Kierkegaard

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Testo

Soren Kierkegaard

Vita
Kierkegaard nacque in Danimarca nel 1813.Figlio di un pastore,ricevette un’educazione rigida in campo religioso.Il padre si sentiva in colpa della morte degli altri 6 figli perché aveva sposato la cameriera quando la moglie era ammalata,quindi prendeva la morte dei figli come punizione divina. Kierkegaard mandò a monte il fidanzamento con Regina Olsen e non si sposò mai. Non lavorò e visse con l’eredità paterna. Scrisse diverse opere tra cui un giornale contro la chiesa.Morì giovane (circa 40enne). Dopo ke l’ebbero trovato morto si scoprì ke aveva dissipato i propri averi.

L’esistenza come possibilità e fede
Kierkegaard propone di cercare di comprendere l’esistenza umana attraverso la possibilità.Egli inoltre mette in luce il carattere negativo e paralizzante della possibilità stessa.
Riprende poi in un certo senso il pensiero di kant,il quale aveva riconosciuto come base di ogni potere umano una possibilità reale o trascendentale mettendo in luce però solo l’aspetto positivo di essa. Kierkegaard mette in luce invece la nullità di ciò ke è possibile. Egli vive tormentato da questa minaccia ed infatti si propone come “discepolo dell’angoscia”,quindi egli si sente paralizzato di fronte ad ogni alternativa.
K. Inoltre tiene a chiarire quali sono le possibilità fondamentali,ovvero le alternative dell’esistenza nelle quali l’uomo è condotto a scegliere. K. Però non può scegliere poiché la sua attività fu quella di un contemplativo.Egli infatti accentua il distacco tra se stesso e le forme di vita che descrive,in tal modo egli fa intendere di non impegnarsi alla scelta.

Un altro tema di K. È quello della fede.
La filosofia hegeliana appare a K. In antitesi all’esistenza.Solo il Cristianesimo insegna la dottrina dell’esistenza per sottrarre l’uomo dall’angoscia e dalla disperazione (che costituiscono l’esistenza).
Le alternative possibili dell’esistenza non si possono conciliare in un processo dialettico. L’opposizione alle alternative è qualcosa di apparente perché l’unica realtà è la ragione,ma l’uomo è assorbito da essa. Quindi la verità,dice K. ,è verità solo se è verità per me.
In contrapposizione ad H. , che ha una riflessione oggettiva, K. Propone una riflessione soggettiva. In questa riflessione è coinvolto il singolo uomo. Ricordiamo che per K. Il singolo è superiore al genere (su ciò è basato il cristianesimo). K. Inoltre ha combattuto tutta la vita contro la pretesa di identificare uomo e Dio. Affermando l’infinita differenza tra finito(uomo) ed infinito(Dio).

Gli stadi dell’esistenza
Il primo libro di K. Si intitola “Aut-Aut”: è una raccolta di scritti che presentano due stadi fondamentali della vita: la vita estetica e la vita etica. Tra uno stadio e l’antro non vi è conciliazione ma bensì un salto,quindi l’uno esclude l’altro.

La vita estetica esiste nell’attimo fuggente. L’esteta trova e cerca nella vita solo ciò che è interessante e in lui è assente ciò che è banale. La vita estetica è rappresentata da K. nel “Diario di un seduttore” dove Giovanni,il protagonista,cerca il piacere nell’intensità dell’appagamento. L’esteta è comunque un disperato ed è destinato al fallimento e quindi destinato al salto per agganciarsi alla vita etica.

La vita etica rappresenta il dominio di sé e della libertà.Pone come esempio il marito. L’uomo si adegua all’universale e rinuncia ad essere l’eccezione.Il matrimonio è l’espressione tipica dell’eticità e può fare felici ogni coppia di sposi. La persona etica inoltre vive del suo lavoro,il quale è la sua vocazione e lo mette in relazione con altre persone e perciò l’uomo lavora con piacere.La caratteristica della vita etica è la scelta che l’uomo fa di se stesso.Questa scelta è assoluta ed è la scelta della libertà. Dopo aver effettuato questa scelta l’uomo scopre in sé una ricchezza infinita. Per compiere tale scelta l’uomo non può rinunciare a nessun elemento storico,neanche a quelli crudeli e dolorosi. E nel riconoscere essi l’uomo si pente. Il pentimento (riconoscimento della propria colpevolezza) è l’unica parola della scelta etica.Da ciò si passa all’apertura a Dio.

Non c’è comunque continuità tra vita etica e vita religiosa.Tra esse c’è un abisso ancora più profondo di quello che c’è tra etica ed estetica.
K. raffigura la vita religiosa nella persona di Abramo.Vissuto fino a 70 anni nel rispetto della legge morale,Abramo riceve da Dio l’ordine di uccidere il figlio Isacco e di infrangere così la legge per la quale è vissuto.Il significato della figura di Abramo sta nel fatto che il sacrificio del figlio non gli è suggerito da una qualsiasi esigenza morale ma da un puro comando divino che è in contrasto con la legge morale e non trova alcuna giustificazione. Quindi il principio religioso sorprende il principio morale e tra i due non c’è conciliazione. L’uomo che ha fede è pronto a rompere con i principi morali. E la fede è un rapporto privato tra uomo e Dio.Essa inoltre viene vista come paradosso e scandalo→ Cristo soffre e muore come uomo ma agisce come Dio.
L’uomo è sempre portato a credere o non credere. Da un lato è portato a scegliere,dall’altro ogni sua iniziativa è esclusa perché Dio è tutto e da lui deriva anche la fede.

L’Angoscia
L’angoscia è la condizione generata nell’uomo dal possibile.Essa è connessa al peccato ed è a fondamento delle stesso peccato originale. L’angoscia non si riferisce a nulla di preciso ma essa è il puro sentimento della possibilità. La possibilità è connessa a sua volta con l’avvenire. Il passato può angosciare perché si ripresenta come futuro,ciò è una possibilità di ripetizione. Se l’uomo fosse angelo o bestia non conoscerebbe angoscia. L’uomo se sottratto all’angoscia diviene schiavo di tutte quelle circostanze che lo sballottano qua e là senza meta.

La disperazione
La disperazione è la condizione in cui l’uomo è posto dal possibile.Essa è inerente al rapporto in cui l’io è con se stesso. L’Io può volere come non può volere essere se stesso. Se vuole essere se stesso non giungerà mai all’equilibrio e al riposo. SE non vuole essere se stesso urta contro un’impossibilità fondamentale. La disperazione quindi è il vivere la morte dell’IO.

Fede
Proprio perché a Dio è tutto possibile il credente possiede la via contro la disperazione. Quindi come opposto alla fede, la disperazione è peccato. La fede è l’eliminazione della disperazione ed è anche il riconoscimento della dipendenza da Dio. La fede porta l’uomo al di là della ragione,ciò è scandalo,paradosso e assurdità.Queste sono categorie del pensiero religioso. Alla fede tutto è possibile e quindi si appella al principio della possibilità.

L’attimo e la storia
Secondo K. la storia non è Teofania(rivelazione dell’assoluto) come diceva Hegel. Infatti il rapporto tra uomo e Dio non si rivela nella storia ma nell’attimo. Ciò vuol dire che l’uomo vive nella non verità e ciò è peccato.
il Socratismo è opposto al Cristianesimo perché nel primo l’uomo vive nella verità e non ha bisogno di un maestro mentre nel secondo l’uomo vive nella non verità ed ha bisogno di un maestro e determina la nascita dell’uomo nuovo capace di accogliere nell’attimo la verità di Dio.

L’uomo non è Dio ma è la non verità→ peccato.

Esempio