Saggio breve: la prima rivoluzione industriale

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Testo

Saggio breve : la prima rivoluzione industriale

Alla produzione manifatturiera preindustriale corrispondeva una società dal lavoro prevalentemente individuale o familiare, non necessariamente dissociato dall’attività agricola, con cui poteva combinarsi, nell’ambito di forme di divisione del lavoro stagionali.
Con il periodo apertosi con la seconda metà del XVII secolo specialmente in Gran Bretagna ma anche in quasi tutta l’Europa occidentale si manifestò una tendenza al progresso e alle innovazioni.
Naturalmente tale fenomeno ebbe intensità molto differente nei vari paesi, ma in Gran Bretagna il progresso fu tale e tante furono le innovazioni che si può davvero parlare di rivoluzione industriale.
Col progredire della rivoluzione i tessitori, i filatori, i fabbricanti di chiodi, i magliai e i coltellinai videro in vari momenti minacciata la loro posizione economica, sia che lavorassero la materia prima di un imprenditore o che svolgessero l’attività per proprio conto.
La fine dell’artigiano autonomo, la diffusione del lavoratore salariato e la nascita del sistema di fabbrica, costituirono l’aspetto più significativo, sotto il profilo socio-economico, della rivoluzione industriale, che vide la separazione del produttore dai mezzi di produzione che prima erano uniti nella stessa persona.
Quando il flusso degli ordini di acquisto prende una cera consistenza e regolarità da permettere l’organizzazione del lavoro in un solo ambiente intorno a dispositivi meccanici azionati da una fonte energetica non manuale, e ciò tecnicamente consente significativi risparmi nei costi, allora al lavoratore manuale viene chiesto un diverso tipo di prestazione. In qualche caso si tratterà ancora di lavori implicanti conoscenza delle macchine, capacità di costruirle, ripararle e farle funzionare. Ma tenderà a crescere invece la domanda di movimenti ripetitivi e regolari a velocità condizionata dal movimento delle macchine, per i quali spesso si cercherà il lavoro di donne o si riterrà sufficiente anche quello di minori pochissimo pagati.
Operai non specializzati potevano prendere il posto di quelli specializzati, i maschi adulti capifamiglia potevano essere sostituiti di manodopera femminile, giovanile o infantile; e tutti gli operai di una fabbrica erano soggetti ad un rigido controllo dettato dalla necessità di ridurre al massimo i costi. La disciplina era più severa proprio perché il tipico datore di lavoro era costretto a controllare il modo di vivere di una forza-lavoro troppo vasta per poterne conoscere personalmente o individualmente i componenti.
La divisione del lavoro ebbe effetti strabilianti in quanto ci fu il massimo miglioramento delle capacità produttive del lavoro, e l’abilità e il giudizio del lavoratore aumentò concentrandosi su un’unica operazione.
Le innovazioni tecnologiche provocarono indubbiamente una parte della disoccupazione creatasi in questo periodo; queste, di conseguenza, crearono situazioni negative come la nascita del movimento luddista che provocò a sua volta, distruzione di telai a vapore.
Se qualcuno veniva scoperto a lavorare a un telaio senza aver seguito un apprendistato regolare, veniva invitato ad astenersi dal lavorare altrimenti il telaio sarebbe stato distrutto,provocando così grande allarme e disordine.
Gli effetti che la rivoluzione industriale ebbe sui lavoratori con la trasformazione tecnica all’inizio del secolo furono molto negativi e apportarono miseria e povertà: infatti all’inizio del secolo il tenore di vita del lavoratore britannico era sceso a un livello pari a quello dei paesi asiatici. Ma alla fine del secolo ci fu un miglioramento delle condizioni di vita di molti lavoratori della Gran Bretagna dovuto all’aumento dei salari.

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