Hume.

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

D. HUME
E’ il maggior esponente dell’empirismo inglese che comprende filosofi come Locke e Berkley. E’ fondamentale per Kant perché sostiene che lo ha svegliato dal suo sonno dogmatico. Si può porre Hume come l’opposto di Cartesio, infatti, mentre Cartesio svaluta l’empirismo e pone come figura centrale del suo pensiero filosofico il razionalismo, Hume rivaluta la conoscenza empirica.
Per Hume i contenuti della conoscenza dipendono direttamente dall’esperienza e indirettamente dalla capacità di elaborare i contenuti della conoscenza in modo astratto.
La sua opera maggiore fu il “Trattato della natura umana”, composto da due volumi: sull’intelletto e sulle passioni. Nel primo libro afferma che le conoscenze dipendono dall’esperienza, lui vuole essere il Newton dell’uomo per la natura umana. Come Newton ha spiegato con poche leggi il funzionamento dell’intero universo, così Hume con poche e semplici leggi vuole spiegare la struttura della mente e dei sentimenti dell’uomo.
Servono poche leggi per spiegare.
L’esperienza è l’unica certezza dell’uomo.
Hume considera la mente come un contenitore con dentro elementi di due tipi diversi: IMPRESSIONI e IDEE.
Le impressioni derivano dalle sensazioni, ogni sensazione ci da un’impressione. C’è una percezione del mondo attraverso i sensi. Ad esempio se vedo un albero, ho la percezione dell’albero nel momento in cui lo percepisco; tutto quello che noi esperiamo rappresenta l’insieme delle nostre impressioni.
La nostra mente non contiene solo impressioni perché ad esempio anche se non vedo più l’albero, ho ancora l’immagine dell’albero. Questa immagine illanguidita è l’idea, quando cioè, finisce la mia impressione, ne resta il ricordo idea.
Le idee derivano dalle impressioni corrispondenti, nessuna idea sorge nella nostra mente senza che ci sia stata l’impressione da cui deriva (al contrario per Cartesio le idee erano innate).
Ci sono però idee come “Dio” o “un ippogrifo”, abbiamo l’idea ma non lo percepiamo, non ne abbiamo mai avuta la sensazione ma possiamo renderne l’idea. Questa idea non è autonoma perché ci sarebbe una contraddizione, quindi derivano da quella che Hume chiama una forza gentile che è la capacità associativa della nostra mente, la quale ha due facoltà fondamentali: ASSOCIAZIONE e MEMORIA che servono a completare il contenuto della mente.
In base a queste due facoltà, anche le idee che ci sembrano innate, sono invece il risultato di una combinazione. Le idee derivano da impressioni, quindi l’ippogrifo è l’impressione di un cavallo più l’impressione delle ali.
Dio, invece, per Hume, è la somma delle qualità umane all’estremo. Ingrandisce all’infinito le capacità umane che sono sempre finite(conoscenza, potenza, esistenza, …), e ciò diventa la nostra idea di Dio con le sue qualità. Laddove l’uomo è limitato, Dio è illimitato, però, non è qualcosa di completamente diverso. Egli è, ma con possibilità infinitamente superiori all’uomo. Ciò che per l’uomo è possibile, per Dio è attuale. Noi non possiamo immaginare la vera grandezza di Dio perché vediamo solo l’uomo potenziato e dove l’uomo è limitato, si tende a limitare Dio.
C’è però un problema che è il problema fondamentale di tutte le filosofie empiriste, come ad esempio per Leibniz Ctutto ciò che è intelletto, è stato prima nei sensi, tranne la mente stessa
per Humeptutte le nostre idee, sono il frutto delle impressioni precedenti, tutto deriva dall’esperienza tranne l’associazione e la memoria che sono due facoltà della nostra mente che sono originali.

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