Agar

Materie:Altro
Categoria:Chimica
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Testo

Data: 19 Aprile 2006
Alunno: Gianluigi Sasso
Classe: Terza I

RELAZIONE N°8

Titolo: Sterilizzazione e Rilevazione di batteri all’interno di un agar-agar

Materiale:

Vetreria:
• N°3 beute da 250 ml.
• Pompetta aspirante.
• N°3 beker
• Imbuto
• Bacchetta di vetro
• Spruzzetta
• Cilindro graduato
• Bilancia digitale tarata
• Vetrino ad orologio
• Autoclave dotato di cestello
• Piastra magnetica
• Tappo occluso

Reattivi:
• Acqua distillata
• Muller-Hinten (agar)

In laboratorio l'agar è un eccellente terreno di coltura per i batteri, perché non viene solubilizzato dai sali, né consumato dalla maggior parte dei microrganismi. L'agar viene estratto dalle alghe mediante bollitura e poi viene fatto raffreddare e seccare, e viene venduto in fiocchi o in panetti. Originariamente era chiamato agar-agar, una parola malese che indica un'alga locale, e veniva prodotto nell'Estremo Oriente. Oggi viene lavorato anche in altre regioni che si affacciano sul Pacifico, ad esempio in California e in Australia.

Colture batteriche in terreno solido
I bassi recipienti in vetro di questa immagine sono detti capsule Petri e costituiscono uno dei supporti più utilizzati nei laboratori microbiologici per la coltura di batteri su terreno solido. In questo caso, il mezzo di coltura contiene agar e differenti sostanze coloranti. Le colonie batteriche, sviluppatesi dopo un periodo di incubazione, appaiono come linee irregolari sulla superficie del terreno.

Svolgimento:

1. Riempire un cilindro graduato con 250 ml d’acqua distillata.
2. Posizionare un vetrino ad orologio in una bilancia digitale e tararla.
3. Pesare 9.5 g di Muller-Hinten posti sul vetrino ad orologio.
4. Mescolare l’acqua distillata che giaceva nel cilindro graduato, con l’agar appena misurato con la bilancia all’interno di un beker.
5. Introdurre nel beker un piccolo magnete, e posizionare il tutto su di una piastra ad una temperatura mai superiore ai 120°C, in modo da evitare di bruciare il campo di coltura.
6. Lasciare il beker sulla piastra per 10 minuti, sino a quando tutto il soluto non si sarà sciolto nell’acqua distillata; come è possibile osservare il magnete girerà velocemente aiutando sensibilmente lo sciogliersi del soluto.
7. Porre la soluzione ottenuta nel beker, in una beuta chiusa all’estremità da un tappo, occluso da garza in modo da non far fuoriuscire i gas durante il periodo di sterilizzazione.
8. Sterilizzare la beuta ponendola all’interno del cestello forato di un’autoclave per 30 minuti ad una temperatura di 120°C e non superiore, in modo da non bruciare i batteri disposti su piastrina e non raggiungere il massimo della temperatura accettata dall’autoclave (160°C).
9. Prima di avviare la sterilizzazione chiudere con forza l’estremità dell’autoclave, fino a quando il coperchio non aderirà perfettamente alla guaina dello stesso.

Conclusione:

È possibile ottenere colonie batteriche su di un vetrino ricco di agar-agar senza la presenza di batteri esterni che andranno ad alterare i valori, grazie all’azione di sterilizzazione all’autoclave.

Esempio