Rivoluzione industriale schema

Materie:Riassunto
Categoria:Storia
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Testo

RIVOLUZIONE INDUSTRIALE SCHEMA

Nel settecento in Inghilterra avvenne una trasformazione fondamentale:
l'agricoltura smise di essere la principale attività produttiva e il suo posto fu preso dall'industria.
Questa trasformazione, che è stata chiamata dagli storici rivoluzione industriale, determinò profondi cambiamenti nelle città, nelle campagne, nella società e nelle attività produttive.

La campagna
Alla base della rivoluzione industriale si verificò in Inghilterra quella che fu chiamata rivoluzione agraria L'agricoltura, cioè, cambiò radicalmente, in seguito al miglioramento delle tecniche di riproduzione, all'introduzione di nuove colture e delle macchine. Questo contribuì all'aumento della produzione agricola e quindi al miglioramento dell'alimentazione e all'aumento demografico

Il lavoro a domicilio
Prima dell'industrializzazione gli uomini avevano prodotto per secoli presso le loro abitazioni oggetti, strumenti, beni di consumo con sistemi artigianali.
Ad esempio presso le famiglie contadine era diffusa un'attività tessile che produceva l'abbigliamento per la famiglia. Nel corso del settecento questa attività aumentò considerevolmente la produzione. Infatti i mercanti, che avevano interesse ad aumentare i propri redditi, fornivano materie prime e telai alle famiglie contadine che, pur pagate pochissimo, consentivano ai mercanti lauti guadagni .

Dall'uomo al vapore
Per integrare una manodopera che non riusciva a crescere con la stessa velocità dello sviluppo economico occorrevano macchine.
Queste si moltiplicarono e si perfezionarono con ritmo impressionante. Gli inventori furono tanti e le radicali innovazioni tecniche furono il prodotto di più di un secolo di studi e di ricerche.
Nel corso del '600 e del '700 molti fisici, fra cui Papin, si erano occupati del problema del calore ed erano stati attuati numerosi esperimenti sugli effetti dell'ebollizione dell'acqua.
La tecnica medioevale aveva affiancato all'energia dell'uomo e dell'animale l'energia dell'acqua e del vento. Dopo il '600 la nuova scienza rese sempre più sistematici i progressi della tecnica e diede vita a una vera e propria rivoluzione tecnologica, il cui prodotto più importante fu la macchina a vapore.

La macchina a vapore
Nel 1776 il meccanico inglese James Watt e una squadra di abilissimi artigiani inventarono e progettarono questa macchina molto complessa e molto costosa.
Watt ebbe in prestito da una banca 17000 sterline ma, sebbene avesse incominciato a produrre le sue macchine nel 1773 e le vendesse con grande successo, riuscì ad estinguere il debito solo nel 1784.

Le fabbriche
La rivoluzione agraria, che trasformò molti contadini in disoccupati e quindi in potenziali operai, la presenza del ceto dei mercanti, che aveva organizzato l'industria a domicilio, e l'invenzione di nuove macchine determinarono la nascita della fabbrica moderna.
Questa fu il risultato di una trasformazione radicale dei sistemi artigianali con cui gli uomini per secoli avevano prodotto oggetti strumenti e beni di consumo.
I nuovi macchinari, molto più ingombranti di quelli precedenti, non trovarono più posto nelle piccole case dei contadini, ma furono concentrati in stabilimenti sempre più grandi; questi furono situati dapprima nelle campagne, per poter sfruttare l'energia idraulica dei corsi d'acqua; poi, dopo l'invenzione della macchina a vapore, le fabbriche furono trasferite in città, vicino alle grandi vie di comunicazione e ai centri di smercio. Inoltre in città si stava concentrando la manodopera necessaria per far funzionare le fabbriche: gli operai.

Le industrie tessili
Il settore tessile fu il primo ad essere industrializzato, non solo in Inghilterra ma anche in tutto il mondo occidentale.
Prima dell'industrializzazione era comune in Inghilterra presso la famiglia contadina un'attività tessile di tipo artigianale, che serviva a produrre i tessuti di cui si aveva bisogno.
A partire dall'inizio del '700 quest'attività incominciò a trasformarsi per opera dei mercanti, che per aumentare la quantità di prodotti, organizzarono la produzione fornendo materie prime e macchinari a domicilio.
Vennero poi inventate nuove macchine, che consentirono di produrre di più e più rapidamente.
Infine con l'applicazione della macchina a vapore ai telai, l'aumento delle fabbriche tessili, ora chiamate filande, si fece vertiginoso.

L'urbanizzazione
Gran parte della crescita demografica fu assorbita dalle città, dove uomini donne e bambini, abbandonando le campagne, si rifugiavano nella speranza di trovare lavoro nelle nuove grandi fabbriche che tendevano a concentrasi nei sobborghi delle città.
Ad un' Europa contadina, in cui più del 70% della popolazione viveva in campagna, si venne così sostituendo un'Europa, e soprattutto un'Inghilterra, urbana.

Le città
Al'inizio del secolo si cominciò a diffondere nelle grandi città l'illuminazione a gas.
L' "aria infiammabile", come allora veniva chiamato il gas prodotto riscaldando carbone in caldaie speciali, fu utilizzata sopratutto per i negozi, gli edifici pubblici e le fabbriche. La distribuzione veniva gestita da società private che, non esistendo ancora i contatori, si facevano pagare in base al numero di lampade
Con l'utilizzo del motore a vapore fu possibile concentrare più fabbriche in uno stesso luogo.
Molti villaggi si trasformarono così in vere e proprie città industriali. Ad esempio Manchester, che a metà del 700 era un piccolo centro agricolo, agli inizi dell'800 era ormai una città di 142.000 abitanti.
Muratori e piccoli impresari fecero fortuna costruendo a tempo di record nuovi quartieri attorno alle fabbriche e alle periferie delle grandi città.
Le città si popolarono a velocità incredibile, a tal punto che divennero in molti casi inabitabili, poichè si aggravarono i problemi già presenti prima della rivoluzione industriale: mancanza degli elementari servizi (acquedotti fogne e ospedali), scarsa illuminazione, insufficiente pulizia delle strade.

La società
La rivoluzione industriale, con i mutamenti avvenuti nelle campagne e nelle città, determinò importanti e rapide mutazioni in campo sociale: innanzitutto un formidabile sviluppo della popolazione; in secondo luogo una diversa distribuzione della popolazione in seguito alla forte urbanizzazione.
Inoltre la società industriale portò alla nascita di due nuove classi sociali: i capitalisti industriali e il proletariato.
D'altra parte la vecchia aristocrazia, che con l'abolizione dei privilegi feudali era stata lentamente scalzata dalla borghesia, non era certo scomparsa.

Il lavoro dei bambini

Per pagare meno la forza lavoro si utilizzavano nelle fabbriche le donne e i bambini.
Poichè la meccanizzazione semplificava molto le operazioni di lavoro, all'operaio non era necessaria quell'abilità professionale richiesta dal lavoro artigianale, così gli uomini vennero sostituiti, soprattutto dall'industria tessile, dai bambini, che venivano pagati meno, avevano un comportamento più docile e si adattavano più facilmente alle regole del sistema di fabbriche.
In Inghilterra ai primi dell'ottocento quasi il 42% della forza lavoro tessile aveva un' età inferiore ai 18 anni
In numerose fabbriche venivano impiegati bambini in tenerissima età: molti di essi venivano trasportati in massa per fare gli apprendisti, presso dei padroni che si trovavano a centinaia di miglia di distanza; le condizioni di lavoro erano tali per cui generalmente alla fine del periodo di apprendistato i bambini non erano resistenti al lavoro e non erano in grado di intraprendere alcun' altra attività.
L'età minima in cui comniciavano a lavorare era di 5-6 anni. Il periodo abituale lavorativo durava dalle 8 del mattino alle 8 di sera, con un' ora e mezza per i pasti, che erano irregolari e presi in fabbrica. Spesso le condizioni di lavoro facevano ammalare i bambini ai polmoni, alle ossa, agli occhi.
Le mansioni che più frequentemente venivano svolte dai bambini erano svariate: lavoravano alle filatrici nelle industrie tessili, trasportavano pietre nell'edilizia e venivano impiegati nelle miniere

I bambini in miniera
Nelle miniere i bambini erano addetti ad aprire e chiudere la porta al passaggio dei minatori, a passare nei più stretti cunicoli, accessibili solo a corpicini esilissimi, a raccogliere i minerali sui vagoncini e a trainare i carrelli.
Spesso i bambini si ammalavano di tubercolosi e di rachitismo, per le condizioni di lavoro a cui erano sottoposti e per le condizioni ambientali in cui trascorrevano dodici ore al giorno.

Il lavoro delle donne
Poichè i salari delle donne erano più bassi di quelli degli uomini, spesso gli imprenditori preferivano assumere queste ultime, perchè, a parità di lavoro, risparmiavano considerevolmente. Le donne erano impiegate in tutte le industrie, anche nelle miniere, dove si caricavano sulle spalle cesti di vimini pieni di minerali.
Ovviamente alle donne non veniva riconosciuta alcuna tutela: se erano incinte lavoravano fino all'ultimo o venivano licenziate.

Innovazioni tecnologiche
Nella seconda metà del Settecento in Inghilterra quasi tutti gli strumenti agricoli tradizionali furono sostituiti con altri più moderni: agli attrezzi in legno o in ferro battuto, costruiti dal fabbro o dal falegname del villaggio, subentrarono macchine più efficienti, prodotte dalle nuove industrie.
Vennero inventate e si diffusero le seminatrici, le trebbiatrici, le mietitrici, che dapprima sfruttarono l'energia animale, poi quella prodotta dalle prime macchine a vapore.

Nuove colture
Altri progressi nell'agricoltura furono dovuti all'introduzione di alcune nuove coltivazioni, come il mais, la patata e la barbabietola da zucchero.
Queste coltivazioni avevano un'alta resa e si inserivano perfettamente nei nuovi sistemi di rotazione.
Il mais, originario dell'America del sud, si diffuse rapidamente in tutta Europa e divenne la base
dell'alimentazione degli abitanti delle campagne e delle città.
Tipica pianta da rinnovo, la Beta vulgaris è abbastanza tollerante nei riguardi del terreno, che deve essere però ben strutturato e
profondo.
La possibilità di estrarre zucchero dalla Barbabietola fu scoperta nel 1747 in Germania.
Originaria della regione andina del Perú e del Cile, la patata fu importata in Europa già nella seconda metà del sec. XVI, ma coltivata su larga scala solo a partire dalla metà del sec. XVIII.
La parte utilizzata è costituita dai tuberi, che sono ricchi di amido e servono per l'alimentazione umana e degli animali.

Esempio



  


  1. martina

    schema riassuntivo della seconda rivoluzione industriale

  2. martina

    schema riassuntivo della seconda rivoluzione industriale

  3. martina

    schema riassuntivo della seconda rivoluzione industriale