Leibnitz

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

Leibnitz
Filosofo e scienziato totale.
Molto pratico ed estremamente colto, scriveva enormi appunti in forma razionale.
Insieme a Newton è il padre del calcolo infinitesimale.
Segue il razionalismo di Cartesio e di Spinozza ma se ne distacca.
Era in contatto con le ambasciate cinesi.
Vuole un linguaggio scientifico universale (come Cartesio).
Il calcolo infinitesimale può essere una logica di tipo matematico algebrico ma non di tipo Aristotelico.
Voleva una repubblica delle lettere ma soprattutto delle scienze.
Si impegna molto ad unificare il sapere.
Era un uomo di pace ed influenzato dai pensatori cinesi del medioevo.
Pur partendo da Cartesio lo critica per l’errore memorabile fatto nel parlare dello scontro tra due corpi; non rimane costante la velocità ma la forza.
Per lui la forza è un fenomeno sia fisico che metafisico. Oltre alla massa c’è una sostanza spirituale metafisica. Riprende Aristotele che chiama questa forza “Entelechia” (perfezione).
La forza spirituale interna ad ogni essere è la monade.
La monade è spirituale, metafisica ed ontologica e l’universo è da considerarsi come un insieme di monadi.
Ci sono quindi infinite sostanze. L’universo è un’infinità d’infiniti.
Sono questi tutti concetti che poi userà in modo scientifico.
La massa d’ogni genere naturale è una contrazione, espansione della sostanza spirituale.
Secondo Leibniz alla base d’ogni forza c’è la monade.
L’errore di Cartesio era quello di considerare tutto corpo e movimento.
Cartesio e Spinozza consideravano la natura come oggetti morti: res estensa.
Leibniz invece vede la natura in modo vitalista. Non si può ridurre nulla a puro corpo e puro spazio. Tutto ha un’anima. E’ un vitalismo teologico e Dio è la sostanza di tutte le sostanze, quindi la Monade prima.
Ogni essere è composto da un’infinità di monadi, è vivo.
Non esiste nulla che abbia solo spazio e tempo. La natura Naturans non può essere soltanto una cosa morta.
Le leggi, le forze della natura non possono essere ridotte a leggi fisiche e chimiche.
Partendo da lui si arriva alla divisione dell’atomo, al campo elettromagnetico.
Secondo lui il fondamento di tutto è metafisico.
Le monadi sono chiuse in se stesse e sono infinite.
Com’è possibile allora che ci siano contatti tra le cose?
Questo è possibile perché da una parte la monade è chiusa ma a sua volta è divisibile all’infinito quindi contiene una parte di tutte le altre (in questo caso ricorda Anassagora)
La monade è come un sostrato che presenta anche tutte le altre.
È come un soggetto con tutti i predicati.
In ogni sostanza ci sono infiniti attributi.
Cerca di applicare il calcolo infinitesimale alla metafisica.
La logica simbolica gli serve per approfondire la sua metafisica.
Tutto è in tutto ma le monadi non si toccano e sono autonome.
Sono tra loro sincronizzate, in armonia che viene posta da Dio.
La soluzione divina implica la fede che peraltro Leibniz ha.
Non c’è nulla che non abbia autonomia e vita (a differenza di ciò che era detto da Cartesio e Spinozza).
C’è finalità in tutto l’universo e in ogni sua particella.
C’è il finalismo di Aristotele e il fine viene posto da Dio.
In caso contrario ci sarebbe solo necessità (Spinozza).
Non accetta la teoria di Epicuro secondo cui avviene tutto per caso.
SPINOZZA LEIBNIZ EPICURO

NECESSITA’ FINALITA’ CASO
Esistono delle verità di ragione inconfutabili e indimostrabili.
La base è il principio di non contraddizione.
Una cosa non può essere e non essere nello stesso tempo, un soggetto non può avere nello stesso tempo diversi predicati.
Le idee innate di Cartesio qui diventano le verità di ragione.
Il suo sogno è di arrivare a ridurre tutta la verità dell’universo e tutte le monadi in modo chiaro così com’è conosciuto il principio di non contraddizione.
Come si conosce se le monadi sono infinite’
L’uomo essendo finito non può conoscere neanche durante la storia e le generazioni.
Non si può però lasciare tutto al caso.
Tutto accade per un motivo anche se non lo conosco (principio di ragione sufficiente).
La verità si può raggiungere con l’esperienza. Con l’esperienza so che una cosa accade. Non devo essere né fatalista né epicureo. È d’accordo con Spinozza secondo cui non conosciamo né il futuro né l’infinito spazio.
Prendiamo ad esempio il fatto di quando Cesare varcò il Rubicone.
Cesare poteva anche non farlo ma nella monade c’è una ragione sufficiente per cui è andata così e non in un altro modo.
Monadi e predicato sono nello spazio e nel tempo.
Cesare l’ha varcato perché era libero e se non lo avesse fatto ne avrebbe sofferto la struttura dell’universo.
Ciò che accade in una zona ha conseguenze anche in altre parti dell’infinito. Questo vale a livello spirituale.
L’armonia prestabilita guida la libertà ma non la toglie, c’è quindi provvidenza in Dio.
Dire provvidenza non vuol dire fatalismo.
Il sogno di Leibniz è quello di applicare la logica simbolica e la matematica all’infinito.
Se tutto è monade la differenza tra reale e spirituale è continuativa e quantitativa.
Si tratta di misticismo scientifico.
La libertà c’è nonostante la libertà prestabilita da Dio nell’Universo e in tutto le monadi.
C’è finalità e provvidenza.
Il male ci deve essere perché è una parte del bene ed è necessario alla struttura dell’infinito di tutti i mondi possibili.
Dio crea l’universo e questo è il migliore mondo che lui possa creare.
Il male è un’assenza di bene ma non è nulla rispetto al bene con cui Dio ha creato l’infinità dei mondi.
Rispetto all’infinito la storia umana è nulla.
Il male non è un Dio e qui si riallaccia ad Agostino della scolastica.
Il male metafisico non esiste ed è necessario quanto il bene.
Noi però in realtà chiamiamo male tutto ciò che non si conosce perché noi abbiamo una mentalità finita.
Il male esiste perché l’uomo è libero.
Se l’uomo non fosse libero non farebbe né il bene né il male.
Leibinitz è sicuro che questo sia il mondo più perfetto possibile perché creato da un Dio perfetto. Se Dio è possibile è anche necessario altrimenti non sarebbe perfetto.
Leibinitz è un ottimista cosmico.
Non conoscendo l’infinito ed il tempo non possiamo comprendere il futuro.
Definisce spazio e tempo come un incrocio di forze e monadi.
In realtà spazio e tempo non sono in se stessi e sono concetti bene fondati sull’esperienza. Sono visti come un intuizione dell’intelletto e non esistono come oggetti assoluti. Newton invece pensava che lo spazio fosse un ricertacolo di corpi.
Non c’è spazio senza tempo e tempo senza spazio.
C’è il mistero dei con possibili (Leibinitz sbaglia): fa differenza tra la mente divina e la creazione.
Nella mente divina ci sono infiniti mondi con possibili ma Dio in atto ne crea uno solo.
Leibinitz sbaglia perché applica potenza ed atto a Dio. Se questo è perfetto non ci può essere differenza tra potenza ed atto.
E’ ingannato da Aristotele e rende Dio antropomorfo.
La scelta di Dio è relativa alla sua essenza e non è in funzione del tempo, dell’atto.
Il calcolo infinitesimale in questo caso non regge più.
Si rifà ad Abelardo perché se Dio creasse un mondo migliore significherebbe che avrebbe sbagliato.
Se tutto è in tutto e in ogni sostanza c’è tutto l’universo allora tutto è perfettamente continuo.
Se viene cambiata qualche cosa in una monade ne risente tutto l’universo (Principio di continuità). Materia e spirito si possono confondere perché la monade divisa all’infinito diventa spirituale.
La continuità c’è in tutti gli infiniti possibili.
Nell’universo e nella natura non c’è nulla di inutile.
Non esistono comunque due monadi completamente uguali o due cristalli di neve uguali.
Dio non ha creato nemmeno due cose uguali altrimenti sarebbero inutili.
Tutto è diverso anche se tutto è uguale. Principio di indiscernibilità.
Dio ha creato tutto con il principio del meglio e per amore.
Ritorna alla prova ontologica: se Dio è perfetto allora non ci possono essere due monadi uguali. C’è una vita continuativa in tutto l’universo.
Cospirazione cosmica.
Dio crea per fulgurazione. La natura sceglie la via più breve ed è l’uomo che la rende più complessa.
Noi non possiamo conoscere tutto perché siamo finiti.
Leibinitz vuole una chiarezza logica riguardo l’infinito e ci prova con il calcolo infinitesimale e la logica simbolica.
Nell’uomo c’è principio di continuità tra istinto, ragione e inconscio.
La ragione è una perfezione dell’istinto.
Le petit perception corrispondono all’inconscio, le idee confuse e le percezioni che non arriveranno mai a conoscere.
Un’onda non farebbe mai un rumore se non fosse formata da infinite parti che però noi non avvertiamo.
La mente è una monade.
Tutto ciò che ci sfugge non è detto che non ci sia.
L’anima non la conosciamo e razionalmente possiamo dire poco.
La mente umana ha in potenza tutto e quindi la conoscenza è innata anche se finita.
La monade conosce già a priori. Qui si rivede Platone.
Leibinitz è stato criticato per aver affermato che le monadi non sono a contatto ma solamente parallele (riprende Spinoza). Non si parla di predestinazione ma di finalismo.
Il suo Dio è diverso da quello freddo di Spinoza e non si tratta di un dio che è solo causa efficiente; se lo fosse sarebbe un Dio meccanico come quello di Cartesio o come il Dio motore di Aristotele.

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