Rivoluzione industriale

Materie:Riassunto
Categoria:Storia

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CAPITOLO 7:
GLI INIZI DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Tra gli inizi del settecento e la fine, si ha un cambiamento totale non solo in fatto di storia, e quindi di avvenimenti politici e religiosi, ma soprattutto nello stile di vita quotidiano. Due fenomeni principali si hanno in questo periodo: la crescita della popolazione e la velocità.

Crescita e velocità.
La crescita demografica.
Nel 700 abbiamo soprattutto l’aumento della popolazione in tutto il mondo. Ciò era già avvenuto nel passato, ma ogni volta che si aveva un aumento di popolazione, essendo le risorse di essa limitate, a causa di pestilenze e carestie, la popolazione diminuiva.
Le cause del fenomeno.
Le cause del fenomeno secondo gli storici sono diverse. Alcuni pensano che l’aumento della popolazione sia dovuto al miglioramento del clima e quindi all’aumento della produzione agricola; altri sostengono che gli organismi di quel tempo erano diventati più immuni alle epidemie; altri ancora dicono che il fenomeno sia dovuto al saper controllare le pestilenze grazie ai governi; infine ultima causa sostenuta è quella che le guerre del 700 siano state molto meno sanguinose degli altri secoli.
Si estende la superficie coltivata.
Oltre che alla popolazione, aumentò anche la superficie coltivata, lì dove vi erano foreste e selve. Inoltre aumentò anche la riduzione agricola in una stessa superficie, in quanto si passò da una coltivazione estensiva ad una intensiva. Infine il mais e la patata, che venivano dall’America furono coltivate anche in molte parti dell’Europa, dando la possibilità a molti paesi di sopravvivere.
L’urbanizzazione.
Nel 700 le città erano circondate da mura, ma ora come ora a noi verrebbe spontaneo chiamarle paesi o villaggi, in quanto avevano pochi abitanti. Ma in questo secolo aumentarono talmente tanto che si passò dai 5000 abitanti per città fino ad arrivare nelle grandi città, che nell’800 ne erano ben otto, a 50000 abitanti.
Il tempo si accorcia.
L’aumento della popolazione fu accompagnato da miglioramenti anche nel campo dei trasporti. Se all’inizio del 700 da Londra a Edimburgo impiegavano 15 giorni, a fine secolo tre erano più che sufficienti. Quindi lo spazio non era più una barriera, ma piuttosto un tramite per allargare i propri orizzonti.
Valore dello spazio e del tempo.
Crescita e velocità furono dei miglioramenti che si verificarono in tutto il mondo, ma soprattutto in Gran Bretagna, che in quel periodo visse anche una trasformazione intensa nella produzione e nella vita economica, la cosiddetta rivoluzione industriale.

Il laboratorio inglese.
I mutamenti dell’agricoltura.
In Inghilterra si ebbe un primo mutamento nel campo agricolo quando le terre coltivabili furono recintate dalle così dette enclosures, che fecero nascere il significato di proprietà privata. Infatti fino ad allora vi erano terre collettive, dove la gente faceva pascolare le proprie bestie, dove chiunque raccoglieva legname, mentre con questa novità ciò non accadeva più.
La recinzione delle terre.
Infatti il Parlamento emanò una serie di legge che prevedeva la recinzione delle terre e la redistribuzione in proprietà privata delle terre collettive. Tutto ciò, però, per i piccoli proprietari rappresentò l’obbligo di vendere i loro possedimenti e di passare a servizio dei grandi proprietari.
Da piccoli proprietari a lavoratori salariati.
Alla fine del secolo, solo il 20% della terre erano coltivate direttamente dagli stessi proprietari, in quanto oramai in Inghilterra i possedimenti erano in mano di grandi proprietari i quali facendosi aiutare anche dagli agronomi, cercarono in tutti i modi di ottenere un maggior profitto dai loro vasti terreni; e tutto ciò rappresentò la rivoluzione agricola
Il dominio commerciale inglese.
L’Inghilterra era molto importante anche per quanto riguarda i commerci marittimi, in quanto già nel 600 possedeva diverse territori anche in Spagna Francia e America che permettevano un grande scambio di merci da un continente all’altro. Infatti le merci che vi erano in più in america, venivano trasportate in Europa e viceversa.
Una nuova visione del mercato.
Quindi ogni mercante, grazie a questo grande commercio marittimo, iniziò a pensare al mercato su larga scala, che prendeva in considerazione anche paesi lontani da dove si trovava. Quindi tutti loro erano molto favorevoli a finanziari anche con capitali molto elevati, l’inizio di nuove industrie.
La crescita del mercato interno.
Anche nel mercato interno dell’isola si ebbe un miglioramento; in quanto coloro che non possedevano più le terre, erano costretti a comprare ciò di cui necessitavano e quindi si passò da un autoconsumo al mercato.
Il tempo si abbrevia. Una nuova rete di trasporti.
Anche il mercato interno era effettuato attraverso il trasporto marittimo, ma per diverse esigenze, fu migliorato l’intero sistema dei trasporti.
La riduzione dei costi.
La tenuta delle strade fu affidata a privati, i quali le migliorarono notevolmente facendo pagare a chi le attraversasse dei pedaggi. Ma questi non aumentarono il costo dei trasporti, bensì lo diminuirono, in quanto le strade erano diventate più veloci e sicure. Inoltre furono impiantati anche dei canali, i quali erano alimentati dai fiumi, ma controllati da delle chiuse e quindi percorribili in qualsiasi momenti dell’anno. Ciò fece si che si ridussero notevolmente i costi di trasporto di diverso tipo.

Un nuovo modo di produrre: l’industria.
Un nuovo scenario del lavoro e del profitto.
Oltre che l’agricoltura, in Inghilterra molto importante vi fu la nascita delle industrie; ovvero luoghi in cui dalle materie prime, grazie all’utilizzo di diverse macchine e di un gran numero di lavoratori salariati, si ottenevano un elevato numero di merci richiesto in tutto il mondo.
Emblemi della rivoluzione industriale.
È difficile dare delle date a questa rivoluzione industriale, ma possiamo soffermarci su una data molto importante, il 1769, quando furono inventate le due macchine rimaste l’emblema di questo periodo: la macchina a vapore di James Watt e il filatoio meccanico di Richard Arkwright.
La prima fu impiegata all’inizio nelle miniere e permise l’estrazione del carbone-coke che fu il combustile caratteristico di questo periodo; la seconda invece è importante in quanto fa nascere quasi dal nulla l’industria del cotone, che interessa gli abitanti di tutto il mondo.
Nascita della fabbrica.
Agli inizi la trasformazione della materia prima in prodotto finito, avveniva nelle botteghe degli artigiani o comunque in piccoli laboratori, e quindi il risultato era limitato quantitativamente e diverse qualitativamente; così nacquero le prime fabbriche dove venivano messe insieme molti lavoratori e molte macchine. Queste erano situate nella periferia vicino alle miniere.
Una diversa qualità del lavoro.
L’impiego di macchine nel lavoro portò da un lato all’aumento della produzione ma dall’altro una standardizzazione del lavoro umano, che doveva restare 13 o 14 ore al giorno inchiodati alle macchine. E questo portò alla presenza di donne e bambini in fabbrica.
La ripercussione dell’industrializzazione.
L’industrializzazione portò nel giro di qualche decennio a moltiplicare per sette il prodotto nazionale lordo e quindi ogni inglese di quel tempo possedeva il doppio delle ricchezze che avrebbe potuto avere una cinquantina di anni prima.
Spazi del futuro e spazi del passato.
Il tempo lento del passato non cedete subito a quello frenetico del futuro, infatti il Inghilterra per qualche tempo viaggiarono parallelamente due tipi di economia, quella tradizionale dell’artigianato e quella nuova della fabbrica.

La peculiarità dell’Inghilterra
Le precondizioni economiche.
Come abbiamo detto fino ad ora in Inghilterra, nel 700, si verificò un aumento della produzione agricola data dalla proprietà privata e da una coltivazione intensiva; in più grazie ai commerci marittimi, il mercato si posizionò su larga scala, ed infine nacquero diverse fabbriche. Il miglioramento dei trasporti diminuì notevolmente il loro costo e l’innovazione tecnologica portò ad un aumento notevole di produzione e di qualità.
La forza dell’ambiente.
Inoltre in Inghilterra si sviluppò la rivoluzione industriale, proprio perché qui l’ordine sociale e politico era cambiato rispetto ala resto d’Europa e quindi questo fenomeno non riscontrava molti ostacoli; grazie anche al fatto che negli altri Paesi era ancora molto potente l’artigianato, e si rifiutava questo tipo di concorrenza.
Libertà civile, libertà politica, proprietà privata.
Altri fattore che influenzò la nascita di questa rivoluzione nell’isola, fu il Parlamento che era costituito non solo da rappresentanti delle classi più agiate, ma anche da coloro che avevano grandi attività finalizzate a ottenere un profitto.
La tradizione pluralista ed empirista.
In Inghilterra troviamo anche un intenso pluralismo religioso, costituito da una buona componente puritana, la quale si basava proprio sull’apprezzamento del lavoro, della fatica individuale. Inoltre grazie al pensiero di alcuni filosofi importanti di quel periodo, l’isola si orientò molto sull’empirismo, sull’esperienza.

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