1880 - 1914 Seconda rivoluzione industriale - Prima Guerra Mondiale

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Testo

1880 – 1914

La seconda rivoluzione industriale

La seconda rivoluzione industriale portò alla scoperta e all’utilizzo di nuove tecnologie come: la locomotiva elettrica, le turbine idrauliche, motore a scoppio; tali invenzioni cambiarono radicalmente le abitudini del popolo dell’epoca.
Si scoprirono inoltre nuove fonti di energia, elettricità e petrolio, con enormi vantaggi in termini di costi e nei tempi della produzione.

Conseguenze della seconda rivoluzione industriale sono visibili nel funzionamento dell’economia.
La produzione industriale, infatti, dovendo soddisfare le esigenze di un mercato di dimensioni sempre più grandi, si concetrò nelle mani di aziende di grosse dimensioni, nate dalla fusione di aziende forti con le più deboli (trust), oppure le aziende operanti nello stesso ramo produttivo strinsero accordi fra loro per non avere concorrenza (cartelli). Ci furono anche le prime imprese capaci di controllare interi settori di produzione (petrolio, acciaio, tabacco, sapone,) i cosiddetti monopoli.
Internamente alle imprese, cambiò anche il modo di produrre, infatti, per soddisfare una larga fascia di consumatori occorrevano prodotti standardizzati. Cominciando quindi una produzione su larga scala a partire dal 1893 grazie ad un nuovo sistema di produzione ideato da Frederick W. Taylor (taylorismo) secondo il quale il lavorazione di un prodotto veniva suddiviso in tante fasi. Tale principio fu poi applicato integralmente da Henry Ford nella catena di montaggio.

Cambiarono anche i metodi di comunicazione delle persone, grazie ai trasporti quali auto, biciclette, treni sempre più veloci, e il telegrafo, un nuovo modo di vivere la vita quotidiana: opere, cinema.

La seconda rivoluzione industriale, però, oltre a portare evidenti vantaggi al sistema economico in molti paesi del mondo ed al miglioramento della qualità della vita, grazie soprattutto alle scoperte scientifiche e mediche portò anche gravi svantaggi. Il mondo risultava sempre più diviso in due: ricchi e poveri, bianchi e neri, coloro che dominavano e coloro che dovevano essere dominati sulla base di subdole teorie razziste elaborate ai tempi grazie anche al supporto delle scoperte in campo biologico. Fu questa una delle ragioni del colonialismo, i Paesi industrializzati dovevano sfruttare le risorse di quei popoli che per errata ragione biologica non erano stati in grado di farlo.

Altro problema legato alla seconda industrializzazione interno ai paesi fu quello in campo sociale: il Proletariato ovvero quell’enorme massa di lavoratori operai che vendono la propria forza lavoro sul mercato in cambio di un salario. Questi operai erano spesso costretti a vivere nei quartieri delle città in condizioni pessime, costretti a lavorare 14 ore al giorno, fatica alla quale neppure donne e bambini venivano sottratti. Grazie alla diffusione del marxismo (teoria elaborata da Karl Marx secondo la quale andava abolita la proprietà privata, instaurato il comunismo per soddisfare i bisogni di tutti senza sfruttare l’uomo ricavandone profitto) e al grande lavoro della Prima e Seconda Internazionale i lavoratori si organizzarono e ottennero estensione del diritto al voto, aumenti salariali e altre garanzie sindacali.

Altra posizione politica oltre al marxismo è l’anarchismo: richiesta di libertà, una forma antiautoritaria, vengono fatte delle sommosse contro il sistema politico ed economico. L’anarchismo non è una dottrina applicabile in una società industrializzata.

In Italia:
l’età giolittiana

Alla fine dell’800 Giolitti era diventato presidente del consiglio e poi caduto per uno scandalo bancario. Nei primi anni del 1900 diventò ministro degli interni, si occupava dunque della sicurezza interna del paese.
Come ministro degli interni ha una grossa responsabilità, deve decidere come lo stato deve porsi di fronte agli scioperi e alle manifestazioni. Con Crispi al governo veniva usato il pugno di ferro, Giolitti invece si rende conto che lo stato è molto fragile, in Italia vota solo il 7% della popolazione e la gente ha il diritto di manifestare pacificamente per le proprie idee. Lo stato può intervenire solo in caso di violenza. Giolitti continuerà con questa linea anche da presidente del consiglio. Gli industriali lasciarono che Giolitti attui queste riforme per vari motivi: il primo motivo è perché le fabbriche stanno passando un periodo di grande crescita, il secondo motivo è che Giolitti lascia il meridione in mano ai latifondisti e quindi non da nessun fastidio a quest’ultimi. Così si crea un ulteriore divisione tra nord e sud ed il sud diventa il punto di sbocco delle merci prodotte al nord.
Giolitti ha fatto tanto di buono per gli operai quanto non ha fatto per i contadini del sud, infatti lasciando la politica verso di loro invariata li portò ad un peggioramento e ad un aumento dei latifondisti.
Si formerà il triangolo industriale: Torino, Milano, Genova.
Giolitti proclamò il suffragio universale maschile.

I governi in questo periodo cadono spesso e comporterà due gravi fenomeni:

• Trasformismo cioè i rappresentanti di governo tendono a “cambiare bandiera” facilmente.
• Clientelismo cioè si cambia idea perché si ottiene qualcosa

Politica coloniale giolittiana

Giolitti fece un discorso al popolo nel quale dichiarò le ragioni per cui voleva conquistare la Libia: disse che andava in Libia perché voleva dare lavoro a quella manodopera che doveva emigrare per trovarlo. In realtà ci furono altri interessi:

• 1909-19010 ci fu un movimento nazionalista: diceva che l’Italia doveva avere un ruolo internazionale. Una questione di orgoglio quindi era quella di avere delle colonie proprie. Infatti giolitti conta anche sui nazionalisti.
• Giolitti è in contatto con ambienti finanziari e queste banche hanno investito ingenti somme in quel territorio e se Giolitti li conquistasse quei capitali sarebbero più al sicuro
• Interessi vaticani perché tra le somme delle banche investite ci sono somme anche vaticane e conquistandola ci sarebbe un avvicinamento tra la Roma politica e la Roma religiosa.
• Da alcuni governanti viene vista come una nuova crociata, cristianizzare gli infedeli.

Il partito socialista è contrario alla conquista della Libia come sarà contrario alla 1° guerra mondiale perché la conquista sarebbe stato solo un aiuto alle classi più ricche.

Giolitti fa un accordo con il mondo cattolico per paura dei socialisti alle prossime elezioni: l’accordo di Gentiloni: i cattolici avrebbero appoggiato i liberali con la promessa che una volta eletti i liberali avrebbero cercato delle vie per avvicinare stato e chiesa.

Le politiche espansionistiche, effettuate principalmente per ragioni economiche, il ricorso agli armamenti, i conflitti tra la nazioni europee sempre più aspri, furono elementi che resero inevitabile il conflitto mondiale. Il 28 giugno 1914 a Sarajevo Gavrillo Princip, uccise l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austriaco; ha inizio la Prima Guerra Mondiale.

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