Kierkegaard

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

KIERKEGAARD
Figlio di un pastore protestante, che lo alleva in un clima di severità che provoca un rapporto conflittuale col padre e viene fuori una personalità un po’ nevrotica. Si laurea in teologia per fare il pastore, ma rinuncia, con una tesi sul concetto dell’ironia. Si fidanza con Regina Olsen ed alla vigila del matrimonio rompe il fidanzamento. Si reca a Berlino a sentire lezioni di Shelling, ma rimane deluso.
KIERKEGAARD è una figura isolata che non può essere messo in una corrente, se non fra gli antihegeliani, in lui troviamo elementi suoi che non hanno rapporti con la filosofia del periodo. I temi antihegeliano sono esistenziali, lui viene definito un esistenzialista anti-litteram.
I temi esistenzialisti sono fondamentali per KIERKEGAARD, al centro della filosofia c’è la figura dell’uomo KIERKEGAARD, ruota intorno a lui. Nelle sue opere emerge che dalle due rinunce viene fuori che lui dice che è stato costretto a rinunciare perché sentiva una oscura minaccia, una spina nelle carni, una maledizione che gravava sulla sua famiglia. Questi sono un’ossessione che lo ha accompagnato per tutta la vita.
Ipotesi degli storici:
Partendo dalla morte della madre giovane, sembra che lui durante la malattia della madre abbia scoperto il padre con un’altra, ma ciò che lo ha sconvolto era stato il contrasto tra la sua severità e questo comportamento privo di rigore. Non ha avuto coerenza KIERKEGAARD.
Se così fosse, si spiegherebbero i tentativi di fare scelte. Ammesso che non sia vera, l’ossessione ci può far capire perché non ha portato a terminare i progetti.
Rifiuta l’idealismo di Hegel. Parlando del sistema di H., KIERKEGAARD dice che ha un fondamento ridicolo, perché H. ha dimenticato di inserirvi l’unico elemento che veramente conta, cioè il singolo individuo, H., infatti, ha sempre parlato dell’uomo in generale. KIERKRGAARD vuole sviluppare una filosofia che abbia il singolo individuo come punto nodale. Altro elemento che non accetta è che la dialettica è giocata sull’ottimismo razionalistico. In questo tipo di dialettica il negativo, male, ecc, vengono sintetizzati e trovano il loro ruolo positivo nel disegno razionale positivo, l’errore perde il suo essere errore. Per KIERKEGAARD questo tipo di soluzione non è detto che sia sempre praticabile e che poi il singolo individuo viva la situazione in cui si trova ad essere in questo disegno positivo, ma per il singolo gli aspetTti negativi rimangono al di là del disegno in cui sono inseriti. Considerazione degli elementi che riguardano il singolo individuo, tipico dell’esistenzialismo.
Non c’è rapporto fra le impostazioni di H. e di KIERKEGAARD considerando le cose in generale, il discorso di H. funziona; se consideriamo il singolo individuo la filosofia diventa impotente a spiegarci il singolo, perché è in grado di fare discorsi generali. Una filosofia che riguarda il singolo non può trovare aiuto nelle impostazioni classiche della filosofia, e cos’è KIERKEGAARD cerca di dirci come può essere la filosofia in modo esistenziale. L’elemento + importante è la considerazione che la necessità era alla base della filosofia di H. L’esistenza del singolo non può essere spiegata con la necessità; ciò che caratterizza l’esistenza del singolo è l’assenza di ogni necessità, la categoria che viene opposta alla necessità è la possibilità che si concretizza nella scelta. La scelta rappresenta la costante della vita, ossia ogni momento siamo portati a scegliere; queste possibilità di scegliere rappresentano la nostra libertà. E il fatto di dover sempre scegliere è uno degli elementi più problematici nell’esistenza di un individuo, perché anche la scelta più banale, quella che ci propone opzioni, si presenta a noi col carattere del rischio e paralisi: l’uomo è continuamente costretto a fare delle scelte, ogni scelta ha la caratteristica che noi possiamo avere tante possibilità, ma la scelta comporta sempre o la scelta SI o NO . Non sappiamo mai se facciamo una scelta giusta o sbagliata, il problema è dell’angoscia che ci prende sapendo che quella scelta che stiamo facendo esclude tutte le altre. La scelta è sempre irrazionale, cioè noi spesso agiamo così: ci proponiamo molte possibilità ed analizziamo i pro ed i contro, analizziamo razionalmente, ma quando decidiamo le nostre valutazioni razionali vengono messe da parte. Questo tipo di situazione genera angoscia, cioè un’inquietudine indefinita, senso di disorientamento, l’angoscia esclude la paura definita di qualcosa, so di cosa e perché ho paura, mi impaurisce, ma non mi angoscia. L’angoscia è paura di qualcosa di cui non si sa come andrà a finire, è timore dell’indefinito. L’angoscia può coinvolgere tutta l’esistenza. Atteggiamento che scaturisce dal rapporto tra uomo e cose che lo circondano. Esiste anche un rapporto che si instaura con se stesso, è quello dei grandi temi esistenziali: quale è il suo destino, si fa domande a cui non sa rispondere perché le risposte sarebbero tante, l’uomo non sa scegliere, allora l’individuo prova disperazione, di fronte alle grandi domande esistenziali del nostro io, cadiamo nella disperazione che viene definita la “malattia mortale dell’io”, è “l’eterno morire senza mai morire”, “vivere la propria morte, vivere la morte dell’io”, la sofferenza che deriVa sa una morte che non è mai definita e risolutiva. Questo si prova ogni volta che ci chiediamo quale è il significato della nostra esistenza; la nostra vita è un alternarsi di angoscia e disperazione.
KIERKEGAARD cerca di darsi una spiegazione all’angoscia ed alla disperazione. Per lui tutto sarebbe da collegarsi al Peccato Originale, che può essere l’esempio emblematico di come l’uomo si è rapportato col mondo e se stesso, dato che il Peccato Originale è stato compiuto dal primo uomo, ma si è abbattuto su tutti gli altri, potrebbe essere una spiegazione del perchè gli uomini vivono così. Parte dalla condizione esistenziale in cui si trova Adamo di fronte al divieto. Adamo era innocente e non sapeva la differenza fra bene e male, non doveva nemmeno scegliere, ad un certo punto Dio interviene col divieto, qui interviene la possibilità di scelta. Adamo si trova di fronte pre la prima volta a dover scegliere. Rispetto agli uomini dopo è in svantaggio perché non è in grado di rendersi conto della conseguenza della sua scelta perché non conosce la differenza fra male e bene, sa la situazione in cui si troverebbe accettando il divieto, ma non sa l’altra. NoN sapere cosa c’è dopo la scelta. Questo ripropone l’ambiguità delle scelte degli uomini, dopo che però posso NN fare delle ipotesi. Adamo, curioso, sceglie di disobbedire. Il Peccato Originale è l’atto di scelta x eccellenza, perché più di qualsiasi altro è un salto nel buio, perché Adamo non sa dove questa scelta lo porterà. La teologia del Cristianesimo dice che il Peccato Originale viene ereditato come marchio da tutti gli uomini, per KIERKEGAARD questa interpretazione non è accettabile, nascere col marchio compiuto da Adamo non è giusto, ci deve essere qualcosa che rievochi questo peccato ogni volta che nasce un uomo; per KIERKEGAARD bisogna trovare il motivo di questo, che è più vicino all’uomo di quanto lo sia il Peccato Originale, per KIERKEGAARD è vero che l’uomo nasce col Peccato Originale, perché viene rievocato nel momento in cui l’individuo viene concepito, il Peccato Originale diventa l’atto sessuale, che è ciò che imprime al bambino il Peccato Originale, perché ripete il peccato di Adamo, l’uomo si oppone a Dio, perché diventa creatore. Si potrebbe obiettare che il bambino non ha scelto di essere nato, comunque quel peccato con cui nasce è stato commesso dai suoi genitori e non da lui. Questo peccato è opporsi e ribellarsi a Dio. L’uomo ha anche questo problema del peccato, l’uomo vorrebbe ricostruire questo rapporto, ma il peccato può riproporsi. KIERKEGGARD dice che bisogna trovare una soluzione perché vivere sempre nell’angoscia e nella disperazione è inaccettabile. KIERKEGAARD propone alternative d’esistenza, trattate in “Aut Aut”, tRe alternative che sono scelte che si possono fare indipendentemente l’una dall’altra, ma non è detto che sono risolutive per tutti, dato che KIERKEGAARD parla del singolo.
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