Fichte ed hegel: la libertà

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

Fichte ed Hegel: la libertà.

Fichte pensa che il mondo, la realtà, si giustifichi come presupposto necessario all’agire.
Il mondo com’è ha senso solo perché è come non deve essere (è quindi perfettibile, appunto perché l’agire, l’azione dell’io, intervenga a modellarlo per come dovrebbe essere).
Per Hegel il mondo così com’è non è certamente perfetto, ma contiene in sé una necessità razionale, è realizzazione di un fine in rapporto al quale ha senso.
Nella dottrina della scienza l’io è costantemente ed esclusivamente in rapporto con sé stesso. L’io non giunge mai ad un oggetto reale perché rimane radicato in sé. La realtà costituisce per Hegel l’occasione dell’autoconoscersi del soggetto: l’autocoscienza si realizza appunto nella conoscenza progressiva dell’oggetto.
Per Fichte l’assoluto è un ideale. La libertà che l’io empirico persegue resta di fatto una meta impossibile: la coincidenza tra finito ed infinito non si realizza.
In Hegel non solo il finito può porsi dal punto di vista dell’infinito, situazione che si realizza pienamente nella sua filosofia, ma può concretamente ricongiungersi coll’ infinito stesso. La libertà, scopo della totalità in atto, dell’assoluto, viene, di fatto, raggiunto dall’uomo.

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