La guerra Fredda

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LA “GUERRA FREDDA”

Con l’espressione “Guerra Fredda” indicano i rapporti di tensione instauratisi tra americani e sovietici nel quindicennio seguito alla rottura della “Grande alleanza” contro il nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale. Fu un periodo in cui USA e URSS si fronteggiarono come nemici, senza però mai scontrarsi in un conflitto armato diretto. La guerra fu definita “fredda” in quanto rimase per così dire congelata. Da una parte gli Stati Uniti si ersero difensori della libertà contro la minaccia del totalitarismo Comunista, mentre dalla parte opposta l’Unione Sovietica si proponeva come modello di Stato socialista e “roccaforte contro l’imperialismo americano”.

LA FORMAZIONE DEI BLOCCHI (Stati Uniti e Unione Sovietica).

Tutto incomincio nel 1947 quando il presidente degli Stati Uniti, Truman disse, in una dichiarazione, che gli Stati Uniti si impegnavano a sostenere militarmente e finanziariamente i governi minacciati dal comunismo; questa fu chiamata Dottrina Truman basata sul contenimento del comunismo. Il primo stato che aderì a questa dottrina fu la Grecia, nel 1946, perché teatro di una guerra civile tra le forze monarchiche al governo,appoggiate dagli americani, e i comunisti. Il secondo stato fu la Turchia perché considerata troppo esposta alla pressione sovietica e quindi doveva essere difesa dagli USA.
Dopo la “dottrina Truman” ci fu il “Piano Marshall”, così chiamato dal nome del sottosegretario di stato americano. Questo piano consisteva in un’offerta di aiuti economici per oltre 13 miliardi di dollari americani da parte degli Stati Uniti ai paesi europei devastati dalla guerra al fine di agevolarne la ricostruzione. Il piano Marshall fu adottato da 16 Stati europei compresa l’Italia e fu aspramente rifiutato dall’Unione Sovietica che lo denunciò definendolo una manovra imperialistica perché costringeva gli stati dell’Europa occidentale ad allinearsi con gli USA. Stalin in realtà temeva che il piano di aiuti americano indebolisse l’egemonia sovietica nell’Europa centro orientale. Con il piano Marshall prende avvio la costituzione di due blocchi politici, economici, militari e ideologici posti rispettivamente sotto la leadership sovietica e statunitense.

IL BLOCCO OCCIDENTALE (Stati Uniti).

Il blocco Occidentale era capeggiato dagli Stati Uniti. In Europa, dopo il lavoro del piano Marshall, gli stati cercavano una maggiore coesione sul piano politico militare. Venne così stipulato, il 4 aprile 1949, il Patto Atlantico che istituì la NATO, un organismo politico militare creato con lo scopo di difendere i paesi aderenti all’area dell’Atlantico settentrionale. Tutti i paesi membri dell’alleanza atlantica, tra cui l’Italia, si impegnavano al reciproco aiuto in caso di aggressione. Ma gli Stati Uniti non avevano solo stati amici nell’Europa ma anche in Asia. La difesa del Medio Oriente fu affidata prima al Patto di Baghdad, nel 1955, creato, su inspirazione statunitense, da Turchia e Iraq a cui dopo si aggiunsero Gran Bretagna, Iran e Pakistan, poi in secondo momento dopo l’uscita dell’Iraq, a causa di colpo di stato, venne creato CENTO, Organizzazione del Trattato Centrale, a cui aderirono anche gli USA. Per quanto riguarda l’Estremo Oriente gli Stati Uniti ebbero l’appoggio del Giappone con il quale fecero un patto bilaterale di sicurezza , nel 1951,
Come conseguenza di queste alleanze, l’esercito e la marina statunitense vennero e disporre di proprie basi collocate quasi in ogni parte del globo.

IL BLOCCO SOCIALISTA (URSS).

In contrapposizione al blocco occidentale, si costrui il blocco Socialista o blocco orientale capeggiato dall’Unione sovietica. In risposta alla Dottrina Truman e al Piano Marshall, Stalin, nel settembre del 1947, promosse la costituzione del Cominform che mirava a coordinare la politica dei partiti comunisti europei. Nello stesso tempo iniziò la sovietizzazione dei paesi dell’Europa centro-orientale, che in breve tempo furono trasformati in stati organizzati secondo il modello socialista sovietico e divennero quindi satelliti dell’URSS.
La formazione di un così compatto blocco socialista comprendente l’Unione Sovietica e i paesi europei centro-orientali, ebbe poi un ulteriore impulso nel gennaio del 1949 con la costituzione del Comecom il cui scopo era quello di rendere omogenee le economie degli stati associati; sul piano militare quindi nacque il Patto di Varsavia, nel maggio del 1955, un alleanza del tutto simile, se non uguale, alla NATO, che pose gli eserciti dei paesi membri, gli stessi del Ccomecon, sotto il comando sovietico.

E I NON ALLINEATI

Non tutti gli stati però erano allineati con uno o l’altro blocco, alcuni avevano preferito restare neutrali e conservare i propri orientamenti tradizionali nella politica estera e le proprie strutture e istituzioni di governo.
Tra questi, lo stato più importante fu la Yugoslavia di Tito che nel 1948 vista la scarsa presenza dell’armata rossa nel proprio territorio, arrivò ad una rottura definitiva con l’URSS per quanto riguardava le relazioni economiche e militari, aderendo invece al piano Marshall e intensificando gli scambi con l’occidente. La Yugoslavia si pose quindi come cuscinetto tra Est ed Ovest.

LA PRIMA CRISI DI BERLINO e della Germania (1948-1949).

La Germania fu il principale terreno di scontro della “Guerra Fredda” tra Est e Ovest. Dopo la conferenza di Yalta, fu divisa in 4 parti tra Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia(la parte ovest) e URSS (la parte est). Quindi anche la capitale Berlino fu divisa in altrettante parti.
Nel 1948 Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia decidevano di unificare economicamente le loro parti e di dotarle di una moneta unica. Stalin reagì imponendo il blocco di ogni via terrestre di accesso a Berlino Ovest. Gli americani a questo punto fecero un ponte aereo. I sovietici non fecero nulla sapendo che gli Stati Uniti avrebbero reagito militarmente. Nel maggio del 1949, dopo un anno dall’attuazione, Stalin tolse il blocco alla città.Questa crisi aveva mostrato che nessuno dei due contendenti, Russi e Stati Uniti, volevano rischiare davvero uno scontro diretto.
Conseguenza di questa crisi fu la divisione in due della Germania; nacque in questo clima la Repubblica Federale Tedesca (RFT), il 23 Maggio 1949 che beneficiò direttamente del piano Marshall.
La risposta di Stalin, però, non si fece aspettare. Il 7 Ottobre 1949 nella Germania orientale sotto l’occupazione sovietica si costituì la Repubblica democratica Tedesca RDT.

LA SITUAZIONE IN ASIA

In Asia la situazione non era delle migliori, mentre in Europa i due blocchi riuscirono ad evitare lo scontro armato, in Asia scoppiarono violente crisi destinati ad evolversi in conflitti armati. Il contenimento del Comunismo in Asia divenne un Obiettivo primario della politica estera degli Stati Uniti L’Unione Sovietica però vedeva maturare una situazione favorevole all’estensione della propria influenza in Asia. Le guerre scoppiate quindi divennero un occasione ottima per tutti i due i blocchi per difenderei propri principi. La cosa interessante di questi conflitti è che non ci fu mai unno scontro armato tra le due Potenze, ma finanziavano sempre gli stati alleati e per questo furono chiamate “Guerre periferiche”.

La guerra in Cina (1946-1949).

In Cina ci fu una Guerra Civile tra i Governativi guidati da Chiag Kai-scek e i comunisti capeggiati da Mao Zedong. Mao grazie all’appoggio dei contadini riuscì a conquistare tutte le città beneficiando anche della caduta del governo a causa di corruzioni interne. Nell’ottobre del 1949 Mao proclamò l’istituzione della Repubblica Popolare Cinese mentre Chiang con i suoi seguaci si rifugia nell’isola di Taiwan dando vita alla Repubblica della Cina Nazionale. La repubblica popolare fu subito riconosciuta dall’URSS ed entro a far parte del sistema di alleanze sovietico. Grazie a questo, Pechino e Mosca firmarono infatti nel febbraio del 1950 un trattato trentennale di amicizia a assistenza reciproca.

La guerra di Corea

Alla fine della Seconda guerra mondiale la Corea era stata divisa provvisoriamente divisa in una zona occupata dai sovietici a nord e una occupata a sud. La linea di demarcazione tra le due zone passava lungo il 38° parallelo.
La situazione precipitò nel giugno del 1950. La Corea del Nord forte dell’appoggio sovietico, attacco improvvisamente la Corea del Sud penetrando in profondità nel suo territorio. Stalin riteneva che gli Stati Uniti non sarebbero intervenuti visto che non avevano appoggiato i nazionalisti in Cina, ma si sbagliava. Gli Stati Uniti ottennero dall’ONU l’invio di una forza di intervento con il compito di respingere l’invasione. Gli Stati Uniti, mascherati sotto la bandiera dell’ONU, con una rapida controffensiva ricacciarono gli invasori nord-coreani, ma non si fermarono al confine, infatti dopo averli cacciati invasero la Corea del Nord quasi fino ai confini con la Cina. Si penso che le due Coree si unificassero sotto il segno delle armi, ma la Cina che non voleva avere gli americani come scomodi vicini di casa inviò una spedizione di 300.000 uomini (ufficialmente volontari) in aiuto dei nord-coreani riequilibrando così il conflitto. Tutto si concluse con un armistizio tra le due Coree nel luglio del 1953 che riportò di fatto il confine al 38° parallelo.
Questo conflitto ebbe anche delle conseguenze sul piano internazionale. Per primo si vide subito un maggiore impegno da parte degli Stati Uniti in Asia inizialmente snobbata. Poi si vide la potenza della Cina Popolare che entrò a far parte delle grandi potenze militari, nonché l’inserimento della Corea del Nord nel blocco socialista guidato dall’URSS con la quale fece un trattato di amicizia. Il fattore più importante però fu che con questo conflitto ci fu una netta accelerazione nella corsa agli armamenti da parte di USA e URSS.

LA CORSA AGLI ARMAMENTI.

Terminata la Seconda Guerra Mondiale, l’Unione Sovietica concentrò i propri sforzi nella ricerca nucleare al fine di realizzare anch’essa la bomba atomica (bomba A) e la realizzò per la prima volta nel 1949. Lo stato sovietico diveniva a pieno titolo una superpotenza. L’Urss riuscì ad avere la bomba atomica grazie alla informazioni scientifiche recuperate dal loro servizio di spionaggio. Proprio l’attività spionistica condotta dai servizi sovietico (KGB) e statunitense (CIA) nel campo degli armamenti e della ricerca scientifica ebbe un ruolo molto importante nel confronto tra le due superpotenze. A seguito del raggiugimento della bomba A in Urss, negli Stati Uniti si creò un clima di sospetto denominato “Caccia alle streghe”. Chiunque non manifestate pubblicamente una posizione contraria al comunismo poteva venire sospettato di essere un agente del servizio di Mosca. In questo clima politico divenuto famoso con il termine spregiativo di maccartismo (dal nome del senatore McCarthy promotore di questa caccia alle streghe) si verificò il caso dei coniugi Rosemberg, militanti del minuscolo partito comunista statunitense, che, accusati di spionaggio a favore dell’Unione sovietica furono giustiziati sulla sedia elettrica nel 1953.
La ricerca delle armi però non si fermo; nel 1952 gli Stati Uniti seguiti ad un anno di distanza dall’Unione Sovietica sperimentarono la bomba all’idrogeno, la bomba H, terribilmente più devastante della già distruttiva bomba A.
Da un punto di vista militare la differenza fondamentale tra i due grandi rivali era che gli Stati Uniti avevano rafforzato la loro posizione di potenza globale in grado intervenire rapidamente con le proprie forze in ogni parte del globo grazie alle proprie basi dislocate un po’ in tutto il mondo, mentre l’Unione Sovietica pur avendo incrementato il proprio arsenale militare restava una potenza continentale e il suo raggio d’azione era limitato. Questo divario però fu cancellato dalla creazione da parte dell’Unione Sovietica di missili a gettata intercontinentale. Questo clima definito “equilibrio del terrore” agì da agente frenante alla degenerazione della “Guerra fredda” in un conflitto aperto che avrebbe potuto provocare una terza guerra mondiale.

GLI ANNI DELLA TRANSIZIONE 1953-1956

In questi anni ci fu una distensione delle ostilità tra Unione Sovietica e Stati Uniti a seguito di cambiamenti ai vertici dei rispettivi stati.
Nel marzo del 1953 morì Stalin e il suo posto fu preso da Nikita Kruscev nominato segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica il suo approccio alla situazione era molto diverso da quella di Stalin, lui, infatti, era più per il dialogo che per la guerra.
Negli Stati Uniti nel 1953 si insediò alla Casa Bianca il repubblicano, generale dello sbarco in Normandia, Dwight Eisenhower. Eisenhower aveva dimostrato l’intenzione di irrigidire i già rigidi rapporti con l’Unione Sovietica, volendo passare dalla politica di contenimento alla politica di arretramento del comunismo.
Nonostante questi rigidi principi l’amministrazione Eisenhower sì dimostrò nei fatti flessibile e disponibile a verificare le aperture sovietiche.
La dottrina Krusceviana affermava che, pur rimanendo socialismo e capitalismo due sistemi antagonisti non per questo essi dovevano necessariamente scontrarsi in una guerra. Questa “coesistenza pacifica” esprimeva la consapevolezza che uno scontro militare con gli Stati Uniti sarebbe stato impraticabile. Kruscev sperava, inoltre, che con questa politica si fermasse la corsa agli armamenti visto che i costi stavano diventando insostenibili.

LE DUE CRISI DEL 1956: SUEZ E UNGHERIA

La crisi di Suez

Sotto la guida si Gamal Nasser l’Egitto si era fatto paladino di una politica rivolta la nazionalismo panarabo collocandosi in una posizione di equidistanza dai due blocchi. Mosso da ambiziosi programmi di sviluppo si rivolse alla banca mondiale, la quale però, su pressione degli Stati Uniti (che diffidavano in lui), si era rifiutata di concedere all’Egitto i crediti necessari. Per ripicca Nasser decretò, nel Luglio del 1958, la nazionalizzazione delle Compagnia del Canale di Suez, di proprietà britannica e francese. Con questo Nasser avrebbe reperito i fondi necessari le opere pubbliche e avrebbe messo il divieto di transito alle navi israeliane. Appoggiato da Gran Bretagna e Francia, Israele attaccò di sorpresa l’Egitto, 29 ottobre del 1956. In pochi giorni l’esercito israeliano occupò tutto il Sinai travolgendo le truppe egiziane. L’URSS a questo punto minacciò di intervenire a favore di Nasser; gli Stati Uniti quindi premettero sugli anglo-francesi e sui Israele affinché si ritirassero e fecero votare all’ONU una risoluzione in tal senso. Il confine quindi fu presidiato dall’ONU. Nasser, sconfitto militarmente ma politicamente vincitore, poté presentarsi come il campione del nazionalismo arabo, colui che aveva osato sfidare l’imperialismo europeo, divenendo così per tutto i paesi del terzo mondo una prestigiosa guida.

La rivolta d’Ungheria.

Dopo la morte di Stalin l’est era in un momento di crisi. Il malcontento si sviluppo un po’ in tutti i paesi ma fu soprattutto in Ungheria che questo si sviluppò. La contestazione si si trasformo in una aperta rivolta e un nuovo governo presieduto da Imre Nagy sali al potere. Il suo programma comprendeva l’indizione di libere elezioni, l’uscita dell’Ungheria dal patto di Varsavia, la proclamazione della neutralità del paese e l’evacuazione dal territorio nazionale di tutte le truppe sovietiche. Nel novembre del 1956, tuttavia, i carri armati di Mosca ebbero facilmente ragione della ribellione ungherese. Gli Stati Uniti, nonostante gli appelli di Nagy, si astennero da qualsiasi iniziativa riconoscendo l’egemonia sovietica nell’Europa dell’Est. L’ONU da parte sua non poté far niente visto il veto esercitato dalla Unione Sovietica.

VERSO AL DISTENSIONE.

Dopo il 1956 Unione Sovietica e stati Uniti consapevoli di non poter distruggere l’avversario senza esserne distrutti aprirono un dialogo. Tuttavia la rivalità non cessò di caratterizzare le relazioni tra URSS e USA. In questo segno, di transizione, fece grande scalpore la visita del presidente russo Kruscev al presidente americano Eisenhower; questo fu il primo incontro tra russi e americani.
Nel 1961 negli Stati Uniti ci fu il cambio di guardia e diventò presidente J.F. Kennedy, il quale era disposto al dialogo con i russi ma voleva mantenere un forte apparato militare.

LA SECONDA CRISI DI BERLINO 1958-1961

La questione tedesca rimaneva il maggior elemento di attrito fra Stati Uniti e Unione Sovietica e in particolare Berlino, continuava a dare problemi. Berlino Ovest grazie agli aiuti della Germania Federale e degli USA era divenuto in breve tempo una città ricca mentre le Germania Federale era diventata la più forte potenza Europea,all’opposto Berlino Est era diventata povera. Questo rapporto, Berlino est-Berlino Ovest, così vicino faceva apparire il comunismo come perdente nei confronti del capitalismo Americano. Questo fece irritare molto Mosca e i governanti della Germania Democratica. Berlino Ovest però era diventata la principale porta per uscire dal comunismo, infatti Berlino Ovest perse in dieci anni dal 1948 al 1958 circa 2 milioni di abitanti. Per porre fine a questo esodo di gente Kruscev fece erigere nell’agosto del 1961 un muro tra la parte Orientale e quella Occidentale. Questo fu denominato “Il muro di Berlino” presso il quale persero la vita numerosi tedeschi dell’Est in fuga verso l’Ovest. Questo muro fu il simbolo della “Guerra Fredda”.

LA CRISI DI CUBA ED I MISSILI

All’inizio del 1959, un movimento rivoluzionario guidato da Fidel Castro ed Ernesto “Che” Guevara, poneva fine alla dittatura di Fulgenico Batista, sostenuta dagli americani.Il progetto di Castro si proponeva una politica di riforme di stampo popolare ma le ostilità dimostrate dagli USA nei confronti della rivoluzione, spinsero Cuba a stringere rapporti sempre più stretti con la lontana Unione Sovietica.
Il I dicembre ’61 Cuba si dichiarò repubblica democratica socialista.
La Unione Sovietica diventò il principale partner economico di Cuba e tutte le imprese dell’isola vennero nazionalizzate. All’inizio del suo incarico, il presidente americano Kennedy tentò di soffocare il regime socialista cubano sia boicottandolo economicamente ( l’embargo contro Cuba è ancora in vigore )sia appoggiando i gruppi di esuli anti-castristi che tentarono nel 1961 di sbarcare nella “baia dei porci” per raggiungere l’Avana e rovesciare il regime castrista.
L’azione però fallì miseramente soprattutto grazie al mancato appoggio del popolo agli anti-rivoluzionari. Nella tensione così creatasi, si inserì l’Urss che non solo offrì ai cubani assistenza economica e militare, ma iniziò l’installazione sull’isola di basi per il lancio di missili nucleari. Gli USA scoprirono ciò solo nel ’62 e Kennedy ordinò subito un blocco navale attorno a Cuba per impedire che navi russe raggiungessero l’isola. Per sei terribili giorni ( 16-21 ottobre )il mondo fu nuovamente vicino ad un conflitto atomico ma alla fine il primo ministro russo Krusciov cedette e si accordò con Kennedy per il ritiro dei missili in cambio dell’impegno americano a non invadere l’isola.

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