Rinascimento medio e opere

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

Programma Storia dell’Arte
Pag. 234 Rinascimento Medio
Pag. 240 Vita di Leonardo
Pag. 241 Inizi Leonardo a Firenze
Pag. 241 Annunciazione
Pag. 243 Adorazione dei Magi
Pag. 248 La Vergine delle Rocce
Pag. 249 L’ultima cena
Pag. 252 La Gioconda
Pag. 260 Michelangelo
Pag. 261 La Poetica e le Opere Giovanili
Pag. 262 Madonna della Scala
Pag. 262 Battaglia dei Centauri
Pag. 262 La Pietà di San Pietro
Rinascimento Medio
Bisogna fare una distinzione tra quattrocento e cinquecento. Il cinquecento sviluppa le idee del quattrocento cioè di Brunelleschi, Donatello, Masaccio. D’altra parte il cinquecento è considerato il momento culminante del rinascimento perché vi convivono artisti della levatura di Leonardo, Michelangelo, Raffaello. Ed è anche la crisi dei valori rinascimentali, come lo è dei valori religiosi. Perciò è più opportuno dividere il rinascimento in primo, medio e tardo. Il primo rinascimento con il 400; il medio con la fine del 400 e l’inizio del 500, il tardo con la fine del 500.
Vita di Leonardo
Leonardo nacque a Firenze nel 1452, ebbe un interesse verso molte varietà, infatti, possiamo parlare di Leonardo come pittore, scultore, architetto orafo, musico, scienziato, inventore. Egli non accetta l’affermazione che la scienza sia teoria e legge astratta. Con Leonardo si ha inizio al Metodo Sperimentale che quasi un secolo dopo, sarà la base della scienza nuova galileiana, dall’osservazione diretta dei fenomeni della natura, si può giungere a stabilire le leggi immutabili che li regolano, comprendendole mentalmente. Anche la Pittura è mentale perché dallo studio della realtà si giunge a conoscerla.
Gli Inizi di Leonardo a Firenze
Il paese natale poteva offrire poco alla formazione culturale di Leonardo. Forse nel 1469 con la famiglia si trasferiscono a Firenze e Leonardo divenne allievo nella bottega del Verrocchio una delle più importanti di Firenze. Leonardo cresce artisticamente in un ambiente dove s’insegna a concepire la figura umana, scolpita o dipinta, non immobile, non isolata ma inserita nello spazio. Uno dei suoi primi saggi è un celebre disegno datato 1473, rappresentante un paesaggio con una roccia a destra, un castello a sinistra, una pianura sul fondo (forse la Valle dell’Arno). Si osservi come Leonardo usi la linea in modo del tutto diverso dalla tradizione Fiorentina, per questo la linea è albertiana, ossia è il mezzo per individuare i singoli oggetti contornandoli con un segno ideale continuo e netto. La presenza di alberi, dei monti, degli edifici, delle acque, dei campi serve a rendere la vastità spaziale. Un dipinto ritratta in età giovanile è anche ritratto di Dama, Leonardo in quest’opera sviluppa dei particolari per esempio i capelli. Il Busto è di tre quarti e il viso si volge allo spettatore, così la figura è liberamente inserita nello spazio.
Annunciazione
Intorno al 1475 Leonardo compose l’Annunciazione degli Uffizi. La tavola fu attribuita al Ghirlandaio e oggi è quasi attribuita a Leonardo anche se non è documentata dalle fonti. La città portuale ai piedi del primo colle a destra, pur non avendo caratteri toscani è leonardesca. Gli elementi nordici nel coronamento delle torri di difesa ci rivelano la conoscenza di stampe tedesche o fiamminghe. Le alti pareti rocciose sul fondo sono dovute agli studi geologici effettuati da Leonardo in Toscana sulle Alpi Apuane. È un opera abbastanza tradizionale perché vi sono ancora elementi propri della tradizione pittorica fiorentina: la collocazione dell’angelo a sinistra e della Vergine a destra; vi sono esempi verrocchieschi. La concezione è invece nuova, a cominciare dall’idea dell’ambientazione in un giardino fiorito, aperto verso il fondo in un ampio paesaggio. Qui per dare la riservatezza all’incontro ci si limita a porre la Madonna in un angolo dell’edificio che è alle sue spalle, facendone intravedere la camera da letto attraverso la porta, e a recingere il giardino con un muretto in cui si apre un paesaggio. Il significato è chiaro: il miracolo che si sta svolgendo coinvolge tutto il mondo e tutta la natura.
Adorazione dei Magi
Nel 1481 Leonardo riceve l’incarico di dipingere un’Adorazione dei magi mai restituita ai committenti. La forma quadrata della composizione permette a Leonardo di organizzare la pittura, in superficie e in profondità, secondo le direttrici delle diagonali, il cui punto d’incontro cade nella testa della Madonna, che arretrata rispetto ai magi costituisce il vertice di una piramide, alla quale essa da un movimento rotatorio orientandosi con le gambe verso sinistra e volgendosi come il Bambino verso destra. Questo movimento si estende a tutte le figure. Non è solamente un movimento fisico; è piuttosto l’espressine più appariscente della varietà psicologica dell’intensità dei sentimenti dei personaggi, ciascuno differenziato dall’altro. Questo impeto, questa sollecitudine costituiscono il tema fondamentale dell’opera; per questo essa è priva di alcune componenti usuali: per esempio il bue e l’asinello. In secondo piano , le volte crollate e le gradinate, come quelle di un antico teatro, vogliono forse significare simbolicamente il mondo pagano in declino con l’ avvento del cristianesimo.
La Vergine delle Rocce
La Vergine delle rocce è un dipinto di Leonardo fatto nel soggiorno milanese. L’opera rappresenta davanti a un panorama roccioso, seduti ai bordi di uno specchio d’acqua, la Madonna che tiene una mano sulle spalle del piccolo Giovanni Battista in preghiera, e l’altra indica un angelo e Gesù Bambino Benedicente. Le figure sacre sono 4 e si dispongono su una pianta a croce, o meglio agli estremi delle diagonali interne di un quadrangolo, dal quale si alza una forma piramidale il cui vertice è costituito dalla testa della Madonna. Lo schema geometrico è animato dalla complessa articolazione della membra (le braccia): dallo slancio in avanti di Giovanni all’atteggiamento protettivo della Madonna che tiene una mano sulle spalle di Giovanni e l’altra tende a coprire la testa di Gesù e lei si volge verso Gesù per lo benedire mentre l’angelo indica Giovanni. La forma piramidale e il movimento rotatorio qui vengono sviluppati. La forma piramidale di antica origine fiorentina è indice dell’unità concettuale. Il movimento rotatorio significa l’inserzione del gruppo divino nello spazio circostante che è il mondo. In questa opera si viene ad eliminare la linea di contorno per il rapporto con l’ambiente, che è il limite , il confine, la divisione; l’ombra addolcisce il rilievo per i delicati trapassi dal chiaro allo scuro fino a trasformarsi in sfumato.lo sfondo roccioso deserto è realizzato con la prospettiva aerea: i piani digradano in profondità mediante lo schiarirsi dei colori e quelle più distanti sono più confuse.

Michelangelo la formazione
Michelangelo Buonarroti nacque ad Arezzo nel 1475, era figlio di Ludovico, appartenente a una famiglia Fiorentina di piccola nobiltà. I primi studi li compie nella bottega del Ghirlandaio, era appena tredicenne, ma il più importante periodo è quello che trascorre nel “ Giardino di San Marco” e in questo momento soggiorna da Lorenzo il Magnifico. Nel Giardino di San Marco i giovani avevano davanti a sé modelli antichi, dove si esercitavano a copiarli.
La poetica michelangiolesca
Dall’uso della copia nasce la poetica michelangiolesca. Michelangelo viene abituato a considerarsi che ciò che scolpisce esiste già; quando poi creerà liberamente, ciò che egli tradurrà nel marmo dovrà essere ben preciso nella sua mente, come se già esistesse, l’artista dovrà ritrovare quell’idea che vive nella sua immaginazione. La mano è lo strumento che esegue meccanicamente la volontà dell’intelletto. Il motivo costante dell’arte Michelangiolesca: la lotta dell’uomo, imprigionato, oppresso, sconfitto, per raggiungere una meta che è irraggiungibile. In questo senso Michelangelo si pone come legittimo erede di Giotto, Masaccio, e Donatello.
Le Opere giovanili
Fra le opere giovanili ci sono copie da Giotto e da Masaccio. Michelangelo si rivolge a maestri Fiorentini perché hanno espresso la dignità dell’uomo. Copiare non significa trascrivere passivamente, ma studiare, analizzare e capire. Le copie di Michelangelo sono personalissime, infatti si può notare il Chiaroscuro, ottenuto mediante un tratteggio,e la Scalpellatura spesso visibile nei marmi Michelangioleschi.
Madonna della Scala
La Madonna della scala rivela rapporti con opere antiche soprattutto con Donatello, nello stiacciato. La Madonna posta di profilo, occupa l’altezza totale della lastra, dove il bordo inferiore funge da piano di appoggio per i piedi, quello superiore comprime quasi tutta la testa. Il Bambino che succhia il seno il latte al seno materno, volge la testa e il braccio in posizioni divergenti, preludendo ai (contrapposti) delle opere mature. La scala dagli alti gradini più che creare profondità spaziale incombe drammaticamente sulla raffigurazione in primo piano.
La Battaglia dei Centauri
Nella Battaglia dei Centauri c’è una scena che è dominata da un giovane forse Apollo che in alto, al centro si volge da un lato sollevando il braccio destro; e questo gesto sembra imprimere movimento all’intera composizione in verticale e in orizzontale. Un altro elemento di Michelangelo è l’assenza di prospettiva geometrica. Lo spazio è creato dal diverso emergere dei volumi dalla lastra di marmo, così si possono individuare tre piani. Il componimento è stato appena scappellato nella cornice, sbozzata agli interni, via via lavorata nelle superfici esterne, le quali conservano una sottile picchettature che rivela la traccia dello scalpello.
La Pietà di San Pietro
Nella Pietà di San Pietro il classicismo assume un significato ben diverso da quello un po’ esteriore del Bacco, pervenendo alla totale idealizzazione della forma. Il tema della “Pietà” ossia che Maria accoglie in grembo il corpo del figlio morto contemplandolo, ha origini oltramontane. In Italia è usato da artisti che hanno avuto rapporti con la cultura tedesco-fiamminga, si preferisce narrare gli episodi evangelici del compianto di Cristo. Michelangelo interpreta il tema in una maniera nuova perché anche se è sacra, l’arte non è narrativa ma esprime un’idea. La forma piramidale si spiega così: “ la Pietà non narra il dolore della madre , non mostra lo strazio del corpo martoriato di Cristo, la vita e la morte e l’una e l’altra riuniti raggiungono la perfezione divina”. La forma piramidale è costituita dalla larghezza della base e salendo a spirale conduce il vertice nella testa della Vergine. Questa non è una forma piramidale immaginaria come in Leonardo. il punto di vista dell’opera in Michelangelo è solo quello frontale: se la figura preesiste nel marmo e da questo deve essere astratta e ciò può avvenire solo da un lato. Le pieghe della veste, sovrabbondanti, hanno la funzione di far risaltare la bellezza e la finezza alessandrina del corpo nudo di Cristo. La perfezione di questo e del volto della madre esprimono il superamento delle fatiche terrene e il raggiungimento della bellezza ideale. A chi gli faceva osservare l’estrema giovinezza della madre in confronto del figlio, Michelangelo replicava di aver voluto rendere la castità di lei.

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