Roma e Cartagine

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Testo

LA CITTA’ STATO LATINA
Nel corso del 5° secolo Roma fu impegnata in numerose guerre con i popoli vicini, prima per diffondere la sua stessa esistenza e poi per imporsi sul Lazio.
Roma dovette affrontare la coalizione dei popoli vicini, ma lo scontro si concluse senza vincitori nй vinti, in quanto venne stipulato un accordo che riconosceva ancora a Roma il primato tra le cittа della confederazione latina.
A Roma durт tantissimo lo scontro con Veio, una ricca cittа etrusca che impediva l’espandersi di Roma, quando perт Veio fu distrutta, Roma potи raddoppiare il suo territorio e non ebbe piщ rivali nel Lazio.
Piщ tardi il rafforzamento di Roma fu rallentato da un’incursione dei galli.
Molte cittа latine ne approfittarono per cercare di sottrarsi all’egemonia di Roma.
Ristabilita la sua autoritа sul Lazio, Roma accolse la richiesta di aiuto di Capua, che fu investita dall’incursione dei Sanniti.
Tra Roma e i Sanniti cominciт cosм uno scontro nel quale era in gioco non solo il controllo della Campania ma di tutta l’Italia Centrale.
Nella battaglia decisiva di Sentino, Roma sconfisse le forze della coalizione e 5 anni dopo i Sanniti dovettero arrendersi definitivamente.
Molte poleis greche strinsero patti d’alleanza con Roma, per difendersi dai popoli italici dell'interno.
I romani furono aiutati dai cataginesi, i quali grazie ai loro interessi mediterranei vedevano meno pericolosa Roma rispetto alla nascita di un nuovo regno ellenistico nella Magna Grecia.
Quando si proclamт re dell’isola, Pirro si scontrт con Siracusa ma quando rientrт in Italia sconfitto dai romani a Benevento dovette rinunciare dovette rinunciare al suo ambizioso progetto e tornare in Epiro.
L’uscita di scena di Pirro consentм ai romani di sottomettere facilmente le poleis greche della Puglia e della Calabria.Taranto si arrese senza neanche combattere.
Quindi agli inizi del 3 secolo la cittа stato altina controllava ormai tutta l’Italia peninsulare.
Come nelle poleis greche, anche a Roma solo coloro che partecipavano come soldati alla difesa della comunitа potevano partecipare al governo dello stato.
I diritti politici dovevano corrispondere ai doveri militari, inoltre, poichй i soldati si armavano a proprie spese, i ricchi, che potevano provvedersi dell’armatura pesante e del cavallo, costituivano il nerbo della societа e contavano di piщ anche nelle decisioni politiche.
Lo stretto legame tra aspetti legali, sociali, militari e politici, si vede bene nella riforma centuriata.
Con questa riforma la popolazione maschile fu divisa in 3 grandi gruppi in base al censo.
Al primo gruppo appartenevano i grandi proprietari, che nell’esercito formavano la cavalleria e la fanteria pesante, prevalentemente si trattava di patrizi.
Il secondo gruppo era diviso a sua volta in 5 classi e raggruppava tutti coloro che con il loro patrimonio, potevano permettersi di armarsi con un attrezzatura leggera.
Nel terzo gruppo rientravano solo i non proprietari, che erano tenuti a combattere ma solo svolgendo attivitа ausiliare in relazione alle attivitа di cui si occupavano.
I nullatenenti membri appunto di questo gruppo, venivano chiamati proletari in quanto la sua unica ricchezza erano i figlio, cioи la prole.
Ogni gruppo in cui la popolazione era suddivisa doveva fornire un certo numero di soldati, divisi in 193 centurie che erano delle unitа militari formate da 100 uomini ciascuna.
I comizi centuriati cioи la riunione di tutti i cittadini–soldati, era l’assemble che eleggeva le piщ importanti magistrature, approvava le leggi e decideva la pace o la guerra.Poichй non si votava individualmente, ma si votava per centurie, il gruppo di cittadini piщ abbienti, che forniva all’esercito 98 centurie, aveva sempre la maggioranza, pur essendo composto da una parte molto ristretta della popolazione.
Il sistema centuriato era dunque la base del reclutamento militare, della partecipazione politica e del sistema fiscale.
I patrizi erano i membri del senato e i due consoli.
In assenza di leggi scritte volevano le consuetudini trasmesse oralmente che solo le famiglie patrizie erano a conoscenza ed erano applicate da giudici patrizi.Inoltre era prevista la schiavitщ per debiti, che era una minaccia costante per i peblei piщ poveri, infatti questi erano spesso piccoli proprietari costretti a farsi anticipare dai grandi proprietari le sementi o le scorte alimentari in attesa di raccolto.
Infine per legge vennero proibiti i matrimoni misti, tra patrizi e peblei, in moda da rendere permanenti le divisioni dei due gruppi.
All’inizio i peblei usarono come forma di pressione politica la secessione, rifiutandosi di restare nell’esercizio ed eleggendo dei propri rappresentanti, i tribuni della plebe.
La protesta ebbe successo e i tribuni della plebe vennero riconosciuti come magistrati della repubblica.
Nel corso del 5 secolo, i comizi tributi, che eleggevano i tribuni della plebe, divennero un’altra grande assemblea popolare: a differenza dei comizi centuriati i comizi tribuni raccoglievano i cittadini non in base al censo ma al territorio di provenienza.I plebei erano quindi in maggioranza, ma solo col tempo questa assemblea acquistт un importantissimo ruolo politico.
Altre importanti conquiste della plebe furono:l’adozione delle leggi delle dodici tavole (leggi scritte, e perciт non soggette all’arbitrio delle classi piщ ricche)la limitazione della servitщ per debitil’abolizione della legge che vietava i matrimoni misti tra plebei e patrizila svolta decisiva perт con delle nuove leggi quasi 100 anni dopo, in base alle quali uno dei due consoli doveva essere plebeo.
Questo provvedimento apriva ai plebei anche i senato, dato che alla fine del comando i consoli diventavano automaticamente senatori.Uomini nuovi venivano chiamati coloro che per la prima volta ricoprivano incarichi pubblici senza avere antenati patrizi.
Le nuove leggi favorirono una minoranza di plebei arricchiti con guerre vittoriose.
Piщ tardi si formт una nuova classe dirigente formata dalle antiche famiglie patrizie e dalle piщ ricche famiglie plebee che prese il nome di nobilitas.
I nobilis controllavano le piщ importanti cariche civili e religiose, cosм facendo si assicurarono per qualche secolo la direzione dello stato romano.
A Roma le lotte della plebe eliminarono le disparitа piщ evidenti, ma consentirono solo ai plebei piщ ricchi di entrare a far parte della nobilitas.
Roma fu diretta da un’oligarchia, cioи da un ristretto numero di famiglie di grandi proprietari terrieri.Roma iniziт ben presto a coniare monete.
A Roma il potere era diviso tra i consoli, le assemblee e il senato.
I consoli, erano due ogni anno eletti dai comizi centuriati, avevano poteri molto vasti, tra i quali il comando dell’impero, ma dovevano esercitarli collegialmente e solo per un anno poichй alla fine di questo anno entravano di diritto al senato.
In caso di emergenze, in caso di mancanza dei due consoli, poteva essere nominato un magistrato con pieni poteri, chiamato dittatori e rimaneva in carica per soli 6 mesi.
Le assemblee popolari, avevano solo la responsabilitа di respingere o approvvare leggi formulate dai consoli e dal senato, senza poterle modificare o discutere.
Il potere maggiore era del senato composto da 300 membri, tutti della nobilitas che rimanevano in carica a vita.
Il senato si occupava soprattutto di politica estera, formulava le leggi che poi venivano ratificate dai comizi, e controllava le spese dello stato e attribuiva le terre tolte ai nemici.
Le prime cittа alleate di Roma furono chiamate municipi: mantenevano un’ampia autonomia amministrativa e i loro abitanti avevano la cittadinanza, cioи tutti i diritti e i doveri dei romani, tranne quello di voto.
Rimanendo fedele all’alleanza una cittа o un popolo poteva sperare in una promozione che consisteva ad esempio nel passaggio della cittadinanza senza suffragio della cittadinanza piena.Roma usava fondare delle colonie che erano degli insediamenti agricoli materiali di cittadini romani o latini.
Oltre che a controllare i popoli sottomessi le colonie servivano anche a a risolvere i problemi dei molti soldati piccoli proprietari che dopo le guerre prolungate si ritrovavano in miseria per aver lasciato i loro campi in abbandono.
LO SCNTRO CON CARTAGINE
Nella zona orientale del mediterraneo si trovavano le principale potenze ellenistiche dell’epoca, ed erano:nella penisola balcanica, il regno di macedoniain Anatolia e in Mesopotamia, il regno dei seleucidi in Egitto, il regno dei tolomeiCartagine, la piщ importante colonia di Tiro, costruм in breve tempo un vasto impero marittimo.
A capo dello stato cartaginese vi erano due suffeti che erano dei magistrati con incarico annuale, eletti dal consiglio degli anziani, formato da 300 membri che rimanevano in carica a vita.
LA PRIMA GUERRA PUNICA
Da circa due secoli Roma e Cartagine avevano ritenuto conveniente stabilire trattati commerciali.La guerra tra Roma e Cartagine cominciт in Sicilia, dove un gruppo di soldati mercenari occupт Messina, il senato intervenne inviando 4 legioni che sconfissero i Cartaginesi e occuparono la Sicilia fino ad Agrigento.
Per battere definitivamente Cartagine, Roma dovette impedire che aiuti e rifornimenti giungessero alle truppe puniche via mare.I romani quindi allestirono una grande flotta militare sconfiggendo cosм a Milazzo la flotta cartaginese.
Cartagine alcuni anni dopo, si arrese, dopo essere stata sconfitta nella grande battaglia delle isole Egadi.Roma si impadronм oltre che dell’intera Sicilia anche della Sardegna e della Corsica, sottomettendo definitivamente i celti della pianura padana e ad est occupт le coste dell’Illiria per scacciare i pirati che danneggiavano i traffici marittimi tra la Grecia e l’Italia.
LA SECONDA GUERRA PUNICA
Piщ tardi in Spagna si riscontrarono nuovamente gli interessi di Roma e Cartagine.
Annibale, giovane comandante riuscм nel 218 ad attraversare le alpi, sollevando con promesse di indipendenza le popolazioni celtiche della pianura padana e sconfiggendo uno dopo l’altro vari eserciti romani.
A Roma fu eletto un dittatore, Fabio Massimo.Piщ tardi i romani furono travolti perdendo in battaglia piщ di 400.000 uomini.Annibale trovт nuovi alleati a Siracusa.
La tattica di Fabio Massimo, consisteva nel logorare le forze di Annibale con la guerriglia senza giungere ad una battagli campale, diede a Roma il tempo di armare 20 legioni.
Annibale si trovт in tal modo bloccato nell’Italia meridionale senza poter contare su nuovi rinforzi, dopo che una spedizione guidata dal fratello Asdrubale fu distrutta.
L’ultima battaglia si combattи a Zama e Scipione riuscм a sconfiggere Annibale.
Scipione impose a Roma di consegnare gli elefanti da guerra, la flotta militare, numerosi ostaggi e un’indennitа di guerra pesantissima.
Inoltre Cartagine avrebbe dovuto chiedere a Roma l’autorizzazione per qualunque azione di guerra, anche se difensiva.
La pace tra Roma e Cartagine ci fu nel 202 e rese definitiva la supremazia della cittа latina nel mediterraneo centrale ed occidentale.
Le colonie rimaste fedeli furono ridotte allo stremo dall’obbligo di fornire aiuti e uomini per la guerra.Molte terre vennero cosм abbandonate dia piccoli proprietari e cedute ai grandi proprietari.Si formarono cosм i latifondi che praticamente erano degli appezzamenti di terra adibiti alla coltivazione e al pascolo.I territori conquistati fuori dall’Italia furono organizzati in provincie governate direttamente da Roma.
La loro amministrazione veniva affidata a un proconsole o a un propretore dotati di poteri politici, giudiziari e militari.
LA GRANDE ESPANSIONE
Dopo la sconfitta di Cartagine, gli ateniesi chiesero la protezione di Roma, ma il gruppo di senatori vedeva scarsi vantaggi in una guerra in terre lontane, perт era favorevole ad intervenire contro la Macedonia.
Flaminio nel 197 sconfisse la falange macedone, e da quel momento la Grecia passava sotto la protezione romana.
Infine nel 146 dopo la distruzione di Corinto, le poleis greche persero definitivamente ogni indipendenza.
L’influenza di Roma in oriente si consolidт definitivamente in due occasioni successive.
La prima fu la sconfitta del re di Siria, colpevole agli occhi dei romani per aver offerto rifugio ad Annibale, ma soprattutto di aver offerto e guidato una ribellione di cittа greche contro Roma.
La seconda invece fu con la trasformazione della Macedonia in provincia romana.
Cartagine puntт sulla produzione agricola e raggiunse una nuova prosperitа economica, e di propria iniziativa entrт in conflitto con la Numidia contro il volere di Roma.
Coloro che venivano dal lavoro della terra furono fortemente danneggiati o rovinati dalla concorrenza della provincia orientali da cui i romani importavano grosse quantitа di cereali a prezzi bassissimi.
La forza dell’esercito romano era stata fino ad allora garantita dalla numerosa presenza di contadini-soldati, che potevano procurarsi le armi per combattere poichй ricavavano un reddito dei lavori dei campi.
Il tribuno della plebe Tiberio Gracco propose di applicare la legge che prevedeva che nessun proprietario terriero possedesse piщ di 500 iugeri di agro pubblico.In questo modo molte terre sarebbero state restituite dai latifondisti dello stato, che a sua volta avrebbe potuto suddividere tra i cittadini piщ poveri passando cosм da nullatenenti a proprietari.
Questa legge fu approvata dai comizi.L’anno successivo Tiberio rappresentт la propria candidatura alla carica di tribuno, probabilmente per seguire di persona il progetto.
Perт la rivelazione a tribuno della plebe per due anni consecutivi non era prevista dalla legge ed il senato nй approfittт per accusare Tiberio di aspirare alla tirannia.
Tiberio per questo motivo venne ucciso.
Dopo 10 anni venne eletto tribuno della plebe, il fratello, Caio Gracco, che rpesentт un programma di riforme piщ ampio e piщ completo, rispetto a quello del fratello.
Per migliorare le condizioni di vita della plebe che risiedeva a Roma, Caio stabilм che fossero effettuate vendite di grano a prezzo ridotto e che venissero fondate colonie nelle provincie, con assegnazione di terre dell’agro pubblico.
Come ultimo provvediment, propose di estendere i diritti politici a tutti gli abitanti della penisola.
L’anno successivo Caio Gracci, approfittando di una nuova legge, si ricandidт ma non venne rieletto.
Per non finire ucciso come il fratello, Caio passт alla rivolta aperta, ma venne attaccato dalle truppe consolari, cosм si fece togliere la vita da un suo servo, mentre migliaia di suoi sostenitori vennero imprigionati e poi uccisi.
LA CRISI DELLA SOCIETA’ ROMANA
Il tentativo dei Gracchi fallм per l’opposizione della nobilitas e del senato, che riaffermт il proprio potere su Roma.
Le tenzioni tuttavia rimasero e dai Gracchi in poi la classe dirigente romana si divise in due grandi gruppi; gli OTTIMATI che era la parte piщ conservatrice della nobilitas, che aveva la maggioranza del senato, e i POPOLARI che cercavano l’appoggio dei proletari dei cavalieri e degli italici.
La spedizione romana andт in contri a ripetuti disastri, fino al 107, dove Caio Mario, un uomo nuovo di rigine plebea, fu eetto console dai comizi contro il volere del senato, e portт a termine il conflitto.
Forte della vittoria riportata, Mario, venne nuovamente eletto console e ottenne il comando dell’esercito di Roma nella spedizione contr i Cimbri e i Teutoni.
Per i 5 anni successivi Mario fu console per deliberazione dei comizi centuriati ma non del senato, fatto del tutto eccezionale, che lo rese inviso agli ottimati ma carissimo ai popolari.
Dopo il suo primo consolato, Mario aveva stabilito che chiunque potesse arruolarsi nell’esercito come volontario, anche se nullatenente in quanto avrebbe ricevuto le armi dallo stato, una paga, una ferma per 16 anni e la possibilitа di far carriera.
Il nuovo esercito quindi non era piщformato solo da cittadini-soldati am divenne un corpo formato da proffessionisti regolarmente pagati.
Per sistemare i suoi soldati al termine del servizio militare, Mario si legт al tribuno della plebe, saturnino, uno dei popolari piщ noti.
Infatti Saturnino propose che venissero fondate delle colonie nelle provincie, con ampie distribuzioni di terre ai veterani di Mario e ai proletari romani.
Come era giа successo per i Gracchi, questa legge provocт numerosi disordini a Roma, con violenti scontri tra popolari e ottimati.
Fu proprio Mario, in qualitа di console, a dove intervenire contro i seguaci del tribuno, che fu ucciso dagli avversari.

Forti tensioni sociali e malumori si amnifestavano da tempo tra gli italici, che continuavano ad essere esclusi dalla cittadinanza romana.
Dopo il fallito tentativo di Caio Gracco, il tribuno della plebe Druso, venne assassinato dopo aver proposto una nuova riforma agraria e l’estensione della cittadinanza a tutti, i quali si riunirono in una confederazione che poteva contare su un esercito di 100.000 uomini.
La guerra tra Roma e gli ex alleati, chiamata proprio per questo motivo, guerra sociale, si trascinт per alcuni anni con vittorie e insuccessi da una parte all’altra.

Per le abilitа dimostrate in questa guerra sociale, il senato affidт a Silla la guida della spedizione contro Mitridate.
Poichй Silla era di origine aristocratica, i popolari riuscirono a far annullare la decisione del senato ed affidarono il comando della guerra a Mario.
Silla marciт quindi sulla capitale con la sua truppa per restaurare l’autoritа del senato, e uan volta eliminati gli oppositori, si imbarcт per affrontare Mitridate.
Silla riuscм a sconfiggere Mitridate e decise di rientrare in Italia per sbarazzarsi definitivamente dei popolari.
Per 2 anni l’Italia fu insanguinata da una violentissima guerra civile, fin quando Silla riuscм a sconfiggere in battaglia i seguaci di Mario.
Per la prima volta furono pubblicate a Roma le tavole di proscrizione, che erano delle liste che contenevano i nomi dei nemici pubblici, di coloro cioи che potevano essere uccisi senza processo.
I loro beni, venduti a prezzi bassissimi, arricchirono i seguaci di Silla.
Eliminati fisicamente gli avversari, Silla assunse il titolo di Felix, e si fece eleggere dittatore a tempo indenterminato con il compito di riformare lo stato.
Con una serie di elggi aumentт il numero di senatori, da 300 a 600, e tolse ai censori il diritto di allontanare dal senato i membri indegni.
Riformт i tribunali ma stabilм che solo i senatori potessero farne parte.
Infine Silla, prima di ritirarsi a vita privata realizzт la piщ significativa delle sue riforme: i tribuni della plebe persero il diritto di veto e il diritto di rpesentare liberamente proposte di legge ai comizi centuriati, senza il permesso del senato.
Le leggi sillane avevano cercato di rinnovar il funzionamento dello stato, ma non avevano eliminato le ragioni profonde della crisi politica.
La contraddizione piщ grave della politica di Silla, fu l’aver preteso di rafforzare il governo collegiale del senato con metodi da dittatore, piegando Roma al governo perosnale di un capo, che aveva preso il potere con le armi.
Lepido un ex sillano cercт di ripetere il colp di stato di Silla, ma venne fermato e sconfitto dalle truppe consolari alle porte di Roma.
In questi anni scoppiт una violentissima rivoltа, infatti gli schiavi che erano impiegati come mano d’opera stagionale nelle aziende agricole della zona, guidati da Spartaco, un gladiatore originario della Tracia, puntarono al nord, nellasperanza di varcare le apli e di tornare liberi nel loro paese d’origine.
Roma aveva sempr affrontato le ribellioni, ma la guerriglia addottata da Spartaco, sembrт avere la meglio sulle truppe romane, fino a quando il senato inviт contro i ribelli un esercito di 8 legioni, guidato da Crasso, che inflisse loro una pesante sconfitta presso Brindisi.

Un nuovo conflitto si preparava dove il problema della pirateria si afceva sempre piщ grave, infatti approffitando della protezione di Mitridate le flotte corsare continuavano a infestare il mediterraneo mettendo a serio rischio la navigazione.
Per affrontare un avversario cosм insidioso e mobile, con un campo d’azione grande come il mediterraneo, era necessario mobilitare ingenti forze militari, affidandole ad un generale valente con un comando straordinario, che consisteva in un comando militare prolungato con limiti di spazio e di tempo straordinari.
Con il favore del senato, in questi anni, si era aprticolarmente distinto Pompeo, un luogotenente di Silla che aveva avuto dal dittatore il titolo di Magno.
Pompeo proveniva da una ricchissima famiglia, si distinse nella repressione della rivolta di Spartaco, infine ottenne il consolatoinsieme a Crasso, vincitore di Spartaco, e il piщ importante rappresentante del ceto equestre.
Godendo dell’appoggio dei propri cavallieri, popolari e soldati, Pompeo e Crasso di comune accordo abrogarono le riforme sillane piщ invise al ceto equestre e ai popolari, restaurarono i poteri dei tribuni della plebe, compreso quello di veto, e aprirono i tribunali, nuovamente, ai cavalieri.
Terminato l’annod el consolato, Pompeo e Crasso si ritirarono a vita privata, ma poco piщ tardi il tribuno della plebe Gabino, ottenne di affidare a Pompeo un comando proconsolare straordinario, della durata di 3 anni, ed esteso a tutte le coste del mediterraneo.
Pompeo poteva decidera per la guerra o per la pace, poteva prelevare imposte in ogni provincia e poteva disporre liberamente delle forse sia terrestri che navali.
Con un esercito di 120.000 uomini, 500 navi, nel giro di tre mesi Pompeo liberт il mare dai pirati e li stano dalle loro basi in Cicilia.
Pompeo ottenne un altro comando straordinario, senza limiti di tempo, per condurre la guerra contro Mitridate.
Dopo due anni, Mitridate fu sconfitto e costretto a fuggire in Crimea, dove, abbandonato anche dal figlio, si tolse la vita.
Pompeo si accingeva a mettere ordine in oriente, diventando uno degli uomini piщ ricchi del mondo grazie agli enormi bottini di guerra.
Catilina, apparteneva ad una famiglia aristocratica decaduta, ed era stato un seguace di Silla durante la guerra civile.
Aveva rivestito la carica di propretore in Africa, dove venne accusato di profitti illeciti.
Catilina progettт l’assassinio dei consoli e l’insurrezzione armata contro il governo.
A tal fine riunм tutti coloro che avevano forti motivi per opporsi al potere oligarchico del senato.
A seguito di una delazione, il console Cicerone scoprм la trama, e la denundiт al senato, attaccando Catilina e costringendolo a fuggire in Etruria.
A roma intanto, Cicerone aveva senza processo fatto eseguire la condanna a morte di 5 congiurati, violando cosм la legge che consentiva ai cittadini romani condannati a morte di poter ricorrere al giudizio del popolo.
Dopo poco, Catilina e i suoi seguaci caddero in uno scontro con le truppe consolari a Pistoia.

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