeo è un’assemblea rappresentativa di tutti i cittadini dei paesi membri dell’Unione e partecipa, nella sua qualità di organo eletto, al processo legislativo. Dal 1979, ogni cinque anni i deputati europei sono eletti a suffragio universale diretto.
I deputati europei si riuniscono in seduta plenaria a Strasburgo.
Alcune tornate supplementari si tengono a Bruxelles. 17 commissioni parlamentari preparano i lavori delle sedute plenarie a Bruxelles mentre il segretario generale risiede a Lussemburgo.
Il Parlamento Europeo esercita con il Consiglio la funzione legislativa secondo tre procedure normative, oltre la semplice consultazione:
• La “procedura di cooperazione” è istituita dall’Atto unico europeo del 1986: il Parlamento europeo emenda le proposte di direttiva e regolamento presentate dalla Commissione e invita quest’ultima a tener conto del suo parere;
• Dal 1986 il “parere conforme” del Parlamento è indispensabile per decidere l’adesione di nuovi stati membri, ratificare gli accordi di associazione con i paesi terzi e stipulare accordi internazionali. Il parere conforme è richiesto per materie importanti come la procedura elettorale uniforme;
• Il trattato di Maastricht del 1992 introduce la “procedura di codecisione”. Il Parlamento condivide il potere decisionale con il Consiglio in settori importanti come la libera circolazione dei lavoratori, il mercato interno, la ricerca e lo sviluppo tecnologico, l’ambiente, le reti transeuropee, l’istruzione, la cultura, la salute, la protezione dei consumatori. Il Parlamento può respingere integralmente la posizione comune del Consiglio e la procedura legislativa è conclusa.
Il Parlamento e il Consiglio sono i due rami dell’autorità di bilancio,discutono e adottano il bilancio dell’Unione. Il Parlamento può respingere il bilancio e esigere le dimissioni della Commissione.
LA COMMISSIONE
La Commissione europea è un’istituzione cardine del sistema. Fino al 1° maggio 2004 era composta da un collegio di 20 membri nominati per cinque anni di comune accordo dagli Stati membri.
Dal 1° maggio 2004, con l’adesione dei nuovi Stati membri sarà designato un solo commissario per paese. La Commissione gode di un’autonomia politica totale. Organo esecutivo dell’UE, garantisce l’esecuzione delle decisioni, stabilisce i piani di intervento e li attua.
LA CORTE DI GIUSTIZIA
La Corte di giustizia delle Comunità europee, con sede a Lussemburgo, è composta da quindici giudici e otto avvocati generali. Nominati di comune accordo dai governi degli stati membri per un mandato rinnovabile di sei anni, offrono tutte le garanzie di indipendenza.
Nel 1989 è stato affiancato alla Corte un Tribunale di primo grado, composto da un giudice per Stato membro e competente a pronunciarsi sui ricorsi proposti dalle persone fisiche e giuridiche circa le decisioni delle istituzioni comunitarie o sui litigi fra le istituzioni e i loro funzionari.
LA CORTE DEI CONTI
Istituita nel 1977, la Corte dei conti Europea si compone di un cittadino per paese dell’Unione, nominato per un mandato di sei anni. La Corte dei conti esamina la legittimità e la regolarità delle entrate e delle spese dell’Unione e accerta la sana gestione finanziaria del bilancio dell’UE.
IL COMITATO DELLE REGIONI
Il Comitato delle regioni è la più giovane delle istituzioni comunitarie. Istituito dal trattato sull’Unione europea, è composto da rappresentanti delle collettività regionali e locali nominati dal Consiglio per un mandato quadriennale.
LA BANCA EUROPEA PER GLI INVESTIMENTI
La banca europea per gli investimenti ha sede a Lussemburgo. Concedendo prestiti e garanzie a progetti di investimenti nelle regioni più svantaggiate e per il rafforzamento delle competitività delle piccole imprese, la BEI concorre all’integrazione, allo sviluppo equilibrato e alla coesione economica e sociale degli Stati membri.
LA BANCA CENTRALE
La Banca centrale europea con sede a Francoforte, ha il compito di gestire l’euro e la politica monetaria dell’Unione.
L’AZIONE REGIONALE
Perché il sostegno arrivi là dove è più necessario, l’Unione ha definito tre obiettivi prioritari:
1. l’obiettivo promuove lo sviluppo delle regioni il cui prodotto interno lordo pro capite non supera il 75 % della media UE. Gli aiuti corrispondono ai due terzi degli stazionamenti per la politica regionale nel 2000-2006 e interessano una cinquantina di regioni in cui vive il
22 % della popolazione dell’UE.
2. l’obiettivo sostiene la riconversione economica e sociale nelle zone con problemi strutturali, siano esse aree industriali, rurali, urbane o dipendenti dalla pesca;
3. l’obiettivo è sconfiggere la disoccupazione mediante la modernizzazione dei sistemi di formazione e l’incremento dell’occupazione.
LA DIMENSIONE SOCIALE
I fattori principali di progresso sociale restano pur sempre la crescita economica e una legislazione che garantisca ai cittadini un nucleo di diritti fondamentali. Sanciscono tali diritti anzitutto i trattati ma anche le direttive sulla protezione dei lavoratori e sulle norme di sicurezza essenziali.
Nel dicembre 1991 il Consiglio europeo di Maastricht ha adottato la “Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori” comprendente dodici principi basilari: libera circolazione, equa retribuzione, miglioramento delle condizioni di lavoro, protezione sociale, libertà di associazione e contrattazione collettiva, formazione professionale, parità di trattamento tra uomini e donne, informazione, consultazione e partecipazione, protezione sanitaria e sicurezza nell’ambiente di lavoro, protezione dell’infanzia e degli adolescenti, delle persone anziane e dei disabili.
LA POLITICA OCCUPAZIONALE
Il trattato di Amsterdam introduce un nuovo capitolo sull’occupazione e innalza la creazione di posti di lavoro a priorità della politica economica dell’Unione. La strategia promuove la formazione professionale, la creazione di nuove imprese e il miglioramento del “dialogo sociale” e delinea orientamenti a favore dell’occupazione.
IL MERCATO INTERNO
Il 1° gennaio 1993 il mercato comune è dichiarato completato ma il progetto resta incompiuto. Gli shock petroliferi del 1973 e del 1980 provocano infatti una recessione economica tale che alcuni Stati membri particolarmente colpiti decisero di proteggere i loro mercati da una concorrenza mondiale sempre più forte.
Nel 1985 la Commissione pubblica ha le carte in regola per costituire un unico mercato di oltre 300 milioni di consumatori ma sono troppi gli ostacoli.
Il “circolo virtuoso” innescato da una crescente libertà di circolazione, dalla concorrenza e dalla crescita economica è diventato irreversibile. Una dopo l’altra crollano le frontiere fisiche, fiscali e tecniche, sebbene sussistano ancora disaccordi in settori particolarmente sensibili come l’armonizzazione delle fiscalità sul risparmio.
Perché persone, merci, servizi e capitali possano circolare nel mercato interno in regime di effettiva libertà occorrono regole che garantiscano una concorrenza leale. Compito della Commissione è accertare che tali regole siano rispettate.
L’UNIONE ECONOMICA E MONETARIA E L’EURO
Il 1° gennaio 2002 l’euro diventa moneta corrente per oltre 300 milioni di europei.
L’euro ha sostituito monete che sono state per molti dei paesi interessati simboli e strumenti centenari di sovranità nazionale. Il nuovo conio ha contribuito notevolmente al processo di unificazione economica dell’Europa e al senso di appartenenza dei cittadini a un’unica identità.
IL CALENDARIO DELL’EURO
7 FEBBRAIO 1992: FIRMA DEL TRATTATO DI MAASTRICHT
Secondo il nuovo trattato, le monete nazionali cederanno il passo alla moneta unica se ricorreranno certe condizioni economiche. Il più importante dei “criteri di Maastricht” è la sostenibilità della finanza pubblica: il disavanzo pubblico non deve superare il 3 % del PIL e il debito pubblico non deve essere superiore al 60 % del PIL.
GENNAIO 1994: NASCE L’ISTITUTO MONETARIO EUROPEO
Con l’Istituto monetario europeo (IME) vengono introdotte nuove procedure di controllo.
GIUGNO 1997: IL PATTO DI STABILITA’ E CRESCITA
Il Consiglio europeo di Amsterdam adotta il “patto di stabilità e crescita” e il nuovo meccanismo di cambio (SME II) che collega all’euro le valute degli Stati membri non appartenenti all’area dell’euro. Viene anche approvato il disegno delle monete metalliche in euro.
MAGGIO 1998: UNDICI PAESI SI QUALIFICANO PER L’EURO
I leader politici dell’unione si riuniscono a Bruxelles per stabilire quali paesi hanno i requisiti per l’introduzione dell’euro e fissano i tassi di cambio fra le monete.
1° GENNAIO 1999: NASCE L’EURO
La moneta unica subentra alle monete degli 11 paesi partecipanti e la Banca centrale europea subentra all’IME, assumendo la responsabilità di una politica monetaria oramai definita e attuata in euro. Il 4 gennaio 1999 si inaugurano le operazioni di cambio in euro e inizia così il periodo di transizione che durerà fino al 31 dicembre 2001.
1° GENNAIO 2002: INTRODUZIONE DI MONETE E BANCONOTE
Il 1° gennaio 2002 entrano in circolazione le banconote e le monete metalliche in euro. Inizia un breve periodo di doppia circolazione durante il quale vengono progressivamente ritirate le banconote e le monete nazionali.
L’Euro è diventata la seconda valuta mondiale per importanza ed è in procinto di diventare una moneta di riserva e pagamento internazionale.
VERSO UNA SOCIETA’ DELL’INFORMAZIONE E DELLA CONOSCENZA
Fra gli obiettivi di Lisbona figura anche la definizione di uno spazio europeo della ricerca e dell’innovazione, in cui una rete transeuropee ad altissima velocità per le comunicazioni scientifiche elettroniche colleghi gli istituti di ricerca e le università, le biblioteche scientifiche, i centri scientifici e progressivamente le scuole.
Le piccole e medie imprese (PMI) sono la spina dorsale dell’economia europea. La strategia di Lisbona prevede per l’appunto che sia elaborata una carta europea per le piccole imprese e sia dato sostegno all’avviamento di imprese ad alto contenuto tecnologico e alle microimprese.
Le persone sono la principale risorsa dell’Europa e su di esse vanno imperniate le politiche dell’Unione. L’UE riconosce l’importanza dell’istruzione e della formazione per tutto l’arco della vita, la necessità di imparare diverse lingue e possedere competenze tecnologiche.
I DIRITTI FONDAMENTALI
Il trattato di Amsterdam segna un passo da gigante nella difesa dei diritti fondamentali. Si è voluto estendere il principio di non discriminazione e rafforzare il principio di parità fra uomini e donne.
A Nizza nel dicembre 2000 ci fu la proclamazione solenne della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. I primi articoli riguardano la dignità umana, il diritto alla vita, all’integrità della persona, la libertà di espressione e di coscienza. Il capitolo “solidarietà” è un’innovazione in quanto raggruppa diritti economici e sociali come:
- il diritto di sciopero;
- il diritto all’informazione e alla consultazione dei lavoratori;
- il diritto di conciliare vita familiare e vita professionale;
- il diritto alla protezione della salute, alla sicurezza sociale e all’assistenza sociale.
LIBERTA’ DI CIRCOLARE
La libera circolazione delle persone e la conseguente abolizione dei controlli alla frontiere interne dell’Unione pongono seri problemi di sicurezza agli Stati membri. Diventa quindi necessario introdurre misure di sicurezza compensative che potenzino i controlli alle frontiere esterne dell’UE e intensifichino la collaborazione fra le autorità giudiziarie e di polizia impegnate nella lotta contro la criminalità internazionale, poiché questa può muoversi indisturbata nell’Unione.
Libertà, sicurezza e giustizia sono di fatto tre concetti intimamente connessi.
L’UNIONE EUROPEA NEL MONDO
Sullo scacchiere mondiale, l’Unione europea è una delle massime potenze economiche, commerciali e monetarie.
Gli stati membri sono ancora lontani dal costituire un fronte unico, diplomatico e politico, rispetto a tematiche planetarie come la pace e la stabilità, il terrorismo, la sicurezza…. Nei paesi europei le forze armate sono di tipo nazionale, così i sistemi di difesa restano nelle mani dei governi nazionali e interagiscono unicamente nell’ambito di alleanze come il Patto atlantico ( la NATO).
UN FUTURO PER L’EUROPA
“giorno verrà in cui (…) voi tutte, nazioni del continente, senza perdere le vostre qualità peculiari e la vostra gloriosa individualità, vi fonderete strettamente in una unità superiore e costituirete la fraternità europea (…). Giorno verrà in cui non vi saranno altri campi di battaglia all’infuori dei mercati aperti al commercio e degli spiriti aperti alle idee. Giorno verrò in cui i proiettili e le bombe saranno sostituiti dai voti(…)”.
Doveva trascorrere oltre un secolo prima che la profezia di Victor Hugo, pronunciata nel 1849, diventasse realtà. Due guerre mondiali e innumerevoli altri conflitti dovevano distruggere milioni di vite in Europa e più volte sarebbe andata persa ogni speranza.
L’allargamento all’Unione a 25 Stati membri si è realizzato entro le scadenze stabilite dalle istituzioni europee, cosicché oggi la storia e la geografia europea coincidono. Fra il 2007 e il 2015 l’unione continuerà ad estendersi ma dovrà anche stabilire le sue frontiere geografiche, politiche e culturali.
Gli uomini e le donne che hanno fondato l'Unione europea nel 1957 vedevano lontano;ma persino loro non potevano immaginare come l'Europa – e il mondo – sarebbero stati 50 anni dopo. Altrettanto arduo è prevedere che cosa ci riservino i prossimi 50 anni, anche se conosciamo già alcune delle grandi sfide che dovremo affrontare in futuro.
La globalizzazione
Sarà compito dell'EU aiutare gli europei a prosperare in un mondo globalizzato. Occorrerà prima di tutto assicurare l'occupazione e la crescita e favorire la competitività economica, migliorando contemporaneamente la sicurezza sociale. Per portare avanti questa politica l'UE dovrà investire in due settori essenziali, l'alta tecnologia e la ricerca scientifica. In passato la globalizzazione era percepita come un modo di far partecipare sia i paesi ricchi che quelli poveri ai benefici derivanti dall'integrazione economica e finanziaria a livello mondiale. Si constata ora invece che il fenomeno produce vincenti e perdenti. L'UE sarà sottoposta a pressioni migratorie provenienti da tutte le parti. Poiché non vi sono più frontiere interne, sono necessarie regole comuni per quelle esterne. Con il passare del tempo, l'UE dovrà adattare la sua politica in materia d'immigrazione, per tener conto dell'invecchiamento della popolazione e di possibili carenze di manodopera al suo interno.
Il riscaldamento del pianeta
Via via che le temperature aumentano in tutto il mondo, il riscaldamento della terra, associato alle emissioni di gas a effetto serra, è considerato dai governi e dai cittadini europei come un'enorme minaccia ambientale. L'UE si è adoperata molto perché venissero adottate misure correttive a livello internazionale: Ha adottato provvedimenti per ridurre al suo interno le emissioni di gas a effetto serra entro il 2012, conformemente agli obblighi contratti con il protocollo di Kyoto, e si è impegnata ad effettuare riduzioni più consistenti dopo tale scadenza, nel quadro di un'azione mondiale coordinata. Fa parte della strategia per risolvere questo grande problema anche l'uso più razionale dell'energia e l'incremento della sua produzione a partire da fonti rinnovabili poco inquinanti situate all'interno dell'UE. È necessario inoltre che l'UE ottenga maggiori forniture di energia pulita da fonti esterne affidabili, poiché le sue riserve di petrolio e gas sono esaurite. Per sostenere queste sfide l'UE promuove l'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili come l'energia solare, eolica e da biomassa, che dovrebbero coprire una quota sempre crescente del nostro fabbisogno, e si propone di risparmiare fino al 20 % del consumo di energia entro il 2020 attraverso la razionalizzazione del suo uso. Per assicurarsi in futuro l'approvvigionamento esterno, soprattutto di gas, l'Unione cerca di mantenere relazioni stabili con i fornitori di paesi ricchi di risorse come la Russia.
L'Europa nel mondo
Quanto si potrà espandere ancora l'UE? Il possibile impatto di futuri allargamenti preoccupa una parte degli europei. L'UE dovrà stabilire i suoi confini e lo farà coinvolgendo pienamente i cittadini e ricercandone il consenso. Quanto più grandi si fanno le dimensioni dell'Unione, tanto maggiori diventano le sue responsabilità. Grazie all'unità che è stata costruita negli ultimi 50 anni, una guerra tra i paesi dell'Unione è oggi impensabile. In un mondo complesso, instabile e in costante mutamento, l'UE sarà chiamata a diffondere pace e stabilità al di là dei suoi confini. Parteciperà perciò sempre di più ad azioni di prevenzione dei conflitti e mantenimento della pace; eserciterà la sua influenza per introdurre norme migliori e più giuste nel commercio mondiale; conserverà, ovunque necessario, il suo ruolo di donatore nel campo dell'assistenza umanitaria e dell'aiuto allo sviluppo.
Incoraggiare la democrazia e la partecipazione dei cittadini
Per venire a capo dei grandi problemi dei prossimi 50 anni, l'Unione europea avrà bisogno di strumenti giuridici e amministrativi più appropriati, che non sono ancora disponibili. Un primo tentativo di adottarli è fallito nel 2005, quando i referendum organizzati in Francia e nei Paesi Bassi hanno respinto il progetto di costituzione europea. I leader dell'UE hanno riconosciuto che una delle ragioni del fallimento dei referendum è costituita dal fatto che i cittadini europei sono male informati sull'Europa ed esclusi dal suoi processi decisionali. Per rimediare a questa carenza, sono state lanciate varie iniziative intese a ristabilire il contatto con i cittadini e ad offrire loro maggiori possibilità di esprimersi sui grandi temi politici, quindi anche sulle riforme istituzionali che dovranno essere realizzate nei prossimi anni per assicurare il buon funzionamento dell'UE nel XXI secolo.
CRONOLOGIA DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA
1948 (7-11 MAGGIO)
Congresso del Movimento europeo. Mille delegati si esprimono a favore di una “ Assemblea europea”.
1949 (27-28 GENNAIO)
Viene istituito il Consiglio d’Europa con sede a Strasburgo.
Inizio la redazione della convenzione europea dei diritti dell’uomo. Entrò in vigore nel 1953.
1950 (9 MAGGIO)
Nasce l’Europa unita e in questa data si celebra ogni anno la “giornata dell’Unione europea”.
1951 (18 APRILE)
Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi firmano a Parigi il trattato che istituisce la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), entra in vigore il 23 luglio 1952
1957 (25 MARZO)
Firmato a Roma il trattato che istituisce la Comunità economica europea (CEE) e la Comunità europea dell’energia atomica (Eurotom). Entrano in vigore il 1° gennaio 1958.
1968 (1° LUGLIO)
Vengono aboliti gli ultimi dazi doganali e viene introdotta la tariffa doganale comune.
1973 (1° GENNAIO)
Danimarca, Irlanda e Regno Unito entrano nell’UE.
1978 (6-7 LUGLIO)
Creazione di un sistema monetario europeo (SME). Lo SME diventa operativo il 13 marzo 1979.
1981 (1° GENNAIO)
La Grecia entra nell’UE:
1986 (1° GENNAIO)
La Spagna e il Portogallo entrano nell’UE.
1987 (15 GIUGNO)
Inizia il programma Erasmus per gli studenti che intendono proseguire gli studi in altri paesi d’Europa.
1989 (9 NOVEMBRE)
Cade il muro di Berlino.
1990 (19 GIUGNO)
Eliminazione dei controlli alle frontiere fra paesi dell’UE.
1990 (3 OTTOBRE)
Unificazione della Germania.
1991 (9-10 DICEMBRE)
Il Consiglio europeo di Maastricht adotta un trattato sull’unione europea.
1992 (7 FEBBRAIO)
Il trattato sull’Unione europea viene firmato a Maastricht ed entra in vigore il 1° novembre 1993.
1995 (1° GENNAIO)
Austria, Finlandia e Svezia entrano nell’UE.
1998 (3 MAGGIO)
Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna soddisfano le condizioni necessarie per l’adozione della moneta unica dal 1° gennaio 1999. in seguito entrerà anche la Grecia.
2001 (26 FEBBRAIO)
Firma del trattato di Nizza che entra in vigore il 1° febbraio 2003.
2002 (1° GENNAIO)
Immissione in circolazione dei biglietti e monete in eruro.
2004 (1° MAGGIO)
Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria entrano nell’UE.
2007
Adesione per Bulgaria e Romania nell’UE.
STATI MEMBRI DELL’UNIONE EUROPEA
Austria 1995 Lussemburgo 1951
Belgio 1951 Malta 2002
Bulgaria 2007 Paesi Bassi 1951
Cipro 2002 Polonia 2002
Danimarca 1973 Portogallo 1986
Estonia 2002 Regno Unito 1973
Finlandia 1995 Repubblica ceca 2002
Francia 1951 Romania 2007
Germania 1951 Slovacchia 2002
Grecia 1981 Slovenia 2002
Irlanda 1973 Spagna 1986
Italia 1951 Svezia 1995
Lettonia 2002 Ungheria 2002
Lituania 2002
PAESI CANDIDATI ALTRI PAESI EUROPEI
Croazia Albania Montenegro
Ex Repubblica iugoslava di Macedonia Andorra Norvegia
Turchia Bielorussia Russia
Bosnia Erzegovina San Marino
Islanda Serbia
Liechtenstein Svizzera
Moldavia Ucraina
Monaco Vaticano
IL PADRE DELL’EUROPA
Robert Schuman (1886-1963)
Robert Schuman, uomo politico, apprezzato avvocato e ministro degli Esteri francese tra il 1948 e il 1952, è considerato uno dei padri fondatori dell’unità europea.
Originario della regione dell’Alsazia-Lorena, sul confine franco-tedesco, nonostante le esperienze vissute nella Germania nazista, o forse proprio grazie ad esse, si rese conto che l’unità dell’Europa avrebbe potuto basarsi solo su una riconciliazione duratura con la Germania. Deportato in Germania nel 1940, due anni dopo riuscì a fuggire e si unì alla resistenza francese. Malgrado questa esperienza non mostrò alcun risentimento quando, dopo la guerra, assunse la carica di ministro degli Esteri.
In collaborazione con Jean Monnet redasse il famoso piano Schuman pubblicato il 9 maggio 1950, giorno che oggi è considerato la data di nascita dell’Unione europea. Schuman proponeva nel piano il controllo congiunto della produzione di carbone e acciaio, le principali materie prime per l’industria degli armamenti. L’idea di base era che chi non dispone liberamente del carbone e dell’acciaio non è più in grado di condurre una guerra”.
Schuman informò del suo piano il cancelliere tedesco Adenauer, che subito vi riconobbe un’opportunità per la pace in Europa e lo accolse favorevolmente. Poco tempo dopo reagirono anche i governi di Italia, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi. I sei Stati firmarono l’accordo per la creazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio a Parigi, nell’aprile del 1951. In questo senso, l’Europa si fonda su un’iniziativa di pace.
Schuman sostenne inoltre la formulazione di una politica europea di difesa comune e fu presidente del Parlamento europeo dal 1958 al 1960.
Il 9 maggio 1950, Robert Schuman presentava la proposta di creare un'Europa organizzata, indispensabile al mantenimento di relazioni pacifiche fra gli Stati che la componevano.
La proposta, nota come "dichiarazione Schuman", è considerata l'atto di nascita dell'Unione europea.
Questa giornata (Festa dell'Europa) del 9 maggio è diventata un simbolo europeo che, insieme alla bandiera, all'inno, al motto e alla moneta unica (l'euro), identifica l'entità politica dell'Unione Europea. La festa dell'Europa è l'occasione di dar vita a festività e di organizzare attività che avvicinano l'Europa ai suoi cittadini ed i popoli dell'Unione fra loro.
I PAPI GRANDI “SPONSOR” DELL’UNIONE EUROPEA
Il trattato di Roma nasce sotto il pontificato di Pio XII, che accarezzava l’idea di un’Europa federale.
Nel 1952 incoraggia gli uomini che lavoravano per l’unificazione Europea e appoggia l’idea di Schuman di un nucleo franco-tedesco come “struttura portante di un’Europa unita”.
Propone più volte un’unica costituzione e una sola struttura di coordinamento politico ed economico che si avrà solamente nel 1992.
Il suo pontificato termina poco dopo la firma del Trattato di Roma, nel quale ha dato una suo indiscusso contributo. Da allora i Papi hanno sempre fatto sentire la propria voce.
TRE ERRORI DA NON RIPETERE
Per riprendere slancio, l’Europa deve innanzitutto capire le difficoltà e gli errori degli ultimi anni.
Ce ne sono molti ma tre sono quelli di maggior rilievo:
1. l’Europa ha dimenticato il suo passato. Il ricordo delle macerie della seconda guerra mondiale e il desiderio di costruire un’area di pace e di stabilità sono stati il motore della costruzione europea. Questo motore non c’è più, perché l’idea di un conflitto europeo appare oggi assurda. I cittadini europei hanno difficoltà oggi a capire i vantaggi di stare insieme e di aderire ad un progetto comune anche se da quando è stato introdotto l’Euro si sono avuti notevoli miglioramenti.
2. l’Europa è stata a lungo usata come capro espiatorio. Nonostante i miglioramenti ottenuti, il disagio dei cittadini europei non può essere ignorato. Esso deriva dai grandi mutamenti che stanno avvenendo nel nostro pianeta, per effetto della globalizzazione e dell’innovazione tecnologica. Per affrontare queste sfide sono necessarie nuove politiche economiche, nuove strategie competitive, nuove relazioni industriali. Spesso l’Europa viene presentata come la fonte di tutti i problemi e i cittadini perdono fiducia in essa.
3. l’Europa ha smesso di pensare globale. I processi economici innescati dalla globalizzazione stanno drammaticamente ridimensionando il ruolo dei Paesi europei. Se gli europei intendono governare, e non subire,i processi di globalizzazione nei settori del commercio, della finanza, dell’energia e in più generale della politica internazionale, devono rendersi conto che le strutture decisionali nazionali non sono più adeguate.
Gli errori avvenuti in passato mostrano la strada per il futuro.
POLITICA DI ASILO E IMMIGRAZIONE
L’Europa è fiera della sua lunga tradizione di accoglienza e dell’ospitalità che da sempre offre ai rifugiati in fuga da pericoli e persecuzioni. I governi dell’Unione affrontano oggi il problema di come gestire l’afflusso crescente di immigrati legali e clandestini che è sempre stato uno tra i temi "prioritari". Il Vecchio Continente si impegna a "raddoppiare" i suoi sforzi in Africa, un continente afflitto da "gravissimi problemi sociali" che si riflettono inevitabilmente sui flussi migratori verso l’Europa.
Il Consiglio ha accolto la proposta di stabilire un dialogo periodico e strutturale con l'Africa, e l'Unione europea si pone così alla guida del problema dell'immigrazione e della cooperazione. Si pone come obiettivi principali un'immigrazione ragionata, basata sulle regole, nonché di assicurare la massima cooperazione per quei paesi che purtroppo soffrono di questo processo così intenso di emigrazione dei propri cittadini a causa della povertà e della mancanza di speranza. L'Europa é impegnata nella cooperazione con tutti i paesi per raddoppiare gli sforzi della nostra comunità a favore del futuro del continente africano. Ed è anche questo impegno, che dimostra come nell'arco di un breve periodo l'Ue sia riuscita a gettare le basi per una nuova politica in questo ambito.
Per vedere i risultati concreti di questa nuova politica bisognerà aspettare qualche tempo. Nel frattempo l’Europa ha creato un gruppo di lavoro al quale parteciperà l'Italia, la Spagna e senza dubbio anche altri paesi, anzitutto quelli che si affacciano sul Mediterraneo ma anche quelli che hanno un interesse per questa dimensione mediterranea dell'Ue. La Finlandia e la Spagna, le frontiere Nord e Sud dell'Europa hanno una volontà politica decisa affinché ogni giorno l'immigrazione sia sempre più una politica comune europea, una risposta a un fenomeno che bisogna governare dall'Unione e partendo dai principi di piena solidarietà, piena cooperazione e
Rafforzamento di tutti gli elementi comuni.
INGLESE
EDUCATION IN THE EUROPEAN UNION
EDUCATION
The Treaty of Rome, together with the Maastricht Treaty, allows the Community to ‘contribute to the development of quality education by encouraging cooperation between Member States and, if necessary, by supporting and supplementing their action, while respecting the organisation of educational system and cultural and linguistic diversity of Member States’. It is stressed that action is to be aimed at ‘developing the European dimension in education’, especially at language teaching and student and teacher exchanges.
In 1995, the Socrates programme replaced the earlier ERASMUS (European Community Action Scheme for the Mobility of University Students) and Lingua programmes in the field of student and teacher exchanges, language teaching and other activities concerned with the European dimension in education.
2001 was declared the European Year of languages, the aim being to celebrate Europe’s linguistic diversity and to promote language learning.

ECONOMIA AZIENDALE
IL SISTEMA EUROPEO DI BANCHE CENTRALI E LA BANCA D’ITALIA
IL MODELLO BANCARIO EUROPEO
La II Direttiva di coordinamento bancario ha consentito alle nostre banche di ispirarsi a modelli operativi simili a quelle delle principali concorrenti europee. Infatti. Le norme europee hanno previsto per le banche comunitarie la possibilità di stabilirsi in tutti i Paesi dell’Unione Europea e di operare in essi sulla base del principio del mutuo riconoscimento, il quale consiste nel fatto che ogni stato membro riconosce la regolamentazione dei mercati creditizi adottata negli altri stati della comunità. L’applicazione di tale principio ha comportato due conseguenze di rilievo:
1. ordinamento del Paese d’origine;
2. autorizzazione unica.

IL SISTEMA EUROPEO DI BANCHE CENTRALI
Il Sistema Europeo di Banche Centrali (SEBC) è composto dalla Banca centrale europea (BCE) e dalle Banche centrai nazionali (BCN) dei 15 Stati membri dell’Unione europea.
Il SEBC svolge le seguenti funzioni :
• definisce e attua la politica monetaria comune dell’area dell’euro
• definisce e attua la politica dei cambi
• detiene e gestisce le riserve ufficiali in valuta estera degli Stati membri
• emette le banconote
• ha creato e gestisce il sistema dei pagamenti noto come TARGET
Gli organi del SEBC sono :
• il consiglio direttivo : ha funzioni decisionali in quanto formula la politica monetaria
• il comitato esecutivo : attua le decisioni e impartisce le direttive alle singole Banche centrali nazionali
• il consiglio generale: svolge funzioni prevalentemente consultive.
Le decisioni di politica sono accentrane nella Banca centrale europea (BCE) che ne è l’unica responsabile mentre l’esecuzione delle stesse fa capo alle singole Banche centrali nazionali

GLI STRUMENTI DELLA POLITICA MONETARIA
Gli strumenti utilizzabili per attuare le decisioni rivolte a controllare la liquidità del sistema e il livello dei tassi di interesse sono molteplici. In particolare, si possono ricordare i seguenti :
• le operazioni di mercato aperto e quelle “pronti contro termine” poste in essere dalla BCE e dalle Banche centrali nazionali
• le operazioni di rifinanziamento marginale e di deposito effettuate su libera iniziativa delle singole banche presso le Banche centrali
• la determinazione del coefficiente di riserva obbligatoria

LE FUNZIONI DELLA BANCA D’ITALIA
La Banca d’Italia esercita molteplici funzioni, le quali si esplicano :
1. nell’ambito del SEBC, la Banca d’Italia concorre alla definizione degli obbiettivi della politica monetaria degli Stati aderenti all’euro;
2. a livello nazionale la Banca d’Italia svolge alcuni compiti fondamentali :
• la vigilanza e il controllo su sistema bancario;
• il rifinanziamento delle banche;
• la vigilanza sui sistemi di pagamento.
LE ALTRE FUNZIONI DELLA BANCA D’ITALIA
La Banca d’Italia svolge altre funzioni :
• la gestione delle riserve in valuta;
• la gestione del servizio Tesoreria per conto dello Stato;
• l’elaborazione e la divulgazione si statistiche e ricerche nel campo del diritto e dell’economia;
• la gestione di taluni archivi;
• la rilevazione trimestrale del tasso effettivo globale medio (TAEGM) che, aumentato del 50% determina il tasso-soglia dei prestiti oltre il quale si configura il reato di usura;
• la vigilanza sui mercati regolamentati;
• intervento in caso di crisi di banche.

BIBLIOGRAFIA
Storia: - Guida alla Storia dal novecento a oggi (A. Giardina, G. Sabbatucci, V. Vidotto)
- Dizionario Enciclopedico ( UTET)
Diritto: - Enciclopedia Multimediale Wikipedia
- Diritto pubblico:lo Stato, la giustizia e l’amministrazione(L. Bobbio, E. Ghiozzi, L.Lenti)
- Articoli di giornale tratti dal Corriere della Sera e Il sole 24 ore.
Inglese: - The European union

Economia
Aziendale: - Enciclopedia Multimediale Wikipedia
- Percorsi modulari in Economia Aziendale (P. Boni, P. Ghigini, C. Robecchi)
RINGRAZIAMENTI
Un ringraziamento particolare per avermi aiutata, seguita e incoraggiata in questi anni va ai miei professori e al preside, che mi hanno saputa spronare per raggiungere traguardi sempre più alti e che mi hanno aiutata a crescere non solo dal punto di vista scolastico e culturale ma soprattutto da quello personale.
Un grazie anche alla mia famiglia che mi ha sopportata e mi è stata vicino incoraggiandomi a non mollare mai, a Luca e Silvy che spesso hanno dovuto farmi tornare coi piedi per terra e che mi hanno sempre fatto sentire il loro sostegno e la loro presenza, alla mia classe che nonostante gli alti e bassi l’ho sempre sentita vicina a me e con la quale ho passato tre anni stupendi.
Un ultimo ringraziamento, forse il più speciale, va a mio nonno. Abbiamo iniziato insieme questo percorso ma proprio alla fine mi hai lasciata da sola a proseguirlo, so che da lassù mi sei sempre vicino,mi aiuti nei momenti più difficili a rialzarmi e a lottare per raggiungere quello che mi sono prefissata, spero tu possa essere fiero di me

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